martedì 18 dicembre 2012

Natale 1973


Ogni volta che si avvicinano le Feste di Fine Anno, mi torna in mente il mio primo Natale a Sulmona.

Nel Dicembre del ’73, come tutti noi, ero Comandante di un Plotone e sostituivo il Comandante di Cp. ( nel mio caso Fucilieri ) . Non c’è niente di eroico o esaltante nei miei ricordi che, vista l’età, potrebbero non essere precisissimi. Forse Giggione potrà correggermi, non lo potrà più fare , purtroppo, il nostro indimenticabile amico Roberto.

Ebbene , in quel fine anno , naturalmente trascorsi il Natale di servizio (forse di Picchetto o forse in Compagnia, boh ! ) ma le due cose , contrastanti fra loro , che caratterizzano quei giorni , furono queste : il 31 dicembre , di mattina presto, giunse alla Stazione un treno merci, lunghissimo, carico di munizioni che, per un mai ben chiarito motivo burocratico, dovevano essere caricate sui CM e trasportate al vicino Deposito, entro la fine dell’anno. E così tutti i reparti del Battaglione, a turno, riuscirono, sotto una pioggia torrenziale, a compiere quel piccolo miracolo che tanti vecchi soldati di quel contingente, ricorderanno ancora come uno dei tanti, imspiegabili misteri della vita militare! Probabilmente c’erano anche Roberto e Giggione con i loro uomini, ….chissà….. ! In particolare ricordo l’ “odore” del cappotto di panno che , inzuppato come era, ci mise più di due giorni ad asciugarsi sopra il termosifone.

L’altro compito che fu assegnato alla mia Compagnia fu quello, tradizionale per il 17°, di fornire un S.Ten. con una maglia radio necessaria per il coordinamento delle varie azioni che dovevano essere eseguite durante lo svolgimento del ……..Presepe Vivente di Rivisondoli.
Ebbene sì, a quei tempi non c’erano esigenze di bilancio, orario di servizio,  straordinario ed i soldati erano tutti di leva. E così nei giorni precedenti la rappresentazione -che si svolge tuttora il 6 gennaio-, questo sparuto gruppo di specializzati delle Trasmissioni , si addestrarono in cortile con le vecchie R300 di cui tutti noi ricordiamo il peso sulle spalle. Io, per far passare una tranquilla Epifania al C.te di Btg,, fui incaricato di accompagnare la pattuglia di eroi . Così, dopo aver montato le catene  sui mezzi, ci avviammo e raggiungemmo il paese, bellissimo sotto la neve. Affidai, come indicatomi, la squadra ai responsabili della manifestazione e rientrai in Caserma. Tornarono nel pieno della notte -perché il Presepe si svolge di sera- e finalmente il Cap. d’Ispezione ed io potemmo tornare a casa ; l’Ufficiale di Picchetto scrisse l’ora del rientro nel registro delle novità, mettendo la parola fine a quella  attività così singolare  per dei militari.  

Arrivò anche una lettera di elogio per l’impegno mostrato dai soldati cui seguì l’immancabile licenza premio.

A quei tempi non c’era ancora l’inflazione delle manifestazioni popolari che oggi pullulano in tutti i paesi ed in tutte le città : il Presepe di Rivisondoli, con i suoi tanti figuranti a cavallo e , a volte, sui cammelli, era un evento pressoché unico in Italia.

Un Saluto ed un Augurio a tutti,
Giovanni Papi

P.S.
Giustamente, gli eventuali lettori si chiederanno quale motivo ci possa essere per rendere pubbliche queste superflue e personali rimembranze : nemmeno io lo so ma lo sa sicuramente lo spirito del nostro splendido Corso.

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