mercoledì 17 marzo 2010

OBS (oleto) !!!! La cosa si fa seria .

Possiamo dire che, stavolta, abbiamo fatto sul serio e la cosa mi fa immenso piacere.
Mi fa piacere perché il Blog del Corso ha finalmente conseguito uno dei suoi scopi che era ed è quello di vederci seduti intorno ad un tavolo (ancorché virtuale) a mettere in discussione le nostre opinioni, cosa questa che , a differenza di Gianni (cui rivolgo il mio affettuoso “benvenuto”), ritengo estremamente utile, dal momento che nessuno di noi ha la minima intenzione di fare proseliti.
Prima di dire la mia, desidererei che Ard mi e ci spiegasse due cose: dove sta scritto che un “gestore”, meglio co-gestore di un blog non possa esprimere le proprie opinioni? Inoltre, in quale occasione io avrei impedito a qualcuno di esprimere le sue? Mi dispiace, caro Ard, credo che tu –che pure ti ergi a paladino del Bene- sia scivolato in uno dei mali che rimproveri a chi non la pensa come te: la calunnia!
Ciò detto, veniamo a noi.
Interessante e tremendamente preoccupante quanto riferito da Federico: che si sia nell’anticamera di un mondo orweliano?! Io, nella mia cosmica ignoranza informatica, non so nemmeno cosa sia un provider, per cui non riesco nemmeno ad intuire come possa intervenire per impedire la diffusione di un certo tipo di notizie, diciamo così, “sgradite”; però, se tanto mi dà tanto, ci vuole poco ad evocare i più cupi fantasmi di una ancor più cupa epoca in cui l’opinione pubblica era nutrita a base di veline, che non erano quelle molto più gradevoli di Striscia.
E’ pur vero che, da che mondo è mondo, il “potere” (di qualsiasi colore) qualche escursione nel mondo della censura lo ha sempre fatto; però, farlo oggi quando si riescono a vedere anche dall’Iran o dalla Cina immagini “proibite”, significherebbe avere a disposizione un apparato di dimensioni tali da far pensare ad un vero e proprio disegno censorio ad ampio spettro.
Ma veniamo al piatto forte, quello condito con arguzia e competenza da Gino.
Caro Amico mio, credo che sia noto, quasi in ambito NATO-UEO, quali da sempre sono le mie Idee (con la maiuscola), per cui puoi star certo che io, le mani, me le sono “sporcate” da tempo e non rinnego niente di quella scelta; magari le avrò un tantino “addolcite” (sai, l’età!), le avrò rese meno passionali (sempre l’età), avrò imparato a non trasformarle in prosciutto sugli occhi (ancora l’età) ma, nella sostanza, sono sempre le stesse.
Il guaio è che, oggi come oggi, non trovo nessuno, ripeto nessuno che sia in grado di farsi portavoce di quelle Idee, nessuno che abbia una visione a lungo respiro, nessuno che abbia un programma a valenza nazionale, nessuno insomma che sia un “Politico” (con la maiuscola). E, ad aggravare la situazione, c’è la scomparsa dei Partiti, quelli di quando eravamo giovani, quelli che erano i nostri riferimenti, quelli a cui davamo il nostro voto, nella speranza/certezza che avrebbero portato avanti le nostre Idee; ora ci sono solo “professionisti della politica”, con idee niente affatto Idee, che stanno lì a disposizione di qualcuno che dica loro come comportarsi.
Dice bene Francesco quando elenca quanto fatto, in negativo, negli ultimi anni; dice bene per il semplice fatto che è la verità dei fatti, perché è cronaca di tutti i giorni, perché nessuna persona intellettualmente onesta potrebbe affermare il contrario.
E’ pur vero che sono state fatte molte cose buone e che è altrettanto onesto riconoscere, pur senza l’afflato iconoclasta giggionesco.
Ma, caro Gino, a ben guardare sono sempre e solo cose estemporanee e non “effetti” di “cause” pensate e studiate per il bene supremo del Paese (“Patria” mi sembra un po’ eccessivo, vista la pochezza dei protagonisti) e che nulla hanno a che fare con la Politica (con la maiuscola), ma sembrano piuttosto l’espressione di una politica (con la minuscola) del “giorno per giorno”.
E, dal momento che anche dall’altra parte le cose non sono certo migliori (anzi), allora ti dico caro Gino che io non sono in grado di darti nessuna “alternativa”, anche perché non ho l’invidiabile elasticità di Francesco: ciuccio sono nato e ciuccio sono rimasto!
Non sono né aspiro ad essere un “Padre nobile”; sono, forse, solo un inguaribile romantico (o illuso) che crede ancora in qualche cosa o, molto più realisticamente, sono solo un “obsoleto” come mi dice sempre il buon Oliviero.
In questo deserto mi è, quindi, impossibile trovare qualcuno o un “partito” da gratificare con il mio voto e. in questa mia scelta, sono confortato da un aforisma di uno che di Politica se ne intendeva eccome: Preferisco i delinquenti ai cretini, perché i primi, per lo meno, ogni tanto si riposano” (Taillerand).
Ciao a tutti, Ettore.




