
Qualche giorno fa, ho inviato una e-mail agli Amici che più sostengono il nostro Blog, allegando una vignetta apparsa su un quotidiano canadese (e ripresa da un settimanale statunitense) che irrideva a taluni comportamenti, diciamo così “boccacceschi” che, da qualche tempo sono pane e companatico nazionali; nel testo chiedevo cosa provassero nel vederla e soprattutto nel leggere il fumetto dei protagonisti.
La quasi totalità ha risposto in maniera diversa e con argomentazioni diverse ma con un comune denominatore nella maggioranza che è quello di “tenere fuori la politica dalle nostre discussioni e di incentrare le nostre discussioni sul comune passato, sui Valori, sugli Ideali, etc. etc.”.
Queste reazioni, di per sé rispettabilissime, mi hanno indotto due considerazioni che ritengo essenziali per la sopravvivenza stessa della nostra amata creatura informatica.
La prima considerazione riguarda il nostro habitus mentale, frutto di una pluridecennale libera compressione di ogni anelito a parlare di politica nei luoghi dove non se ne doveva parlare; ne è derivato che, in misura diversa, ciascuno di noi – come è naturale in tutte le forme viventi- ha praticamente atrofizzato quella parte del cervello preposta a simile attività dialettica. Ciò non significa che “non siamo capaci di pensare”, significa solo che abbiamo una certa qual ritrosia a parlare di argomenti che abbiamo sempre ritenuto tabù: diciamo, in sintesi, che ognuno ha le sue Idee ma che ha il pudore (o la paura?) di metterle sul tappeto, persino con delle persone che conosce, che stima e che, talvolta, ammira.
E questo, Ragazzi, secondo me non va bene, anzi va malissimo!
Vabbé che ci siamo autoimposti una certa disciplina mentale ma ditemi Voi che male c’è a parlare dei problemi che riempiono e condizionano il nostro quotidiano? Ditemi Voi quale regola etica trasgrediamo se discutiamo delle conseguenze che, a seconda dei punti di vista, un determinato provvedimento dell’Autorità del momento, ripeto del momento, ha intenzione di adottare?
Né guagliò, io non ardisco nemmeno a pensare di sostituirmi all’Accademico dei Lincei in nuce del Corso, però non credo che ci sia niente di disdicevole che persone adulte, mature, fors’anche sagge e navigate non possano esternare la loro opinione su quanto avviene nel loro Paese che, a pieno titolo, si vantano di aver servito con onestà ed abnegazione!
Non fatemi essere cattivo ma se così fosse, daremmo pari pari ragione a quanti -ed a torto- ci accusano di aver trascorso una vita rinchiusi e protetti dai muri di cinta delle nostre caserme che ci impedivano ogni contatto con la realtà!!!
La seconda considerazione concerne la “materia” delle nostre discussioni che, a mio avviso, deve spaziare su tutto quanto di rilevante avviene in Italia e nel mondo, facendolo in maniera spontanea, senza timori di “valutazioni”, esprimendo la propria opinione serenamente ed accettando che l’altro o gli altri ne possano avere di differenti.
Se uno ritiene e che il Governo del momento, ripeto del momento, sta facendo o ha fatto qualcosa di sbagliato e suffraga il proprio ragionamento con argomentazioni logiche, non vedo perché debba essere additato al pubblico ludibrio, ricorrendo a frasi manichee che, quelle sì, sono indimostrabili e soprattutto offensive nei confronti dell’interlocutore.
E poi, non nascondiamoci dietro il dito del “non fare politica”; ma che significa?! tutto, in una società complessa organizzata, “è politica”, dal momento che gli atti che la classe dirigente liberamente eletta produce hanno o avranno ripercussioni a valenza variabile su ogni singolo componente di quella società.
E, badate bene: io sto parlando di “politica” e assolutamente no di “partiti”, né tantomeno di uomini.
Facciamo un esempio di stringente attualità: i vari quesiti referendari della metà di giugno.
Sono argomenti che incidono in maniera diretta sul presente, sul futuro e pure sulle tasche di tutti noi; e, parlarne, non significa forse parlare di “politica” in senso lato o, se preferite, nella sua accezione più nobile? E, se nel parlarne, qualcuno tira fuori le strane manovre che sono state fatte per sminuirne l’impatto emotivo sui cittadini, lo si deve mettere all’indice, solo perché ha fotografato una realtà, che potrebbe anche non essere la verità?
Non facciamo gli ipocriti, Ragazzi; smettiamola di nasconderci dietro il dito della nostra “atipicità”; non disconosciamo certo i Principi ed i Valori che tutti ci accomunano e che, per questo, ci troverebbero tutti d’accordo, rendendo quasi sterile discussioni prolungate; ma neppure continuiamo a tenere la testa sotto la sabbia, continuando a sostenere che tutto va bene ed affidandoci ad un chimerico “speriamo che duri”.
Abbiamo avuto il privilegio di essere stati “classe dirigente” ed allora perché dovremmo privarci del piacere e dell’onore di dire la nostra sulla nostra amata Patria o, come dice il nostro Accademico, di essere parte attiva di una poleis del terzo millennio?! Perché vogliamo autoescluderci, rifugiandoci in un isolamento che di “magnifico” avrebbe ben poco?!
E poi...a chi tocca nse ngrugna!!!
Grazie per la pazienza con abbraccio,
Ettore.