martedì 30 novembre 2010
MONUMENTO 1861 - 2011
COMUNICATO
La dislocazione del Monumento (clicca qui per vederlo) commemorativo del 150° Anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano non trova concordi né Carlo Gibellino, né Adriano Santini, né tantomeno i rappresentanti del Corso in seno allo specifico Comitato (Genta e Magliocchetti).
Il motivo del contendere concerne il fatto che si vorrebbe allocare l’opera all’interno dell’Accademia, senza avere peraltro le idee chiare: qualcuno dice nel cortile tra i due “studi” (dove c’è già un monumento a Manfredo Fanti, nonché un parcheggio); qualcun altro propone l' “ ex cortiletto Giulio Cesare” (peraltro oggetto di importanti e lunghi lavori di restauro); altri ancora il cortile/parcheggio esterno intitolato all’Amico Basile che è sempre chiuso con pesanti catene e di proprietà comunale.
Ma quello che ha dato più fastidio è il fatto che alcuni rappresentanti di altri Corsi abbiano dato per scontato o meglio imposto questa soluzione, senza aver messo, preventivamente, in discussione il problema in sede di una riunione comune con tutti i rappresentanti dei Corsi che hanno contribuito alla raccolta dei fondi.
Il 150° “Montello” –che è uno dei maggiori contributori- sostiene, invece, che nessuna delle soluzioni proposte garantirebbe la dovuta visibilità al Monumento –neanche gli Allievi se ne accorgerebbero!- e, in tal senso, si è anche espresso il Comandante dell'Accademia nel corso di un recente incontro con il rappresentate del Corso.
In pratica, la "soluzione Accademia" è antitetica allo scopo stesso dell'iniziativa che consisteva nel realizzare un'opera, offerta da tutti i Corsi, per commemorare degnamente un Anniversario tanto importante per l'Esercito Italiano; l'opera, quindi, deve essere posta all'attenzione di un vasto pubblico e non chiusa entro le austere mura dell'Accademia.
Pertanto, è intendimento del 150° “Montello” RITIRARE la propria adesione all’iniziativa, lasciando liberi i singoli di confermare il proprio contributo ovvero di farlo convergere sul conto corrente bancario del Corso per la realizzazione di qualcos’altro di proprio, estendendo la richiesta di contributo anche a tutti coloro che non hanno aderito.
(Q.d.B)
Uffà!!! ... che palle, ancora politica.
Purtroppo non siamo in molti a ritrovarci su questo blog e le mie elucubrazioni socio/economico/politico non hanno la stessa frequenza (parlo da trasmettitore) dei pochi frequentatori. Per questo mi ero ripromesso di ritornarci solo con argomenti di interesse generale (cosa c’è di più generale delle cavolate di chi ci governa, non lo so!...comunque…) e smetterla di pormi, in questo contesto, domande che, ai più, appiano solo propaganda dell’opposizione.
I commenti agli ultimi interventi di Ettore, però, hanno avuto l’effetto delle trombe di Gerico (o delle oche del Campidoglio) e mi hanno svegliato dal lungo ed ingiustificato letargo.
Ettore ha espresso il suo pensiero sull’intervento del premier in una trasmissione televisiva....cosa centrano le aggressioni politiche o i complotti bolscevichi o gli amministratori locali campani o le università pubbliche e private?
Io, che sono contrario al governo Berlusconi, forse per la prima volta da quando è partito il blog, la penso in maniera diversa da Ettore perché rispetto il diritto di replica di Berlusconi e di qualsiasi altro politico che si senta attaccato in una trasmissione televisiva ma se l’argomento è questo perché commentare con argomentazioni generiche che nulla hanno a che fare con il tema?.
Avrei voluto partecipare al dibattito cercando di entrare nel merito di quello che Berlusconi ha detto e non ha detto ma non l’ho fatto perché ormai, in questo come in altri contesti, l’essenza della questione perde ogni importanza e ogni scusa è buona per innescare un attacco indiscriminato alla controparte sfuggendo così dal caso o dal fatto specifico; se volessimo usare delle metafore temporali, potremmo dire che abbiamo lasciato l’era del pensare e del fare per entrare in quella del distruggere.
