venerdì 24 settembre 2010
Vorrei che a governarmi fosse il mio amministratore di condominio
Ciao ragazzi dopo le lacrime (perché l’incontro è durato poco) di Torino siamo ritornati nella nostra quotidianità e riprendo a stigmatizzare ciò che considero sbagliato; questa volta ho potuto scambiare qualche parola, dopo almeno quarant’anni, con Chiavarelli, Papi e Suffoletta e sono certo che riprenderanno a commentare le mie elucubrazioni; mi piacerebbe anche che lo facesse il buon Genta perché alcuni aspetti della politica economico sociale si basano su principi matematici e ricordo che lui era molto attratto da questi.
I fatti che voglio commentare sono tre: 1) Il divieto sancito dalla maggioranza sull’uso delle intercettazioni relative a Cosentino; 2) la volontà espressa dai Finiani di non approvare l’ultima meraviglia di Alfano sul processo breve a causa delle “calunnie” del Giornale; 3) le ultime dichiarazioni di Tremonti sul debito pubblico e la tassazione.
1) Cicchitto e Capezzone hanno dichiarato che l’atto con il quale il Parlamento ha negato l’uso delle intercettazioni a carico del loro compagno di partito è da considerarsi una grande vittoria della democrazia contro il giustizialismo. Io credo che il giustizialismo inteso come applicazione unanime della giustizia sia, in linea di principio, una buona cosa che può diventare cattiva quando non si applica con imparzialità o non dà all’accusato ogni possibilità di difesa. In questo caso non è stato potenziata la difesa dell’indagato ma è stato tolta all’accusa una grossa (forse l’unica) possibilità di agire. In sostanza, sono state disattivate, all’inquirente, le armi per poter ripristinare un torto che lo Stato aveva ricevuto. Questo non può definirsi una atto di democrazia e si palesa come ingiustizia bella e buona, non perché lo dica Di Pietro o Bersani o chicchessia ma perché è un atto di protezione verso un individuo che, probabilmente ha sbagliato. Il no del Parlamento è, a mio avviso, un atto di difesa di casta e non può essere giustificato dal fatto che l’individuo beneficiario appartenga ad una categoria eletta dal popolo perché quelle elezioni sottintendono sempre la volontà di perseguire interessi pubblici non privati.
2) Nella vicenda Fini mi sono schierato dalla sua parte non per essere in contrapposizione a Berlusconi ma per stima nei confronti dell’uomo e, principalmente, del politico che, a mio avviso, stava ben operando nella funzione di Presidente della Camera. Il modo come i suoi delfini hanno risposto alle ultime “scoperte” del Giornale mi ha molto deluso. Non è possibile controbilanciare le eventuali calunnie su un fatto privato con l’ostruzionismo su un atto politico di pubblico interesse quale è la riforma della giustizia. Se non si condivide la linea tracciata da Alfano per diminuire la durata dei processi (o per proteggere il premier dai procedimenti giudiziari), la contestazione va fatta con motivazioni adeguate (come stava facendo Fini) non perché il Giornale ha detto che il reale proprietario della casa in Montecarlo è il cognato di Fini…chi se ne frega!. Spero proprio che Fini prenda le distanze da questa assurda posizione perché, in caso contrario, un’altra speranza svanirà nel nulla.
3) Tremonti ha dichiarato che l’Italia è terza al mondo come debito pubblico e, purtroppo, non è terza al mondo come sviluppo industriale; ciò nonostante lui si è opposto alla tassazione dei BOT perché non vuole penalizzare i risparmiatori. Decisione encomiabile per coloro che risparmiano e mantengono, con questo, buona parte del debito statale e della finanza bancaria ma quali vantaggi porta a coloro che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese? Chi gestisce la finanza pubblica deve tendere a proteggere, in primis, le categorie più deboli ed è indubbio che negli ultimi anni sono aumentati i poveri ed il precariato. Il federalismo regionale in atto e gli scarsi risultati nella lotta contro l’evasione hanno fatto sì che ad un mantenimento formale della percentuale Irpef corrispondesse un aumento costante ed indiscriminato di tassazioni regionali, provinciali e comunali di modo che le accise o i balzelli o la tassazione pubblica sono diventati sempre più pesanti. Non voglio, con questo, dire che è giusto tassare i BOT e colpire gente che, in ogni caso, non ha problemi di alimenti ma se fossi al suo posto preferirei dare maggiori speranze a chi non risparmia per il semplice fatto che non ha nulla da risparmiare e dire loro che mi sto adoperando per farli vivere con un più tranquillità
Questa sera ho una riunione condominiale e l’amministratore mi attende con terrore (ha preparato una scorta formata da un avvocato e da un commercialista) perché oggetto è la verifica della sua contabilità. Egli sa che ho riscontrato un anomalo aumento su alcuni contratti di somministrazione e di manutenzione che non si giustificano con i normali aumenti dei prezzi della materia prima e della mono d’opera e che, per questo, chiederò che si dimetta o che non presenti la propria candidatura alle prossime elezioni.
