martedì 20 ottobre 2009

Il Bene, il Male, le fate e gli orchi, gli sceriffi col cappello bianco e i banditi col cappello nero.

Sembra oramai consolidata tra alcuni di noi la prassi di “avventurarsi” –non senza una certa timidezza dovuta forse alla disabitudine- nei meandri della politica nostrana che, tanto per farla breve, è gestita da due soli contendenti: i berlusconiani e gli antiberlusconiani, con relativi codazzi.

Il tutto condotto all’insegna del motto, ma sarebbe meglio dire del dogma, degli uni e degli altri che penso che sia egregiamente sintetizzato in questa massima di Pierre-Augustin de Beaumarchais: non si calunnia mai abbastanza.

Perché esordisco in questa maniera? Primo perché se non lo facessi sarei tacciato di essere sordo e cieco, e pure giustamente; secondo perché il buon Francesco mi ha posto questo quesito, tanto semplice quanto drammatico: perché persone oneste e di sani principi possono considerare in maniera così diversa un Capo di Governo.

Già, perché? Domanda terrificante, se si pensa che siamo l’unico Paese dell’Occidente ad aver ridotto la politica (che, non dimentichiamocelo, dovrebbe essere finalizzata al solo scopo del bene del popolo!) ad una partita che non ha niente dei nobili intenti decoubertiniani ma che viene giocata alla costante ricerca del più subdolo dei colpi bassi.

Voi mi direte che, da che mondo è mondo, chi fa politica non è certo assimilabile ad un cherubino, però qui si sta esagerando; non c’è futilità che non venga trasformata in occasioni per urlare allo scandalo, per stracciarsi le vesti, per invocare la Costituzione, per fare appello al Capo dello stato, per istituire Commissioni d’inchiesta, per....; ma vi sembra serio trasformare il colore dei pedalini in argomento di dibattito politico? Delle due, l’una: o il colore dei pedalini è assurto a discriminante ideologica o il dibattito politico è caduto ad infimo livello.

Però, che si parli di pedalini o di escort o di lodi o di immondizia o di ricostruzione post-terremoto o di ponti sullo Stretto o di scudi di varia natura, il comun denominatore è sempre e comunque Lui: nulla senza di lui, nulla con lui.

Secondo me, siamo di fronte ad una spiralizzazione delle pulsioni passionali che, oltre a far perdere di vista i problemi reali, conduce ad una pericolosa frenesia dialettica che potrebbe degenerare in una vera e propria paranoia. Non è possibile che Telegiornali, tavole rotonde, dibattiti, opinionisti, parlino sempre e solo dello stesso argomento; esisterà pure qualcosa in Italia e nel mondo che sia degno di nota, di commenti, di approfondimenti?

Il buon Oliviero, nella sua saggezza di basso-padano, sentenzia che la madre di tutto ciò ha un nome e, specificatamente, il conflitto di interessi, nel senso che, qualunque cosa venga fatta anche la più eccelsa, scava scava si riesce a trovare un peduncolo che dimostra, in quella cosa, l’esistenza dell’onnipresente ed inquinante “conflitto”.

Ragazzi, sarà pure vero però così non si campa più, senza contare le figuracce che facciamo agli occhi del mondo!

Sinceramente, stento a raccapezzarmi in questo continuo turbinio di insulti e contro insulti, di calunnie e contro calunnie; non penso né credo che l’uomo sia quello “del destino” né penso né credo che sia una specie di anticristo della politica; penso e credo molto più semplicemente che, come tutti gli uomini di tutti i tempi, abbia i suoi pregi (grande organizzatore, grande comunicatore, grande volontà di successo,.....) ed i suoi difetti (l’essere enormemente ricco per fare il premier, il riconoscersi virtù magari mai possedute, dare poco ascolto a chi gli dà saggi consigli, gestire la “cosa pubblica” come se fosse un domain privé....).

Io i ........ li ho messi; ora a voi per completare le liste!

Ciao a tutti, Ettore.

(Andate a leggere l’articolo di Panebianco.)

6 commenti:

  1. Caro Ettore,
    purtroppo in Italia non ci dobbiamo meravigliare ne' porre quesiti insolubili. Basta considerare che la Cassazione , notizia di oggi, ha stabilito che e' lecito in pubblico inneggiare alla rivoluzione e dare del " TERRORISTA" allo Stato.Dunque se la magistratura, che in passato aveva promosso al rango di "partigiani" i terroristi, emette sentenze di questo tipo, che cosa ci vogliamo aspettare per il futuro. E' vero che in Italia, unico paese in Europa, ci sono ancora tre o piu' partiti comunisti , ma penso che a tutto ci sia un limite e non si puo' considerare libera manifestazione del pensiero accusare lo Stato di terrorismo ed inneggiare alla rivoluzione. Allora perche' non esprimere liberamente il proprio pensiero inneggiando anche alla gia' evocata marcia su Roma ?
    Sono sicuro che Francesco trovera' tutti gli argomenti giuridici per dimostrare la legalita' della sentenza, ma non trovi che tra la legge e la Giustizia ci sia una grandissima differenza ? E questa differenza e' stata sottolineata fin dai tempi piu' antichi a partire da Aristotele per arrivare a Marx che addirittura nega il valore assoluto della giustizia considerandola solo una variabile del processo storico (sic), concetto questo che mi pare si attagli bene all'attuale situazione italiana.
    Ultima considerazione : come mai e' consentita a chiunque la libera espressione del pensiero e, nell'universita' di Roma ( tra le ultime nella graduatoria mondiale ), si e' impedito di parlare addirittura al Papa?
    Saluti da Giovanni Papi