Ultimamente, alcuni politici moderati, denunciando il malessere generato dall’aberrazione del bipartitismo e ricordando con nostalgia uomini come Fanfani, Almirante, Berlinguer, Moro etc. etc, mi hanno dimostrato che pensieri già da me espressi in tempi non sospetti, hanno un fondamento logico e che prima o poi questo guazzabuglio di menzogne, arrivismo, immoralità, qualunquismo e apparenza, dovrà pur finire. Al contrario, i pochi frequentatori di questo blog, ogni volta che interpretano l’esternazione di un malessere specifico come affronto al premier, tendono a giustificare atteggiamenti che visti con un’ottica libera ed indipendente sarebbero palesemente censurabili.
Non conosco a fondo il problema dell’immondizia e non ne parlo; non conosco a fondo l’ultima riforma scolastica e non ne parlo; non so cosa Berlusconi e i suoi amici facciano in casa propria e non me ne frega niente ma so che Berlusconi è entrato in politica nel 1993, ha governato un anno fra il 1994 e 1995, cinque anni fra il 2001 e 2006, due anni dal 2008 ad oggi; chi può realisticamente affermare che egli non ha retto le sorti dell’Italia negli ultimi diciassette anni?. Egli è stato al governo più di qualsiasi altro nella storia del nostro paese e nessuno come lui ha mai emanato leggi che definire inique sarebbe un eufemismo; volete che ne citi qualcuna?: L. n. 367/2001, rogatorie internazioni; L. 248/02 depenalizzazione del falso in bilancio; L. 248/02 legittimo sospetto sull’imparzialità del giudice; L. 140/03 divieto di sottoposizione al processo delle cinque cariche più alte dello Stato; D.L. 352/03 decreto salva Rete 4; L. 112/04 introduzione del Sistema Integrato delle Comunicazioni; L. 308//04 condono anche nelle zone protette …. e ce ne sono almeno altre dieci che hanno imbavagliato la magistratura, il fisco e arricchito alcune aziende private.
Berlusconi è vittima di attacchi mediatici dall’opposizione!...balle, nessuno come lui ha mai avuto in mano i giornali e la televisione (nella RAI la maggior parte del consiglio di amministrazione è composta da suoi uomini come lo sono il direttore generale e alcuni direttori di testate) e i suoi uomini sono stati i primi a “commercializzare” scandali rivelatisi dei flop o gag ridicolizzanti tipo “mortadella”. Il fatto è che la maggior parte delle cose dette sul premier si sono poi rivelate vere è questo è un fatto che non può essere discusso o giustificato dal “così fan tutte”.
Berlusconi ci ha salvato dal comunismo!...balla ancora più grossa. Il comunismo aberrante, assassino e dittatorio non esiste da decenni e l’economia socialista è stata sepolta da uomini come Berliguer che professava l’interventismo mirato e lo sviluppo libertario; le stesse cose che diceva Moro. In ogni caso la vera opposizione al comunismo e alle teorie marxiste la si fa permettendo la crescita di un mercato libero che diventa tale solo in presenza di una reale concorrenza; secondo voi l’economia può definirsi libera se gli appalti sono truccati o se si emanano provvedimenti che agevolino solo alcuni?
Certo ci sono politici corrotti da una parte e dall’altra; ci sono errori da una parte e dall’altra; ci sono principi e dichiarazioni non comprensibili o non approvabili da una parte e dall’altra, ma sino a quando ci sarà data la possibilità di pensare facciamolo; votate Berlusconi perché siete convinti che è l’uomo migliore per l’Italia non perché è anticomunista o perché professa l’amore o perché è uno di noi; certamente nessuno di noi o delle persone che conosciamo, si è arricchito e si è divertito come lui negli ultimi quindici anni. Una delle più importanti legge emanate nel precedente governo Prodi (su proposta Bersani) fu quella della liberalizzazione di alcune categorie ed aveva le caratteristiche proprie di un provvedimento proprio di una ideologia di destra, non di sinistra. Alcune regioni governate dalla sinistra (il buon Oliviero lo ha confermato) hanno la migliore sanità italiana, il minor indice di disoccupazione e il massimo della libertà d’opinione; ci sarà pure una ragione a questo!.
Il governo Berlusconi garantisce la sicurezza!...voi tutti avete lavorato per lo Stato e sapete bene che certi risultati non sono causa dell’attività del politico di turno bensì dell’organo amministrativo (nella fattispecie polizia e magistratura) che, incurante delle ore lavorative e dell’usura operativa, porta avanti un interesse superiore. In questo caso, comunque, è stata preponderante l’uso delle intercettazione e dei pentiti, vogliamo riparlare delle proposte di legge anti intercettazioni?
Concludo con una preghiera rivolta ad Ettore; non ti far abbattere dalle critiche (non mi è piaciuta la rassegnazione esternata nell’ultimo tuo commento), sei un uomo onesto e libero che giustamente si indigna per tutto ciò che non è in linea con i propri principi, continua a farlo.
