Non so se è capitato anche a Voi ma a me capita di dedicare l’attività del mio unico neurone a cercare di capire la composizione della ciurma che dovrebbe governare la “politica” italiana, specie in questo momento apicale del gran casino in cui ci hanno precipitato i cosiddetti “partiti tradizionali”.
Come sempre d’altronde, ognuno di essi sottopone a sforzi inumani la sua (si fa per dire) intelligenza per mettere sul fuoco la sua brava padellona di aria fritta, cercando di imbonire quei pochi illusi che, ancora, hanno voglia e tempo di starlo a sentire; tutti “ammoniscono” sulla gravità della situazione; tutti invocano l’adozione di misure (rigorosamente) inderogabili per una serie sterminata di “riforme”; tutti propinano, senza ritegno, ricette miracolose; tutti si presentano come “salvatori della patria”, ... e tutti blaterano rivolgendosi ad un elettorato di moderati.
Già, i “moderati”, questo sterminato esercito di cittadini che, a sentir i”salvatori” di cui sopra, sono adattabili a qualsiasi idea (sic!) politica, non importa da quale quadrante provenga; dovrebbero essere, in pratica, dei camaleonti in grado di indossare qualsiasi colore ma sempre da moderati!
Siccome penso che l’elasticità abbia un limite, mi sono chiesto : ma che vor dì “moderato”?!
Allora, mi sono preso il mio bravo Devoto-Oli, ho cercato il termine è ho scoperto che: “In politica, contrassegnato da un atteggiamento di centro, pragmaticamente alieno da ogni estremismo e spesso da ogni novità”.
Tale definizione però, oltre a restringere il campo della mia ignoranza, mi ha indotto tutta una serie di domande, e tutte a forti tinte esistenziali: ma, se tutti fanno la corte ai moderati, in che cosa si differenziano le varie “offerte” politiche? Ed ancora: ma, se i moderati rappresentano la stragrande maggioranza in grado di fare le scelte giuste, fin’ora dove erano rintanati?, perché hanno permesso che ci governassero simili personaggi? oppure, prima erano tutti a colori differenziati ed ora si sono convertiti alla “moderazione”?
Ragazzi, qui c’è qualcosa che non quadra, i conti non tornano; qui, qualcuno bara!
Se si accetta la citata definizione, infatti, non si riesce a capire (almeno io non ci riesco) come sia possibile che un “moderato” sia disponibile a votare personaggi che propinano soluzioni quasi opposte, anche se, da buoni ectoplasmi, non sono in grado nemmeno di essere degli “estremisti”.
Quando ero (eravamo) giovani rampanti di speranze più o meno belle, i vari capataz dei Partiti di allora si rivolgevano al loro elettorato, magari speravano di attrarre qualche titubante ma non andavano certo in giro a pietire consensi in un bacino di utenza eterogeneo, quasi senz’anima.
E qui, ritorniamo al mio solito discorso: l’anemia delle Idee comporta, irrimediabilmente, l’anemia della Politica (prego notare le maiuscole)!!!
Tutto si ridimensiona, tutto involve, tutto si restringe, tutto si traduce a miseri interessi privati, tutto si volgarizza, tutto perde di credibilità e...tutto si offre all’ingovernabilità o, se preferite, all’anarchia. Ma la cosa che mi spaventa di più è che, se davvero siamo destinati a trasformarci in una manica di “uomini di mezzo” (secondo me, sinonimo di moderati), non è che siamo nell’anticamera dell’ignavia?!
Se così stanno le cose (e sembra che stiano proprio così) consentitemi un’ultima domanda: qualcuno mi spiega a che servono allora tanti partiti?
Un abbraccio a Tutti,
Ettore.
Caro Ettore, penso di essere il primo a rispondere alla tua chiara domanda:a che servono tanti partiti? Te lo dico io : servono a ricevere TANTI rimborsi ! La proliferazione dei partiti serve proprio a questo, sopratutto se cambiano nome. Infatti continuano a percepire il rimborso del vecchio e prendono anche quello del nuovo partito. E sopratutto se il nuovo partito e'nato da una scissione, il nuovo segretario puo' essere LUI a decidere l'impiego dei fondi e non subire le decisioni altrui. Che ne dici della mia risposta? Un caro abbraccio . Giovanni
RispondiEliminaNon credo caro Ettore. Per me moderato è colui che vuole ascoltare le ragioni degli opposti estremi per poi scegliere una via ragionata che possa andare bene per la situazione contingente. Gli ignavi sono quelli che non ragionano e cavalcano le altrui idee sull'onda della moda o della retorica.