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  2. Ettore Magliocchetti21 ott 2009, 17:23:00

    Caro Giovanni,
    grazie innanzi tutto di avermi "commentato"!
    Dal mio punto di vista, le tue argomentazioni non fanno una grinza, anche se (come spesso accade a me) sono frutto di una profonda amarezza per il periodo veramente "buio" che sta attraversando il nostro oramai ex "bel Paese".
    Tu giustamente indichi cone una anomalia storica la sopravvivenza in Italia di una galassia politica che si fregia dell'aggettivo "comunista"; ma io penso che, purtroppo, dietro quell'aggettivo ci sia solo il nulla, nel senso che, del vecchio "comunismo", si è mantenuto un sempliceriferimento grammaticale. Magari ci fossero ancora quei "trinariciuti" che hanno accompagnato la nostra giovinezza: almeno sapevano cosa volevano e si davano da fare per ottenerlo.
    Non credo ci sia bisogno di un certificato che attesti la mia repulsione per quell'ideologia ma, se permetti, preferisco avere a che fare con un "avversario" di cui conosco tutto e che conosce tutto di me: vizi e virtù comprese.
    Ti confesso: rimpiango quei tempi di "guerra simmetrica", in cui ogni contendente era ben riconoscibile e le regole erano precise rispettate.
    Ora, invece, con chi abbiamo a che fare? con gente che attacca il ciuccio dove il padrone di turno vuole; che non ha ideali; che dice oggi il contrario di quello che ha detto ieri e che dirà domani; che ha abdicato alla propria dignità di individuo, accettando di far parte di un gregge.
    E' inevitabile, quindi, che i vuoti ideologici vengano riempiti da "aria fritta" e che quello che una volta era un sano e costruttivo confronto più o meno dialettico si sia trasformato in uno spettacolo televisivo dello stesso livello culturale del "grande fratello" o "dell'isola dei famosi".
    Non ti meravigliare, quindi, se ognuno può imporre la SUA "libertà di espressione", per il semplice fatto che nessuno ha più l'autorità e la volontà di far rispettare quella che è sancita dalla Costituzione.
    Ciao e ...grazie, Ettore.

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  3. Francesco Miredi22 ott 2009, 12:26:00

    Ciao ragazzi
    datemi un paio di giorni e interverrò in maniera dettagliata sulla questione. Ora voglio esprimere la mia ammirazione per la razionalità e la propensione al dialogo espressi da Ettore e ribadire a Giovanni che non non cercherò mai di dimostrare la legalità o equità di provvedimenti che non conosco o sui quali non sono convinto, al solo fine di contrastare ciò che viene detto da chi non ha il mio stesso modo di vedere.
    Ciao
    Francesco

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  4. Cari Amici
    intervengo anche se brevemente.
    Una domanda mi angoscia.
    Come se ne esce?
    La risposta dovrebbe essere ed è semplice:rispetto della legalità e delle regole.
    Solo ieri uno dei soliti commentatori si indignava perchè il potente viene trattato peggio del comune cittadino se sbaglia.
    Vorrei vedere...
    Continuiamo a scusare gli atleti dello sport più popolare se si lasciano andare a reazioni non propriamente civili.
    Sono solo professionisti quando devono essere pagati?
    Idem per i politici
    Idem per tutte le persone investite di una qualsiasi responsabilità.
    Un caro saluto
    Massimo

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  5. Non vorrei essere stato frainteso da Francesco : lo ho citato perche' in base alla sua preparazione professionale potra' certamente chiarirci meglio di chiunque altro quali sono gli aspetti giuridici che hanno portato alla sentenza . Non ho mai pensato che voglia contrastare chi vede le cose in modo diverso . Io stesso gli saro' grato se ci chiarira' le motivazioni della sentenza ma questo non ha nulla a che vedere con la mia convinzione che le leggi sono una cosa e la Giustizia un'altra.
    Saluti da Giovanni Papi

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  6. Francesco Miredi23 ott 2009, 10:03:00

    Grazie Giovanni per il chiarimento e mi scuso per il fraintendimento. Quando sarò in possesso delle motivazioni della sentenza da te citata, la commenterò. E' evidente che legalità e giustizia siano due concetti diversi ma la seconda dovrebbe essere l'applicazione coercitiva della prima.
    Ti abbraccio
    Francesco

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