Ragazzi,
la maggioranza di noi ha superato brillantemente il 65° anno di età, altri sono lì lì ed il resto non ne è molto lontano; che ci piaccia o no, siamo, statisticamente e socialmente, degli ANZIANI.
Capiamoci subito che la cosa non mi tange più di tanto, anche perché, dallo spirito che ci anima e dalle cazzate che continuiamo a sparare, sembra che la cosa non ci abbia toccato più di tanto. I “fisici” sono ancora ben saldi e le menti sembrano non aver risentito affatto del trascorrere del tempo, tanto che non si risparmiano per niente nell’alternare le cazzate di cui sopra con argomenti arguti e profondi. Diciamocelo pure, Ragazzi: siamo la rappresentazione compiuta di quegli “splendidi vecchietti” che il mio augusto conterraneo fa tratteggiare a Catone il Censore!
Un brevissimo cenno alle statistiche (Libro Bianco 2012 “La salute dell’anziano e l’invecchiamento in buona salute”) ci fa capire che costituiamo una cospicua percentuale della popolazione; percentuale che, nel futuro, sarà ancor più elevata se è vero quello che si dice che, nel 2060, ci saranno solo due persone in età lavorativa per ogni over65, a fronte del 4 ad i di oggi; se a questo aggiungiamo il bassissimo tasso di natalità e l’allungamento della vita, si fa presto a superare il 20% come proporzione di persone di 65 anni ed oltre sulla popolazione totale.
A questi freddi ma spietati numeri, aggiungo che il “nostro” ruolo è cambiato. Solo qualche decennio fa, l’aver raggiunto la dignità di anziano costitutiva il lasciapassare per una vita tranquilla -quasi pantofolaia- , il godersi il meritato riposo dopo una vita di lavoro, il ricevere le visite di figli e nipoti che riscaldavano con il loro affetto, il pensare finalmente ai ….propri in attesa dell’arrivo al traguardo. Oggi non è più così; oggi i nonni prestano la opera opera gratuita a favore di figli e di nipoti; il loro mondo semplicemente non esiste, perché devono dedicare il loro tempo a continuare a mettere pezze dove altri non sono in grado di farlo; in definitiva, oggi il nonno è stato costretto ad annullare a se stesso e, quando non ce la farà più, magari verrà parcheggiato in una squallida casa di riposo, in attesa che la Nera Signora venga finalmente a liberarlo.
Ma non mi va di parlare di percentuali, di problemi sociali, di case di cura e/o di riposo, di iperegoismo filiale; parliamo piuttosto di quanti siamo e di quale valenza possa avere il nostro “peso” per dare una mano per raddrizzare il nostro sgangherato Paese, anche per ringalluzzire un po’ la “categoria”.
Vediamo di capitalizzare l’unica arma che ci hanno lasciato: la forza del numero!
Siamo, infatti, una più che significativa componente che VOTA e che costituisce circa il 50% degli iscritti ai sindacati dei “lavoratori”. Insomma, gli anziani –oggi ed ancor più domani- non sono più dei “vuoti a perdere”, pronti per la rottamazione che va tanto di moda; sono una massa da cui non si può prescindere, da blandire, da coccolare, da inserire nei propri bilanci, sia finanziari che elettorali.
Ed è forse per queste ragioni che molti dei cosiddetti “uomini politici” non lesinano tempo per farsi riprendere in compagnia di arzilli (quasi) vecchietti, logicamente solo in vista di appuntamenti elettorali. Molto probabilmente, i “cosiddetti” partono dal presupposto che, ad una certa età, si possa essere più malleabili, si sia più ingenui, si possa credere con più accondiscendenza alle fandonie che sono usi propinare a tutti i livelli, facendo leva sull’ alto senso civico degli anziani che li costringerà ad andare comunque a votare, magari “turandosi il naso”.
A questo punto, voglio lanciare una proposta che parte dalla constatazione che Noi diversamente giovani e quelli che hanno superato da un po’ i 50 costituiamo la schiacciante maggioranza dei votanti (per di più, seria e matura): perché non usiamo, allora, la nostra forza per cambiare sul serio facce e metodi? perché non facciamo, allora, un gesto lungimirante e responsabile e diamo la fiducia ad una generazione nuova di “politici”? perché, allora, non diamo Noi l’esempio e cominciamo a licenziare le cariatidi?
Certo, la carta d’identità non è una garanzia assoluta di serietà e di competenza ma, quanto meno, lo è di certezza di avere il cervello sgombero da inciuci pluridecennali, per non parlare della coscienza forzatamente (a causa dell’età) decisamente più pulita.
Facciamolo per toglierci la soddisfazione di vedere finalmente qualcosa di fresco; facciamolo per il futuro dei nostri nipoti.
E dato che, a quanto pare vivremo fino a cent’anni, facciamolo anche per il Nostro futuro, così avremo fatto, per una volta, qualcosa di positivo per la Società, senza essere considerati solo un peso, per di più scomodo e costoso.
Un abbraccio,
Ettore.
Caro Ettore, e mo se parli cosi’ non ti voto piu’ ! Con i metodi che tu suggerisci, a mio modesto parere, non si cambiera’ mai nulla in Italia e anche una rivolta popolare contro la casta non e’ all’orizzonte e ti voglio dire perche’. Io credo che tra deputati assessori , consiglieri regionali, provinciali comunali , di municipi vari ed altri personaggi direttamente mantenuti dalla politica, ci siano almeno un milione di persone.Costoro avranno una famiglia mediamente di tre persone maggiorenni e cosi’ diciamo che ci sono almeno quattro milioni di persone completamente soddisfatte della situazione attuale. I citati politici avranno anche un giro di interessi con altri sia per affari ufficiali e leciti sia per camarille di vario genere. Diciamo che ciascun politico intrattenga rapporti piu’ che leciti (ed altri un po’ meno) con una decina di persone . Arriviamo a quattordici milioni interessati a conservare lo status quo. Vogliamo considerare che ciascuno di questi “ cortigiani” abbia una famiglia , dei dipendenti, dei soci interessati come loro alla sopravvivenza del sistema ? vogliamo dire almeno due ? sono altri venti milioni che sommati ai precedenti quattordici fa la bella cifra di 34 milioni di italiani soddisfatti a tuttoggi ! Togliendo i minorenni mi pare che siano una bella maggioranza ! Come ho avuto modo di dire altre volte bisogna cercare di mettere la politica in condizioni di non nuocere al Paese . Buon Natale. Giovanni.
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