Oggetto: Il Silenzio.
Con preghiera di trasmettere all’ “Allievo qualunque”:
Caro Amico ,
non si sorprenda per la confidenza, ma siamo certi che ne capirà il senso dopo aver ascoltato ciò che abbiamo da dirle: oggi pomeriggio un alpino della Taurinense ha suonato nella chiesa di Lombardore un lacerante “silenzio” .
E’ stato il saluto più appropriato che abbiamo ritenuto di far rivolgere a Papà nel momento in cui si presentava al cospetto del Superiore Generale.
Quando, poche settimane fa, ci fu proposto di organizzare un incontro con alcuni di Voi Allievi del 150° Corso , dovemmo prendere una difficile e penosa decisione. Da una parte, infatti, sapevamo che le condizioni di Papà non permettevano quell’incontro ma eravamo altrettanto consapevoli di mentire quando, manifestando un necessario ma infondato ottimismo, ventilavamo la possibilità di un rinvio alla prossima primavera.
Era ormai evidente che le condizioni di salute di Papà si stavano progressivamente aggravando e quell’ incontro non avrebbe più potuto tenersi.
Nel comunicarvi la notizia del decesso di Papà , avvenuto ieri mattina, desideriamo ribadire che l’abbraccio contenuto nel vostro recente messaggio gli è stato di grande conforto e lo ha stretto sostenendolo nel suo inevitabile finale.
Per questo, caro Amico “Allievo qualunque”, e per tutta la gioia che il suo costante ricordo Gli ha procurato negli anni, non possiamo far altro che rivolgerle il nostro più sentito ringraziamento.
Pierluigi e Giancarlo DurantiCaro Amico ,
non si sorprenda per la confidenza, ma siamo certi che ne capirà il senso dopo aver ascoltato ciò che abbiamo da dirle: oggi pomeriggio un alpino della Taurinense ha suonato nella chiesa di Lombardore un lacerante “silenzio” .
E’ stato il saluto più appropriato che abbiamo ritenuto di far rivolgere a Papà nel momento in cui si presentava al cospetto del Superiore Generale.
Quando, poche settimane fa, ci fu proposto di organizzare un incontro con alcuni di Voi Allievi del 150° Corso , dovemmo prendere una difficile e penosa decisione. Da una parte, infatti, sapevamo che le condizioni di Papà non permettevano quell’incontro ma eravamo altrettanto consapevoli di mentire quando, manifestando un necessario ma infondato ottimismo, ventilavamo la possibilità di un rinvio alla prossima primavera.
Era ormai evidente che le condizioni di salute di Papà si stavano progressivamente aggravando e quell’ incontro non avrebbe più potuto tenersi.
Nel comunicarvi la notizia del decesso di Papà , avvenuto ieri mattina, desideriamo ribadire che l’abbraccio contenuto nel vostro recente messaggio gli è stato di grande conforto e lo ha stretto sostenendolo nel suo inevitabile finale.
Per questo, caro Amico “Allievo qualunque”, e per tutta la gioia che il suo costante ricordo Gli ha procurato negli anni, non possiamo far altro che rivolgerle il nostro più sentito ringraziamento.
Caro Comandante,
fai parte di quelle Persone speciali e care che non dovrebbero mai lasciarci.
Sei stato per noi, “implumi” Allievi di Palazzo ducale, padre, fratello, maestro. E, dopo averci salutato come “Signori Ufficiali” nel Cortile d’Onore, hai continuato a seguirci, a guardarci con l’orgoglioso senso dell’appartenenza di chi aveva la certezza di aver seminato bene.
Una vita dedicata alla Tua Famiglia ed ai Tuoi dipendenti, ad un mondo che, negli ultimi anni, scorreva solo davanti ai Tuoi occhi. In quelle immagini, ne siamo certi, un posto era riservato a noi, divenuti un riquadro importante del Tuo passato di eccelso Comandante di uomini.
Noi Ti abbiamo apprezzato e stimato allora; abbiamo continuato a farlo ricordando un periodo assai duro, reso tante volte più leggero dai Tuoi interventi che hanno facilitato il rigore della nostra formazione; abbiamo vissuto, in questi ultimi anni, un rapporto privilegiato, fatto di emozioni ed amore filiale.
