giovedì 16 febbraio 2012

Vizi e Virtù

In un superbo (almeno per me) editoriale sul “Corriere” dell’11 febbraio scorso, Beppe Severgnini riporta questa metafora pronunciata nell’autunno scorso dalla Signora Marcegaglia, a proposito della situazione italiana: “Il misero uccelletto al quale i cacciatori tirano con la funicella la gamba per farlo saltare”.
Il citato editorialista – per me molto valido nonostante la sua pervicace e sbandierata fede interista- fà, da par suo, una lunga e motivata disanima dei pregi e dei vizi italici, addivenendo alla conclusione che, se incoraggiati e sostenuti, i primi non potranno non prevalere sui secondi. Scendendo di tanti livelli, vorrei dire anch’io la mia, partendo dall’assioma che, forse e per troppo tempo, noi ci siamo crogiolati nella convinzione (o meglio, scusa) che i vizi fossero talmente tali e tanti da non lasciare speranze circa la capacità/volontà di uscire dalla crisi, trascurando, però, di dire o di considerare che la mancata valorizzazione dei pregi e delle virtù nascondesse quasi il timore che potessero dare una raddrizzatina alla baracca.
Vedete, personalmente ho sempre diffidato di quegli uomini/donne che vanno sbandierando di avere la moglie/marito, con annessi figli, “migliori di tutti”, così come diffido di quei Popoli, di quei Paesi che si presentano come i messia di nuove verità salvatrici; ne diffido, perché i fatti poi ci dicono che, nell’uno e nell’altro caso, si spazza lo sporco nascondendolo sotto il tappeto: non si vede ma c’è!
Tutta questa bella premessa, per dire che non è vero che l’Italiano sia lo stereotipo di lassismo, di menefreghismo e di superficialità con cui viene percepito nel mondo; non è vero, perché sono convinto che sia “l’ambiente sociale” in cui uno vive a favorire il prevalere di un carattere comportamentale piuttosto di un altro, fino ad atrofizzare gli altri che non si coniugano o che sono in contrapposizione con quell’ambiente.
 A sostegno di ciò – e ben conscio di fare incavolare Carlino con un’altra delle mie “citazioni a 360°”-, riporto questo pensiero di Aristotele che, in quanto a “pensieri”, non era certo secondo a nessuno: “Noi siamo quello che facciamo ripetutamente” che, tradotto nel nostro caso, potrebbe suonare come : se siamo abituati a vivere in una società in cui i totem di riferimento sono la furbizia, l’ingordigia, il pressappochismo, la disonestà....che vogliamo pretendere?!
Sono, questi, “mali” individuali che, in uno Stato serio, sarebbero combattuti con ferocia e, forse, anche debellati; il guaio è che da noi questi mali hanno infettato le istituzioni stesse, quelle che (sempre in uno Stato serio) dovrebbero essere, al contempo: specchio di riferimento, tenaci custodi del corretto vivere, nonché immuni da ogni stereotipo.
Ditemi Voi cosa possiamo sperare noi se, da più di un ventennio, abbiamo mandato a governarci veri e propri catalizzatori di stereotipi!!!
Ora sembra che le cose stiano incanalandosi nel verso giusto: si parla dopo aver fatto; si discute ma non si concerta; si ha il coraggio di agire per il bene comune, anche se al momento amaro; si rispolvera il desueto termine “responsabilità"  per evitare scelte sciagurate (vedasi le Olimpiadi di Roma); forse si riesce a par pagare l'Ici pure a preti, partiti e sindacati; si cerca, insomma, di mettere un po’ di pezze sullo sbrindellato abituccio italico: certo che di “pezze” ce ne vorranno tante ma tante che sarà difficile arrivare ad avere un abito decente in tempi brevi.
Il timore è che si potrebbe trattare di un fuoco di paglia e che, dopo aver assaporato l’ebbrezza dell’efficienza e della serietà, si ritorni allo squallore ed allo sperpero; però io ho fiducia, non certo nel politicume attuale (ma quello futuro non credo sarà meglio!), quanto nel fatto che gli Italiani, presa finalmente coscienza di come si erano ridotti, saranno capaci di tornare a far prevalere le loro virtù millenarie che non meritano affatto di essere distrutte dalle sciatterie (eufemismo) degli ultimi decenni.
Ciao a Tutti,
 Ettore.

