Caro Q.d.B., quanto illustrato dal video me lo aveva già descritto mio figlio quando, qualche anno fa, viveva a Montreal. Uguale cordoglio mi dice che accade oggi in Inghilterra (vive e lavora a Londra) lungo tutto il percorso che collega la Base aerea dove giungono i feretri sino al paese vicino. Ia distanza è minore rispetto al Canada, ma le bare raggiungono il centro del villaggio tra due ali di gente e coperte di fiori tra cui spiccano i papaveri rossi che gli inglesi dedicano ai caduti. Simili onori sono riservati anche negli Stati Uniti ai loro caduti. MA...hai mai osservato la "forma" di quei picchetti d'onore rispetto ai nostri? Là esprimono cordoglio, riconoscenza, rispetto; da noi traspare solo arida forma priva di contenuto, la "fatica disumana" di reggere una bara e "dover anche andare al passo" (...e non sempre ci riescono...). La differenza sconcertante è che "LORO" sono una Nazione e ne vivono l'orgoglio; NOI, purtroppo, siamo un'accozzaglia di "padani", " terroni", "crucchi", "marocchini" e chi più ne ha più ne metta. Gli "italioti" sanno essere ridicolmente nazionalisti (nella peggiore accezione) solo in occasione delle partite della nazionale di calcio. Certamente aveva ragione l'ex Sotto Tenente di cavalleria del "Reale Piemonte" Massimo d'Azeglio affermando ..."l'Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani"...; purtroppo pare che nessuno sia riuscito, o abbia voluto impegnarsi, nell'impresa. E' certamente colpa della scuola e delle famiglie, ma anche nostra. Non abbiamo saputo trasmettere i valori che hanno spinto noi in Accademia, che ci hanno fatto convivere in quello storico edificio senza differenze regionali, che ci consentono oggi di essere AMICI, oltre che colleghi, dopo tanti anni. E' colpa nostra esserci lasciati distruggere (praticamente è così, secondo me) quello che era un Esercito di uomini per diventare una quasi congrega di "portatori di pace" con il cartellino da timbrare. Certo "manager" con tanto di inutile laurea, ma, di massima, semplici impiegati (seppur con il massimo rispetto per gli impiegati se svolgono con precisione il loro dovere, ma....privi di quel "qualcosa" che anima chi si alimenta anche di IDEALI). Si; è anche proprio colpa nostra e, purtroppo, non vedo all'orizzonte, la capacità di vivere i sentimenti e fare quanto mostra il filmato; che amarezza ! Gabrio
Concordo pienamente con Gabrio. Ho partecipato ad alcuni funerali di nostri militari Caduti nelle missioni di pace alla Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma ed ho avuto modo di notare che al di fuori del personale comandato, delle autorità che necessariamente dovevano presenziare, la partecipazione consapevole di tutti gli altri era veramente minima. Se pensate che la cerimonia principale all'Altare della Patria che celebra l'unica vittoria italiana, il 4 novembre, viene programmata alle 9 del mattino di un giorno feriale nell'indifferenza quasi totale la dice lunga sui sentimenti che albergano nel cuore dei nostri connazionali.
Quanto detto da Gabrio e da Carlo, ahimè, è l'amara realtà di un "Popolo" che la Storia ha condannato a non essere tale e che, per Sua disgrazia, ha avuto anche dei governanti che non hanno fatto niente per farcelo diventare: anzi! Ciò detto, faccio quest'altra considerazione: ma ve lo immaginate Voi il casino che verrebbe fuori se ci si "azzardasse" a fare una cosa simile sulla "Regina viarum" o sui Fori imeriali, nel percorso da Ciampino?! Pensate che non ci sarebbero "associazioni", "comitati", "mamme", "lavoratori" che non starnazzerebbero contro la "limitazione dei diritti acquisiti"?! Pensate che non ci sarebbe qualche inclito parlamentare che non presenterebbe una "interrogazione"?! D'altro canto, da un gregge che ha istituzioni (sic!) che non hanno preso i conseguenti, duri provvedimenti contro gli infami autori di "una, cento, mille Nassirja", cosa ci si può aspettare?! Un amaro abbraccio, Ettore.
Non concordo con gli interventi di Gabrio, Carlo Maria ed Ettore. Abbiamo dovuto subire l'onta della sconfitta nella Seconda guerra mondiale e - più di questa - lo strazio della guerra civile che ne è seguita. Nel corso del dopoguerra siamo stati la nazione con il più forte partito comunista dell'Occidente libero. Noi, nelle nostre caserme, eravamo sottoposti ad attacchi continui di comunisti e perfino di cattolici anti-militaristi e pacifisti. Siamo stati capaci di mantenere nel nostro cuore l'amor di Patria, che era stato non dimenticato, ma tenuto nascosto, anche dalla gran parte dei nostri concittadini, a causa di una martellante propaganda 'di sinistra' che ha cercato per decenni di scardinare le fondamenta della Repubblica in nome della lotta di classe e della rivoluzione proletaria. E' stata - la nostra e quella di milioni di cittadini italiani - una resistenza tenace e silenziosa, ma che alla fine ha vinto. Ringrazio il presidente Carlo Azeglio Ciampi per avere fatto riscoprire agli italiani i sepolti (ma mai defunti) amor di Patria, Inno di Mameli, Forze Armate. Se oggi in tutti i sondaggi le Forze Armate sono considerate tra le istituzioni più affidabili, lo dobbiamo sia a noi stessi sia a quei tanti concittadini che hanno continuato ad amarci nei momenti peggiori del dopoguerra. Gli italiani che conservano nel cuore l'amor di Patria esistono, ma - come tutti i puri sentimenti - non fanno rumore.
