Non ho le capacità che ha Gianni Bernardi che ha magistralmente commentato e pubblicato sul suo blog il link per godersi la performance di Brignano che ironizza sulla gestione dell’ultima “emergenza” che ha colpito l’Urbe: la neve.
Allora riporto pari pari quello che il comico ha detto negli ultimi 40 secondi:
"Al ministro della Difesa: se l'Esercito italiano per difendermi dalla neve vuole 60 euro al giorno a sordato, per difendermi dal nemico quanto vole? Parlamose chiaro, sennò io mi arrendo subito, lo dico per voi".
Io non voglio essere cattivo come Gianni (ma come dargli torto?) nei confronti di quest’uomo che, pur di far cassa, apre bocca e gli dà fiato, come hanno fatto Sindaci incapaci e giornalisti frettolosi, che, per un giornalista serio, è sinonimo di incapacità; dico solo che, con una sparata simile, ha vanificato quella freschezza (talvolta anche intelligente) che aveva caratterizzato la sua comicità e si è pure beccato -sulla sua pagina face book- le reazioni veementi ed incazzate di decine di “semplici” militari.
Io me la prendo con i nostri Vertici che subiscono passivamente queste ondate di calunnie o, con una botta di ardimentosa audacia, si limitano a diramare “comunicati” che leggono solo pochi eletti.
Io me la prendo con Loro perché non hanno la forza di gridare che gli unici in questo sventurato Paese sono gli uomini (e mò pure le donne!) in uniforme (compresi anche gli appartenenti ai Corpi armati dello Stato) che sono sempre pronti, sempre allertati, sempre con il piede sull’acceleratore per accorrere laddove l’inefficienza dei “civili” ha aggiunto disastri al disastro.
Io me la prendo con Loro perché non hanno mandato nessuno in televisione a fare sonore e motivate (dalla legge) smentite o, se non c’era nessuno telegenicamente adatto, inviare alle redazioni dei maggiori telegiornali un comunicato, con l’obbligo di leggerlo nelle edizioni di massimo ascolto.
Io me la prendo con Loro perché le conseguenze della sindrome di Asperger di cui sembra siano affetti, non solo ci fa stare alla berlina giorni e giorni ma continua a relegarci in quell’angolino sperduto in fondo a destra dell’universo istituzionale, tanto da indurre qualcuno, ora come allora, ad arrogarsi il diritto di accusarci di “stare rinchiusi tra i muri delle vostre caserme”; come si dice: cornuti e mazziati!!!
Per quanto mi riguarda, nel piccolo del mondo in cui vivo, non tralascio occasione per smentire queste
(ed altre) falsità, anche se nessuno mi fila.....almeno fino al verificarsi della prossima emergenza.
Un abbraccio a tutti,
Ettore.
Caro Ettore, come non condividere il tuo pensiero. Ne abbiamo parlato a lungo e abbiamo convenuto sulla necessità di un intervento attraverso i mass media finalizzato a far conoscere al vasto pubblico la verità. Oggi sulla rete leggiamo notizie di richiesta di pagamenti da parte delle Forze Armate non rispondenti a verità. Le critiche, talvolta anche feroci, si susseguono senza sosta facendo perdere ulteriore credibilità ad una Istituzione che ancora funziona. Perchè i Vertici di questa Istituzione non intevengono sui media come tutti noi vorremmo? Manca forse l'interesse a smentire? Non vogliono entrare in polemiche? Si sentono talmente sicuri di quello che fanno che non ritengono necessario dare spiegazioni/chiarimenti? Sono forse inibiti dai politici che non vogliono dare troppa visibilità alla presenza dei militari sui media?
RispondiEliminaDi motivi ne possiamo trovare tanti altri. La realtà è che oggi l'intervento dell'Esercito è sotto attacco su tutta la rete per quanto attiene con il "pagamento delle prestazioni". Ma la vogliamo finire di nuocere a noi stessi con il nostro comportamento? Sarebbe ora e.......non solo per questo!