3 commenti:

  1. Francesco Miredi17 feb 2012, 10:49:00

    Carissimo Ettore dalla tua breve riflessione emergono moltissimi elementi degni di discussione. La politica degli ultimi vent'anni è stata caratterizzata da un graduale declassamento degli ideali o dei principi partitici per lasciare il posto ad obiettivi molto più venali da concordare e perseguire con una buona parte di imprenditoria priva di scrupoli. Gli stereotopi non sono insiti nel politico modermo ma sono da questo utilizzati per incanalare una massa che trova più comodo e rilassante pensare con la testa di altri. Il nostro popolo è quello che è sempre stato; facile ai grandi innamoramenti e altrettanto incline a passare dalla parte opposta; sempre pronto, comunque, a rimboccarsi le maniche ed a riprendersi. Certamente, se mettessimo da parte i colori, ormai tutti sbiaditi, e analizzassimo più a fondo tutto ciò che ci viene propinato forse staremmo meglio ma la democrazia va rispettata e dobbiamo sperare che la maggioranza sia sempre pensante. Se magari si cambiasse l'attuale legge elettorale, a mio avviso qualcosa migliorerebbe.
    Un abbraccio
    Francesco

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  2. Carlo Minchiotti17 feb 2012, 18:20:00

    Tra un'operazione agli occhi ed una riunione di condominio, trovo un attimo da dedicarmi per rispondere ad Ettore non sul tema che ci ha proposto e che , pur meritando attenzione, rientra tra quelli che oggi fanno notizia, che sono dibattuti e che producono un effluvio di parole senza giungere a conclusione. Approfitto di questo Suo spazio di pensiero per rispondere ad una sollecitazione di Oliviero Moschin sul recente incidente avvenuto all'altezza delle coste indiane. I nostri Fanti di Marina hanno difeso il bastimento al quale erano di scorta oppure hanno fatto fuoco dando corpo alle ombre ? Si è trattato di una corretta operazione svolta secondo le regole di ingaggio oppure di una tragica fatalità dovuta alla inesperienza ? Le conclusioni sono affidate ad indagini che, come tutte quelle nate e sviluppate in terra straniera, con un potere giudiziario che osserva leggi diverse dalle nostre, non fanno prevedere esiti certi e favorevoli per i nostri soldati. La diplomazia sta facendo - e credo molto bene - la sua parte per cui questo affaire si potrà " dimenticare " più per ragion di stato che per oggettivo valore delle azioni. Ma, in punto di diritto, internazionale, occorre stabilire se il fatto sia avvenuto in acque internazionali, per cui lo Stato costiero interessato non potrebbe intervenire giudizialmente, oppure nei suoi confini marini. E se ciò fosse accaduto occorrerebbe rilevare quali responsabilità di violazione possano essere attribuite all' Italia. Il nostro Stato, in sostanza,

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  3. Ok, caro Ettore, non vi è dubbio. Aristotele non era affetto dalla Sindrome di Asperger. E questo
    è per lui un dato altamente positivo. Per il resto sono d'accordo con te. Quanto agli Italiani..dove sono? Ormai siamo una accozzaglia di vecchi (pochi giovani) e di molti immigrati che fanno nascere molti figli (zingari compresi, che sono molto prolifici) che, fra non molto, ci soppianteranno. Fra qualche anno la maggioranza sarà musulmana...figuriamoci se si penserà alle nostre virtù millenarie...Ciao, un abbraccio a te ed a tutti i colleghi. Carlo MORI

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