Chiedo scusa e abbraccio tutti
Francesco
I commenti agli ultimi interventi di Ettore, però, hanno avuto l’effetto delle trombe di Gerico (o delle oche del Campidoglio) e mi hanno svegliato dal lungo ed ingiustificato letargo.
Ettore ha espresso il suo pensiero sull’intervento del premier in una trasmissione televisiva....cosa centrano le aggressioni politiche o i complotti bolscevichi o gli amministratori locali campani o le università pubbliche e private?
Io, che sono contrario al governo Berlusconi, forse per la prima volta da quando è partito il blog, la penso in maniera diversa da Ettore perché rispetto il diritto di replica di Berlusconi e di qualsiasi altro politico che si senta attaccato in una trasmissione televisiva ma se l’argomento è questo perché commentare con argomentazioni generiche che nulla hanno a che fare con il tema?.
Avrei voluto partecipare al dibattito cercando di entrare nel merito di quello che Berlusconi ha detto e non ha detto ma non l’ho fatto perché ormai, in questo come in altri contesti, l’essenza della questione perde ogni importanza e ogni scusa è buona per innescare un attacco indiscriminato alla controparte sfuggendo così dal caso o dal fatto specifico; se volessimo usare delle metafore temporali, potremmo dire che abbiamo lasciato l’era del pensare e del fare per entrare in quella del distruggere.
Ultimamente, alcuni politici moderati, denunciando il malessere generato dall’aberrazione del bipartitismo e ricordando con nostalgia uomini come Fanfani, Almirante, Berlinguer, Moro etc. etc, mi hanno dimostrato che pensieri già da me espressi in tempi non sospetti, hanno un fondamento logico e che prima o poi questo guazzabuglio di menzogne, arrivismo, immoralità, qualunquismo e apparenza, dovrà pur finire. Al contrario, i pochi frequentatori di questo blog, ogni volta che interpretano l’esternazione di un malessere specifico come affronto al premier, tendono a giustificare atteggiamenti che visti con un’ottica libera ed indipendente sarebbero palesemente censurabili.
Non conosco a fondo il problema dell’immondizia e non ne parlo; non conosco a fondo l’ultima riforma scolastica e non ne parlo; non so cosa Berlusconi e i suoi amici facciano in casa propria e non me ne frega niente ma so che Berlusconi è entrato in politica nel 1993, ha governato un anno fra il 1994 e 1995, cinque anni fra il 2001 e 2006, due anni dal 2008 ad oggi; chi può realisticamente affermare che egli non ha retto le sorti dell’Italia negli ultimi diciassette anni?. Egli è stato al governo più di qualsiasi altro nella storia del nostro paese e nessuno come lui ha mai emanato leggi che definire inique sarebbe un eufemismo; volete che ne citi qualcuna?: L. n. 367/2001, rogatorie internazioni; L. 248/02 depenalizzazione del falso in bilancio; L. 248/02 legittimo sospetto sull’imparzialità del giudice; L. 140/03 divieto di sottoposizione al processo delle cinque cariche più alte dello Stato; D.L. 352/03 decreto salva Rete 4; L. 112/04 introduzione del Sistema Integrato delle Comunicazioni; L. 308//04 condono anche nelle zone protette …. e ce ne sono almeno altre dieci che hanno imbavagliato la magistratura, il fisco e arricchito alcune aziende private.
Berlusconi è vittima di attacchi mediatici dall’opposizione!...balle, nessuno come lui ha mai avuto in mano i giornali e la televisione (nella RAI la maggior parte del consiglio di amministrazione è composta da suoi uomini come lo sono il direttore generale e alcuni direttori di testate) e i suoi uomini sono stati i primi a “commercializzare” scandali rivelatisi dei flop o gag ridicolizzanti tipo “mortadella”. Il fatto è che la maggior parte delle cose dette sul premier si sono poi rivelate vere è questo è un fatto che non può essere discusso o giustificato dal “così fan tutte”.
Berlusconi ci ha salvato dal comunismo!...balla ancora più grossa. Il comunismo aberrante, assassino e dittatorio non esiste da decenni e l’economia socialista è stata sepolta da uomini come Berliguer che professava l’interventismo mirato e lo sviluppo libertario; le stesse cose che diceva Moro. In ogni caso la vera opposizione al comunismo e alle teorie marxiste la si fa permettendo la crescita di un mercato libero che diventa tale solo in presenza di una reale concorrenza; secondo voi l’economia può definirsi libera se gli appalti sono truccati o se si emanano provvedimenti che agevolino solo alcuni?