Pierlugi Genta
Meno male che il Ministro della Difesa è uno dei nostri, che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito era in assoluto il migliore sulla piazza. Non ho parole. Non è che si stava meglio quando si stava peggio?
RispondiEliminaCiao Dottor ASPERGER (tu sì che sei veramente DOTTO, non il nano di Biancaneve!). Non avertene, ma le tue frequenti citazioni a 360° mi fanno ritenere che continui a pompare anche in veneranda età ed è interessante constatare che sai propinare queste chicche di scienza con ricercata disinvoltura. Bravo ETTORE! Battute a parte, quello che hai riscontrato non è altro che la prosecuzione verso il pendio della scarsa considerazione verso il quale i militari sono sempre più stati spinti dal 1968 in poi.
RispondiEliminaFa moda per una certa cultura radical chic tanto potente, letta, scritta ed strombazzata negli ambienti
di una certa sinistra carica di quattrini. Sono quei personaggi che se vedono una pattuglia di CC che ferma uno zingaro che ha appena consumato un furto intervengono in sua difesa, parlando di razzismo e di diritti violati nei confronti dell'autore del reato e che invece, se sono "loro" le vittime di un furtarello divengono iene rabbiose ed inveiscono contro i CC (o altri operatori) perchè non si fa abbastanza. Che ipocriti! Sono questi i pacifisti di professione che da tanti anni ce l'hanno fitta contro le FF.AA., salvo pretendere sempre, ma senza alcuna riconoscenza. I vertici militari, però,
diciamocelo, per carrierismo od altro, sono divenuti sempre più asserviti ai politici di turno perdendo, a mio avviso, autonomia, personalità e forse, credibilità. Sarebbe bello vedere di tanto in tanto qualche Generale che sbatte i pugni sul tavolo dando eventualmente anche le dimissioni! Ma anche queste sono cose di altri tempi! Da noi lo fece il Cte Generale Corsini molti anni fa (1980 se ricordo bene)..ma adesso si vedono solo grandi saluti e salamelecchi anche nei confronti di modesti politicanti. E questi sono i risultati! Il Dr. ASPERGER ci ha visto giusto! Ciao Ettore, ciao a tutti. Carlo MORI
Mi associo a Carlo Mori in toto, a Ettore con le sue Ettoriadi pure ! Ma questo Dr. Asperger chi è ? Saluti cari . Pino Iacono
RispondiEliminaNaturalmente condivido quanto detto da Ettore e da Carlo Mori; l'ipocrita pacifismo e l'anarchico radicalismo hanno rappresentato le Forze Armate come un peso e non come una risorsa dello Stato. I vertici, poi, non hanno fatto nulla per contrastare questa linea di pensiero e non può essere diverso visto che le nomine sono fatte dai politici che, a turno, governano. Nella mia breve vita militare credo di aver fatto molto per rendere la vita ai miei soldati la più accettabile possibile ma ho contrastato con fermezza la smilitarizzazione perpretata dal 1976 in poi; in quel frangente, a partire dal c.te di btg. in su, non ho visto alcuna presa di posizione a sostegno dei valori che, a fatica, abbiamo appreso e fatto nostri in Accademia. Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, la capacità di chi governa nel far funzionare le varie Istituzioni, consiste solo ed esclusivamente nel saper scegliere i vertici di queste.
RispondiEliminaCiao a tutti
Francesco
Ringrazio Ettore per aver citato me e il mio blog. Nel mio pezzo, oltre ad avere detto quello che penso sull'umorismo di Brignano (che a me non piace), ho anche sottolineato la poca reattività dell'ufficio stampa della Difesa. La tempestività di intervento nei casi di emergenza si ottiene applicando regole semplici-semplici, ma efficaci.
RispondiElimina(1) L'ufficio stampa deve essere collegato con le principali agenzie di stampa per poterle monitorare. (2) All'atto dell'emergenza (diramazione di una notizia falsa o distorta) il capo ufficio stampa deve essere subito informato, fare la valutazione della situazione e avere libero accesso all'ufficio (o al telefonino) del Capo. (3) Dopo la consultazione col Capo, il capo ufficio stampa dirama alle agenzie un comunicato nel quale viene fornita la versione corretta della notizia, meglio se si fa precedere l'invio del comunicato da una telefonata. (4) Lo scopo è far arrivare agli organi di informazione la propria versione dei fatti in tempo perché sia editata, se non contemporaneamente, almeno a breve distanza di tempo dalla notizia errata.