L’amministratore condominiale deve essere eletto annualmente; ha sulle spalle un numero elevatissimo di responsabilità; non appartiene ad alcuna categoria protetta e, per responsabilità accertata, può essere revocato e citato per danni in qualsiasi momento. Visto che entrambe le categorie hanno lo stesso scopo, amministrare il bene comune, perché non applichiamo ai politici eletti le stesse regole in vigore per gli amministratori condominiali?
Un abbraccio a tutti
Francesco
Mentre inserivo la foto del condominio nel blog ho trovato questo "cartello romano" e non ho resistito! Troppo bello !
Q.d.B.
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Bella la vignetta di Papi, mi ci riconosco ma senza saio....."mi consenta" però aggiungere che anche se mi si rompa una palla, sono provvisto di altre di riserva...bravo Giovanni sei un vignettista formidabile e ti ci vedrei bene collaborare con Scalfari
RispondiEliminaTi abbraccio
Francesco
Quel saio voleva essere una toga da avvocato ... !!!! Ciao . Giovanni Papi
RispondiEliminaCaro Giovanni ormai ci vedo e ci sento poco ma avevo capito che quella è una toga. Come ti ho già detto, però, un avvocato non può equilibrare la giustizia perchè farà sempre l'interesse del proprio cliente. Ergo, è più appropriato un saio anche perchè, come ti ho già detto, a volte mi sento più un savonarola rompi coglioni.
RispondiEliminaPerò, come tu dici, il dna è quello.
Ciao
Francesco
Caro Francesco,
RispondiEliminarispondo solo ora alle tue argomentazioni non certo per cattiva volontà, quanto perché il succedersi frenetico degli avvenimenti "politici" mi ha dato sempre nuovi spunti.
Ma veniamo la dunque.
La tua analisi e soprattutto le tue conclusioni sono permeate di un insolito "ottimismo" che, a mio avviso, mal si concilia con la rappresentazione dello sfascio generalizzato che ha offerto ed offre l'apparato politico e che è stato ottimamente rappresentato dall'indecorosa
telenovela che ha ammorbato tutta l'estate.
A parte il terzo punto (quello tremontiniano) su cui concordo pienamente nonostante la mia ignoranza, sono sempre più convinto che il resto rientri in una perversa "commedia delle parti" recitata dall'intera classe politica con gattopardesca abilità.
In questa mia considerazione, mi conforta quanto è stato detto oggi nel tanto sbandierato ed altrettanto atteso discorso del Presidente del Consiglio. Ascoltandolo, mi sono detto che se avesse avuto la data di cinque, sei, dieci anni fa sarebbe stato comunque "attuale": un convivio di ottimi (teorici) piatti, innaffiati con un ipocrita buonismo ecumenico!
Non dirmi, caro Francesco, che sono un pessimista cosmico, perché il mio sentimento di repulsione, delusione, amarezza si basa su dati di fatto concreti e non su elucubrazioni filosofiche.
Magari potessimo applicare ai politici le stesse regole che valgono per gli amministratori di condominio; ma tu credi che loro le voterebbero?!
Un abbraccio,
Ettore.
PS
Come è andata a finire la riunione condominiale?
Carissimo Ettore concordo con la tua analisi sul discorso del presidente del consiglio, non sul fatto che gli accadimenti relativi ai due primi punti siano stati premeditati. Essi sono la conseguenza di ciò che il politico attuale è o sente di essere - un insieme di arroganza e di potere da usare esclusivamente per se stesso - e rappresentano, purtroppo, un normale modus operandi. Analizzali guardando anche la compravendita di parlamentari e, probabilmente, avrai le mie stesse sensazioni.
RispondiEliminaLa riuonione condominiale si è chiusa con le dimissioni dell'amministratore.
Ti abbraccio
Francesco