Nota : Io asserisco che Ettore è obsoleto quando parla di cravatte (lui odia quelle di Dolce e Gabbana, sono da fin...!!) o di abbigliamento (lui odia il colore rosa per le camicie, sono da fin..!), o di musica (il suo must è "Casetta di Trastevere" di Claudio Villa) o di cinema (l'unico film che ricorda è "Ben Hur" e qualcosa dei "I 10 Comandamenti"), o del linguaggio dei giovani o dei termini inglesi che generalmente vengono usati nelle conversazioni o delle riviste di storia contemporanea (gossip).
Per il resto .... un pò alla volta si sta modernizzando.
Oliviero

3 commenti:

  1. COMPLETO IL MIO PENSIERO

    Carissimi
    mi accorgo che il mio outing ha contribuito a scaldare l’ambiente, mi fa piacere, però vedo anche confermati i miei timori. Quando si parla di politica, l’aria si fa meno limpida, i pensieri meno puri e possono scappare frasi critiche non sulle opinioni ma su chi le ha espresse e su come le ha espresse.
    Comprendo che argomentare a colpi di fioretto è più raffinato, ma si conclude poco e si perde tempo. Preferisco l’ascia bipenne, concetti chiari e parole poche.
    Pertanto, a chiarimento della mia adesione al Berlusca, completo il ragionamento sottolineando, in maniera sintetica, cosa non mi piace dello schieramento opposto.
    In primis, non mi piace l’accondiscendenza al giustizialismo parolaio, offensivo, inaccettabile di Di Pietro, uomo che unisce alla pochezza dei concetti l’arroganza di chi non ha la coscienza pulita e urla per intorbidare le acque.
    Non mi piacciono gli attacchi alla persona e alla vita privata di cui, invece, il PD e il suo organo di stampa, “Repubblica” , fanno largo e inaccettabile uso. Non mi piace lo statalismo e lo stato paternalista, che mette il becco in tutte le faccende dei cittadini e che è uno dei dogmi della sinistra. Non mi piace l’inconsistenza dei programmi che a sinistra sembrano non interessare nessuno visto che non se ne sente parlare, sovrastati dal pettegolezzo, dai crucifige su argomenti ritriti e dall’astio ideologico. Non mi piacciono i programmi “storici” della sinistra: aborto, che considero omicidio legalizzato; controllo delle nascite a colpi di preservativi e pillole del giorno dopo; eutanasia; eugenetica e manipolazione degli embrioni; riconoscimento del matrimonio omosessuale e delle coppie di fatto; cittadinanza facilitata agli extracomunitari e allargamento delle maglie per costituire la famosa società multietnica (non ha funzionato nell’Impero Romano che aveva radici un po’più solide delle nostre figuriamoci in Italia: fra 20 anni saremo tutti col culo all’aria e la testa verso la Mecca.).
    Non mi piace il programma economico, di fatto basato sulla tassazione e non sullo sviluppo. Non mi piace l’atteggiamento sempre tenuto nei confronti della scuola: postificio, appiattimento totale, mancanza di ogni meritocrazia, annullamento dello spirito critico e della “fatica” dello studio, forse l’aspetto più formativo; indisciplina contrabbandata per libertà; assemblearismo senza costrutto, attacco alle regole e all’autorità.
    Non mi piace l’asservimento politico di certi magistrati che partecipano a manifestazioni di sinistra, criticano apertamente il governo e vogliono farci credere che sono imparziali.
    Giggione
    Segue.......

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  2. Segue il : Completo il mio pensiero .

    Non mi piace l’atteggiamento buonista e relativista pronto ad accogliere ogni ciarpame culturale senza regole rigorose e senza difendere ferocemente la nostra cultura, che è una cultura cristiana.
    Non mi piace la satira a senso unico che permea tutta la televisione ed è sempre e soltanto antiberlusconiana (e, sulle reti RAI, è pagata anche da me!)
    Non mi piace l’architettura della sinistra dove l’uomo formica viene schiacciato dall’acciaio e dal cemento; non mi piace gran parte dell’arte della sinistra, che arte non è ma mira solo a “épater le bourgeoi”, a dissacrare, demolire, scandalizzare. Non mi piace il fondamentalismo culturale per il quale “o sei dei loro o non sei”. Non mi piacciono l’aspetto permissivo verso le droghe, l’ostilità al nucleare e le panzane (in gran parte) ambientaliste.
    Su ognuno di questi argomenti si potrebbe aprire una discussione e forse, spero, lo faremo. Per ora mi sono limitato a chiarire il mio pensiero, senza ambiguità e senza giudicare quello degli altri, legittimo quanto il mio.
    Posso dire che i miei convincimenti sono anche frutto di una vita di esperienze, dall’aver visto le miserie e le macerie lasciate dal comunismo e dopo aver vissuto in una regione dove la sinistra, sostenuta da una magistratura in gran parte politicizzata, comanda da sessant’anni congelando ogni iniziativa che non sia di parte, della loro parte, o che non porti denaro, potere e posti di lavoro ai loro affiliati, ai loro figli e congiunti vari.
    Spero di essere riuscito a spiegare perché non voterò a sinistra ma sosterrò Silvio che non è certo uno stinco di santo né un luminare della politica ma, almeno nel confronto con la parte avversa, diventa un vero titano.
    Con questo non tornerò più a trattare di politica perché voglio bene a tutti i miei fratelli di Corso e non desidero che nubi ideologiche appannino i nostri rapporti.
    Un abbraccio a tutti.
    Luigi (Giggione)