E' importante sapere che la linea gerarchica che separa il capo ufficio stampa dal Capo deve poter essere cortocircuitata in casi di emergenza, altrimenti la reazione non è più tempestiva. Altra cosa importante. Una volta era la radio a essere la più rapida a dare le notizie (a me è capitato di inviare un comunicato e dopo 15/20 minuti sentirlo per radio). Ora ci sono le redazioni Internet, che sono riprese dal popolo di Facebook e Twitter e le notizie (vere o false che siano) sono subito sparate sul web. Pertanto, se non si agisce più che rapidamente, il danno è fatto. I comunicati diramati il giorno dopo non servono a niente. Vi ricordo una regola giornalistica: dopo 24 ore la notizia è vecchia.
Caro Giovanni,
RispondiEliminaè sempre un piacere quando chi ha esperienza in uno specifico settore mette a disposizione di tutti la propria esperienza. Tu, se non ricordo male, hai ricoperto per lunghi anni l'incarico di Addetto Stampa in Accademia e chi, meglio di te, può dare consigli per migliorare un settore così delicato e importante.
Fin qui nulla da eccepire.
Il punto per me è un altro. Il totale disinteresse da parte della Difesa per eventi che vedono coinvolte le F.A.. Notizie che rimbalzano in pochi secondi sui media e che diventano motivo di critica, di attacco , di offesa all'Istituzione.
Non credo che la Difesa abbia necessità di rivedere il funzionamento dell'ufficio stampa, credo che la Difesa debba rispondere e intervenire SEMPRE quando si scrive e si parla a sproposito delle F.A.
Ciao Pierluigi, sono stato: capo sezione pubblica informazione all'Accademia Militare (1985-89); public information officer a Shape (1989-92); capo branca PI a Ftase (1993-97); capo PI e portavoce della FMP in Albania (operazione Alba, 1997). Ho anche tenuto corsi teorico-pratici per diversi anni all'ISSMI (Roma) e all'ISMM (Venezia). Questo elenco di "titoli" non è per fare lo "sborone", ma solo per sottolineare il fatto che di occasioni per sbattere il muso ne ho avute, e non poche.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la Difesa, invece, so per certo che da alcuni anni a qualunque livello per parlare occorre che ne sia informato il ministro. Questo rallenta e mortifica lo spirito con il quale si deve applicare la prima regola della pubblica informazione istituzionale: informare il cittadino di come sono spesi i suoi soldi.
Nel caso specifico che ci ha dato lo spunto per scambiarci le idee, non faccio fatica a pensare che solo dopo che le false notizie avevano preso piede sia stato fatto un "appunto", che è andato al capo di gabinetto prima di giungere al ministro, per poi tornare indietro al compilatore, sempre per via gerarchica. Così la partita è stata persa sul campo della velocità. Ma te la immagini una squadra di calcio che prima di fare un contropiede debba informare l'allenatore? O un comandante che prima di lanciare un contrattacco con la riserva debba fare un appunto al suo capo?
Quando ero capo branca PI a Ftase, per avere una decisione dal comandante, dovevo dire al capo ufficio segreteria, che diceva al capo di stato maggiore, che diceva al comandante, che rispondeva al capo di stato maggiore, che rispondeva al capo ufficio segreteria, che rispondeva a me. Non diamo sempre la colpa ai politici: esaminiamo prima con cura quali e quante sono le gabbie nelle quali ci siamo chiusi.
Da una parte, quindi, i ministri che vogliono controllare tutto quello che esce dalle FA, dall'altra la lentezza della nostra macchina gerarchica. Un bel cocktail per disorientare la pubblica opinione e non farle capire niente di come sono spesi i suoi soldi.