Certo ci sono politici corrotti da una parte e dall’altra; ci sono errori da una parte e dall’altra; ci sono principi e dichiarazioni non comprensibili o non approvabili da una parte e dall’altra, ma sino a quando ci sarà data la possibilità di pensare facciamolo; votate Berlusconi perché siete convinti che è l’uomo migliore per l’Italia non perché è anticomunista o perché professa l’amore o perché è uno di noi; certamente nessuno di noi o delle persone che conosciamo, si è arricchito e si è divertito come lui negli ultimi quindici anni. Una delle più importanti legge emanate nel precedente governo Prodi (su proposta Bersani) fu quella della liberalizzazione di alcune categorie ed aveva le caratteristiche proprie di un provvedimento proprio di una ideologia di destra, non di sinistra. Alcune regioni governate dalla sinistra (il buon Oliviero lo ha confermato) hanno la migliore sanità italiana, il minor indice di disoccupazione e il massimo della libertà d’opinione; ci sarà pure una ragione a questo!.
Il governo Berlusconi garantisce la sicurezza!...voi tutti avete lavorato per lo Stato e sapete bene che certi risultati non sono causa dell’attività del politico di turno bensì dell’organo amministrativo (nella fattispecie polizia e magistratura) che, incurante delle ore lavorative e dell’usura operativa, porta avanti un interesse superiore. In questo caso, comunque, è stata preponderante l’uso delle intercettazione e dei pentiti, vogliamo riparlare delle proposte di legge anti intercettazioni?
Concludo con una preghiera rivolta ad Ettore; non ti far abbattere dalle critiche (non mi è piaciuta la rassegnazione esternata nell’ultimo tuo commento), sei un uomo onesto e libero che giustamente si indigna per tutto ciò che non è in linea con i propri principi, continua a farlo.
Chiedo scusa e abbraccio tutti
Francesco
sabato 27 novembre 2010
Cui prodest ???
L' Italia è al centro di pericolose convergenze che ne vorrebbero minare la
credibilità internazionale; non siamo ancora al "complotto" ma poco ci manca.
Se si parla della tragedia pluridecennale dei rifiuti napoletani, la colpa non
è di chi non riesce a venirne a capo ma di chi ne parla: compresa la commissione
europea che ha appena fatto un sopralluogo?
Se si parla del crollo della "domus" a Pompei, la colpa non è di chi, per decenni, se ne è altamente sbattuto ma di chi ne parla.
Se si mette sotto inchiesta la gestione, a dir poco, disinvolta dell'unica azienda italiana a valenza strategica per la sicurezza nazionale, la colpa non è dei "disinvolti" ma di chi apre l'inchiesta.
Per me, siamo pericolosamente vicini alla paranoia.
Eppoi, quelle precisazioni successive che tentano disperatamente di smentire persino un testo scritto mi ricordano tanto una "excusatio non
petita....."
Ciao a tutti,
Ettore.
mercoledì 24 novembre 2010
Così non mi va più !!!
In tutti i Paesi cosiddetti civili, le entrate a gamba tesa comportano, inevitabilmente, il cartellino rosso; se poi l’autore è recidivo specifico, i turni di squalifica aumentano; se poi sempre lo stesso autore è pure il Capitano, si aggiungono le aggravanti ed i turni aumentano.
La metafora che, solo apparentemente, potrebbe sembrare riduttiva , mi serve da cornice per alcune mie, personalissime, considerazioni su la qualità della cosiddetta “politica” italiana che, sempre secondo me, del termine ha mantenuto solo l’espressione, riducendosi ad un vuoto simulacro di quello che dovrebbe essere.
La stura me la fornisce l’ultimo (chissà?) intervento telefonico di ieri sera in una nota trasmissione televisiva che è stato l’archetipo di come non dicesi non dovrebbe comportarsi un Capo che, per di più, non perde occasione per vantare il suo afflato amoroso urbi et orbi.
Facciamo pure la tara del “taglio” politicizzato della trasmissione, mettiamoci pure quella del voler difendere il proprio operato, mettiamoci quello che volete voi, ma resta pur sempre l’atroce crudezza di immagini che dimostrano come parole e fatti viaggino oramai su linee pericolosamente divergenti.
