Emanuele Basile: PRESENTE ! Lo sei nel cuore di tutti noi, orgogliosi come non mai di averTi conosciuto ed apprezzato, di essere stati al Tuo fianco,nella vita di ogni giorno per due o quattro anni. Non un privilegio, non una fortuna, allora ma una rara opportunità di poter oggi dire come sia stato importante conoscerTi. Capita sempre parlare bene di Coloro che ci hanno lasciato; per Te è stato diverso perchè hai testimoniato, con la perdita della Tua giovane esistenza, quell'attaccamento al Dovere, alle Istituzioni, all'Arma. E , questo lo possiamo dire e testimoniare con certezza;Tu avevi già in quegli anni ,ormai lontani, tutte le caratteristiche dell'Uomo buono ma intransigente con se stesso, indirizzato esclusivamente al conseguimento dell'obiettivo prefissato. Come ha detto Carlino Mori di recente, per un'occasione amena vissuta in quei tempi e riportata da poco sul Blog, i ricordi si sovrappongono, creando un misto di realtà, con le sue verità, e di superfetazioni. Di Te, caro Badiba, i giorni dell'Accademia riservano a ciascuno di noi ricordi vivi, di una semplicità senza uguali, con un Compagno di Corso puro, entusiasta, un pò imbranato nelle esercitazioni,sempre teso a dare il meglio in ogni momento. E abbiamo vissuto con Te i due anni di Scuola Ufficiali nei quali le Tue potenzialità hanno riscosso il meritato successo e Tu, come collega, hai continuato ad essere amico di tutti. Sicuramente dal Luogo senza tempo in cui Ti trovi sorriderai di come, in questo anniversario come in quegli precedenti, si cerchino le parole più o meno giuste per esaltare il Tuo sacrificio. Nel mentre vi è la certezza che stai seguendo, con il Tuo sorriso sornione ,i Tuoi Cari, penso che si possa affermare che un Eroe, per il Suo entusiasmo, per il Suo ardimento, si distingua dagli altri per il contegno fermo e valoroso,insensibile al rischio ed alle chimere di una vita tranquilla e comoda. Questo Tuo modo di essere, vissuto da sempre con onestà intellettuale, ha costituito forse la causa scatenante che ha portato menti vigliacche ad armare mani assassine, stroncando la Tua esistenza e privando Tua figlia e Tua moglie di una preziosa Guida e di un insostituibile Compagno. Lascia che, ricordandoTi con grande affetto e con non mai sopita nostalgia, la nostra solidarietà si estenda ad Esse e, con Loro, raggiunga ogni Vedova ed ogni Figlio di tutti i Caduti nella guerra al crimine organizzato e nelle operazioni per il mantenimento della Pace nel mondo. Vogliaci bene, proteggici! Carlo Minchiotti
Caro Emanuele, eccezionale Esempio per tutti (specie in questi difficili momenti che la nostra Italia sta attraversando) e per le giovani generazioni in particolare, motivo di Orgoglio per tutto il 150° Corso, sei sempre vivo, e continuerai ad esserlo, nei cuori di tutti noi che ti abbiamo conosciuto e voluto bene. Ciao, caro vecchio "Badiba"! Carlo MORI
Mi ricorda Carlo Minchiotti, con messaggio, che oggi ricorre il trentaduesimo anniversario dell’uccisione di Emanuele. Il pensiero dei ricordi, specie a Modena ché più forti, è tornato su di lui sovente della vita, ma mai così forte come in questi ultimi tempi. Come anche, diversamente, su Marco che, per ultimo, ho incontrato a Bologna. Emanuele pensava di rendere forte il corpo con la ginnastica per contrastare meglio i delinquenti; non pensava, al tempo, che contro un proiettile sparato vigliaccamente non c’era difesa. Ricordo che mi telefonò a Montepulciano 15 giorni circa prima di essere ammazzato, contento di aver ricevuto il preavviso di trasferimento per San Benedetto del Tronto. Come costume del tempo non ha diffuso, per riservatezza, la notizia. Se l’avesse fatto, chissà, forse si sarebbe salvato. Alla mafia bastava sapere che se ne stava andando. Della sua vicenda so tutto, o quasi, per averla appresa, nel corso di lunghe passeggiate, direttamente dal Procuratore generale di Palermo che veniva a Chianciano Terme per le cure termali. Con calma vi racconterò, con calma, anche la storia della sua “Medaglia al Valore”.