RispondiEliminaTu, per esempio, al di là di ciò che vuoi far credere, sei un moderato (e non far finta di offenderti).
un abbraccio
Francesco
Sno d'accordo con Giovanni. L'ho scritto nel post "una Ferrari in garage". E mi ripeto "Caro Ettore perchè tanti sono i centri di potere ed essi hanno bisogno di soldi, molti soldi per mantenersi. E li prendono là dove sono: non importa dove, anche dalle casse delle mafie. Arrivano ad un punto tale che non possono fare a meno dell'illecito". E' paradossale che un Paese come il nostro si regga sull'illecito quando le leggi certamente non mancano. Ancor di più, è paradossale il fatto che questo nostro sistema politico si basa su principi che sostanzialmente tutti condividiamo.
RispondiEliminaNo, caro Francesco, non mi "offendo" perché credo che tu abbia ragione; ma, "moderato", per me significa avere "idee moderate": senza isterismi, senza urla, senza qualunquismo!
RispondiEliminaIl guaio è che, ora come ora, in Italia tutto questo non c'è, per il semplice fatto che sono le Idee a mancare.
Tu dici che bisogna saper "ascoltare", per arrivare ad una scelta "ragionata"; ma io mi e ti chiedo: chi possiamo ascoltare, in questa palude senza Idee? chi potremmo mai scegliere in questo coacervo di quaquaraquà?
Ecco perché io parlo di "ignavi" che, se ben ricordo, Dante non li ritiene degni nemmeno di entrare all'Inferno, tanta è stata la pochezza intellettuale ( e, di conseguenza, operativa) che ha caratterzzato la loro miserabile esistenza terrena.
Purtroppo (ma non perché lo hanno detto loro), devo riconoscere che Giovanni e Marcello hanno ragione ma, se mi permettete, non mi basta, anzi mi fa inferocire ancora di più!
Tu, Marcello, in un altro commento ti chiedi come abbia "maturato" queste mie riflessioni ed io ti rispondo subito: dalla constatazione che, ahimé, la situazione è quella che descrivete tu e Giovanni e ciò mi induce ad avere (contrariamente alla mia indole) un approccio pessimistico al futuro dell'Italia.
Quello che dite Voi è la pietra tombale di ogni speranza di miglioramento!
Grazie con abbraccio,
Ettore.
Caro Ettore, per rifarmi ai gironi dell'Infermo dell'amato Dante, credo che il diavolo si stia dando da fare per chiedere un amnistia per gli attuali residenti, perchè quando morirà tutta questa Gentaglia che a qualsiasi titolo ci governa, i vari gironi faranno il pienone e ci sarà il rischio che qualcuno non trovando posto finisca in Purgatorio se non addirittura in Paradiso.
RispondiEliminaUn abbraccio
Piuma
Caro Ettore, quando parlo di ascoltare non mi riferisco solo ai politici ma a tutti noi che rappresentiamo la massa elettorale e che eleggiamo chi ci governa. Carlo Mori, a ragione, dice che le mie esternazioni seguono sempre la stessa linea di pensiero, ormai a tutti nota, esageratamente antiberlusconiana. Il mio però non è antiberlusconismo fine a se stesso ma è la negazione assoluta dell'associativismo fra politica ed imprenditoria che ora anche un altro, Marcello Carnevali, ha posto in evidenza non per sentito dire o per dovere di bandiera ma perchè lo ha visto durante la sua vita professionale. E' evidente, però, che se dovessimo convincerci che questa illecita associazione sia ineluttabile, perderemmo ogni speranza di rinnovamento e dovremmo attendere, da inermi spettatori,una rivoluzione di massa capace di stravolgere l'intero sistema. Al contrario, io voglio credere ancora nelle Istituzioni e spero che quelle illecite attività descritte dettagliatamente da Marcello e in generale da Giovanni, abbiano un freno, anche se so che non saranno mai eliminate. Per questo dico che la prima cosa che dovremmo guardare in chi ci chiede il voto è il suo curricul vitae e scartare aprioristicamente, indipendentemente dal colore che porta, chi è anche solo sospettabile di interessi personali o di illecita condotta. So bene che il marcio è riscontrabile ovunque ma una scelta dobbiamo pur farla e questa deve essere la risultante di pro e contro. Di Pietro, ad esempio, non mi è mai piaciuto per il suo modo di interpretare la giustizia ed il giustizialsmo ma è l'unico che si è espresso per l'eliminazione dell'intero finanziamento ai partiti (ciò eliminerebbe le situazioni descritte da Giovanni) e, nel breve periodo in cui è stato ministro delle infrastrutture, ha bloccato tutti gli appalti sospetti; questi punti a suo favore che peso hanno rispetto al fatto che è diventato politico sfruttando la precedente attività di magistrato e, oltre a parlare male l'italiano, mostra una totale mancanza di diplomazia che potrebbe mantenere il suo partito a livello di minoranza assoluta? non lo so ma ci si può e ci si deve riflettere.