Il passare degli anni, Comandante caro, ha, quindi, reso più maturi i sentimenti, mai affievolitisi, nella consapevolezza che la guida che ci hai offerto è stata una stella nella vita di ciascuno di noi.
Il passaggio, naturale per quanto si voglia ed atteso, ci lascia, comunque, attoniti e tristi. Continueremo a vederTi lì, tra quelle mura in cui abbiamo avuto la fortuna e l’onore di conoscerTi e di apprendere dalla Tua fermezza , dal Tuo entusiasmo, dalla Tua saggezza.
Guidaci, al pari ed insieme ai nostri Cari ai quali Ti sei aggregato, con la lungimiranza che ha contraddistinto tutta la Tua vita.
E consentici di sognare di ritrovarTi ancora una volta, e per sempre, per ricevere quei paterni “ buffetti” che sapevi imprimere come se fossero benedizioni. Comandante, ci hai reso Uomini e comandanti: grazie !
E così sia .
I Tuoi ragazzi del 150° Corso “Montello”.fai parte di quelle Persone speciali e care che non dovrebbero mai lasciarci.
Sei stato per noi, “implumi” Allievi di Palazzo ducale, padre, fratello, maestro. E, dopo averci salutato come “Signori Ufficiali” nel Cortile d’Onore, hai continuato a seguirci, a guardarci con l’orgoglioso senso dell’appartenenza di chi aveva la certezza di aver seminato bene.
Una vita dedicata alla Tua Famiglia ed ai Tuoi dipendenti, ad un mondo che, negli ultimi anni, scorreva solo davanti ai Tuoi occhi. In quelle immagini, ne siamo certi, un posto era riservato a noi, divenuti un riquadro importante del Tuo passato di eccelso Comandante di uomini.
Noi Ti abbiamo apprezzato e stimato allora; abbiamo continuato a farlo ricordando un periodo assai duro, reso tante volte più leggero dai Tuoi interventi che hanno facilitato il rigore della nostra formazione; abbiamo vissuto, in questi ultimi anni, un rapporto privilegiato, fatto di emozioni ed amore filiale.
Il passare degli anni, Comandante caro, ha, quindi, reso più maturi i sentimenti, mai affievolitisi, nella consapevolezza che la guida che ci hai offerto è stata una stella nella vita di ciascuno di noi.
Il passaggio, naturale per quanto si voglia ed atteso, ci lascia, comunque, attoniti e tristi. Continueremo a vederTi lì, tra quelle mura in cui abbiamo avuto la fortuna e l’onore di conoscerTi e di apprendere dalla Tua fermezza , dal Tuo entusiasmo, dalla Tua saggezza.
Guidaci, al pari ed insieme ai nostri Cari ai quali Ti sei aggregato, con la lungimiranza che ha contraddistinto tutta la Tua vita.
E consentici di sognare di ritrovarTi ancora una volta, e per sempre, per ricevere quei paterni “ buffetti” che sapevi imprimere come se fossero benedizioni. Comandante, ci hai reso Uomini e comandanti: grazie !
E così sia .
Cari Pierluigi e Giancarlo,
è con sincera ed fraterna vicinanza che partecipiamo al Vostro grande dolore per la scomparsa di Uomo Speciale e profondamente Buono.
E consentiteci di ringraziarVi per avere facilitato e, spesso, favorito il perpetuarsi dei nostri rapporti con il Comandante, dandoci l’immensa gioia di continuare a manifestarGli il nostro imperituro affetto.
Un Allievo qualunque.
Il nostro Comandante abitava a pochi chilometri dalla casa di mia suocera e quindi era diventata una piacevole abitudine, ogni qual volta andavo a Torino, fermarmi a Lombardore per salutarlo e scambiare con lui ricordi, impressioni e notizie. La Sua Famiglia ed il 150° Corso erano ai vertici dei suoi pensieri: i figli, i nipoti ed i pronipoti occupavano ovviamente lo spazio maggiore. Ma subito dopo c’era il nostro corso e tutti i suoi componenti.
RispondiEliminaQuando alcuni anni fa aveva saputo di un grave problema che riguardava la mia prima nipotina, ogni incontro o ogni telefonata si apriva con la sua richiesta di notizie sulla sua salute. Un caro saluto da Isabella. Grazie Comandante.
