Eppure era una bella giornata ! Alle 9.00 c’era un sole stupendo e cominciava a far caldo.
Uno si immagina che il terremoto arrivi solo di notte, quando piove e fa freddo.
Oggi no! È arrivato mentre i ragazzi erano a scuola, e sai che lezione! se la ricorderanno per sempre, i genitori al lavoro e i vecchi che si preparavano per la spesa e il pane fresco.
La casa ha ondeggiato, si proprio così , sembrava di essere al mare quando ti arriva addosso un’onda e quella sensazione ti rimane addosso per ore, ti senti le gambe molli e lo stomaco chiuso; ti immagini scosse a ripetizione anche quando non ci sono e poi ……… pensi ai tuoi cari.
Quando sono uscito da casa in bicicletta per andar a vedere se mia madre (una vecchia signora di 92 anni che abita al quarto piano di un condominio popolare degli anni ’50) e l’Accademia erano ancora in piedi, sulle strade c’erano colonne interminabili di auto ( qualche coglione suonava anche il clacson per avere strada libera pensando di averne forse più diritto): erano i genitori che avevano abbandonato il posto di lavoro per andar a recuperare i propri figli; gli scolari delle elementari e medie scherzavano e ridevano nei giardini delle proprie scuole ( si erano già dimenticati tutto! ), mentre quelli delle superiori erano già per le vie del centro a schiamazzare coi telefonini e qualcuno si chiedeva se domani poteva restare a casa , qualcun altro ventilava, felice, l’ipotesi che l’anno scolastico fosse già finito.
Numerosi elicotteri sorvolavano il cielo arrivando da NE diretti agli ospedali della città e numerose ambulanze, a sirene spiegate, attraversavano la città.
L’unico danno in città, per adesso, l’ha subito la Chiesa del Voto, in Via Emilia in Centro, quella davanti a Corso Duomo, ci sarete passati davanti anche voi qualche volta; una grande palla di marmo è caduta dal tetto sfracellandosi sulla strada.
Qualcuno ha fatto l’ovvia battuta: ‘Sto terremoto ha fatto girar le balle anche a lei!
Mia madre e l’Accademia erano ancora in piedi – e chi li ammazza quelli ! – ne hanno passate tante che non sarà certo un dondolio di lampadari a fermarli.
All’una, all’ora di pranzo altre tre colpetti ( si fa per dire! erano sopra al livello 5), e anche stavolta gambe molli e stomaco chiuso (forse anche per il boccone andato di traverso), qualcuno è sceso in strada, io dal balcone ho visto la siepe del giardino sotto che saliva e scendeva, sembrava una scena di un film catastrofico.
Loretta ha preparato una borsa con poche cose, io ho parcheggiato la macchina davanti casa e adesso aspettiamo (cosa?).
Fino a poco tempo fa c’erano quattro punti fermi : i politici onesti, i vescovi e i preti santi, i calciatori che avevano giurato di non barare più e che il terremoto non sarebbe mai venuto in Val Padana.
E chi ci crede più?
State tranquilli, stiamo tutti bene!
Ciao, Oliviero.
Ciao Oliviero, sono all'estero e stamani comunque, appresa la notizia, il mio pensiero é volato a te, a Massimo Rossi Barattini , ad Antonio Palmisano, a Massimo Riccobaldi ed a Maurizio Lauro ( il mio Tenente). So solo di voi a Modena. Mi spiace se ho dimenticato qualcuno. Spero quindi che anche tutti quelli che ho dimenticato abbiano avuto solo spavento, come Te.
RispondiEliminaSono felice per Te e ti sono vicino, come sono spiritualmente vicino a tutta quella povera gente che ora soffre per la perdita dei propri cari o si trova senza casa. Spero che lo Stato (l'ho scritto con la lettera maiuscola.....spero di non essermi sbagliato) provveda come si deve.
Ciao
Giacomo
Ciao Oliviero,
Eliminaero con Giacomo e siamo rientrati solo ieri sera. Mi unisco agli altri amici del Corso per esprimervi tutta la solidarietà e la vicinanza mi
Evidentemente anche il blog è un po' terremotato. Ripubblico la frase completa come l'avevo scritta.
Elimina"Ciao Oliviero,
ero con Giacomo e siamo rientrati solo ieri sera. Mi unisco agli altri amici del Corso per esprimervi tutta la solidarietà e la vicinanza mia e di Anna Maria. Un fraterno abbraccio.