E poi, quell’intromettersi in dibattiti non del proprio livello, quel tono imperioso ed ultimativo, quella ritrosia epidermica a qualsiasi contraddittorio, quel voler dimostrare l’indimostrabile, sapete cosa vi dico: mi hanno dato molto ma molto fastidio!
Mi sono sentito offeso nella mia intelligenza primordiale, quella che non ha bisogno di bagagli culturali per comprendere e giudicare ma solo del buon senso o, meglio ancora, della sola percezione visiva ed auditiva.
Non sono un assiduo lettore della stampa estera, però non mi risulta che in altri Paesi figure di sì alto rango si abbandonino a scene di tal genere; qualche volta si è sentito di risse da stadio in qualche Parlamento di qualche Paese lontano che noi però, con aria di arrogante superiorità, definiamo “terzo mondo”; ahi quanto è attuale la Parabola della “trave e della pagliuzza”!
Ciao a tutti,
Ettore.
(Vedi il video)
domenica 14 novembre 2010
giovedì 11 novembre 2010
....... colà dove si puote ciò che si vuole.
Ieri quando ho letto l’articoletto sul Corriere mi sono imbufalito, pensando che i primi a non rispettare le leggi sono proprio coloro che le fanno.
Poi ho pensato al buon Ettore, rimasto uno degli ultimi fumatori del Corso e bloccato dal divieto, che da tempo non può godersi la sua MS sul divano buono di casa sua mentre si guarda una partita della Juve e ...... mi sono incazzato ancor di più e anche per lui.
Per fortuna oggi, sulla Stampa, ho letto il Buongiorno di Gramellini e mi sono accorto che non ero il solo a risentirsi ( e non poco !!) di essere rappresentato dagli attuali politici (.. e dai futuri - vedi il Trota , prossimo ministro della pesca e della caccia ?!?!).
Aspetto un vostro commento.
Oliviero
lunedì 8 novembre 2010
Che schifo!!!
Ci sono volute ore ed ore di accese discussioni skypiane prima che un buon caro e prezioso Amico facesse prevalere la sua apertura mentale progressista sul mio conservatorismo d’altri tempi (per lui, io ho sbagliato secolo di nascita!).
Un po’ perché gli voglio bene, un po’ perché le sue argomentazioni erano valide, fatto sta che mi sono lasciato convincere a chiamare gli omosessuali gay e non con ben più coloriti ed attagliati epiteti.
Ieri, però, le scene da Barcellona in occasione della visita del Papa e che hanno fatto il giro del mondo hanno dato un duro se non definito colpo a quella mia acquiescenza.
Vedere quei due ricchionacci (scusami amico mio ma non mi viene proprio di chiamarli diversamente) baciarsi con tanta pervertita passione, mi ha fatto ribollire il sangue e mi ha sempre di più convinto che chi non rispetta non merita rispetto.
E’ stata una manifestazione schifosa, ripugnante, innaturale che nulla a che vedere con le cavolate che vanno spargendo in giro per reclamare presunti “diritti”; quei due e tutti gli altri che li circondavano hanno dimostrato solo a che livello di squallore siano precipitatii: altro che “amore”!!!
Ieri non hanno offeso volgarmente solo il Papa: hanno offeso miliardi di esseri umani normali, tra cui anche me.
Ciao a tutti,
Ettore.
Un po’ perché gli voglio bene, un po’ perché le sue argomentazioni erano valide, fatto sta che mi sono lasciato convincere a chiamare gli omosessuali gay e non con ben più coloriti ed attagliati epiteti.
Ieri, però, le scene da Barcellona in occasione della visita del Papa e che hanno fatto il giro del mondo hanno dato un duro se non definito colpo a quella mia acquiescenza.
Vedere quei due ricchionacci (scusami amico mio ma non mi viene proprio di chiamarli diversamente) baciarsi con tanta pervertita passione, mi ha fatto ribollire il sangue e mi ha sempre di più convinto che chi non rispetta non merita rispetto.
E’ stata una manifestazione schifosa, ripugnante, innaturale che nulla a che vedere con le cavolate che vanno spargendo in giro per reclamare presunti “diritti”; quei due e tutti gli altri che li circondavano hanno dimostrato solo a che livello di squallore siano precipitatii: altro che “amore”!!!
Ieri non hanno offeso volgarmente solo il Papa: hanno offeso miliardi di esseri umani normali, tra cui anche me.
Ciao a tutti,
Ettore.
domenica 7 novembre 2010
sabato 6 novembre 2010
venerdì 5 novembre 2010
A proposito di donne.
Carissimi Ettore ed Oliviero, ho letto con attenzione “Donne” e le considerazioni espresse nel merito.
