sabato 28 giugno 2014

Adieu

Faceva caldo sulla rive gauche, quel pomeriggio di inizio agosto.
L’aria era infuocata, appiccicosa; avresti dato chissà cosa per un refolo di vento, mentre la mente, il cuore, il fisico andavano, nostalgici, al tanto caro ma, ahimè, impossibile venticello.
Io ti stavo aspettando, protetto dall’ombra rinfrescante e confortevole degli alti alberi che circondavano l’Hôtel de Gallifet; percorrevo per linee rette il piccolo cortile, ansioso, quasi nervoso: troppo era il tempo che avevamo dovuto attendere per non doverne sprecare altro.
I minuti passavano inesorabili ma tu non arrivavi, non apparivi.
Quando avevo acceso l’ennesima sigaretta, come una premonizione, mi voltai verso il vialetto di accesso, immerso in un chiaroscuro accecante.
Misi a fuoco la vista; la tua snella figura cominciava a materializzarsi; la distanza che ci separava diminuiva sempre più: fra un attimo ci saremo incontrati ed io avrei potuto inebriarmi del tuo profumo unico, inconfondibile.
Orami, solo pochi passi ci dividevano;  tu ti arrestasti, provocante, quasi un invito a farmi avvicinare, a porgere le mie labbra, a farmi assaporare i primi istanti di voluttà.
Rimanemmo così per qualche minuto, indecisi se abbandonarci subito al piacere oppure aspettare a godercelo, in un’atmosfera tutta nostra, fatta di intimità e di abbandono.
Decidemmo per il rinvio e fu un bene.
Quel pomeriggio caldo ed afoso segnò l’inizio di una lunga unione, tutta segnata da momenti sempre uguali nella forma ma sempre diversi nel piacere; ogni volta che ci incontravamo, che ci appartavamo, che ci immergevamo in quella intimità fugace e complice era come se fosse la prima volta: la reiterazione del piacere fine a se stesso.
Tu sei rimasta uguale nel tempo: immutabile, generosa dispensatrice di voluttà, di pace. di abbandono.
Ora, tu non ci sei più: inesorabile, ineluttabile, è giunta “l’ultima volta”.
Ora, tu sei entrata nello scrigno dei ricordi più sacri: un ricordo indelebile, insostituibile; nella sua unicità, quasi una realtà trascendente.
Ora, appartieni all'oblio dei sensi.
E’ stato bello; è stato sublime; sarà irripetibile.
Adieu chérie, adieu!

Ettore. 

5 commenti:

  1. Ex fumatore pentito29 giu 2014, 12:06:00

    Lasciami fumare solo un’altra sigaretta
    La tua bocca ansiosa cara non deve aver fretta
    E’ l'ultima ti giuro come mi dicevi tu
    Non sono più quell’uomo stile Mina fumo blu
    Ai dolci tuoi polmoni devo far la ramanzina
    Ma dai che vuoi che faccia un soffio di nicotina
    Cara già lo so che me le troverò anche a letto
    Tesoro non snervarmi sai che quando voglio smetto
    Una sola sigaretta di quelle ultraleggere
    Le tue parole amore son le stesse da tre sere
    Non mi ossessionare che è l’ultima del pacchetto
    Non ti darò più pace da qui avanti lo prometto
    Una sigaretta non può certo farmi male
    Una sigaretta ti basta per cominciare
    La fumo dopo cena per potermi rilassare
    Cara te lo dico non potrai più rinunciare
    Una sigaretta non è un vizio te l’ho detto
    Una sigaretta sai è l’inizio te l’ho detto
    Tesoro puoi fidarti sai che quando voglio smetto



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  2. Che Corso di Poeti! Sotto ogni rude guerriero si nasconde un sognatore a volte ben nascosto, per timore....
    Massimo è stato il primo....coraggio sognar ora possiamo, forza declamiamo!

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  3. Massimo Riccobaldi29 giu 2014, 13:46:00

    Carissimo Ettore,
    se questa mattina avessi sentito Teo cantare "nessun dorma " sarei rimasto meno sorpreso.
    Abituato ai tuoi colpi di clava, una lirica così dolce anche se, mi par di capire, ironica è stata una sorpresa.
    Che tu abbia passato una notte di intimità con una Musa senza averne serbato il ricordo?
    A me qualche volta capita.
    Ancora complimenti,
    MASSIMO.

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  4. Ettore pigliate na pastiglia, sient'a mme! Saluti Giovanni

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  5. Deve fare proprio molto caldo li da voi visto che vi siete ridotti "in tal guisa"
    un abbraccio Piuma

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