martedì 23 marzo 2010

La diffidenza.

Ciao ragazzi
Dopo una settimana di “assordante” silenzio, sento il desiderio di parlare con voi di un altro aspetto caratterizzante gli umani rapporti nella attuale società: la diffidenza.
Venerdì scorso, ho marinato il mio lavoro e, con mia moglie Anna, ho venduto le uova di Pasqua per l’associazione AIL (Associazione Italiana Leucemia). Devo dire che, come sempre, la generosità dei milanesi è notevole e, complice anche un ottimo cioccolato, si faceva fatica a stare dietro le vendite con la conseguenza che la raccolta è stata più che soddisfacente. Il mio nuovo look barbuto (che a mia moglie non piace) mi ha permesso poi di allacciare rapporti con numerose piacevolissime fanciulle ultra settantenni.
Verso sera, a giornata quasi conclusa, mi si è avvicinato un tizio che probabilmente mi aveva già visto altrove e, con aria sarcastica, mi ha detto; “ Ueh avvucat, nun te basta quanto guadagni?”. La sua avrebbe potuto essere una semplice battuta scherzosa ma il tono non lo era e dava l’impressione che realmente egli pensava all’esistenza di un mio tornaconto monetario.
Sono convinto che l’istinto di solidarietà è innato nell’essere umano ma, oggi più che mai, esso viene sovrastato dal terrore di essere ingannati. Prende, così, soppravvento la diffidenza o sfiducia negli altri e, in considerazione del fatto che ogni imput esterno viene codificato e giudicato secondo il proprio modo di essere, sorge spontanea la domanda: e se non mi fidassi degli altri perché non mi fido di me stesso?.
D'altronde le truffe, i santoni, le false associazioni senza scopo di lucro sono troppe e quando ci si accosta con la guardia abbassata a chi professa “il bene” si rischiano ferite che difficilmente sono rimarginabili.
In che ambito dobbiamo, quindi, collocare la diffidenza; come un’arma difensiva positiva che ci aiuta a vivere meglio o come una rappresentazione esterna di una, consapevole o inconscia, voglia di “fregare” l’altro?. La saggezza ci porterebbe a scegliere una risposta equidistante ma se ci soffermassimo a cercarla analiticamente, magari attraverso una visione mirata delle abitudini sociali e l’interiore analisi delle intime convinzioni, potremmo imparare a meglio valutare i relativi atteggiamenti, nostri e del mondo che ci circonda.
Se avete voglia, parliamone.
Un caro saluto a tutti
Francesco

3 commenti:

  1. Caro Francesco, questo sì che è " costruire " ! Hai , come al solito, saputo toccare un tasto dolente. La generosità, la solidarietà, il donarsi, si coniugano, spesso, sempre più spesso ,con il concetto di diffidenza.Il caso negativo da Te rappresentato è , purtroppo, indicativo di un diffuso malcostume, proprio di quella gente, tanta, troppa, sempre di più ,che, armata di martello pneumatico, produce quell' "assordante" rumore che distrugge senza nulla apportare, in termini di costruzione, alle opere che Tua moglie, Tu, migliaia di persone, milioni di persone fanno per alleviare le difficolta di fratelli meno fortunati. Certamente molti di quelli che parlano hanno le loro buone ragioni per farlo: sono stati truffati, hanno cognizione diretta di furberie collegate a questa o a quella iniziativa asseritamente benefica, dimostratasi, invece, una bufala. Esiste questo nucleo di "vittime" alle quali, gratuitamente e senza prove, si aggiunge l'esercito di coloro che si contrappongono ai milioni di volontari, di benefattori, di silenziosi operai della cazzuola. Il danno che essi provocano è enorme e non si basa sulla diffidenza, nè penso che sia frutto di ragionamenti adeguati. Esso é la prova di quello che da sempre vado dicendo: il pettegolezzo qualunquista è figlio dell'egoismo, dell'invidia, della incapacità, o meglio, della volontà di non volere, di darsi agli altri: mi chiedo se, mettendo in discussione la mia spicciola filosofia di vita, non sia molto più facile mettersi al balcone e sciorinare tutti gli anatemi che sull'argomento si ascoltano, piuttosto che affrontare i disagi di uno o più giorni di sana disponibilità verso l'altro. Indubbiamente coloro che usano il percussore non pagano, Tua moglie, Tu , tutte le migliaia di volontari di domenica scorsa , al di là della soddisfazione , questa si' impagabile, non avreste fatto storia se non ci fosse stato l' "
    imbecille" ed in mala fede di turno; e come lui tanti! Conclusione, per il mio modo di vedere, scontata: non è possibile, non mi è stato mai possibile, rimettere sulla mia stessa strada questi imbelli mestatori. Sono convinto che i delinquenti esistano e fanno danni: la Legge può individuarli e punirli. Gli altri, come il cialtrone che Ti ha rovinato una giornata di sana condivisione delle speranze altrui, non avranno mai il piacere di sentirsi appagati e realizzati. Continueranno ad esaltarsi per la loro vuotezza interiore, aggiungendo alla loro rabbia, di cui sono portatori sani, tanta cattiveria ,tante delusioni. E la società che ci circonda, così continuando, si sentirà, anzi sarà senza che essi se ne accorgano, sempre più vuota, sempre meno disponible a sentire il lieve, quasi impercettibile rumore di Tua Moglie, di Te, di quelli che come Voi, ogni giorno costruiscono con il cemento e con la cazzuola e che tengono ancora in piedi questa nostra bella e sciagurata Italia. Continua, non Ti chiedere perchè intorno qualcuno ti interroga sul perchè lo fai: fallo sapendo che stai costruendo e che , intorno a Te o lontano da Te, qualcuno riceverà i benefici del Tuo impegno, delle Tue rinunce, del Tuo Sudore ! Non chiederti, perciò, che fine fanno i tanti, mille, poi mille, altri mille che spargono notizie non vere: essi non costruiscono, distruggono. Il Tuo invito porterebbe a prendere atto della necessità di una difesa; io credo, e su questo spero che tanti vogliano dire la loro,seguendoTi, io credo, invece, che il seminare non richieda di pensare ma solo di fare gesti automatici di autentica bontà che potranno portare solo il bene . E con il bene, la crescita anche culturale degli imbelli che oggi tanto male producono.Grazie per quello che hai fatto ! Un abbraccio Carlo Minchiotti

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  2. Grazie Carlo per le tue parole. Tante volte, qui ed in altri contesti (mai politici) parlo delle mie personali esperienze per evidenziare aspetti umani e sociali non sempre comprensibili (almeno a me) e che meritano approfondimenti. La tua idea del costruire mattone dopo mattone, alla base anche di importanti antichi pensieri filosofici, è, ad esempio, molto meno teorica di quanto possa sembrare. Se ti va, dammi un accenno via a mail e ne parliamo direttamente.
    Ti abbraccio
    Francesco

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  3. Grazie Carlo per le tue parole. Tante volte, qui ed in altri contesti (mai politici) parlo delle mie personali esperienze per evidenziare aspetti, personali e sociali, non sempre comprensibili (almeno a me) e che meritano approfondimenti. La tua idea del costruire mattone dopo mattone, base ideologica di antiche filosofie, è, ad esempio, molto meno teorica di quanto possa sembrare e, se ti va, dammi un accenno via a mail e ne parliamo direttamente.
    Un abbraccio
    Francesco

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