Non so se potrà essere di qualche interesse, ma vi unisco lo stralcio di alcuni miei ricordi che ho trascritto in un volumetto dal titolo “Sulla riva del Tigri”, redatto dopo aver trascorso quasi tredici mesi a Baghdad.
“ … prima di concludere, desidero fare un cenno al personale femminile con cui ho avuto modo di operare.
Donne irachene, libanesi, giordane e di molte altre nazionalità, militari e non, giovani e meno giovani, sposate con prole o nubili, ma tutte caratterizzate dalle medesime qualità: sani principi, spiccata motivazione, forte determinazione, consolidata professionalità, grande autosufficienza, molto coraggio, insospettabili resistenza e vigoria fisica.
Ho avuto la fortuna di avvalermi della loro collaborazione per le più diverse attività afferenti al mio ruolo.
Ho cercato ~ ma mi è stato del tutto naturale e non ha richiesto alcuno sforzo da parte mia ~ di agire nello stesso identico modo con ciascuna di loro, siano esse state mussulmane o cristiane, di bella presenza o meno, di grado elevato o semplici soldati, di consolidata esperienza operativa o alle prime armi, assistenti dei più elevati livelli diplomatico-militari o impiegate in mansioni più umili, esperte in informatica o addette alle pulizie dei locali o alla distribuzione dei pasti.
Ho visto donne ferite nel corpo per essersi trovate coinvolte in qualche evento ostile, trascurare il dolore fisico, preoccupate unicamente di riprendere appieno le proprie attribuzioni.
Ne ho viste altre, profondamente colpite negli affetti per aver perso sul campo un’amica o un commilitone, per aver visto improvvisamente cadere il proprio Comandante per gli effetti di una vile imboscata, ovvero per aver soccorso invano qualcuno dei propri gregari, ne ho percepito la disperazione, eppure, nonostante tutto questo, le ho viste reagire con una forza ed un coraggio inimitabili, meritevoli di ammirazione senza riserve.
Ne ho viste altre ancora, preoccupate per i mariti e per i figli lasciati nel proprio Paese, lasciati ma non abbandonati, perché quelle donne dedicavano proprio a loro il sacrificio che stavano compiendo per migliorarne la vita, senza contare i rischi che giornalmente correvano in una terra tanto tormentata quanto ostile.
Da tutte ho ricevuto, senza alcuna esitazione, il massimo che erano in grado di esprimere, non ho mai incontrato alcun problema anche quando ho dovuto metterle sotto pressione “chiedendo qualcosa per subito, anzi per prima ”, non ho mai sentito un mugugno, un’obiezione, una lagnanza. Mai !.
Forse perché non ho mai avuto remore nel dare loro atto di ciò che sapevano fare, né ho mai sottovalutato quelle capacità che, assai spesso, si sono rivelate migliori o più efficaci di quelle messe in campo da molti uomini.
E questo, quando era il caso, non ho mai mancato di riconoscerglielo anche pubblicamente.
Molte di loro mi hanno chiesto se potevano “avere l’onore di essere fotografate con me”, per avere un “ricordo importante ” della loro permanenza in Iraq.
Figuriamoci ! A tutte ho risposto positivamente ma ho aggiunto che l’onore era il mio, perché ammiravo molto e non avrei certo dimenticato lo slancio con cui ciascuna di loro si stava adoperando in un contesto di riferimento inevitabilmente disagiato, certamente difficile e spesso ostile.
Non ricordo il nome di tutte loro, né ho copia di tutte le fotografie che ho condiviso.
Ricordo solo che, per una radicata consuetudine di cui sono stato messo al corrente sul posto, prima di ogni “scatto” ho dovuto abbracciarle, cosa che ho fatto senza alcuna remora perché si trattava di un gesto di spontanea amicizia compiuto alla luce del sole, che non lasciava campo ad alcun fraintendimento né dava adito ad illazioni fuori luogo da parte di chicchessia.
Era semplicemente un segno di stima affettuosa, un ricordo da portare a casa e di cui raccontare.
Un forte abbraccio ad entrambi,
Sandro Pompegnani
giovedì 4 novembre 2010
mercoledì 3 novembre 2010
Anche i santini hanno fatto la guerra.
Celebriamo molto volentieri la Giornata delle F.A con i ricordi più cari di Giovanni Papi.
Avevo già avuto fra le mani il vecchio album degli autografi che mio padre aveva ricevuto forse in dono per la 1^ Comunione in America.
