Vedendo gli “onorevoli” con la coppola in testa ho avuto una profonda nostalgia dei vecchi politici che tante volte abbiamo considerato un po’ retorici, demodé, forse “tromboni” ma ai quali nessuno poteva contestare mancanza di cultura, tolleranza e signorilità.
Identico fastidio interiore mi ha creato vedere i politici della opposizione mettersi a fianco dei giornalisti per difendere la libertà di stampa; non perché il principio non fosse sacrosanto e non debba essere legittimamente difeso da coloro che, per mestiere, scrivono ma perché quei politici erano fuori luogo. Se il centro sinistra, sia nel governo Dalema che nel governo Prodi, avesse avuto il coraggio di affrontare seriamente il problema del conflitto di interessi, senza pensare ai risvolti elettorali, oggi quella manifestazione non avrebbe avuto ragione di esistere.
L’ultima rappresentazione naif del nostro bel paese ci viene data oggi con le dichiarazioni, da parte di giornalisti e politici, che la condanna risarcitoria inflitta alla Fininvest non rappresenti un semplice provvedimento giudiziale bensì un complotto per far cadere una maggioranza eletta dal popolo.
Internet ci dà, oggi, la possibilità di accedere a qualunque documento e coloro che volessero maturare una propria ponderata opinione a riguardo, scevra da moti ideologici od istintivi interni, potranno leggere tutti i fatti di causa e capire che il perfezionamento del lodo attraverso il quale era stata acquistata la Mondadori, si fondava su una condotta illecita che aveva danneggiato la controparte. Trattasi, comunque, di questioni privatistiche che non dovrebbero avere nulla a che fare con la politica o con il voto degli italiani buona parte dei quali, però, abituata com’è alla superficialità, dirà che i giudici vanno contro Berlusconi perché sono comunisti.
Si cari amici, ho una profonda nostalgia dei vecchi La Malfa, Malagodi, Fanfani, Andreotti, Berlinguer, Almirante e di tutti coloro che suffragavano i propri ideali politici con cultura e coerenza senza mischiarsi con chi rappresentava l’opposto. Molti di loro hanno sempre fatto parte della minoranza ma chi dice che la minoranza sbaglia; molte volte il tempo ha dimostrato che a sbagliare era la maggioranza e che, in fondo, se si opera in un contesto di vera democrazia, anche il peso della minoranza è importante.
Qualcuno provi a definirmi gli ideali sociali ed economici che dovrebbero oggi contraddistinguere la destra dalla sinistra e mi dica se all’interno delle due coalizioni esiste un partito che persegua esattamente i principi indicati. Non esiste perché A.N. non ha più neanche il coraggio di parlare di unità nazionale o di libero mercato vero e, pur di governare, asseconda le esigenze di Berlusconi il quale ha bisogno delle Lega secessionista; il PCI, la DC e il PSI hanno perso ogni loro identità e coerenza ricorrendo una caccia alle streghe con atteggiamenti che vanno più contro l’uomo che contro la sua politica.
A cosa serve, quindi, affermare sono di destra o di sinistra; prendersela per una di quelle caricatura che, contrariamente alle intenzioni dell’autore, hanno fatto le fortune di Berlusconi o parlare solo di ciò che viene artatamente reclamizzato coprendosi gli occhi per tutto il resto…..la realizzazione del bipartitismo è stata quanto di peggio poteva capitarci.
Giovanni nel Tuo ultimo intervento hai stigmatizzato il passato di Napolitano ma oggi, al telegiornale di RAI Uno, ho sentito Bondi e Capezzone inveire per la faccenda Fininvest; ebbene Bondi è nato politicamente inneggiando contro le imprese a favore dei compagni socialisti proletari e nelle amministrazioni locali faceva parte dei comunisti mentre Capezzone ha fatto lo sciopero della fame per mandare in parlamento porno star e intellettuali estremisti già giudicati e condannati … chi fra i tre piange lacrime di coccodrillo!?. Leggendo i nostri interventi su questo blog risulta evidente che io e Te abbiamo divergenti idee socio/economiche (o, se preferisci, politiche) ma nei Tuoi confronti ho il massimo rispetto perché sono certo che, così come me, hai maturato ogni tua opinione senza alcuna forzatura proveniente da interessi esterni. Non è così in coloro che oggi ci rappresentano perché una buona parte di essi è diventata di destra o di sinistra per soldi o per dominio di potere.
Se mi permettete, vorrei finire il mio intervento con un accenno alla politica internazionale e al concetto costituzionale di difesa.