Caro Q.d.B., quanto illustrato dal video me lo aveva già descritto mio figlio quando, qualche anno fa, viveva a Montreal. Uguale cordoglio mi dice che accade oggi in Inghilterra (vive e lavora a Londra) lungo tutto il percorso che collega la Base aerea dove giungono i feretri sino al paese vicino. Ia distanza è minore rispetto al Canada, ma le bare raggiungono il centro del villaggio tra due ali di gente e coperte di fiori tra cui spiccano i papaveri rossi che gli inglesi dedicano ai caduti. Simili onori sono riservati anche negli Stati Uniti ai loro caduti. MA...hai mai osservato la "forma" di quei picchetti d'onore rispetto ai nostri? Là esprimono cordoglio, riconoscenza, rispetto; da noi traspare solo arida forma priva di contenuto, la "fatica disumana" di reggere una bara e "dover anche andare al passo" (...e non sempre ci riescono...).
RispondiEliminaLa differenza sconcertante è che "LORO" sono una Nazione e ne vivono l'orgoglio; NOI, purtroppo, siamo un'accozzaglia di "padani", " terroni", "crucchi", "marocchini" e chi più ne ha più ne metta. Gli "italioti" sanno essere ridicolmente nazionalisti (nella peggiore accezione) solo in occasione delle partite della nazionale di calcio. Certamente aveva ragione l'ex Sotto Tenente di cavalleria del "Reale Piemonte" Massimo d'Azeglio affermando ..."l'Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani"...; purtroppo pare che nessuno sia riuscito, o abbia voluto impegnarsi, nell'impresa. E' certamente colpa della scuola e delle famiglie, ma anche nostra. Non abbiamo saputo trasmettere i valori che hanno spinto noi in Accademia, che ci hanno fatto convivere in quello storico edificio senza differenze regionali, che ci consentono oggi di essere AMICI, oltre che colleghi, dopo tanti anni. E' colpa nostra esserci lasciati distruggere (praticamente è così, secondo me) quello che era un Esercito di uomini per diventare una quasi congrega di "portatori di pace" con il cartellino da timbrare. Certo "manager" con tanto di inutile laurea, ma, di massima, semplici impiegati (seppur con il massimo rispetto per gli impiegati se svolgono con precisione il loro dovere, ma....privi di quel "qualcosa" che anima chi si alimenta anche di IDEALI).
Si; è anche proprio colpa nostra e, purtroppo, non vedo all'orizzonte, la capacità di vivere i sentimenti e fare quanto mostra il filmato; che amarezza !
Gabrio
Concordo pienamente con Gabrio. Ho partecipato ad alcuni funerali di nostri militari Caduti nelle missioni di pace alla Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma ed ho avuto modo di notare che al di fuori del personale comandato, delle autorità che necessariamente dovevano presenziare, la partecipazione consapevole di tutti gli altri era veramente minima. Se pensate che la cerimonia principale all'Altare della Patria che celebra l'unica vittoria italiana, il 4 novembre, viene programmata alle 9 del mattino di un giorno feriale nell'indifferenza quasi totale la dice lunga sui sentimenti che albergano nel cuore dei nostri connazionali.
RispondiEliminaQuanto detto da Gabrio e da Carlo, ahimè, è l'amara realtà di un "Popolo" che la Storia ha condannato a non essere tale e che, per Sua disgrazia, ha avuto anche dei governanti che non hanno fatto niente per farcelo diventare: anzi!
RispondiEliminaCiò detto, faccio quest'altra considerazione: ma ve lo immaginate Voi il casino che verrebbe fuori se ci si "azzardasse" a fare una cosa simile sulla "Regina viarum" o sui Fori imeriali, nel percorso da Ciampino?!
Pensate che non ci sarebbero "associazioni", "comitati", "mamme", "lavoratori" che non starnazzerebbero contro la "limitazione dei diritti acquisiti"?!
Pensate che non ci sarebbe qualche inclito parlamentare che non presenterebbe una "interrogazione"?!
D'altro canto, da un gregge che ha istituzioni (sic!) che non hanno preso i conseguenti, duri provvedimenti contro gli infami autori di "una, cento, mille Nassirja", cosa ci si può aspettare?!
Un amaro abbraccio,
Ettore.
Non concordo con gli interventi di Gabrio, Carlo Maria ed Ettore. Abbiamo dovuto subire l'onta della sconfitta nella Seconda guerra mondiale e - più di questa - lo strazio della guerra civile che ne è seguita. Nel corso del dopoguerra siamo stati la nazione con il più forte partito comunista dell'Occidente libero. Noi, nelle nostre caserme, eravamo sottoposti ad attacchi continui di comunisti e perfino di cattolici anti-militaristi e pacifisti. Siamo stati capaci di mantenere nel nostro cuore l'amor di Patria, che era stato non dimenticato, ma tenuto nascosto, anche dalla gran parte dei nostri concittadini, a causa di una martellante propaganda 'di sinistra' che ha cercato per decenni di scardinare le fondamenta della Repubblica in nome della lotta di classe e della rivoluzione proletaria. E' stata - la nostra e quella di milioni di cittadini italiani - una resistenza tenace e silenziosa, ma che alla fine ha vinto. Ringrazio il presidente Carlo Azeglio Ciampi per avere fatto riscoprire agli italiani i sepolti (ma mai defunti) amor di Patria, Inno di Mameli, Forze Armate. Se oggi in tutti i sondaggi le Forze Armate sono considerate tra le istituzioni più affidabili, lo dobbiamo sia a noi stessi sia a quei tanti concittadini che hanno continuato ad amarci nei momenti peggiori del dopoguerra. Gli italiani che conservano nel cuore l'amor di Patria esistono, ma - come tutti i puri sentimenti - non fanno rumore.
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