RispondiEliminaO ci convinciamo, come dice Giovanni, che la democrazia è una forma di governo debole e iniqua, dando così spazio ad ogni estremo, dalla privazione dei beni personali alla sopraffazione del più forte o dobbiamo saper creare in noi stessi una capacità di scelta che miri al bene comune nella convinzione che esso porti anche al bene personale e, a mio avviso, quest'ultimo è l'unico modo per non mettere pietre tombali alle speranze di miglioramento.
Francesco
Caro Francesco,
RispondiEliminala tua chiusa è un condensato di fede e di speranza (non ci metto la terza per non farti ringalluzzire!) che, ahimé, ritengo molto più congrua ad un documento papale che ad una possibile via di uscita dalla squallida situazione etica in cui versa la stragrande maggioranza della società italiota, ivi compresa quella "maggioranza silenziosa" che sembra tu evochi.
A parte il fatto che, con "i silenzi", si fa ben poco, ritengo che noi non si sia capaci nemmeno di accroccare quella "rivoluzione di massa capace di stravolgere..." che tu paventi; ma di quale "rivoluzione" vogliamo parlare, se per oltre vent'anni è stata millantata per "marcia" quella che era stata poco più di una "gita fori porta"?
Prendiamo atto, Amico mio, che millenni di servitù hanno atrofizzato -nell'italiota di ogni ceto, cultura e credo- l'ormone principale che muove l'uomo a grandi cose: quello della dignità!
Volenti o nolenti, dobbiamo prendere atto che siamo la prova provata dell'esattezza della teoria darwiniana: l'ambiente (politico, sociale, militare,...) millenario ci ha fatto evolvere verso una forma in cui predominano l'individualismo, il pressappochismo, il provincialismo che, tutti insieme, culminano nella famigerata "arte del'arraggiarsi", del "tutto è possibile, unitamente al suo contrario"!
Se questo è vero, come purtroppo è vero, dimme te che ce ne faremmo dei curricula: sarebbero forse diversi nella forma ma, nella sostanza, sarebbero tutti miseramente uguali!!!
Un abbraccione,
Ettore.
Cari tutti, che fare? Il buon Carletto mi ha redarguito in privato, ma poteva farlo anche sul Blog, perchè non condividevo (e scherzandoci un po' pesantemente, circa i possibili interventi da parte di chi esercita la professione sanitaria) le sue intenzioni di mettersi ad "urlare" (altro che maggioranza silenziosa!!!). Mi sembrava una stranezza, poi, sugli "urli" ci sono stati altri autorevoli interventi.. in passato qualcun altro si era schierato con la necessità di "urlare".. ora Ettore ricorda che con i silenzi si fa ben poco...: va bè, mi avete convinto: urliamo ..urliamo tutti. Anche se il popolo italiano rischierà di divenire, oltre che di "eroi, santi, poeti, navigatori..." anche un popolo di "urlatori". Cerchiamo però di trovare un Capo-Coro valido, se no ci dobbiamo arrendere agli eventi, che per ora indicano il "comico" Grillo come il miglior "urlatore" sulla piazza. Un caro saluto. Carlo MORI
RispondiEliminaTra le tante cose che si potrebbero fare subito e non si vogliono fare c' e' la certificazione di qualsiasi soggetto pubblico , con gli obblighi che ne derivano. Partiti, sindacati, associazioni, club culturali, altre amenità , sarebbero così tenuti a presentare statuto e bilancio, dimostrando con trasparenza le proprie possibilità e pagando- secondo le leggi di settore - quanto dovuto, anche poco, per la propria esistenza in vita.
RispondiEliminaUn mio amico , Professore Ordinario, corrisponde alla CISL, il Suo Sindacato, 32 euro al mese,380 in un anno. E quanti lavoratori pagano più o meno e dove vanno a finire quei soldi? E siamo sicuri che i Sindacati non ricevano anche i contributi da Pantalone?
Che paese strano!
Un Direttore di Coro ci starebbe proprio bene ma chi dovrebbe scrivere la musica?
Un abbraccio a Tutti,
Carlo Minchiotti