Gino Manco"
Anche il mio pensiero, come quello di Giacomo, in queste ore è rivolto ai colleghi sopra menzionati ed a Rienzi Barsuola, Dino Ferrari ed Elio Tagliaferri (del mio plotone CC) che vivono a Modena. Spero anch'io che tutto si risolva con un po' di spavento e, soprattutto, presto. Sono vicino a voi ed alla laboriosa gente dell'Emilia in questi non facili momenti. Grazie, Oliviero, per averci dato notizie. Un forte abbraccio. Carlo MORI
RispondiEliminaCiao Oliviero, io ero in studio a Milano e per 30 secondi ho visto e sentito pavimento e arredi tremare; gran brutta sensazione. Sono vicino a te e a tutti gli amici emiliani.
RispondiEliminaUn abbraccio
Francesco
Caro Oliviero , anche se pochi lo ricordano, io sono nato a Parma e quando ero piccolo andavo l'estate a casa di mio nonno. Quando mio padre lo invitava a venire da noi a Roma ( allora abitavamo li ) mio nonno diceva sempre di no perche'" da Firenze in giu' e' terra ... ballerina!" E allora hai proprio ragione quando dici " e chi ci crede piu'". Tanti auguri che tutto passi il piu' presto possibile . Auguri ate e a tutti gli Emiliani, compresa mia nipote che abita a Ferrara. Giovanni
RispondiEliminaCiao Oliviero, ci siamo sentiti e visti ieri via Skipe e ho potuto constatare che stavate bene, spero che questo valga anche per gli altri collseghi che vivono nelle zone interessate dal Sisma. Se ha bisogno fammelo sapere, perchè credo che lo ststo (scritto volutamente con la lettera minuscola) latiterà anche questa volta volta. Un abbraccio
RispondiEliminaPiuma
Caro Oliviero,
RispondiEliminaieri, per telefono, avevo cercato di sollevarti un pò il morale, dicendoti che volevate eliminare l'unica cosa che noi terroni abbiamo in più rispetto a voi padani, più o meno bassi: il tremolio della terra, come diceva il nonno di Giovanni!
Oggi, ti dico che, nella sventurata ipotesi che il timore di Piuma si concreti, sappi che c'è tutto un Corso -e che Corso- pronto!!!
Un abbraccione,
Ettore.
Il terremoto. Un gran brutto momento. Mi colpì ad Ancona nel 1974 sul balcone di casa, mentre ero in licenza. Ricordo che poi si seppe che era del 7,4. Io non riuscivo, sembra strano, a rientrare in casa mentre i miei ed i vicini di casa, sempre in allerta, li vedevo già tutti in strada, sotto il balcone. La sensazione di impotenza e di pura angoscia ti pervade e penetra nelle ossa. Andammo "sfollati" nel paese di origine, Montefano, dove i miei rimasero per quasi un anno. Nel vedere oggi alla Tv le immagini di quei campanili crollati rivedo Ancona, il centro storico, sotto le macerie. Non c'era allora la protezione civile ma scattò la molla della solidarietà sociale, anche delle istituzioni locali, e, dopo circa un anno, tutto tornò come e meglio di prima. Forza Oliviero: come dice Ettore noi ci siamo. Un abbraccio fortissimo. Marcello
RispondiEliminaCaro Oliviero,
RispondiEliminaanche se non sei autoctono, per la maggior parte di Noi incarni lo stereotipo dell'Emiliano: gioviale, incazzoso (ma non cattivo), generoso ed amante della gnocca (anche solo come ricordo!).
E, attraverso te -in qualità di Amico e di stereotipo- voglio che giunga a tutti i tuoi corregionali la mia ammirazione per l'amore della vita, la voglia di ricominciare, la dignità di accettare solo l'indispensabile...."nonostante" come pitta oggi l'ottimo Gramellini.
Ad un TG dell tredici ho visto una giovane donna che, con il sorriso, diceva al solito cronista imbecille che, lei, preferiva non chiedere perché non aveva bisogno di niente: che si desse a chi ha veramente bisogno!
Ti dico questo, caro il mio stereotipo per giuta Amico, con invidia, pernsando ai miei "conterronei" che, ahimé, in circostanze simili hanno offerto ben altri speccatoli.
Bravi: bravi veramente, te compreso; vedrete che ci vorrà poco perché tutto questo sia solo un brutto ricordo!
Un abbraccio,
Ettore.