martedì 28 maggio 2013


Ieri pomeriggio, invitato dal comitato organizzatore, mi sono recato allo Stadio Comunale di Finale Emilia per la posa della prima zolla (sintetica) del campo di calcio. Lo stadio, che fino a pochi giorni fa era occupato da una delle tante tendopoli allestite in quelle zone dopo il tremendo terremoto del 20/29 maggio 2012, non era proprio nelle migliori condizioni. Le tende (4x4 mt.) avevano lasciato grandi impronte rettangolari sul terreno di gioco e l’erba, di uno strano colore, era poca e presente solo in alcune zone del campo (il resto era ghiaia e sabbia). Ho pensato ai disagi e alle tragedie vissute dalle persone che per mesi hanno abitato su quel terreno e a quanto poco possa bastare, anche solo una zolla di finta erba, per far tornare il sorriso a chi ha tanto sofferto. E’ stata una breve e simpatica cerimonia, poche parole ma significative, qualche ringraziamento e la benedizione del giovane parroco. Il Presidente dello Junior Finale ha ricordato il 150° Corso che, primo a donare, ha contribuito a far sì che i ragazzini della società sportiva potessero continuare a praticare il loro sport preferito. Anche il giovane Sindaco ha avuto parole di elogio nei confronti del 150° che ha fatto scoprire a lui e ai suoi concittadini l’Accademia Militare di Modena, i suoi uomini e i valori che custodisce, un’Istituzione, fino al giorno della cerimonia di consegna del denaro raccolto dal Corso Montello, sconosciuta e inaccessibile.



Se vuoi vedere altre foto clicca qui.
Oliviero

1 commento:

  1. Non c'è che dire, caro Oliviero: sei proprio fortunato!
    Hai avuto infatti l'occasione di rappresentare il Corso ad una cerimonia, £semplice nella forma ma profonda nel significato", in cui è stato, anche, ricordato quanto ha fatto il 150° a favore di quei ragazzi tanto sfortunati.
    Io sono orgoglioso e contento di aver contribuito ad aiutare un poco chi aveva perso tutto; e lo sono anche perché essere invitati, essere ricordati pubblicamente e senza che nessuno lo avesse chiesto, sta a dimostrare la correttezza della scelta che facemmo circa due anni fa.
    Questo legame affettivo che si è instaurato è il risultato di un piccolo atto di generosa partecipazione e dimostra che si può contribuire a far tornare il sorriso anche aiutando una squadra di calcio di ragazzini e non solo costruendo scuole o capannoni.
    Personalmente, caro Oliviero, ti ringrazio di averci dato l'opportunità di poter conoscere gente così: tutto cuore, tanta dignità e tantissima operosità.
    Un abbraccio,
    Ettore.

    RispondiElimina

Scrivi qui i tuoi commenti .