Autorevoli interventi, tante chiacchiere, giudizi di varia levatura accompagnano quotidianamente la nostra vita.
C’è chi si lamenta e chi- come i nostri furbi rappresentanti in Parlamento – piange su quanto non potrà più avere.
Se non fosse per parole nuove, come spread, futures, titoli di stato, guardate cosa scriveva solo duemila anni fa un nostro illustre Personaggio:
“ La finanza pubblica deve essere sana, il bilancio deve essere in pareggio, il debito pubblico deve essere ridotto, l’arroganza dell’amministrazione deve essere combattuta e controllata e l’aiuto ai paesi stranieri deve essere diminuito per evitare il fallimento di Roma. La popolazione deve ancora imparare a lavorare invece di vivere di sussidi pubblici”.
Cicerone, 55 a. C.
Non penso che servano molte parole per esaltare la grandezza di taluni uomini del passato e la pochezza dei nostri attuali reggitori, designati dai partiti ma non eletti da noi, della cosa pubblica.
Un abbraccio a Tutti,
Carlo Minchiotti
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