martedì 27 ottobre 2009

"E’ una sofferenza estrema ." A chi …..???????

E così anche l’ultimo mito che resisteva in questo sciagurato Paese è impietosamente caduto: da un paio di giorni, nessuno si può più arrogare il diritto di autoproclamarsi senza macchia e senza peccato! In Italia non esistono più “migliori”, in nessuna parte: adesso siamo o meglio, sono tutti allo stesso livello, peraltro molto infimo. Non voglio maramaldeggiare, però i recenti fatti che hanno visto come protagonista una figura politica di spicco sono sintomatici dello spregio con cui i cosiddetti politici nostrani interpretano il ruolo che è stato loro conferito. E non mi riferisco ai gusti sessuali (io, comunque, resto un acerrimo sostenitore della insostituibilità di quel capolavoro della natura, così magistralmente reso evidente da Gustave Courbet ne l’Origine du monde) e nemmeno al fatto che venisse usata l’auto di servizio per scopi non certo “istituzionali”; mi riferisco alla totale mancanza di dignità personale e di rispetto nei confronti di quanti lo avevano votato, non presentando le sue immediate dimissioni da una carica che lui stesso aveva sputtanato con tanta disinvolta faciloneria. E poi, la comparsa dell’immancabile “certificato medico”, questa onnipresente panacea italiota che monda ogni furberia e che condanna all’inefficienza perpetua la pubblica amministrazione. Sì, un “governatore” ha avuto lo stesso comportamento di un travet qualsiasi, preso a piacere ma con la differenza che quest’ultimo, quando gli va bene , guadagna 1000 €. al mese; certo che ora il ministro Brunetta dovrà quantomeno rivedere la sua lodevole battaglia contro i “fannulloni”!

Ragazzi : qui c’è qualcosa che non quadra!

Come lascia poco spazio alla quadratura etica della politica locale l’ondata di nefandezze che sta risalendo lungo lo Stivale e che, per il momento, si è fermata sulla “Linea gotica”: è un tsunami di porcherie che sta travolgendo le oramai “ex” isole felici governate dagli anche loro “ex” paladini della questione morale. Anche in questo caso, non voglio farne una questione di parte, dal momento che sono assolutamente certo che, mutatae mutandis, non si troverebbe niente di meglio. Anche in queste vicende, ravviso quell’approccio di spregio di cui sopra, ad ulteriore dimostrazione che nell’oramai anche lui “ex” Bel Paese la funzione o la carica pubblica vengono intese - e quindi utilizzate - come un “orticello privato” da cui trarre il massimo beneficio personale. Non sono tanto ingenuo da pensare che dovrebbero essere tutti cherubini, pienamente soddisfatti del salario d’onore; però, porca miseria, ci dovrà pur essere un limite inferiore, al di sotto del quale si precipita nella delinquenza più abietta?!

Ditemi voi, Ragazzi, se in Italia c’è un qualcosa di cui poter andar fieri, a parte la Signora logicamente?

A me, semplice elettore-contribuente, non basta avere il “miglior presidente da 150 anni in qua”, né mi basta sentirmi ripetere che l’Italia ”uscirà meglio e prima dalla crisi economica”, né mi basta sperare che la “libertà di stampa” è garantita al massimo. Io vorrei sapere, invece, perché la sanità pubblica è una voragine senza fine; perché i trasporti sono di poco più efficienti (ma non sempre) di quelli del secolo scorso; perché un terzo del territorio non è controllato dallo Stato; perché la magistratura è quella che è; perché le Forze Armate sono ridotte in uno stato di mera sopravvivenza; perché sono sempre gli stessi ad aggiudicarsi gli appalti pubblici; perché non si riesce a fare nemmeno la più piccola delle riforme, da tutti sbandierate come “indilazionabili”; perché non c’è corrispondenza tra i balzelli pagati ed i servizi ricevuti; perché abbiamo annichilito la ricerca; perché non esiste meritocrazia; perché il debito pubblico continua ad aumentare (io non sarei nemmeno in grado di scriverlo in cifre!); perché.....

Ragazzi: ancora una volta, c’è qualcosa, anzi molto che non quadra!

Chi mi conosce sa bene che il bicchiere lo vedo sempre mezzo pieno, quasi da passare per un inguaribile sognatore. Però, credetemi, di fronte a questo sfascio sistematico e prolungato, portato da ogni parte ed a tutti il livelli, anche la mia vena ottimistica comincia a vacillare.

C’è qualcuno che può darmi una mano a riprendermi?!

Grazie, Ettore.

