Nota : per un errore di trascrizione gli ultimi due commenti devono essere letti iniziando dall'ultimo (6°) e a seguire con il penultimo (5°).
Scusateci.
Dal commento iniziale di ARD ( chi sei ???) su "Che delusione" stanno nascendo nuove discussioni.
Riportiamo di seguito il commento di Francesco affinchè sia ben visibile e possa essere di stimolo ad altre nuove riflessioni.
"Caro Ard (perchè non hai messo il tuo nome?)
l'invito all'ottimismo va sempre accolto e penso che coloro che hanno accettato di partecipare e dialogare sul blog lo abbiano fatto con lo spirito che tua hai auspicato.
Quando si parla, però, delle tante cose positive del nostro paese (il cui merito non è certo dei politici) non si apre una discussione ma ci si limita a pubblicizzare un elogio al quale ogni persona mediamente equilibrata non può che aderire.
Lo scambio di opinioni, gli aggiornamenti e la presentazione del proprio modo di essere e di pensare - sempre nel rispetto delle altrui idee - non possono che attenere argomenti che ci toccano materialmente e sui quali possa nascere un confronto.
Le difficoltà che, a mio avviso, sono riscontrabili nel nostro modo di dialogare, nasce dalla paura che ogni valutazione espressa dal nostro interlocutore possa essere intrisa di motivazioni partigiane. Questa convinzione toglie la voglia di soffermarsi sullo specifico argomento e di analizzarlo a 360 gradi.
Credo che nessuno di noi potrà mai rinnegare la propria idea di patria, nazione e socialità per le opinioni qui espresse da altri - anche se questi altri sono persone che hanno condiviso una scelta importante e fondamentale quale quella dell'Accademia - ma credo anche che nessuno dei partecipanti al blog abbia questo assurdo ed impossibile obiettivo.
Purtroppo ogni scelta fatta da coloro che ci governa tocca il nostro limitato e personale mondo ed è auspicabile che persone oneste e pieni di esperienze, quali noi siamo, ne parlino, non per fare gli ottimisti o i pessimisti, ma semplicemente per confrontarsi e meglio capire."
Francesco
Spintaneamente" esco allo scoperto e mi azzardo a dire la mia anche in questa discussione. Secondo me ci sono argomenti condivisibili tanto in quello che dice Ettore quanto in quello che dice Ard ( ma chi ... e' stu Ard?) E' vero quello che dice Ettore ma la colpa, per cosi' dire, non puo' essere semplicemente attribuita al Governo in carica perche' , come "attore" mi sembra sulla scena da troppo poco tempo per essere considerato resposabile : per trovare le cause del comportamento delle nostre Istituzioni ( se non e' Istituzione il Governo , allora chi puo' esserlo?) basta leggere attentamente in alto a destra l'articolo di Gianni Marizza. Lui si limita a indagare solo in campo bellico ma ritengo che l'ambiguita' del comportamento delle nostre Istituzioni sia innata ed intrinseca e puo' facilmente essere riscontrato in tutti i settori in cui si e' esplicata l'azione di governo del paese ed anche in campo giudiziario ( tanto per non scontentare anche Francesco).
RispondiEliminaHa ragione anche Ard ( ma chi ... e' stu Ard?)quando cita giustamente il comportamento esemplare di alcuni esponenti delle varie categorie della societa' italiana : pero' , a mio parere , questi comportamenti esemplari non sono indice di un atteggiamento generalizzato ma sono delle piccole isole in un mare di ambiguita, compromessi, clientelismo e negazione del riconoscimento dei meriti. Meriti intesi come valori anche etici e non frutto di fuberie e raccomandazioni politiche e non. Purtroppo la storia del nostro Paese e' ricca di episodi di valore che non hanno, pero', cambiato il corso degli avvenimenti. Noi "soldati vecchi" non possiamo dimenticare l'epopea della Folgore, l'Amba Alagi , gli Alpini in Russia, i Granatieri e i Lancieri a Porta San Paolo (Roma), gli amati Fanti a Cefalonia: pero' , oltre il ricordo di un eroismo ancora piu' nobile perche' scelto senza speranza, nell'"economia" del conflitto che risultato hanno prodotto?
Quindi anche i segnali che inducono all'ottimismo il nostro Ard ( ma chi ... e' stu Ard?) assumono un peso irrilevante se confrontati con la deriva forse arrestabile del nostro Paese e della nostra societa'. Per concludere, e per contraddire Francesco, con questo mio intervento ho tentato di dimostrare che si puo' parlare di tutto senza necessariamente parlare di politica.