Emanuele era un Carabiniere fino al midollo e credeva in toto nell’Istituzione, amandola fortemente. Nel corso di quella telefonata, che preannunciava un incontro di persona da lì ad un mese, avvertì pienamente i suoi timori più per la famiglia, da poco formata, che non per sé stesso. Era un generoso per natura. Nutriva per sé la preoccupazione di apparire persona che “abbandonava” il campo in un momento che avvertiva difficilissimo anche per alcune incomprensioni ( usò, ricordo, la parola “screzio” per dire “ lieve dissenso” ) sorte precedentemente in Liguria con parte della sua scala gerarchica. Questa era la sua altissima sensibilità ed il senso di rispetto che nutriva per il Superiore. Ma il suo pensiero andava al di là: non voleva abbandonare il “campo”. E non lo ha abbandonato compiendo il massimo: ha donato la vita, bene supremo. Puro nella mente e nel pensiero: di questo sono testimone diretto per i quattro anni, indelebili, trascorsi con lui, in modo stretto, quasi in simbiosi. Poteva apparire un ingenuo ma la bontà e la genuinità della persona, esaltata dalla gioventù, non erano disgiunte da un temperamento forte e pieno di volontà. Come non ricordare con quanta caparbietà ha studiato quella sinossi di “automobilismo” che si portava financo a letto? Quante volte ho ascoltato questa materia, ripetuta quasi a memoria, dalla sua voce?. A nulla serviva dirgli che per noi Carabinieri era una materia secondaria che non meritava tutta quella attenzione. Tanti e tanti altri ricordi si affacciano con il suo volto, a volte tirato dai sacrifici che eravamo chiamati a compiere,ma sempre espressivo, genuino, solare. Emanuele, sei sempre con me e mi consola il fatto che il tuo volto non è invecchiato, non so vederti vecchio, con i capelli bianchi o senza capelli; mi leghi indissolubilmente a luoghi ed altri giovani con i quali ho trascorso un periodo fondamentale della mia vita. Nell’attesa ti abbraccio con tutto me stesso e ti ricordo sempre nelle preghiere. Come con Marco col quale, ora come allora, ri-colleghi. Marcello.
Caro Emanuele nell'anniversario del giorno in cui hai dato la vita per un'Italia migliore desidero salutarTi e ricordarTi con tutto l'affetto possibile unitamente ai Tuoi familiari. Marzio
Caro Emanuele, non saprò mai esprimere con sufficiente efficacia la commozione del Tuo ricordo,comprensibilmente dovuta a quella profonda fratellanza nata e cementata negli indimenticabili quattro anni di vita in comune.Ci univano le motivazioni ideali che a quella condizione ci avevano portati,oltrechè la freschezza dei sogni e la limpidezza dei sentimenti che sostanziavano il senso della missione alla quale ci sentivamo chiamati. Le prove della vita Ti hanno visto sempre convintamente coerente con quello spirito,sicchè è decisamente giusto considerarTi "L'EROE DEL 150°CORSO" ed esprimerTi l'orgoglio della comune appartenenza. Ti abbiamo sempre nel cuore. Emanuele Sticchi
Caro Manuè( come ti chiamavo in dialetto Tarantino ) in Accademia spesso ci siamo tenuti compagnia parlando della nostra città della quale sentivamo nostalgia, programmando i periodi di vacanza. Eri figlio della nostra terra e del nostro mare ove purtroppo da 32 anni sei tornato. Ricordo il tuo impegno in tutto ciò che facesi e le corse che costringevi a fare anche a me sulla spiaggia di Paestum, con un sacchetto di plastica intorno alla vita, per smaltire quel poco grasso rimastoci. Sei stato uno splendido amico, ti prego di proteggere,unitamente a Marco,il nostro Corso, le nostre famiglie e spendi con il buon Dio una parola per la nostra città che ne ha tanto bisogno. Statt buen, Raffaele
Purtroppo, per ragioi personali, non ho potuto essere presente prima in questa pagina per ricordare Emanuele, nell'anniversario della suo omicidio.