Si, perchè insieme ai miei nonni e i miei zii era emigrato in America nel 1923 sul bastimento Conte Rosso: sono gli ultimi 6 della lista.
Poi era tornato in Italia con le dediche che le brave suore Americane gli avevano scritto. Quel taccuino non lo ha lasciato più e se lo è portato anche in guerra.
Si era iscritto all’Università di Bologna alla Facoltà di Economia ma nel 1940, come risulta dall’archivio storico, interruppe i suoi studi. In quell’anno fu ammesso a frequentare il Corso allievi Ufficiali per studenti Universitari : quel corso si svolgeva ad Arezzo. E cosi i suoi camerati , allora si diceva così, ebbero modo di lasciare le loro dediche su quell’album. Poi la guerra lo portò in Africa e, siccome non solo parlava, ma pensava anche in americano, fu impiegato nel Servizio Informazioni del Regio Esercito. E così ebbe modo di parlare col nemico sia prima che dopo la cattura.
Nella foto a destra , quello al centro con gli occhiali è mio padre tra i prigionieri alleati.
Non era un cattivaccio tanto è vero che anche i prigionieri alleati ebbero voglia di lasciare un loro ricordo sulle pagine che non erano state ancora scritte. Un indiano scrisse una dedica bilingue, come la stele di Rosetta !
Un Sud Africano , Uys Krige ( poi diventerà uno scrittore famoso nel suo paese) , gli dedicò addirittura una poesia : “ To Aldo Papi”:
I casi della vita : questo Uys Krige fu ristretto fino al settembre 1943 nel Campo n.78 che si trova nei pressi di Sulmona, dove io abito dal 1973.
Ha scritto anche un libro sulla sua esperienza di prigioniero e sulla sua fuga verso le linee alleate. Tuttora a Sulmona le scuole in primavera percorrono il “Sentiero della Libertà”, utilizzato anche dal Presidente Ciampi nel 1943 e che presenziò alla prima manifestazione tenutasi nel 2001 , credo.
Se ne volete sapere di più digitate Uys Krige nel motore di ricerca e vedrete anche le sue foto.
Ma torniamo al taccuino : non tutta la famiglia Papi tornò dall’America e una mia zia , Lena, rimase là. E così mio padre si portava in guerra , sempre tra le pagine degli autografi, due santini. Uno lo aveva ricevuto da mia nonna e l’altro dalla sorella Lena che era rimasta in America .
Quello che gli ha regalato sua sorella , mia zia , si riconosce subito :
A quei tempi le mamme non potevano aspettare i figli alla libera uscita e , così mia nonna inviava
cartoline.
Se volete sapere cosa e’ successo dopo l’8 settembre, ve lo dirò un’altra volta.
Giovanni
Cliccate sulle foto per ingrandirle.
Avevo già avuto fra le mani il vecchio album degli autografi che mio padre aveva ricevuto forse in dono per la 1^ Comunione in America.
Si, perchè insieme ai miei nonni e i miei zii era emigrato in America nel 1923 sul bastimento Conte Rosso: sono gli ultimi 6 della lista.
Poi era tornato in Italia con le dediche che le brave suore Americane gli avevano scritto. Quel taccuino non lo ha lasciato più e se lo è portato anche in guerra.
Si era iscritto all’Università di Bologna alla Facoltà di Economia ma nel 1940, come risulta dall’archivio storico, interruppe i suoi studi. In quell’anno fu ammesso a frequentare il Corso allievi Ufficiali per studenti Universitari : quel corso si svolgeva ad Arezzo. E cosi i suoi camerati , allora si diceva così, ebbero modo di lasciare le loro dediche su quell’album. Poi la guerra lo portò in Africa e, siccome non solo parlava, ma pensava anche in americano, fu impiegato nel Servizio Informazioni del Regio Esercito. E così ebbe modo di parlare col nemico sia prima che dopo la cattura.
Nella foto a destra , quello al centro con gli occhiali è mio padre tra i prigionieri alleati.
Non era un cattivaccio tanto è vero che anche i prigionieri alleati ebbero voglia di lasciare un loro ricordo sulle pagine che non erano state ancora scritte. Un indiano scrisse una dedica bilingue, come la stele di Rosetta !
Un Sud Africano , Uys Krige ( poi diventerà uno scrittore famoso nel suo paese) , gli dedicò addirittura una poesia : “ To Aldo Papi”:
I casi della vita : questo Uys Krige fu ristretto fino al settembre 1943 nel Campo n.78 che si trova nei pressi di Sulmona, dove io abito dal 1973.