Tanti cari saluti a tutti , in particolare ad Ard ( ma chi ... e' stu Ard?) Giovanni Papi
e no caro Giovanni ..... hai ipotizzato la mancanza di colpe del governo perchè, secondo te, è in carica da troppo poco tempo ........ hai detto che viviamo in un mare di ambiguità, compromessi, clientelismo e negazione del riconoscimento dei meriti ..... hai parlato di deriva del nostro Paese e della nostra società .... etc. etc.
RispondiEliminaA mio avviso hai fatto più politica tu in queste poche riga che io in tutti i miei interventi.
Comunque se dobbiamo per forza contraddirci va bene lo stesso ma, in considerazione del fatto che anch'io ho una simile triste visione, che ne dici se esponessimo quali, a nostro personalissimo avviso, possono essere le singole cause?
Ciao
Francesco
Caro Francesco, quando scrivo, io ho chiaro in mente quello che voglio dire ma poi evidentemente non sono altrettanto bravo ad esprimermi. Io non intendo assolvere l'attuale governo, che evidentemente ha le sue colpe, ma per causare la deriva che ho evocato nel paese non mi sembra sufficiente l'opera di un solo Governo : sarebbe una considerazione eccessiva!!! E allora ritorno a citare il bell'articolo di Gianni Marizza ( in alto a destra )che ha delineato magistralmente l'ambiguita' che regna nel nostro Paese e che ha contaminato il nostro popolo eterogeneo, o ne e' stata contaminata. Non so se da queste pagine ho gia' ricordato che il nostro Paese si e' unificato anche all'ombra di ministri di polizia come Liborio Romano nominato responsabile dell'ordine pubblico a Napoli il 7 settembre del 1860. E poi si sono impegnati anche Presidenti del Consiglio come Giolitti e Crispi e altri fino ad arrivare ai nostri giorni : l'Italia ha il suo peccato originale fino dai tempi del Plebiscito ( quello delle piazze di tutti i comuni Italiani )! Per quanto riguarda la politica : forse l'ho fatta ma a lungo respiro con visione storica e non ho fatto campagna elettorale a favore di uno o l'altro schieramento. Le cause le ho individuate in quello che ho appena detto. Voglio aggiungere quali possano essere i rimedi : e' difficile dirlo ma sicuramente bisogna ridare "autorita'" a chi ha "responsabilita'". Cosa voglio dire con questo ? Ci vuole piu' rigore e bisogna dare piu' potere allo Stato ed a chi lo rappresenta . Per fare questo bisogna cambiare le regole : ci vorrebbe un uomo in grado di farlo che , pero', non e' facilmente individuabile nell'attuale panorama politico.Un golpe? ritengo che non sia indispensabile ma la gente , la maggioranza silenziosa, quelli che lavorano, fanno le missioni all'estero , i pensionati penso che stiano per arrivare al limite della sopportazione. Nelle trasmissioni di ieri e di oggi si e' parlato di Izzo e di Vallanzasca entrambi ammessi al lavoro esterno : per Izzo sappiamo come e' andata .
RispondiEliminaCerto in un paese dove chi ha 4 ergastoli come Vallanzasca ed e' piu' volte evaso, e' certamente un "segnale di grande Democrazia " come direbbero i fanatici difensori della Costituzione ( ma da che cosa deve essere difesa o da chi?) . Certamente tu sai meglio di me che una persona condannata all'ergastolo non puo' scontare piu' di trenta anni di carcere e dopo dieci di buona condotta puo' lavorare fuori : ti sembra normale? La nostra Magistratura e' implacabile: infatti a distanza di dieci anni dai fatti di Genova sta ancora processando quaranta poliziotti , ma solo loro !!!
Ora che ti ho provocato , leggero' con la dovuta considerazione come la vedi tu.
Ciao .Giovanni
Un collega americano, di cui peraltro non avevo grande stima, un giorno mi illuminò spiegandomi con parole semplicissime qual era il grande limite della democrazia italiana rispetto a quella dei Paesi anglosassoni: in Italia si può fare solo quello che è permesso, in America si può fare tutto quello che non è vietato. A prima vista uno rimane perplesso, ma basta rifletterci un attimo per cogliere la grandiosità della differenza. Per poter fare una cosa è quindi necessario in Italia che ci siano regole (le famose regole!!!) dettagliate che pretendano di regolamentare ogni sfaccettatura della fattispecie in esame con il rischio di non essere esaustivi e quindi dando spazio alla regola (ancora!!!) tutta italiana del "fatta la legge, trovato l'inganno" da cui quindi deriva la grande fortuna degli avvocati e la grande (onni)potenza della magistratura.