Anche nel silenzio, per me come sicuramente per tutti Voi, molte volte il suo ricordo è nei nostri pensieri, e non solo in questa triste circostanza annuale, ma anche in altre occasioni, quando magari veniamo a conoscenza di indecenti comportamenti di autorevoli personaggi che tutto mostrano, tranne l'onestà ed il senso del dovere.
Desidero però dire che i pensieri dei colleghi che mi hanno preceduto in questo blog, mi hanno commosso e turbato: vi ho trovato sentimenti, ricordi e concetti profondi, delicati, dolci e moralmente molto forti e decisi. Sono un bel legame che ci onora e ci unisce profondamente a chi non c'è più. Sono orgoglioso di appartenere (forse immodestamente) a questa bella "Acies".
Carissimo Emanuele, non è vero che "Chi per la Patria muore vissuto è assai". Tu, comunque, hai vissuto tanto intensamente che ancora oggi sei quanto mai vivo nei nostri cuori. Perdonami se sembro troppo "stringato" nell'esprimere i miei sentimenti ma, purtroppo, i miei occhi non funzionano più tanto bene e ho qualche difficoltà nel leggere la tastiera. Comunque ho scritto con il cuore, un cuore non grande come il Tuo, ma sincero. Un fortissimo abbraccio, caro Emanuele e... a presto Elio
Tommaso MELI Carissimo Emanuele, ""EIHHHHHH"!!! Così Ti abbiamo sempre ricordato tra di noi. Sei stato un caro amico e collega impareggiabile.Onesto, serio, motivato e sinceramente altruista. La Tua breve vita ci ha insgnato molto e l'eroismo con cui te ne sei andato è stato sempre per tutti noi del 150° Corso motivo di grande onore ed orgoglio. Sono certo che da Lassù hai vegliato e continuerai a farlo su tutti. Un sincero abbraccio ed un arrivederci....... Tommasino
Ma ……..insomma, leggendo gli interventi per Emanuele, sembra quasi che non lo consideriamo più tra noi. Di conseguenza sembra che ci ricordiamo di Lui una volta all’anno e solo in occasione della ricorrenza di quel maledetto giorno di trentadue anni fa. Guardate che vi sbagliate. Riflettete insieme a me e…….mi darete ragione. Ma quante volte, riflettendo da soli o nel corso dei nostri incontri, abbiamo ricordato quando, con quella Sua cadenza marcatamente tarantina, chiamava Laghezza “Rafaelee”, suscitando la nostra amichevole ilarità che lo preoccupava molto “ perché, non per me, ma per Rafaele che potrebbe incazzarsi”. E a chi di noi non è mai venuto in mente quel “nassone” col quale prendeva in giro Londei. E per caso avete dimenticato quando, alla Scuola di Applicazione, nel corso delle gare di judo, col Suo collo taurino resistette alla mossa di strangolamento portatagli da Viola, che ebbe come sua unica fortuna che l’incontro fu presto interrotto, perché, una volta liberatosi, Emanuele, riuscendo ad “organizzare” la Sua possente muscolatura, lo stava riducendo ad appendice del tatami. Emanuele quindi è vissuto con noi ed attraverso di noi. Abbiamo conosciuto, nel corso dei quattro anni che hanno costituito l’inizio della nostra carriera, un bravo figlio, buono e determinato nel riuscire nella vita. E forse, proprio questa Sua determinazione, non disgiunta dal senso del dovere e dallo spirito di servizio che lo animava, è stata la causa del Suo allontanamento, fisico, da noi. Ma soltanto fisico. A me piace pensare che Emanuele, usando quella riservatezza che lo contraddistingue, si sia momentaneamente allontanato, perché “prescelto” dal Buon DIO per occupare per primo quella nuvoletta a forma di NIKE, l’emblema del nostro Corso, che ci è stata sicuramente assegnata, per riunirci ad Emanuele e a quelli del Corso che, insieme a Lui, già la occupano. Ma attenzione. Conoscendo il carattere e la professionalità di Emanuele, certamente avrà messo sotto controllo la situazione, gestendone con mano ferma gli accessi. Quindi, fatemi la cortesia di fare i buoni, altrimenti poi ve la dovete vedere con Lui. Emanuele,con me, che, come a Monreale nel giorno della scoperta in caserma del busto a te dedicato, si commuove ancora scrivendo, non fare il tuo solito, vedi di non essere troppo il fiscale. Un abbraccio Massimo SCIVICCO