Egregi Signori Duranti,
RispondiEliminaho appena appreso la triste notizia della morte del Comandante del 150° Corso, Gen. Alessadro Duranti.
Nell'associarmi ai miei colleghi di Corso per esprimere il cordoglio per la Sua dipartita e manifestarvi i sensi della mia solidarietà e mestizia personale, desidero esprimervi la gratitudine dell'antico Allievo per aver avuto in Vostro Padre un grande Comandante.
Il ricordo vola indietro nel tempo e torna alla prima riunione del Corso tenuta dall'allora Ten.Col. Duranti, che sin dal primo giorno riuscì a farci percepire e fino all'ultimo giorno ha confermato di "essere" il Comandante di futuri Comandanti di uomini, cui ha saputo trasmettere valori ed esempi di altissimo significato. Grazie ad Alessandro Duranti per essere stato il nostro -il "mio"- Comandante, in uma fase delicatissima e di grande significato come il biennio d'Accademia.
Il Signore lo accolga tra le Sue braccia e possa Egli godere della beatitudine che merita. Il Silenzio culli il Suo riposo.
Onore ad Alessandro Duranti.
Luigi Pellegrino
Gen. C.A. (aus)
Signor Generale,
RispondiEliminaoggi è,per me, una giornata molto triste. Per trovarne un'altra così torno indietro di dieci anni, quando è venuto a mancare mio Padre. Non Le sembri strano od esagerato; sicuramente la percezione del dolore eleva la sua soglia quando l'età avanza. Non credo, però, che sia ancora il mio caso.
Mi consenta di disturbarLa mentre è impegnato a guardarsi intorno nella nuova Casa, senza confini, senza preoccupazioni, nella gloria, meritata, della Pace senza tempo.
Sono andato indietro nei ricordi,fermandomi a quel lontano 1968. Ero orgoglioso della mia scelta ma peccavo di presuntuosa quanto superficiale arroganza.
Pensavo, allora, che essere divenuto Allievo della prestigiosa Accademia di Modena dopo aver frequentato la Scuola Militare Nunziatella, di essere entrato a far parte dell'eletta quanto ristretta cerchia degli Allievi dell'Arma dei Carabinieri, fosse un passaporto per vivere di rendita in un ambito completamente diverso, molto più sollecitante, sicuramente più rigoroso e con richieste specifiche. Il 18 novembre, in pieno tirocinio, gli ex allievi della Nunziatella, Ufficiali di inquadramento, Allievi del 24° Corso e noi del 150° fummo invitati ad un brindisi dal Comandante dell'Accademia, presenti il Comandante di Reggimento e Lei. Dopo il tintinnio dei vetri, lo ricordo come se stesse accadendo adesso, Lei mi si avvicinò, rinnovandomi l'auspicio di un proficuo percorso e -senza infingimenti- mi invitò ad impegnarmi diversamente per conseguire risultati che, fino a quel momento, non avevano soddisfatto.Rammento le modalità con cui volle spronarmi, un modo lieve e paterno, privo del sapore forte del richiamo gerarchico,una spinta autorevole all'assunzione delle responsabilità. Erano improntate a quello stile, a quella gentilezza di modi, le indicazioni,non poche, fornitemi da mio Padre. E, da allora,nel rigore, nella durezza, della vita accademica, la Sua figura, Signor Generale, è stata da me accomunata a quella del mio caro Genitore. E, così, si è mantenuta sino ad oggi, felice quando ho avuto il grande piacere di incontrarLa e di vedere, nei Suoi occhi, che ben si ricordava di un allievo "riscattato" al lavoro ed al Dovere di quella Scuola in cui il 150° si è formato.
Accomunandomi nel dolore ai Suoi Figlioli ed a Tutti i Suoi cari,mi faccia pensare che la tristezza della giornata possa stemperarsi nella speranza che il mio grande Papà possa incontrarLa nel Giardino del Cielo e che insieme, riconosciutiVi - lì i miracoli non sono necessari- possiate parlare, magari male, di me ed, insieme, continuare a guidarmi nel Percorso terreno.
