Frequentavamo il 108° Corso di Stato Maggiore, anno accademico 1983-1984, Scuola di Guerra di Civitavecchia … qualche chilo in meno, qualche ruga in meno qualche capello in più (non io che ero già a zero) …
Giornata impegnativa in quella enorme aula che conteneva metà Corso ... compito di Servizio Informazioni … un terreno piatto circondato da una zona collinare … Azzurro in difesa e una Divisione corazzata Arancione all'attacco. Bisogna studiare il terreno, sistemare i reggimenti carri e corazzati laddove manovrano con più efficacia … le finestre dell'aula sono chiuse e nell'aria volteggia il fumo che i nostri cervelli emanano nello sforzo di essere o apparire intelligenti … il silenzio è rotto solo dallo sfrigolio di qualche foglio estratto dalle tasche o dalle borse, che i nostri occhi sbirciano di nascosto (forago no puede equivocar!) ….
Anche io mi guardo intorno …. penso … consulto qualcuno più bravo con uno sguardo pieno di almeno 20 punti interrogativi … e poi disegno a china la mia soluzione, sistemando sul terreno i reggimenti così come credo sia più saggio.....
Ecco ho finito e potrei consegnare … ma non lo faccio per due motivi: il primo: c'è ancora tempo ed è meglio sfruttarlo tutto; il secondo: Giorgio, che da tempo ha ormai rinunciato a riflettere e nutre piena fiducia nelle mie doti di “Tattico”, è immerso nella copiatura del mio elaborato.
Riguardo il mio elaborato .. accidenti che stupido! Ho messo le bretelle a due di quei rettangolini che volevano indicare i reggimenti carri e così questi rappresentano “volgari” reggimenti di fanteria! Come fare, se il disegno ormai è fatto a china? Soluzione: metto un asterisco vicino ai due reggimenti indicati e nella parte inferiore del foglio metto la nota: devono intendersi come due reggimenti carri!!!
Intanto Giorgio sbuffa, mi chiede insistentemente di spostare il gomito perché non legge bene … copia con la costanza e la precisione di un piano quinquennale!
Qualche giorno dopo, l'insegnante (Col. ?) commenta in aula il compito e con grande soddisfazione accerto di aver trovato la soluzione più ortodossa e normale. Ne do conferma al mio compagno di banco Giorgio, che si congratula con me. Aspettiamo il voto con serenità …
dopo qualche giorno il nostro (mio e di Franz- Giorgio) Comandante di Sezione (Ten. Col. Giacobazzi) convoca me e Giorgio presso l'ufficio del titolare di cattedra di Servizio Informazioni.
L'accusa e la contestazione: uno di voi ha copiato, chi? Provo a spiegare che la soluzione trovata da me e da Giorgio è quella che ha trovato il 90% del Corso … il Colonnello si inquieta e mi dice che non è quello il motivo bensì che ha la certezza che uno di noi due ha copiato. Ci mostra gli elaborati! … anche Giorgio ha messo le bretelle di fanteria ai due reggimenti … ha messo lo stesso asterisco e la stesa nota!
Lo guardo e dai miei occhi scappano insieme, come saette, incredulità, stupore, rabbia, costernazione ecc ….
Giorgio mi guarda e dice: “adesso capisco che quella nota che hai messo con quell'asterisco non era un “colpo di genio” per confondere il nemico … ma solo un errore di scrittura”.
Poi, rivolgendosi al Colonnello: “ Bon, me par evidente che g'ho copià mal! La marmellata l'ho rubata io, lasci in pace Franz (che sarei io .. anzi siamo tutt'e due Franz!) che g'ha fatto tutto ben! Guardi i voti che abbiamo preso sinora nella sua materia e capisce da solo chi ha copiato, senza bisogno di chiamarmi qua a fare questa figura de m.... che cosa vuole che faccia? Me ammazzo?
Ok mi dimetto dal corso, torno a casa, contento?”
Naturalmente Giorgio ha continuato a frequentare il corso; naturalmente abbiamo preso due paduli. Io 17 perché ..avevo fatto copiare Giorgio e Giorgio 12 perché aveva copiato!
Pierfranco.
Anche noi CC abbiamo frequentato la Scuola di Guerra per qualche mese, caro Gianfranco. Una cosa che ricordo e che a me appariva abbastanza curiosa, se non ridicola, erano i "compitini"
RispondiEliminache voi facevate nel corso di alcune lezioni ed i "voticini" a matita (rossa e blu)apposti in calce dai Col/TCol insegnanti. Proprio come alle Scuole Elementari! E quella palla del discorso sul Metodo con le LAP e le PAN! Come a voler codificare cose scontate ed assolutamente non codificabili (almeno a parer mio). Non so se in guerra ci si debba comportare così per ogni decisione. Certo è che, se così fosse, quando
si arriva a qualche conclusione, "arancione" o chi per lui ci avrebbe già fatto un "mazzo" così! Spero che nella pratica le cose vadano diversamente. Un abbraccio! Carlo MORI
Al di là della giusta irononia di Carlino, io ricordo invece con piacere l'anno trascorso a Civitavecchia.
RispondiEliminaLo ricordo con piacere, primo perché si era "riformato" il Corso e, almeno nello spirito, è stato come fare un salto indietro di un decennio e mezzo; secondo perché, venendo dalla sperduta e negletta "provincia", ho avuto modo di imparare ad inquadrare il mio ruolo e le mie responsabilità in un qualcosa di più razionale, di più ordinato, di meno pressappochistico.
Per dire quanto si fosse veramente provinciali, ricordo il giorno in cui ci fu il primo "compitino" di s.SM: bisognava comporre un messaggio, indirizzarlo ad un certo numero di destinatari, per ordinare lo svolgimento di una certa attività. Quando vedemmo il tema proiettato sullo schermo, ci fu un corale sospiro di sollievo per lo scampato pericolo: che ci vorrà a fare una cosa tanto semplice, per dei Capitani anziani che, di messaggi, ne avevano compilati a decine?! Ebbene, sapete quanti dei 154 frequenatori compilarono il messaggio correttamente? non più di dieci!!!
Non Vi dico niente di quando si trattò di scrivere una lettera, perché c'era da mettersi a piangere!
Anche il famoso o famigerato "Metodo", se utilizzato al meglio (senza cioé indulgere in padellate di aria fritta) ha rappresenato un'intelaiatura a supporto di un ragionamento conseguenziale e logico, non necessariamente applicabile alla sola individuazioen delle LAP e delle PAN.
In definitiva, almeno per me la parentesi civitavecchiese è stata molto proficua e mi ha consegnato dei validi strumenti per potermi districare con disinvoltura nel prosieguo della mia attività professionale.
Un abbraccio,
Ettore.