Nella ricorrenza della scomparsa del carissimo amico Emanuele Basile il mio pensiero corre inevitabilmente verso gli anni trascorsi insieme a Modena e poi a Roma. Per me ciò che maggiormente lo caratterizza è la sua grande generosità e sensibilità; sempre pronto ad aiutarti nei momenti di difficoltà e a darti consigli in ogni campo della vita. Emanuele amava l'uniforme e, senza offesa per tutti gli altri colleghi, per me era quello più convinto di trovarsi nel posto giusto. Colgo l'occasione per inviare un affettuoso saluto al fratello di Emanuele che ho avuto il piacere di conoscere a Modena in occasione del nostro quarantennale e di cui Emanuele andava fiero, come tutti noi ricordiamo. Ciao Emanuele, ti abbraccio unitamente ai tuoi familiari e a tutti i colleghi del 150° Corso.
Un esempio di fede, onestà e coraggio; evocarlo è motivo di orgoglio per tutti noi.
RispondiEliminaFrancesco
Emanuele Basile: PRESENTE !
RispondiEliminaLo sei nel cuore di tutti noi, orgogliosi come non mai di averTi conosciuto ed apprezzato, di essere stati al Tuo fianco,nella vita di ogni giorno per due o quattro anni. Non un privilegio, non una fortuna, allora ma una rara opportunità di poter oggi dire come sia stato importante conoscerTi.
Capita sempre parlare bene di Coloro che ci hanno lasciato; per Te è stato diverso perchè hai testimoniato, con la perdita della Tua giovane esistenza, quell'attaccamento al Dovere, alle Istituzioni, all'Arma. E , questo lo possiamo dire e testimoniare con certezza;Tu avevi già in quegli anni ,ormai lontani, tutte le caratteristiche dell'Uomo buono ma intransigente con se stesso, indirizzato esclusivamente al conseguimento dell'obiettivo prefissato.
Come ha detto Carlino Mori di recente, per un'occasione amena vissuta in quei tempi e riportata da poco sul Blog, i ricordi si sovrappongono, creando un misto di realtà, con le sue verità, e di superfetazioni. Di Te, caro Badiba, i giorni dell'Accademia riservano a ciascuno di noi ricordi vivi, di una semplicità senza uguali, con un Compagno di Corso puro, entusiasta, un pò imbranato nelle esercitazioni,sempre teso a dare il meglio in ogni momento. E abbiamo vissuto con Te i due anni di Scuola Ufficiali nei quali le Tue potenzialità hanno riscosso il meritato successo e Tu, come collega, hai continuato ad essere amico di tutti.
Sicuramente dal Luogo senza tempo in cui Ti trovi sorriderai di come, in questo anniversario come in quegli precedenti, si cerchino le parole più o meno giuste per esaltare il Tuo sacrificio. Nel mentre vi è la certezza che stai seguendo, con il Tuo sorriso sornione ,i Tuoi Cari, penso che si possa affermare che un Eroe, per il Suo entusiasmo, per il Suo ardimento, si distingua dagli altri per il contegno fermo e valoroso,insensibile al rischio ed alle chimere di una vita tranquilla e comoda. Questo Tuo modo di essere, vissuto da sempre con onestà intellettuale, ha costituito forse la causa scatenante che ha portato menti vigliacche ad armare mani assassine, stroncando la Tua esistenza e privando Tua figlia e Tua moglie di una preziosa Guida e di un insostituibile Compagno.
