martedì 10 giugno 2014

Metamorfosi di VERITA'

                 
Trovare il significato del termine “falsità” è stato facile: i vocabolari consultati sono concordi nell'attribuire a questa parola lo stesso significato.
La stessa cosa non posso dire per il termine “verità” .
Ponzio Pilato rivolto a Gesù chiedeva con tono sprezzante :“Che cos'è la verità?”.
A questa domanda, mi sembra, che ancora non ci sia risposta.
continua ......


Massimo RICCOBALDI.

7 commenti:

  1. Un bell’intervento: hai trattato gli argomenti che mi interessano tantissimo. Concordo su quasi tutto ma vorrei fare due precisazioni
    1. L’intervento del Piemonte, per l’epoca, può essere paragonato a quello giapponese a Pearl Harbor. Infatti fu attuato in assenza di un formale stato di guerra tra i due Stati e per motivi di conquista territoriale ed economici. Basta ricordare che fu confiscato il patrimonio delle principali banche che , al contrario di quelle piemontesi, era florido ed in attivo. Poi la fonderia di Mongiana e l’arsenale di Castellammare furono immediatamente trasferiti rispettivamente a Terni e a La Spezia, impoverendo ancora di più quei territori e le loro popolazioni. Anche la transumanza, principale risorsa di gran parte del Regno, protetta da leggi e patenti reali, fu quasi totalmente privata della sua importanza economica. Quello che avvenne durante i lunghi anni della lotta al brigantaggio, provocato da una politica cieca e di rapina, puo’ essere paragonato , considerando la distruzione di interi paesi con i loro abitanti, a una vera e propria pulizia etnica. Bisogna pensare che piemontesi e napoletani non si capivano tra loro quando si parlavano!
    2. Per rimanere in argomento , tempo fa,in uno dei miei interventi evocai la nemesi storica per ricordare che Vittorio Emanuele III, nella sua fuga, percorse al contrario, lo stesso itinerario che aveva fatto il suo avo Vittorio Emanuele II che si recava con il suo esercito all’assedio di Gaeta.
    Io non credo che il Re sia il solo responsabile delle disgrazie dell’8 settembre. Anzi penso che il trasferimento della sede del Regno fosse una operazione obbligatoria per far sopravvivere lo Stato Italiano come poi avvenne. In caso di pericolo vi sono innumerevoli precedenti di Reali che si trasferiscono per non cadere nelle mani del nemico. Basta ricordare la tragica fine della Principessa Mafalda per intuire cosa sarebbe stato dei Reali Italiani e della Nazione , anche nel futuro.
    I veri responsabili,a mio parere, furono i vertici del Regio Esercito che, per primi e rivoltando le maniche per nascondere i gradi, fuggirono privando le unità di disposizioni precise : e ciò portò alla tragica epopea di Cefalonia e di tante altre località in Grecia e nei Balcani.
    Ricorderò la mancata difesa di Roma e degli aeroporti che avrebbero dovuto consentire gli aviosbarchi delle divisioni Alleate e già pronte in Tunisia.
    Ricorderò, per finire, come il Generale Taylor, venuto a Roma nella notte precedente all’8settembre per accordarsi con Badoglio , fosse costretto ad anticipare unilateralmente la notizia dell’armistizio dopo essersi reso conto della totale inefficienza ed incapacità del Governo e delle Forze Armate Italiane. in quella gravissima situazione
    Quanto ho puntualizzato contribuisce a spiegare come sia difficile ancora oggi definire con i criteri della “verità” ciò che è effettivamente accaduto . Un saluto. Giovanni






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  2. Francesco Miredi11 giu 2014, 17:48:00

    Caro Massimo, io non credo che esistano concetti diversi sul significato della parola verità che è "corrispondenza con la realtà"; esistono diverse teorie sul come viene valutata questa corrispondenza che, passando dal filtro della soggettività, diventa congruità o fede o raziocismo o assolutismo. E' la soggettività - intesa come personale bagaglio di cultura, formazione, ambientalismo - che ti porta a scegliere la teoria a te più confacente per determinare la verità. Prendi ad esempio il commento di Giovanni con particolare riferimento all'ingloriosa fine della seconda guerra mondiale. La sua precisazioni a riguardo è, di fatto, una rappresentazione della verità completamente diversa dalla tua perchè tu punti il dito sulla monarchia e sul governo, lui giustifica come unico possibile il comportamento del re e si scaglia contro i vertici dell'esercito da te mai menzionati. Lo stesso fatto ha, quindi, due diverse verità e se sull'argomento intervenisse un comunista convinto di un ipotetico essenziale intervento del popolo e della resistenza partigiana (quella bolscevica) avremmo un'altra verità. Io propendo per la verità di Giovanni non perchè lo ritengo più informato di te ma perchè è più razionale, più ragionata, più coerente con ciò che è avvenuto e perchè profondamente autocritica nei confronti di un Organo al quale lui ha sempre dimostrato di credere e, quindi, più vera. Un abbraccione
    Francesco