5 commenti:

  1. Francesco Miredi28 ott 2009, 11:17:00

    Caro Ettore
    io tento di riprendermi pensando che la mia onestà ha un prezzo molto elevato sin'ora mai raggiunto; che con i figli ho lo stesso tipo di rapporto che avevo quando erano infanti, adolescenti e via di seguito; che ho amici con cui trascorro del tempo per il solo piacere di stare insieme; che esistono persone che, come voi, hanno dedicato un'intera vita professionale per il perseguimento di un'ideale e che la vita ci offre momenti bellissimi. Per il resto condivido le tue esternezaioni ma, come uomini, ciascuno giudicherà secondo il proprio modo di essere, come elettori, ciascuno darà un peso a tutto ciò che ritiene negativo o positivo e agirà di conseguenza.
    Ciao
    Francesco

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  2. Caro Ettore ,
    questa volta cerchero' di rispondere ai tuoi perche' sullo sfascio del nostro Paese con una teoria del tutto personale e un po' fantasiosa. Non so se hai visto il film "Il Federale " dove la camicia nera Arcovazzi (Tognazzi ) viene scelto dai superiori per la missione in quanto ritenuto affidabile : ci ha messo 20 anni a imparare quello che sa e ce ne vogliono altri 20 perche' se ne dimentichi! Bene fino a 20 anni fa si parlava di "infiltrati" dell'altro blocco (spetsnaz) che dormienti aspettavano l'ora H per portare a termine il loro compito che peraltro avevano iniziato a svolgere da tempo ed in segreto. Si parlava anche di Gladio che sarebbe stata costituita per individuare e contrastare gli avversari prima e dopo l'ora H. Poi e' caduto il muro di Berlino e con lui l'Unione Sovietica che era un po' il datore di lavoro di questi infiltrati. E' possibile che questi signori programmati per contribuire alla destabilizzazione del paese che li ospitava,come la camicia nera Arcovazzi abbiano avuto la necessita' di un ventennio per abituarsi ad un nuovo scopo nella vita. Se cosi' fosse questo spiegherebbe la sopravvivenza di partiti comunisti ancora orgogliosi della loro bandiera. Speriamo che, trascorso il ventennio necessario alla riconfigurazione della missione, non dovremo piu' preoccuparci di quegli attacchi alle Istituzioni, al vivere civile, alla efficienza dei servizi che tu e tutti noi auspichiamo.
    Troppo fantasia? Eppure questi infiltrati potrebbero essere annidati in tutti gli apparati dello Stato e ........ chissa'!
    Saluti da Giovanni Papi

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  3. Caro Ettore, non avendo mai creduto al mito “dei senza macchia e dei senza peccato” che servì solo per dare una pennellata di vernice su edifici decrepiti e condannati dalla storia, non mi stupisco dell’accaduto e il mio bicchiere rimane mezzo pieno. Sono molto facilitato dal fatto che vivo in provincia, una provincia sana e laboriosa come la gran parte delle province italiane. Questa è l’Italia vera non quella dei giornali e delle megalopoli.
    I media amplificano a dismisura fatti e misfatti spesso distorcendoli per interessi di parte ed è inevitabile che tanto veleno prima o poi penetri negli animi più saldi portando dubbi e pessimismo.
    Credo che si stia solo combattendo una grande battaglia, senza esclusione di colpi, tra chi ha detenuto il potere per sessant’anni e chi questo potere (economico, mediatico, culturale) gli vuole strappare avvalendosi della fiducia e della forza concessa dagli elettori. Cose molto umane, miseramente umane che si ripetono da millenni.
    La mia principale fonte di preoccupazione, invece, quella che credo sia la vera causa di tanti mali, è la progressiva esclusione di Dio dalle umane vicende quasi che la fede sia solo un fatto privato, da coltivare in casa per non disturbare gli “spiriti liberi e adulti”. Come la storia ha ampiamente dimostrato, quando l’uomo è convinto di poter fare da solo e non riconosce di essere stato creato da un altro e per un fine ben preciso, combina solo disastri.
    Dire questo oggi non è di moda, non è politicamente corretto. Parlare di Dio imbarazza. Eppure sono convinto che se non si ritorna a guardare a Lui come i figli un Padre amato e che ci ama, i nostri problemi potranno solo aumentare. Se non riscopriamo che la nostra vera dignità, l’unica cosa che ci può realmente far rispettare noi stessi ed il prossimo è il fatto che siamo tutti figli di uno stesso Dio, saremo sempre in balia delle forze del male, cioè del lato oscuro di noi stessi.
    Non dimentichiamo che la Bibbia descrive il peccato dei peccati, il peccato originale, proprio come un atto di presunzione: IO so cos’ è giusto per me, non Dio. Tutti sappiamo com’è finita.
    Ma essendo cristiano, la preoccupazione non mi porta comunque al pessimismo perché so che il nostro alleato è formidabile e “le forze del male non prevarranno” .
    Un abbraccio.
    Luigi (Giggione)

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  4. Ettore risponde a Giggione .