Da azzeccagarbugli posso dire che gli estensori della norma costituzionale non hanno mai sostenuto che la difesa dello Stato debba farsi all’interno del territorio o che essa non possa essere realizzata con manovre aggressive là dove possa crearsi un concreto pericolo per la nostra incolumità. Questo concetto è abbastanza noto e penso che non se ne parli semplicemente perché noi non siamo in grado, da soli, di attaccare nessuno mentre gli Stati Uniti devono ancora giustificare, al mondo intero, la balla della presenza delle armi chimiche.
Il mondo occidentale, attraverso l’economia sommersa ed i sotterfugi politici, ha creato i talebani ed i disperati e non riesce a prendere una posizione precisa nei confronti di Israele che deve smetterla, a mio avviso, di inviare coloni in territorio palestinese.
L’attuale situazione è stata, quindi, da noi creata e voluta ma oggi non possiamo più tornare indietro; oggi l’intero mondo occidentale è in guerra e se non la vince, gli scenari futuri saranno di una pericolosità tale da ridicolizzare i tempi della guerra fredda; anche da questo punto di vista, per nostra fortuna, Obama è molto più avanti rispetto agli altri capi di governo.
Francesco
Caro Francesco, accolgo con piacere la Tua risposta ma il confronto, a mio avviso, non regge in quanto Bondi e Capezzone non rivestono alcuna delle cariche massime dello Stato e penso non le rivestiranno mai. Potevi includere tra i "lacrimatori" anche Mastella visto che stiamo parlando del salto della quaglia.Un saluto da Giovanni
RispondiEliminaCarissimo Giovanni
RispondiEliminaconcordo pienamente per Mastella e ritengo che sia Capezzone che Bondi rivestano un ruolo di rilievo nell'attuale maggioranza. Per quanto riguarda Napolitano è uso costituzionalmente consolidato che la presidenza della repubblica venga indicata dalla parte politica che non governa e, anche con l'ultima presa di posizione sullo scudo fiscale, mi sembra che si stia comportando in aderenza ai suoi compiti istituzionali e non alle sue ideologie politiche.
Ciao
Francesco
cari amici
RispondiEliminaFrancesco come sempre riesce ad analizzare in modo lucido e circostanziato.
Personalmente ho nostalgia anch'io dei politici di "una volta" dove almeno esisteva il "pudore".
Ricordo quando scese in campo il Berlusconi non seguendo e non conoscendo le sue vicende imprenditoriali, ero convinto di un nuovo corso politico più aderente alle necessità reali del Paese.
Un mio caro amico era allora procuratore presso Mediolanum.Lo incontrai per caso con la spilla di "forza italia" al bavero e stupito gli chiesi come mai.Mi rispose che era un obbligo per tutti loro, aderire alla campagna elettorale e aggiuse che doveva anche piazzare una serie di "valige del presidente con tanto di cravatta berlusconiana ecc. ecc.Nel medesimo istante il Berlusconi tuonava dalle sue televisioni che assolutamente era falso che lui impiegasse la sua forza lavoro per la campagna elettorale. Mi spiace ma da allora l'ho etichettato e purtroppo i fatti mi stanno dando ragione.
Gli italiani che lo votano mi ricordano il film "pane e cioccolata" dove il buon Manfredi tornato dalla Svizzera non sapendo a chi affidare i suoi pochi risparmi, li affida all'usuraio del paese pensando che chi ha fatto i soldi(non importa come) li farà fare anche a te. Questo succede, e quando ci sveglieremo sara veramente triste e dura...
L'insipienza dell'opposizione fa il resto.....
Cordiali saluti a Tutti Voi
Massimo Garin
Caro Massimo
RispondiEliminaTi ringrazio per il complimento che va esteso a tutti coloro che senza alcun interesse, se non quello di esternare ciò che sinceramente sentono, stanno confortando, con la partecipazione al blog, lo sforzo di Oliviero e di Ettore.
Tu hai toccato un punto fondamentale della nostra attuale situazione politica; gli effetti scaturenti dalla identificazione imprenditore/politico.
Per poter analizzare al meglio questi effetti dovremmo tentare di capire, con estrema obiettività, quale può essere l'atteggiamento mentale dell'uno e dell'altro e come si è arrivati a tangentopoli. Quel periodo, infatti, ha messo in luce la parte malata della nostra economia e avrebbe potuto meglio evidenziare le motivazioni per le quali da noi non esiste il libero mercato se i vari P. M. non fossero stati presi dalla mania di protagonismo.
Ti abbraccio
Francesco