Ha scritto anche un libro sulla sua esperienza di prigioniero e sulla sua fuga verso le linee alleate. Tuttora a Sulmona le scuole in primavera percorrono il “Sentiero della Libertà”, utilizzato anche dal Presidente Ciampi nel 1943 e che presenziò alla prima manifestazione tenutasi nel 2001 , credo.
Se ne volete sapere di più digitate Uys Krige nel motore di ricerca e vedrete anche le sue foto.
Ma torniamo al taccuino : non tutta la famiglia Papi tornò dall’America e una mia zia , Lena, rimase là. E così mio padre si portava in guerra , sempre tra le pagine degli autografi, due santini. Uno lo aveva ricevuto da mia nonna e l’altro dalla sorella Lena che era rimasta in America .
Quello che gli ha regalato sua sorella , mia zia , si riconosce subito :
A quei tempi le mamme non potevano aspettare i figli alla libera uscita e , così mia nonna inviava
cartoline.
Se volete sapere cosa e’ successo dopo l’8 settembre, ve lo dirò un’altra volta.
Giovanni
martedì 2 novembre 2010
Donne
W le donne.
Dopo aver piacevolmente letto la rappresentazione delle mamme e dei bamboccioni, magistralmente scritta da Ettore, vorrei parlare con voi (e con il parere delle vostre compagne) della donna.
E’ superfluo ricordare che per un uomo etero, la donna rappresenta la prima e più importante conquista e che, conseguentemente, essa è preponderante nei suoi pensieri; quanto poi sia forte il legame fra l’amore per la vita e l’amore per le donne (giovani e belle) ci è stato mostrato dal nostro stesso premier, fulgido esempio delle umane virtù.
Ciò nonostante, la nostra società è alla continua ricerca di argomenti a difesa del mondo femminile; quasi a voler rendere alle donne una giustizia da sempre negata.
La scorsa settimana è stata presentata una proposta di legge, attualmente norma nella sola Norvegia, per la quale le aziende di una certa importanza devono avere, all’interno del proprio consiglio di amministrazione, almeno due donne.
Le motivazioni poste alla base di una simile proposta possono essere identificate (o idealizzate) nella convinzione che lo scettro del comando debba essere condiviso con il gentil sesso perché, in caso contrario, si lederebbe il principio di pari opportunità fra gli esseri umani; ma una simile lesione non si evidenzia proprio con il voler imporre una scelta basata sul sesso?... e quali saranno gli elementi valutativi per i quali una candidata sarà preferito ad un candidato?
Per le esperienze avute nel mondo professionale civile, posso affermare che la valutazione sulle performance aziendali non sono legate al sesso e che, spesso e volentieri, la donna si ferma ad uno stadio più basso per scelta propria non perché tale.
L’aumento del fatturato e degli utili imprenditoriali sono strettamente legati alla personale operatività del gruppo dirigenziale il quale, necessariamente, antepone il proprio lavoro ad ogni altra necessità, compresa la famiglia. E’ questa capacità di scelta che, con l’intelligenza e la cultura, determina, fra il management, la possibilità o meno di far carriera ed essa viene fatta senza alcuna discriminante fra uomo e donna.
Statisticamente (con una sempre maggiore inversione di tendenza) è più l’uomo ad operare questa scelta perché la donna, nella gran parte dei casi, ha posto la maternità come bisogno primario rinunciando agli onori e agli oneri propri del capitano d’azienda.
Fisiologicamente non credo che esista una diversità sostanziale fra i due sessi (a parte quelli anatomici) e se dobbiamo evidenziare una scala di opportunità, converrete con me che la donna è molto più avvantaggiata nel confronto con l’uomo. La capacità intellettiva è la medesima perché utilizziamo lo stesso numero di neuroni, la soglia del dolore non si discosta di molto, la tenacia nel raggiungimento degli obiettivi è la stessa; loro, però, sono dotate di maggiore pazienza e sanno usare a meraviglia il proprio fascino senza il pudico timore o l’ansia da prestazione che sono tipiche di noi uomini.
Ergo, lasciamo che il mondo si faccia guidare dall’essere umano con le proprie naturali caratteristiche maschili e femminili e non creiamo distinzioni per l’apparente voglia di eliminarle; nel mondo moderno occidentale, la donna può accedere a qualsiasi carica e, in più, ha dalla sua la possibilità di sfruttare al meglio l’imbecillità dell’uomo.
Un abbraccio a tutti
Francesco
lunedì 1 novembre 2010
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