Voglio offrirvi questo raccontino fresco e frizzante come un prosecco, indicato anche per gli astemi.
Quella sera all'osteria c'era più gente del solito. Ai clienti abituali, che lì consumavano i pasti ogni giorno, si erano aggiunti molti avventori occasionali per buttar giù qualche goccio di quel buon vinello bianco che Baicin, il proprietario, aveva l'onestà di conservare genuino.
Molti stavano a bere vicino al bancone parlando e ridendo forte; altri, seduti intorno ai vecchi tavoli di legno, giocavano a carte urlando. Il locale era illuminato da poche lampade e vere coltri di fumo inghiottivano gli ultimi raggi del tiepido sole autunnale.
Baicin se ne stava silenzioso dietro al bancone, occupato a versare da bere ai clienti; nessuna espressione animava il suo faccione, aveva movimenti lenti e portava in giro con calma esasperante quel suo enorme ventre. continua .......
Massimo RICCOBALDI
Virus colpisce le cellule sane e gli spazi liberi riservati ai commenti.
RispondiEliminaHo l'impressione che Massimo scrivesse già da giovane le sue poesie e i suoi racconti,
magari al rientro dalle osterie che in modo così magistrale ci descrive.
Infatti i suoi amici lo chiamavano il DI..VINO poeta.
MOSE sta affondando in un mare di tangenti.
RispondiEliminaSembra che il Faraone,appena informato, abbia esclamato:"E questo è niente...figuriamoci quanto avrà fregato con l'apertura del Mar Rosso."