Lascia che, ricordandoTi con grande affetto e con non mai sopita nostalgia, la nostra solidarietà si estenda ad Esse e, con Loro, raggiunga ogni Vedova ed ogni Figlio di tutti i Caduti nella guerra al crimine organizzato e nelle operazioni per il mantenimento della Pace nel mondo.
Vogliaci bene, proteggici!
Carlo Minchiotti
Caro Emanuele, eccezionale Esempio per tutti (specie in questi difficili momenti che la nostra Italia sta attraversando) e per le giovani generazioni in particolare, motivo di Orgoglio per tutto il 150° Corso, sei sempre vivo, e continuerai ad esserlo, nei cuori di tutti noi che ti abbiamo conosciuto e voluto bene. Ciao, caro vecchio "Badiba"! Carlo MORI
RispondiEliminaMi ricorda Carlo Minchiotti, con messaggio, che oggi ricorre il trentaduesimo anniversario dell’uccisione di Emanuele. Il pensiero dei ricordi, specie a Modena ché più forti, è tornato su di lui sovente della vita, ma mai così forte come in questi ultimi tempi. Come anche, diversamente, su Marco che, per ultimo, ho incontrato a Bologna.
RispondiEliminaEmanuele pensava di rendere forte il corpo con la ginnastica per contrastare meglio i delinquenti; non pensava, al tempo, che contro un proiettile sparato vigliaccamente non c’era difesa. Ricordo che mi telefonò a Montepulciano 15 giorni circa prima di essere ammazzato, contento di aver ricevuto il preavviso di trasferimento per San Benedetto del Tronto. Come costume del tempo non ha diffuso, per riservatezza, la notizia. Se l’avesse fatto, chissà, forse si sarebbe salvato. Alla mafia bastava sapere che se ne stava andando. Della sua vicenda so tutto, o quasi, per averla appresa, nel corso di lunghe passeggiate, direttamente dal Procuratore generale di Palermo che veniva a Chianciano Terme per le cure termali. Con calma vi racconterò, con calma, anche la storia della sua “Medaglia al Valore”.
Emanuele era un Carabiniere fino al midollo e credeva in toto nell’Istituzione, amandola fortemente. Nel corso di quella telefonata, che preannunciava un incontro di persona da lì ad un mese, avvertì pienamente i suoi timori più per la famiglia, da poco formata, che non per sé stesso. Era un generoso per natura. Nutriva per sé la preoccupazione di apparire persona che “abbandonava” il campo in un momento che avvertiva difficilissimo anche per alcune incomprensioni ( usò, ricordo, la parola “screzio” per dire “ lieve dissenso” ) sorte precedentemente in Liguria con parte della sua scala gerarchica. Questa era la sua altissima sensibilità ed il senso di rispetto che nutriva per il Superiore. Ma il suo pensiero andava al di là: non voleva abbandonare il “campo”. E non lo ha abbandonato compiendo il massimo: ha donato la vita, bene supremo. Puro nella mente e nel pensiero: di questo sono testimone diretto per i quattro anni, indelebili, trascorsi con lui, in modo stretto, quasi in simbiosi. Poteva apparire un ingenuo ma la bontà e la genuinità della persona, esaltata dalla gioventù, non erano disgiunte da un temperamento forte e pieno di volontà. Come non ricordare con quanta caparbietà ha studiato quella sinossi di “automobilismo” che si portava financo a letto? Quante volte ho ascoltato questa materia, ripetuta quasi a memoria, dalla sua voce?. A nulla serviva dirgli che per noi Carabinieri era una materia secondaria che non meritava tutta quella attenzione. Tanti e tanti altri ricordi si affacciano con il suo volto, a volte tirato dai sacrifici che eravamo chiamati a compiere,ma sempre espressivo, genuino, solare. Emanuele, sei sempre con me e mi consola il fatto che il tuo volto non è invecchiato, non so vederti vecchio, con i capelli bianchi o senza capelli; mi leghi indissolubilmente a luoghi ed altri giovani con i quali ho trascorso un periodo fondamentale della mia vita. Nell’attesa ti abbraccio con tutto me stesso e ti ricordo sempre nelle preghiere. Come con Marco col quale, ora come allora, ri-colleghi.