E, con tante lacrime, nel cuore come negli occhi, mi consenta di dirLe ancora una volta GRAZIE.
Con riconoscenza ed affetto Carlo Minchiotti
La notizia, purtroppo prevedibile, ma non per questo meno dolorosa, della scomparsa del Generale Alessandro Duranti mi ha sinceramente commosso, muovendomi tanti sentimenti che ho letto comuni con tutti quei colleghi che hanno già scritto le loro sensazioni in questa triste occasione.
RispondiEliminaDesidero aggiungere che, personalmente, la figura del nostro Comandante di Battaglione è stata quella che più mi ha colpito nel biennio accademico e, che ancora si staglia nella mia memoria, malgrado siano trascorsi tanti anni. E questo non perchè gli altri nostri Ufficiali non fossero validi (tutt'altro) ma perchè Lui, il Comandante, aveva un carisma, un portamento ed una eleganza del tutto particolari. Mai un rimprovero volgare, mai un gesto fuori di misura, mai una ira sterile e scomposta, ma sempre una presenza puntuale e determinante, una attività di comando ferma, decisa ma equilibrata, una idea di disciplina rigorosa ma comprensiva e rasserenante.
Mi ha dato molto il nostro Colonnello in Accademia e anche dopo, a Genova quando comandava il Reggimento ed io, in convalescenza, andavo a trovarlo e poi quando passava per Modena, ove ero in servizio, prima Tenente e poi Capitano. Non mancava occasione di incontro per interessarsi affettuosamente del mio servizio e alla mia salute, sollecitandomi nel contempo anche notizie su tanti colleghi di corso, con accorato interesse per tutti, nello spirito e con la speranza di poter sempre dire: sono in gamba i miei ragazzi !.
Permettetemi di sottolineare che lo stile dell'Uomo lo si può facilmente rivedere nell'educazione e nel comportamento dei figli: leggendo le serene, semplici parole con cui ci partecipano la notizia della scomparsa del Papà, e ancor prima, la loro bella risposta alla affettuosa lettera di un “Allievo qualunque”, possiamo con ammirazione avere conferma dello spessore e della sensibilità del Defunto e dei suoi cari.
Penso veramente che gli splendidi e commoventi pensieri che molti di noi hanno scritto, ma, ne sono sicuro, la totalità dei componenti del Corso ha provato, rendono un giusto e sincero tributo ad un Ufficiale e ad un Uomo che tanto ha dato alla Patria, alla missione ed alla dignità del servizio ed alla famiglia.
Gli sono molto debitore... e non dimenticherò nè la Sua persona nè il Suo esempio.
Rienzi Barsuola
Ho letto la mail con la quale i familiari del nostro Comandante ci hanno partecipato la dolorosa e triste notizia.
RispondiEliminaSeppure da qualche tempo la cosa fosse nell'aria e nell'ordine dei tempi della vita, sono rimasto profondamente colpito ed incredulo.
Il nostro Comandante, seppure dopo Modena fisicamente lontano da ciascuno di noi,è' stato sempre un punto di riferimento spiritualmente molto vicino e così continuerà ad essere.
Per noi è stato il modello di Ufficiale che ciascuno avrebbe voluto essere. Chissà se siamo stati all'altezza!
Grazie comunque di tutto ciò che ha fatto per noi Signor Generale.
Ai familiari esprimo vicinanza e profondo cordoglio da parte di tutto il 150 Corso.
Carlo Gibellino
E' una notizia che mi rattrista.
RispondiEliminaEra veramente un Comandante ed una Persona straordinaria.
E' stato un vero piacere aver operato alle Sue dipendenze.
Una Figura stupenda.
Carmine Fiore.
Signor Comandante, è con grande tristezza che ho appreso della Sua partenza, partecipo al profondo dolore dei Suoi cari e il mio pensiero corre in Accademia ove Lei mi fù subito padre avendo perso il mio solo pochi giorni prima dell'ingresso in Istituto. Non smetterò mai di ricordarLa e La prego ora che è in cielo, se dovesse incontrare il mio genitore gli racconti come ho sempre osservato i suoi insegnamenti di uomo onesto come lo era Lei.Con affetto rivolgerò al buon Dio una preghiera affinche possa godere del Suo amore. Un allievo generico medio
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