RispondiEliminaVi siete mai chiesti perchè nelle aule dei tribunali la famosa scritta "la legge è uguale per tutti" è posta alle spalle dei giudici e non di fronte a loro? Perchè i giudici sono gli unici a non doverne tenere conto per forza, perchè loro sono gli unici che la legge la interpretano e la applicano di conseguenza (a cominciare dalla famosa discrezionalità nella obbligatorietà dell'azione penale). Tutto questo per dire che le regole (come la tattica) sono come la pelle dei c.....oni che ognuno tira come gli pare per cui valgono oggi per te ma non per me domani, e gli esempi sono innumerevoli a cominciare dall'inizio di tangentopoli quando la regola (uffa!) del "non poteva non sapere" valeva per tutti tranne che per un certo partito politico. Quello che fa "incazzare" la gente è quella che viene percepita come mancata imparzialità nella applicazione delle "regole" da parte di coloro che sono preposti al controllo della loro applicazione. Quindi, tornando al casus belli che ha generato la discussione: una coalizione è stata (giustamente)penalizzata per l'inosservanza scrupolosa delle norme che regolano la presentazione delle liste elettorali, l'altra è stata graziata (favorita?) nonostante in più casi fossero rilevabili le stesse carenze (vedere prove fotografiche su alcuni giornali del mattino). E' per questa giustizia che ci stiamo stracciando le vesti?
Entriamo ora più nel dettaglio dei concetti e riparliamo di sicurezza. Entrambi concordiamo sul fatto che l’attuale situazione sia insostenibile ma tu affermi, o almeno così interpreto le tue parole, che una possibile soluzione sia quella di dare maggiore potere a chi ci rappresenta, magari togliendo deleghe ai magistrati, io dico, invece, che bisogna rendere più efficiente l’intero apparato statale comprendente l’organo legislativo, l’esecutivo e la magistratura. Per dare un significato ai nostri concetti e per meglio capire chi dei due si avvicini di più alla soluzione migliore dobbiamo necessariamente conoscere gli elementi che incidono sulla sicurezza e gli organi che a ciò sono preposti; le affermazioni di entrambi sarebbero semplici dichiarazioni di stile se non accompagnate da una analisi.
RispondiEliminaConverrai con me che il primo elemento che incide sulla sicurezza proviene dall’organo legislativo ed è la norma che stabilisce cosa è reato, quali siano le pene e come devono essere applicate; questo è l’elemento fondamentale perché ogni organo e/o istituzione chiamato poi a farla rispettare deve attenersi al suo dettato. Ciò che può indurre il magistrato a concedere le agevolazioni a Izzo o Vallanzasca è l’applicazione di una norma, considerata fondamentale (perché di principio) nel nostro ordinamento giuridico, per la quale la pena dovrebbe avere come scopo non la repressione fine a se stessa ma la redenzione per un reinserimento nella società. Se prescindiamo dagli errori commessi da coloro che hanno il compito di capire se il reo è veramente redento o no, non è difficile comprendere che una simile disposizione legislativa lascia grandi possibilità interpretative e può costringere il magistrato ad emettere provvedimenti come nei casi da te citati. La prima cosa che bisognerebbe, quindi, fare sarebbe quella di proclamare il naturale potere coercitivo alla norma penale e di fissare dei chiari limiti interpretativi a coloro che devono applicarla; quando si parla di sicurezza, quanti dei nostri politici hanno mai toccato questi argomenti? …. nessuno, perché toccherebbero aspetti scomodi quali quelli religiosi, morali etc., ma ancor più, perché toglierebbe loro la possibilità di scaricare sul nemico di turno la loro calcolata e voluta inerzia.
Quando vi ho tediato con il “processo breve”, la depenalizzazione di reati fondamentali per l’economia e il libero mercato, la modifica sulle intercettazioni, non l’ho fatto per fare campagna elettorale (non ne avrei alcun interesse perché non appartengo e non simpatizzo per nessuno degli attuali partiti) ma perché questi provvedimenti incidono profondamente sulla questione sicurezza e la responsabilità è solo ed esclusiva di coloro che li hanno emessi, non della magistratura o degli organo di polizia.
Se, come tu dici, la soluzione migliore dovesse essere quella di dare maggiori poteri ai governanti, non si può prescindere dall’analisi di quello che, sulla questione sicurezza, questi hanno fatto sin’ora. L’analisi - e questo vale per ogni altro argomento -, possiamo farla leggendo il parere dei giornalisti oppure confrontando le nostre esperienze e conoscenze con la voglia di ascoltare l’altro.
Mi fermo perché ho scritto troppo e rischio di parlare ancora di principi mentre vorrei tanto soffermarmi sui fatti con la speranza, più volte esternata, di sbagliarmi.
Ti abbraccio
Francesco
Caro Giovanni, raccolgo con interesse la tua provocazione e cercherò di risponderti nella maniera più chiara possibile perché, come per te, alla interione chiarezza sui personali concetti non corrisponde, evidentemente, una altrettanto chiara esposizione.