Marcello.
Caro Emanuele
RispondiEliminanell'anniversario del giorno in cui hai dato la vita per un'Italia migliore desidero salutarTi e ricordarTi con tutto l'affetto possibile unitamente ai Tuoi familiari.
Marzio
Caro Emanuele,
RispondiEliminanon saprò mai esprimere con sufficiente efficacia la commozione del Tuo ricordo,comprensibilmente dovuta a quella profonda fratellanza nata e cementata negli indimenticabili quattro anni di vita in comune.Ci univano le motivazioni ideali che a quella condizione ci avevano portati,oltrechè la freschezza dei sogni e la limpidezza dei sentimenti che sostanziavano il senso della missione alla quale ci sentivamo chiamati.
Le prove della vita Ti hanno visto sempre convintamente coerente con quello spirito,sicchè è decisamente giusto considerarTi "L'EROE DEL 150°CORSO" ed esprimerTi l'orgoglio della comune appartenenza.
Ti abbiamo sempre nel cuore.
Emanuele Sticchi
Caro Manuè( come ti chiamavo in dialetto Tarantino ) in Accademia spesso ci siamo tenuti compagnia parlando della nostra città della quale sentivamo nostalgia, programmando i periodi di vacanza. Eri figlio della nostra terra e del nostro mare ove purtroppo da 32 anni sei tornato. Ricordo il tuo impegno in tutto ciò che facesi e le corse che costringevi a fare anche a me sulla spiaggia di Paestum, con un sacchetto di plastica intorno alla vita, per smaltire quel poco grasso rimastoci. Sei stato uno splendido amico, ti prego di proteggere,unitamente a Marco,il nostro Corso, le nostre famiglie e spendi con il buon Dio una parola per la nostra città che ne ha tanto bisogno. Statt buen, Raffaele
RispondiEliminaPurtroppo, per ragioi personali, non ho potuto essere presente prima in questa pagina per ricordare Emanuele, nell'anniversario della suo omicidio.
RispondiEliminaAnche nel silenzio, per me come sicuramente per tutti Voi, molte volte il suo ricordo è nei nostri pensieri, e non solo in questa triste circostanza annuale, ma anche in altre occasioni, quando magari veniamo a conoscenza di indecenti comportamenti di autorevoli personaggi che tutto mostrano, tranne l'onestà ed il senso del dovere.
Desidero però dire che i pensieri dei colleghi che mi hanno preceduto in questo blog, mi hanno commosso e turbato: vi ho trovato sentimenti, ricordi e concetti profondi, delicati, dolci e moralmente molto forti e decisi. Sono un bel legame che ci onora e ci unisce profondamente a chi non c'è più. Sono orgoglioso di appartenere (forse immodestamente) a questa bella "Acies".
Grazie a tutti
Carissimo Emanuele,
RispondiEliminanon è vero che "Chi per la Patria muore vissuto è assai". Tu, comunque, hai
vissuto tanto intensamente che ancora oggi sei quanto mai vivo nei nostri cuori.
Perdonami se sembro troppo "stringato" nell'esprimere i miei sentimenti ma,
purtroppo, i miei occhi non funzionano più tanto bene e ho qualche difficoltà
nel leggere la tastiera. Comunque ho scritto con il cuore, un cuore non grande
come il Tuo, ma sincero.
