“Ma sarà proprio la liberalizzazione delle licenze dei tassisti a risollevare le sorti del Paese?”
“Ma sarà proprio la liberalizzazione delle farmacie a risollevare le sorti del Paese?”
“Ma sarà proprio la liberalizzazione delle rivendite dei giornali a risollevare le sorti del Paese?”
“Ma sarà proprio la liberalizzazione della professione forense a risollevare le sorti del Paese?”
“Ma sarà proprio........?”
Ciascuna delle categorie interessate ha urlato questa domanda ironica dall’interno del “posto scoglio” eretto a difesa dei propri privilegi.
Ciascuna delle categorie interessate ha versato fiumi di lacrime , sciorinando cifre che vorrebbero dimostrare come i redditi di ciascun adepto siano poco al disopra della soglia di povertà.
Ciascuna delle categorie interessate ha minacciato ferro e fuoco, nel caso in cui solo ci si azzardi a pensare di intaccare i rispettivi monopoli corporativi.
Io, da povero cittadino, potenziale utente dei loro servizi mi domando: “ma se mezzo mondo ci dice da anni che bisogna liberalizzare, possibile che siano tutti dei deficienti?”
E sempre io: “ma se siamo ridotti come siamo ridotti, possibile che nessuno ne sia colpevole, quanto meno per concorso?”
Ed ancora io: “ ma chi potrebbe cercare di risolvere il problema, visto la latitanza della cosiddetta politica?”
A proposito di “politica”: in questo clima di furia liberalizzatrice, l’unico mercato che resta protetto (quasi blindato) –e con tutti i suoi privilegi- è proprio quello della politica che, dopo la bocciatura dei referendum, non deve più temere pericolose “ingerenze” da parte degli elettori.
Ciao a tutti,
Ettore.
Caro Ettore, credo sia solo una grande sceneggiata che contribuirà ad aumentare il caos che regna in Italia, con modesti risultati positivi per l'Economia nazionale. Dio ce la mandi buona! Ciao a tutti. Carlo MORI
RispondiEliminaCari Amici
RispondiEliminacerto non e' facile non condividere pessimismo e pensieri negativi; ci sono mille argomenti a sostegno dei punti sollevati da Ettore e dagli altri colleghi.
Io mi permetto di chiedere: e allora? voglio dire, dobbiamo solo subire e lamentarci tra noi o cercare un approccio piu' costruttivo? possiamo cercare qualcosa di buono nelle misure che l'attuale governo sta varando o dobbiamo schierarci con il movimento "forconi" e "trasportatori" e "farmacisti" ed "avvocati" etc?
Poco tempo fa ho scritto sul nostro blog un commento negativo (che non trovo piu')sulle prime misure adottate che hanno colpito soprattutto i soliti noti e piu' facili da spogliare. Queste misure non bilanciano certo i prelievi forzati che siamo chiamati a versare, ma almeno ci fanno vedere che qualcuno sta provando ad andare nella direzione piu' giusta: colpire l'evasione fiscale e le rendite da posizioni privilegiate. E' un avvio ed e' significativo. La mia paura e' che i politicanti che pur noi abbiamo votato, si riappropriera' presto delle leve di potere e tornera' alle vecchie abitudini.
Forse dobbiamo sforzarci di cercare una via, una direzione, una rappresentanza... qualcosa che non ci limiti alla lamentela sterile, alla posizione di pensionati senza prospettive che si rifugiano in parole.
Non ho in mente un'azione concreta, ma forse dovremmo eleborare qualche pensiero positivo che sottolinei e porti avanti le tante eccellenze del nostro Paese e di molti suoi nativi.
Vi abbraccio
Renato Scuzzarello
Caro Renato,
RispondiEliminainnanzi tutto, ben tornato: è sempre un piacere leggerti!
Prima di iniziare, tuttavia, ti posso assicurare che non sono né mi sento di essere un "penzionato senza prospettive che...": penzionato sì ma ancora in grado di avere speranza in un futuro meno disastroso.
Pur essendo il classico "solito noto" (almeno dal 1970), ritengo che quanto attuato da questo Governo sia stato ineluttabile ed ineludibile; magari non completamente giusto ma necessario sì.
La dobbiamo smettere di essere schiavi di questa o di quella categoria che pensa solo a salvaguardare e perpetuare i propri interessi, fregandosene di quelli degli altri; dobbiamo smetterla di "concertare" con soggetti privati (quali sono Confindustria ed i Sindacati, che rappresentano solo una parte del Paese) politiche economiche che devono essere concepite e gestite da chi ha la responsabilità di TUTTI i Cittadini; dobbiamo smetterla di considerare il "pubblico" alla stregua di una riserva di caccia, solo per pochi eletti.
Continuiamo a parlarne e vedrai che le idee verranno fuori e senza fare gli enrgumeni!
E ti dirò di più: per dimostrarti come la penso, ti manderò sul tuo indirizzo un articolo che ho inviato ad un giornale locale.
Un abbraccio,
Ettore.