    Caro Giggione,
    ti ringrazio, innanzi tutto, di avermi “commentato”, anche se le argomentazioni da te addotte mi sembrano quantomeno non proporzionali al mio semplice dire.
    Da par tuo, hai alzato la soglia della questione ad un livello che non meritava, almeno nelle mie intenzioni; io volevo semplicemente dire che non mi so più orientare nella moltitudine delle “cose storte” che attanagliano e frenano la nostra giovane democrazia la quale, forse proprio per la sua tenera età, non ha ancora ben sviluppati tutti gli anticorpi necessari ed indispensabili per farla crescere sana e forte.
    Non volevo essere pessimista (anche perché non lo sono per natura) ma solo preoccupato, seriamente preoccupato per l’avvenire di questa stupenda terra che, probabilmente, non si merita di avere dei figli tanto sciaguratamente ingrati.
    Il tuo convinto richiamo alla indispensabilità di Dio può e deve essere condiviso con la massima partecipazione, nell’ottica che ogni singolo individuo deve avere quale “retta origine” di ogni sua azione tale convincimento, nel privato come nel pubblico.
    Attenzione, però: se, a mio avviso, si deborda da un simile assioma, se si vuole subordinare la conduzione della res publica ai dogmi ed alle liturgie proprie della sfera sovrannaturale si corre il serio pericolo di cadere in anacronistiche teocrazie, tutte condannate dalla Storia.
    Ben vengano, quindi, i probi omini, coloro cioè che, dotati di profonda rettitudine morale (che, se veramente tale, non può che trovare il suo riferimento in Dio), assumano le redini e conducano il popolo con saggezza ed equità attraverso il mare periglioso della quotidianità.
    Ma, mio caro Amico di antica data, tu sei sicuro che ne esistano?!
    Ettore.

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  5. Francesco Miredi3 nov 2009, 09:49:00

    Carissimi
    da cristiano apprezzo e condivido le riflessioni di Luigi ma se il pensiero rivolto a Dio può aiutarci ad affrontare la vita attraverso l'applicazione di giusti principi, è indubbio che nella quotidianità affrontiamo problemi e situazioni imposti dalla società terrena.
    Il contesto territoriale in cui si vive può contribuire, anche attraverso il riavvicinamento a Dio, più visibile fra torrenti e colline dorate che fra squallidi dormitori, a lenire la ridondanza delle cattive notizie ma non si può negare la loro veridicità.
    Oggi la politica è cambiata rispetto agli anni passati e ciò si percepisce anche dai discorsi che gente semplice come noi fa per capirci qualcosa.
    Nel passato non abbiamo mai sentito il bisogno di cercare l'uomo, senza macchia e senza paura, che ci indichi la retta via o che cia aiuti a percorrerla perchè sapevamo che non esiste. Votavamo il partito più vicino agli ideali nati dalla lettura dei primi libri di storia o dai racconti dei nostri genitori oppure sceglievamo il simbolo rappresentante ciò che ritenevamo più consono al soddisfacimento dei nostri bisogni personali e sociali.
    Partito o simbolo erano comunque entità, non singole persone da considerare al di sopra della Costituzione e di ogni altra istituzione.
    Oggi è diverso; affermiamo, anche in buona fede, che l'uomo eletto dal popolo è legittimato ad esercitare un imperio quasi assoluto e questo mi spaventa molto di più del clima di veleni che respiriamo perchè è un sintomo di allontanamento del popolo dai principi di democrazia.
    Ad una nazione non serve il "grande" uomo che, proprio perchè tale, anteporrà sempre se stesso ad ogni altro interesse comportandosi, quindi, come l'esatto contrario dell'insegnamento cristiano; le ultime esternazioni del papa sul rigore dei politici sono sintomatiche.
    Io penso, quindi, che non dobbiamo allontanarci nè da Dio nè dalla realtà terrena e che dobbiamo vivere la quotidianità terrena ascoltando ciò che ci viene propinato, comprese le maldicenze e le nefandezze, con la voglia di porre, quale filtro, la nostra personale intelligenza e razionalità.
    Un abbraccio
    Francesco

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