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  3. Francesco Miredi18 mar 2010, 12:15:00

    Carissimo Ettore personalmente non giudico positivamente quest’ultimo dibattito. E’ vero abbiamo discusso in tanti e ci sono stati nuovi piacevolissimi ingressi quali: Carlo Maria, Giovanni e Federico (Massimo è già stato dei nostri), ma ho l’impressione di essere caduto nella trappola del becero qualunquismo e degli schieramenti da stadio. Ci sono state le dichiarazioni pro e contro Berlusconi; gli slogan anti comunismo; gli inviti alla pace e alla costruzione fattiva (la cazzuola è uno strumento suggestivo a me gradito perché inneggia alla costruzione mattone dopo mattone); le provocazioni di Ard e il pragmatismo, altrettanto provocatorio, di Gino ma tutti siamo rimasti invischiati in una sterile rappresentazione delle nostre preferenze ideologiche (destra, sinistra o “elastico”) o personali (Berlusconi e ….). Direi anzi che c’è stata una netta involuzione perché oltre alla perentoria dichiarazione di guerra fatta da Giovanni Papi conto gli ex comunisti “a prescindere”, sono state evidenziate considerazioni che non hanno riscontro reale; la Morante era figlia di una maestra ebrea; il padre di Moravia era ebreo, quest’ultimo (la cui cultura scolastica si era fermata alla licenza ginnasiale e non è mai stato agiato sino agli anni sessanta) è stato perseguitato dai fascisti per quello che scriveva ed è stato, negli anni 50, accostato alla sinistra solo per le frequentazioni professionali (in Grecia il suo più grande amico era Montanelli), la Morante aveva, come unica passione, l’arte e non si è mai avvicinata ad alcuna ideologia politica; la minoranza non è formata solo dagli “intellettuali” (la cultura è l’unica cosa che invidio fra le qualità umane) ma anche da tante persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese; io e, come me, tanti che fanno parte della minoranza, ho lavorato e lavoro per dodici ore al giorno. Ecco, quel dibattito ha portato a dichiarazioni che toccano e possono offendere la persona; per questo concordo con Giovanni Bernardi quando dice che le discussioni politiche (o meglio le campagne elettorali) non servono a niente.
    Avrei preferito sentire Giggione sulle sue esperienze internazionali per meglio capire come siamo realmente considerati all’estero; avrei preferito sentire da Carlo quanto le intercettazioni hanno avuto, sin’ora, peso sulla lotta alla criminalità; avrei voluto sentire il parere di tutti coloro che, come Lorenzetti, hanno avuto a che fare con i contratti della pubblica amministrazione; avrei preferito che Carlo Maria non si fosse limitato a citare lo slogan “sbaglia solo chi fa” ma mi avesse rappresentato la sua idea del fare e, magari, la differenza fra il fare e l’essere onesti. Questa mia richiesta, caro Carlo Maria, è ancora più sentita dopo che, trascorsi quarant’anni, ti ho rivisto ed ho ritrovato in te lo stesso semplice, sano e onesto ragazzo di tanti anni fa.
    Probabilmente, per tanti, discutere di questioni politiche significa fare proselitismo oppure violentare convinzioni radicate in gioventù e foraggiate da lunghe esperienze lavorative e sociali; non è così e proprio gli accadimenti degli ultimi vent’anni dovrebbero insegnarci che le bandiere di partito hanno perso ogni significato e ciò che tu chiami elasticità è, in realtà, la capacità, ormai necessaria e fondamentale, di razionalizzare ogni provvedimento e/o fatto relativo al vivere comune. L’invito iniziale era è resto quello di argomentare i fatti attraverso le proprie esperienze al fine di verificare, attraverso l’altrui esperienza, sino a che punto la propria valutazione possa essere considerata esatta; non altro.
    Francesco

    P.S.
    Avevo scritto il mio commento ieri sera. Oggi ho visto il commento di Giggione e condivido il suo pensiero finale; sul resto entrerò poi nel merito solo relativamente a quegli aspetti sociali che possono

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