RispondiEliminaCominciamo dall’aspetto ideologico la cui disquisizione ha qui uno scopo meramente rappresentativo; non basterebbero, infatti, vent’anni di scambi epistolari per scalfire una visione repubblicana-liberale che io ho preso dai dogmatici concetti di La Malfa (padre) e Malagodi o l’ideologia fascista del primo retorico Mussolini che, presumo, sia tua.
Questione rigore o, se vogliamo, sicurezza: io condivido la speranza che lo Stato possa incutere, ai delinquenti, maggiore timore e vorrei che coloro che rispettano le leggi siano pienamente tutelati (ti confesso anche che, pur contraddicendo i miei principi cristiani, ripristinerei la pena di morte per i reati più efferati). Ma questo non si raggiunge, a mio avviso, con la nomina di un “uomo forte”, o con un golpe o con uno stato di polizia perché in una comunità di persone l’unico principio che equamente può indirizzarne la vita sociale è quello della maggioranza con il rispetto e la rappresentatività delle minoranze. Questo concetto scaturisce da diecimila anni di storia conosciuta e, a meno ché non si voglia elevare “la legge della jungla o del più forte” a filo conduttore delle umane vicende, non è modificabile (l’attuale maggioranza ha il diritto/dovere di governare proprio per questo principio).
Sulla possibilità di dare maggiori poteri ad un singolo rappresentante ci si potrebbe discutere solo dopo aver maturato la certezza che questo personaggio sia psicologicamente equilibrato, sia onesto e abbia a cuore il bene della comunità al di sopra di ogni personale interesse; da quando esiste il mondo, i pochi che hanno avuto questi requisiti non si sono occupati di politica e, dopo essere stati martirizzati, sono stati nominati santi.
Segue…….
Caro Francesco, ho letto con interesse quello che pensi:alcune cose le condivido altre no, ma che ci vuoi fare , non siamo tutti uguali. Pero' voglio sottolineare solo che non necessariamente chi auspica un maggiore potere delle Istituzioni, anche conferendo maggiore autonomia ad un singolo, debba essere sicuramente fascista. Questo e' un vecchia bandiera della sinistra che viene anora sventolata ma nella quale , pero', tu non dici di riconoscerti. E' vero che chi deve assumersi maggiori responsabilita' deve anche avere quelle doti che tu hai giustamente citato nel tuo intervento e condivido anche questo. Io non sono un nostalgico del ventennio ( che non ho vissuto ) ma auspico una forma di governo analoga a quella degli Stati Uniti dove chi governa ha ampia liberta' d'azione in tutti i campi ma contemporaneamente puo' cadere per questioni che da noi non solo farebbero ridere ma , forse, sarebbero anche tollerate L'altra ,ed ultima, cosa che mi sento di dirti e' che le leggi e la Giustizia sono due cose diverse a volte divergenti per cui se Izzo e' stato messo in condizioni di nuocere ancora ,sara' stato sicuramente legale ma non giusto! Un saluto. Giovanni Papi
RispondiEliminaMi riallaccio alle ultime considerazioni di Gino e Giovanni sperando di non passare per il saccente antipatico ma se è quello che penso non vedo perchè non debba dirlo.
RispondiEliminaAnch'io ammiro molto (non tutto) del sistema americano ma sussiste un elemento fondamentale che ci distingue da loro ed è il diverso approccio verso l'Istituzione. Per noi rappresenta ciò che ci sottomette e dirige la nostra vita, nel bene è nel male, per loro è ciò che hanno scelto per meglio servirli. La differenza è sostanziale perchè loro danno esclusiva importanza alla nazione e al simbolo che la rappresenta non ai partiti. Per questo gli uomini e la fazione politica scelti a rappresentare la nazione possono essere cambiati al minimo errore. Per questo loro sono capaci di mantenere una possibilità di scelta solo fra due partiti. Al contrario, il nostro bilateralismo è solo un discorso di facciata.
E' vero che in America, per amministrare la giustizia, non esiste un sistema di norme "pesanti" come il nostro ma, il potere della loro magistratura è unico ed immenso. Ogni singolo caso, infatti, viene deciso non sulla base di una norma esistente ma su una precedente sentenza che ha deciso su un caso simile (lo stesso sistema è usato anche in Inghilterra e viene chiamato "common law").
Questo tipo di procedimento è senz'altro molto più pratico del nostro ma in America sono state emesse anche sentenze assurde e commessi errori giudiziari gravi.
Quanto al caso delle liste, vorrei puntualizzare che il casus belli, oggetto dei precedenti interventi, non riguarda i favori o meno che una coalizione può aver ricevuto ovvero una diversa interpretazione che la magistratura darebbe in funzione del colore che deve giudicare bensì l'atteggiamento arrogante che, a mio avviso il governo ha tenuto con l'emissione del decreto.
Vi saluto
Francesco