domenica 4 marzo 2012

De copulandum

Sembra, anzi è certo che un paio di aspiranti ragionieri di Bassano del Grappa alternino le sedute sui banchi con quelle “nei bagni”; i risultati delle prime non è dato conoscerli, mentre quelli delle seconde sono stati monetizzati in giorni di sospensione per entrambi i protagonisti, anche se in maniera asimmetrica.: a lei, novella Eva, molti di più!
L’episodio si presta a mio avviso ad un paio di considerazioni che sono strettamente connesse al periodo storico che sta vivendo la gioventù italica.
La prima (volutamente provocatoria) riguarda il fatto che, non di rado, delle adolescenti non si fanno scrupoli a immettere in rete loro video volgari; vanno in giro in una maniera che farebbe vergognare pure una chantosa; non esitano a concedersi. Se così è, sorge allora spontanea una domanda: ma quei due quindicenni che hanno fatto sesso (seppur a scuola), per il piacere, per desiderio, magari pure con un po’ d’amore, nascosti invece che esibendosi, erano da punire in maniera tanto severa? Non rappresentano, invece, quella “normalità” che sembra essersi smarrita nel rincoglionimento generale farcito di devianze di ogni genere? In fin dei conti, hanno solo obbedito alla Natura!
La seconda considerazione (decisamente più amarcord), parte da lontano, dai nostri tempi, quando eravamo giovani, quando andavamo a scuola e quando “ci tirava” da far invidia ad un toro. Ricordo che, al Liceo, le quattro ragazze che erano in classe con me indossavano un grembiule nero la cui lunghezza superava abbondantemente il ginocchio e che, quando erano sedute, arrivava quasi al pavimento; e, sinceramente, non ricordo se i bagni fossero di grandezza tale da consentire delle “camporelle” estemporanee. Quelle ragazze, quando dismettevano il grembiule nero, non è che si trasformassero tutte (o almeno quelle con il fisico giusto!) in femmes fatales o si abbandonassero a scene, diciamo così, poco acconce; no, anche con un paio di calzoni attillati ed un camicetta che “faceva immaginare tutto” incutevano e pretendevano rispetto: e non è che fossero tutte delle frigide!
Erano ragazze “acqua e sapone”, che si prendevano le prime cottarelle (come noi ci prendevamo le nostre); erano ragazze che, per farsi notare dall’oggetto del cuore, ammiccavano ingenuamente e non, invece, scoprivano la coscia.
Da troppo tempo, invece, da quando fu lanciato il famigerato grido di battaglia “l’utero e mio e me lo gestisco come voglio” le cose sono cambiate e, se permettete, non sono cambiate in meglio; quel grido, sempre a mio parere, non ha “emancipato”, non ha “liberato”, bensì ha reso la donna schiava di atteggiamenti comportamentali che le vengono imposti da tutta una serie di falsi profeti: da i social network, dalla maggior parte dei programmi televisivi, dall’ignoranza generalizzata in cui vivono, in buona compagnia dei maschietti.
Non mi piace né voglio fare del moralismo “tanto al chilo”, però ritengo che sia di tutta evidenza il fatto che la maggior parte della gioventù italica sia costituita da soggetti che hanno, volutamente o no, rinunciato ad essere giovani, nel senso che, storditi dal “nulla” che li circonda, bruciano le tappe di quella maturazione che è decisa ed imposta dalla Natura: a venti anni, sono già vecchi!
E badate, non è solo una questione “fisica”, perché, a ben vedere, perdere la verginità non ha mai ammazzato nessuno! E’, soprattutto, una questione morale, una di quelle questioni che condizionano la vita intera, sia nel privato come nel pubblico; perché, quando si arriva già interiormente “vecchi” all’età in cui si dovrebbe incominciare a vivere, a produrre, a costruire, penso che si incontreranno difficoltà praticamente insormontabili.
In conclusione, mi sento di poter affermare che il naturalissimo gesto dei due quindicenni aspiranti ragionieri, sia da condannare per il luogo e, soprattutto, per l’età: sempre che si sia trattato solo di quello e non nasconda, invece, i sintomi di un degrado morale ben peggiore ed irreversibile.
Ciao a tutti,
Ettore.

3 commenti:

  1. Carlo Minchiotti4 mar 2012, 19:32:00

    Non voglio cadere nella provocazione cochon di Ettore ma non posso non condividere le Sue giuste osservazioni sulle modifiche del costume. Il progredire della vita aggiorna le virtù, specchio della società. Ed i tempi che viviamo non sembrano essere edificanti soprattutto se li vediamo con il nostro occhio che ci appare l’unico giusto, in grado di percepire solo gli aspetti esaltanti di un tempo che fu. Prendete, ad esempio, la televisione, il cui ruolo importante è stato vitale , negli ultimi decenni, per l’acculturazione della popolazione: basti pensare al ben noto ruolo che essa ha avuto nella storia del nostro paese per l’unificazione della lingua, l’accrescimento della cultura, la diffusione delle notizie, l’apertura al nuovo ed al vario, con occasioni , spesso eleganti, di svago per tutti.Anche per la Famiglia la televisione ha rappresentato, al suo interno, un momento significativo di unione, favorendo l’apertura di discussioni per confrontarsi e discutere e, in buona sostanza, elevarsi.Che meraviglia poter vedere quello che capita all’altro capo del mondo, venendo a conoscenza, in diretta, di fatti, luoghi e persone altrimenti sconosciuti.Quella scatola, oggi buffa, che troneggiava nella sala buona di casa ha anche consentito di promuovere la solidarietà verso genti non conosciute, vittime di catastrofi portate all’attenzione di tutti nella loro drammatica attualità.
    Quella vecchia “ amica”, al pari delle quattro compagne di scuola di Ettore, ma ugualmente di tutti noi, si è trasformata in una presenza invadente ed alle volte anche un po’ minacciosa. Da ragazzini le trasmissioni iniziavano nel pomeriggio con la “TV dei ragazzi “ e la sera, ad un certo punto, vi era, come nelle caserme che poi avremmo frequentato, il “ silenzio “ con tanto di musica e la scritta “fine delle trasmissioni” . Allora sembrava che tutto avesse un inizio ed una fine e che anche le cose , innocenti, giovanili e “ sconce” che facevamo seguivano la logica di una certa leggiadria.Ora la televisione segue logiche commerciali, non ha fine nel suo rutilante susseguirsi di film,telefilm,televendite,talk-show, e pubblicità. Ad essa non c’è scampo,atteso che la scatola di un tempo è stata sostituita da quadretti sottili, moltiplicatisi in modo esponenziale per arredare più locali di un appartamento. E da “ amica “, al pari delle modalità invasive citate da Ettore per le donne assurte a nuova dignità , essa è stata etichettata come “ cattiva maestra “, capace di modellare atteggiamenti, opinioni, valori ed anche, ormai, anche i comportamenti, permeando , con questa massiccia presenza nelle nostre abitazioni ,molti momenti della giornata e dell’esistenza nostre e dei nostri giovani.Molti di quei programmi diffondono modelli di comportamento falsi e degradanti, trasmettono immagini di brutale violenza, diffondono resoconti distorti o informazioni manipolate su fatti e problemi di attualità. Essa, quando tratta argomenti seri che riguardino le istituzioni sociali, i governi, le religioni, lo fa spesso indulgendo in sensazionalismi e , assai volentieri, senza il rispetto della verità.
    Con queste continue vessazioni mediatiche, gli animi giovanili, quelli in crescita come quelli già adolescenti, privati sempre più frequentemente, delle linee guida dei genitori e dei nonni, impegnati modernamente in altre faccende, deviano, allentano i freni, si concedono alla novità; non percepite come il male ma, piuttosto, come una trasgressione da partecipare all’esterno per far valere i propri diritti e la propria acquisita “ maturità “.
    Possiamo non starci, ma è così. Non ci rassegniamo, cercando di coinvolgere i giovani a riflessioni sulla necessità di affermarsi nella vita, seguendo il percorso più difficile e meno scontato. Tanti, tantissimi sono in grado di ascoltarci; dobbiamo solo avere l’umiltà di comprenderli e di agevolarli in un percorso che non li escluda ma li faccia sentire protagonisti nelle loro comunità, tanto diverse da quelle ricordate da Ettore e da me, quelle felici di tempi, ahimè, ormai lontani.
    Un abbraccio a Tutti
    Carlo Minchiotti

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  2. Francesco Miredi5 mar 2012, 13:03:00

    Bello, sereno ed equilibrato il commento di Carlo. Tra non molto diventerò nonno per la prima volta e, se i genitori me lo permetteranno, spero di riuscire ad infondere in mia nipote il piacere di recepire tutto ciò che di buono possiamo apprendere dagli altri comunicando direttamente e non attraverso uno schermo. Ciao
    Francesco

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  3. Francesco diventerà nonno tra non molto. Io lo sono diventato il 1° marzo con la nascita di mia nipote Elettra, figlia di Maria Vittoria e di Matteo Rossini.

    Ritorno al tema proposto da Ettore per indicare il grave pericolo che corre la gioventù italiana di oggi: droga e alcol. E' un pericolo gravissimo, di fronte al quale il sesso dei due studenti di ragioneria scompare. Oggi (ma questo accade già da qualche anno) non è infrequente che ragazzi comincino a bucarsi a 15 anni, distruggendo le loro cellule cerebrali. Stessa cosa si dica per l'alcol. E' invalsa l'abitudine di fare il 'chiusino'. Gli adolescenti, approfittando dell'assenza dei genitori, invitano gli amici a casa e l'unico loro divertimento è quello dello 'sballo'. La gioventù di oggi si sta autodistruggendo. Non bastano nemmeno più i centri e le comunità di recuperò. C'è chi si inietta nelle vene anche un mix di eroina e cocaina oppure addirittura alcol puro. Credetemi, secondo me il preside di quella scuola avrebbe potuto cavarsela con una sonora lavata di capo ai due studenti, tenendo conto di quello che ho appena descritto e che senz'altro sta accadendo anche nella sua scuola.

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