Un fortissimo abbraccio, caro Emanuele e... a presto
Elio
Tommaso MELI
RispondiEliminaCarissimo Emanuele,
""EIHHHHHH"!!! Così Ti abbiamo sempre ricordato tra di noi. Sei stato un caro amico e collega impareggiabile.Onesto, serio, motivato e sinceramente altruista. La Tua breve vita ci ha insgnato molto e l'eroismo con cui te ne sei andato è stato sempre per tutti noi del 150° Corso motivo di grande onore ed orgoglio. Sono certo che da Lassù hai vegliato e continuerai a farlo su tutti.
Un sincero abbraccio ed un arrivederci.......
Tommasino
Ma ……..insomma,
RispondiEliminaleggendo gli interventi per Emanuele, sembra quasi che non lo consideriamo più tra noi. Di conseguenza sembra che ci ricordiamo di Lui una volta all’anno e solo in occasione della ricorrenza di quel maledetto giorno di trentadue anni fa.
Guardate che vi sbagliate. Riflettete insieme a me e…….mi darete ragione.
Ma quante volte, riflettendo da soli o nel corso dei nostri incontri, abbiamo ricordato quando, con quella Sua cadenza marcatamente tarantina, chiamava Laghezza “Rafaelee”, suscitando la nostra amichevole ilarità che lo preoccupava molto “ perché, non per me, ma per Rafaele che potrebbe incazzarsi”.
E a chi di noi non è mai venuto in mente quel “nassone” col quale prendeva in giro Londei.
E per caso avete dimenticato quando, alla Scuola di Applicazione, nel corso delle gare di judo, col Suo collo taurino resistette alla mossa di strangolamento portatagli da Viola, che ebbe come sua unica fortuna che l’incontro fu presto interrotto, perché, una volta liberatosi, Emanuele, riuscendo ad “organizzare” la Sua possente muscolatura, lo stava riducendo ad appendice del tatami.
Emanuele quindi è vissuto con noi ed attraverso di noi. Abbiamo conosciuto, nel corso dei quattro anni che hanno costituito l’inizio della nostra carriera, un bravo figlio, buono e determinato nel riuscire nella vita. E forse, proprio questa Sua determinazione, non disgiunta dal senso del dovere e dallo spirito di servizio che lo animava, è stata la causa del Suo allontanamento, fisico, da noi. Ma soltanto fisico.
A me piace pensare che Emanuele, usando quella riservatezza che lo contraddistingue, si sia momentaneamente allontanato, perché “prescelto” dal Buon DIO per occupare per primo quella nuvoletta a forma di NIKE, l’emblema del nostro Corso, che ci è stata sicuramente assegnata, per riunirci ad Emanuele e a quelli del Corso che, insieme a Lui, già la occupano.
Ma attenzione. Conoscendo il carattere e la professionalità di Emanuele, certamente avrà messo sotto controllo la situazione, gestendone con mano ferma gli accessi. Quindi, fatemi la cortesia di fare i buoni, altrimenti poi ve la dovete vedere con Lui.
Emanuele,con me, che, come a Monreale nel giorno della scoperta in caserma del busto a te dedicato, si commuove ancora scrivendo, non fare il tuo solito, vedi di non essere troppo il fiscale.
Un abbraccio
Massimo SCIVICCO
Nella ricorrenza della scomparsa del carissimo amico Emanuele Basile il mio pensiero corre inevitabilmente verso gli anni trascorsi insieme a Modena e poi a Roma. Per me ciò che maggiormente lo caratterizza è la sua grande generosità e sensibilità; sempre pronto ad aiutarti nei momenti di difficoltà e a darti consigli in ogni campo della vita.
RispondiEliminaEmanuele amava l'uniforme e, senza offesa per tutti gli altri colleghi, per me era quello più convinto di trovarsi nel posto giusto.
Colgo l'occasione per inviare un affettuoso saluto al fratello di Emanuele che ho avuto il piacere di conoscere a Modena in occasione del nostro quarantennale e di cui Emanuele andava fiero, come tutti noi ricordiamo.
Ciao Emanuele, ti abbraccio unitamente ai tuoi familiari e a tutti i colleghi del 150° Corso.
Franco Cocozzella