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  3. Non vi è dubbio che "Verità" evocata da Massimo nulla ha a che vedere con le tante "verità" che non possono non risentire dell'umana partigianeria per tutto ciò che piace.
    Se poi, quelle " verità vengono propinate dai vincitori, allora tutto diventa più semplice e, al contempo, più complicato: il "vae victis" di Brenno è sempre più attuale!
    Gli esempi storici che sono stati portati sono esemplari e sintomatici di come una narrazione agiografica degli stessi abbia contribuito a trasformare una guerra di aggressione (senza nemmeno l'ipocrisia di una "dichiarazione") in una epopea radiosa della rinascita di un popolo (quale?) verso la Libertà.
    Non concordo, invece, con l'assoluzione tout court del Savoia del '43; è vero che la Monarchia andava salvaguardata, è vero che bisognava garantire una parvenza di continuità statuale ma...ma Badoglio (quello di Caporetto e dei gas in Etiopia) da chi era stato nominato primo ministro; ed i generali con le maniche rovesciate da chi prendevano ordini? e.....
    Ragazzi, è meglio che non la mescoliamo troppo questa materia, se no corriamo il rischio di provocare reazioni come quelle di un altra materia, decisamente meno nobile. Anzi dirò di più: per un popolo ignorante e menefreghista come l'italiota, va bene così, con questi simulacri di eroi tanto consoni alla pochezza della sua coscienza nazionale.
    Un abbraccio,
    Ettore.

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  4. Caro Ettore , per amore di “verità” io non intendo assolvere Vittorio Emanuele III dalle sue tante colpe, ma sottolineo che in quella. situazione, la decisione di lasciare Roma era quella più comprensibile. Basta , fra le tante responsabilità del Re, ricordare il mancato impiego dell’Esercito in occasione della marcia su Roma che avrebbe risparmiato forse tante disgrazie all'Italia.
    Questo però non giustifica il comportamento, tanto più disonorevole quanto più alto era il rango , dei vertici militari.
    Il Generale Carboni , Comandante del Corpo Motocorazzato di Roma, sparì nelle ore cruciali per ricomparire in borghese a Tivoli per unirsi ai fuggiaschi(*).
    Il Gen. Roatta, Capo di SM Generale, si trovava a Torino per il compleanno della moglie(*).
    La mattina del 9 settembre tutti i Comandi di Roma o erano irraggiungibili o non erano in grado di conoscere la situazione. (*)
    Al contrario militari di rango inferiore e per autonoma decisione, prendevano le armi per difendere la Patria e l’Onore Militare ( che se ce l’hai ce l’hai e se non ce l’hai non bastano i gradi a sostituirlo).
    Un saluto. Giovanni.
    P.S. Dato che io non c’ero le informazioni con l’asterisco sono tratte dal libro ( che consiglio a tutti di leggere , se ancora reperibile) ROMA 1943 di Paolo Monelli edito dalla tipografia del Senato nel febbraio 1945. Anche perché, non si sa mai, qualche parente potrebbe ancora risentirsi e non ricordo come siano finiti i processi celebrati dopo la guerra per queste vicende.

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  5. Massimo Riccobaldi13 giu 2014, 18:15:00

    Perbacco, ma io intendevo soltanto idealizzare il concetto di Verità che si erge tra le tante verità. Un po' come il mio amico Socrate ha fatto qualche anno fa con il concetto di LEGGE, almeno così sembra tramandarci Platone.
    Per non finire discutendo
    lasciamoci sorridendo...
    le seguenti battute leggendo.
    Dal Resto del Carlino,edizione odierna:
    -- Bella vita,vacanze,feste resort di lusso, yacht....
    dice Papa Francesco che per i corrotti nell'aldilà non ci sarà paradiso.
    Comunque nell'aldiquà si sono presi un buon anticipo.

    -- Scajola ha chiarito:"Mai fatto affari con nessuno" e se li ha fatti ,non se n'è
    accorto.
    Un abbraccio,
    Massimo.

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  6. Francesco Miredi14 giu 2014, 09:35:00

    Caro Ettore, a mio avviso anche l'ultimo commento di Giovanni è una chiara dimostrazione di come andrebbe affrontata la ricerca della verità. Non esiste una verità filosofica o di Massimo o di Francesco o Di Ettore o di Giovanni e se non fondiamo ogni nostra convinzione delimitando l'argomento e analizzando, con cognizione di causa ed estraneità emotiva, ogni fatto, ci allontaneremo dalla verità. Un abbraccione
    Francesco

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  7. Caro Francesco,
    lungi da me l'idea di mettere in dubbio la serietà e la completezza di quanto asserito da Giovanni, anche perché solo uno stupido o uno in assoluta malafede potrebbe asserire il contrario.
    Stiamo parlando della pagina più buia che possa essere stata scritta nel Libro di un Popolo, uno qualsiasi; un'infamia assoluta, anzi e già che siamo in clima filosofico, "L'INFAMIA"!!!
    Non si può non concordare con le tue affermazioni, in quanto derivano da un approccio razionale, freddo, asettico....sempre, però, che esista nelle corde dell'umana debolezza questa facoltà.
    Purtroppo, la "verità" è stata sempre quella dei vincitori e, spesse volte anzi quasi sempre, era costruita ad arte per poter nascondere o edulcorare le loro nefandezze. Una "verità" che si è voluto ammantare di nobili ideali, anzi i più nobili, quali Dio, la Patria, la Libertà, la Democrazia,...; tutte categorie escatologiche che si prendono in prestito a seconda dei propri scopi, ahimè, squallidamente terreni.
    Per quanto mi riguarda, credimi ho sempre cercato di diversificare le fonti inerenti ad un determinato fatto storico; diciamo che ho cercato di fare delle triangolazioni per arrivare alla definizione del "punto" attraverso intersezioni; una cosa, però, ho capito: non esistono verità "rivelate".
    Un abbraccione,
    Ettore.

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