La nostra attiva e fattiva partecipazione alle “missioni di pace” sotto l’egida di Organizzazioni internazionali ci ha, purtroppo, abituati a dover mettere in conto che tale partecipazione può non essere indolore; così, abbiamo “imparato” a piangere i nostri Soldati che, in ottemperanza al dovere, sono rientrati in Patria in una bara avvolta dal Tricolore.
Anche il 22 febbraio, questo pietoso rituale si ripetuto con l’arrivo a Ciampino dell’aereo militare che ha rimpatriato le Salme dei nostri commilitoni Francesco Currò, Francesco Messineo e Luca Valente, che hanno perso le loro giovani vite “solo” per un banale incidente e non per una pallottola o per lo scoppio di una mina.
Ma il 22 febbraio è stato un giorno diverso; il 22 febbraio quelle tre Salme non sono state accolte con gli onori che erano stati giustamente tributati ai loro sventurati predecessori; il 22 febbraio, ad accoglierLe, c’erano solo i loro Vertici militari (e non tutti) e l’Ordinario; il 22 febbraio, nessun telegiornale è riuscito a trovare un minutino per rendere compartecipi milioni di telespettatori del dolore dei loro Cari.
E’ stato un rientro “in sordina”, quasi si fosse voluto sottolineare la “differenza” tra una morte per fuoco ed una per cause accidentali; ma la Nera Signora, di queste differenze, non ne fà: sta a chi è scampato alla sua spietata ed inesorabile falce onorare in egual misura tutti coloro che sono caduti “in servizio e per cause di servizio”.
Da Militare, sono uso al massimo rispetto delle Istituzioni e, quando le decisioni prese non sono in linea con i miei convincimenti, mi sforzo (ma non sempre ci riesco) di esternare il mio dissenso con toni il più possibili pacati e sicuramente non offensivi; ma di fronte alla Morte è molto difficile accettare “pacatamente” quella che, a tutti gli effetti, appare, ripeto “appare” una discriminazione.
Quelle povere Salme sono state ricaricate su degli aerei per far rientro ai rispettivi paesi di origine, alla chetichella; per Loro non ci saranno le solenni esequie nella basilica di Santa Maria degli Angeli; per Loro, non ci sarà l’aulico sermone dell’Ordinario, né ci sarà il commosso ed affettuoso saluto di migliaia di Italiani: dovranno accontentarsi di qualcosa di più semplice, di un qualcosa di casareccio ma, sicuramente, più sincero.
Credetemi, non avrei mai voluto scrivere di eventi del genere, per il semplice fatto che non avrei mai immaginato che potessero verificarsi; ma, tant’è: non c’è mai limite al peggio!
Quanto accaduto mi riporta alla mente talune esternazioni di esimi "opinionisti" che, allacciandosi agli onori funebri tributati ai nostri Caduti, dissertavano sul fatto che, gli stessi, non fossero dovuti: almeno fintanto che analogo tributo non fosse riservato a quanti perdono la vita sul luogo di lavoro.
Mi riesce difficile esprimermi al riguardo, perché non esistono e non devono esistere Morti di categorie diverse; però, oggi questo distinguo si è concretato: almeno per quanto riguarda i Caduti militari.
Un triste abbraccio,
Ettore.
Caro Ettore, devo essere sincero, questa volta non sono d'accordo con te. Sì, è vero che la morte è uguale per tutti, ma se uno è morto in un incidente stradale....allora anche tutti i militari che muoiono in incidenti stradali in Patria, dovrebbero avere funerali solenni in S Maria degli Angeli. Ma no, Ettore... se uno è caduto in un attentato o in un conflitto a fuoco, o sotto il piombo nemico..è, a parer mio un'altra cosa. Sì .. sono situazioni diverse..non v'è dubbio, se no in S Maria d. Angeli dovrebbero essere portati anche coloro che muoiono per una qualsiasi malattia... no, Ettore, non credo che tutte le situazioni siano uguali.. per i malcapitati sì, purtroppo, ma per gli onori militari no, credo proprio di no.. Ciao, un abbraccio. Carlo MORI
RispondiEliminaConcordo con Carlo Mori: occorre stabilire un limite per le esequie solenni, che peraltro sono state tenute nelle città di residenza dei Caduti, con presenza di autorità militari. A una di queste a partecipato il comandante di Aves, Enzo Stefanini. La cosa che invece mi ha lasciato molto male è che, per quanto ne so io, ai telegiornali è passata la notizia che all'arrivo erano presenti i capi di stato maggiore della Difesa e dell'Esercito, che invece non c'erano e sono solo andati a rendere omaggio alle salme alla camera ardente nel pomeriggio.
RispondiEliminaCaro Giovanni,
RispondiEliminail giorno 22 febbraio lo S.M.E. ha messo in rete sul sito www.sme.difesa.it due notizie in merito al rientro delle Salme dei tre militari deceduti nel corso di una operazione militare finalizzata al recupero di commilitoni in difficoltà.
La prima notizia- http://www.esercito.difesa.it/Notizie/Pagine/RIENTRATIINITALIAITREMILITARIDECEDUTIINAFGHANISTAN120222_28.aspx- per informare della presenza dei Vertici delle F.A. all'arrivo delle Salme; la seconda http://www.esercito.difesa.it/Notizie/Pagine/DOMANIIFUNERALISOLENNI120222.aspx per informare in merito alla presenza del Ministro della Difesa accompagnato dal Capo di S.M.E nel pomeriggio del 22.
In sintesi, i (nostri) Vertici c'erano. Ma i Tecnici, i Politici, quelli che avevano deciso di mandare i nostri militari in Afganistan con voto espresso dal Parlamento, dove erano?
Per quanto riguarda i morti di serie A e B mi vergogno solo al pensiero che si possa pensare ad una ....classifica e/o distinzione.
Caro Pierluigi (Genta, credo), i morti sono uguali, ma purtroppo le situazioni sono diverse..pensa al Carabiniere che muore eroicamente in un conflitto a fuoco con i malviventi, magari per salvare vite umane innocenti. Come puoi paragonarlo a quello che muore in un incidente stradale o a quello che viene colpito da un infarto in caserma? Certo, sono tutti morti in servizio e come morti, è ovvio, sono tutti uguali, ma le situazioni, è fin troppo ovvio, sono molto differenti! E differenti, di conseguenza saranno gli onori che vengono tributati, da militari e da civili. E' come se Salvo D'Acquisto dovesse essere considerato come il Cre che muore in un incidente stradale, eventualmente anche per sua colpa. Non si tratta di morti di serie "A" e di serie "B". E non c'è da vergognarsi se logicamente vengono ricordati in modo diverso. Credo che il buon senso possa aiutare molto in questi casi. Un caro saluto. Carlo MORI
RispondiEliminaCari amici,
RispondiEliminaho letto attentamente le vostre considerazioni è non posso fare a meno di intervenire per esprimervi la mia idea che poi coincide con quella dell’Istituto che mi onoro di presiedere. I nostri Militari Caduti non erano in gita di piacere, nè erano impegnati in attività non pianificata. Sono stati vittima di un incidente causato dagli effetti delle condizioni meteo dei quei giorni e non di un attentato o di una azione bellica. E allora? Non meritavano un ringraziamento da parte dello Stato simile a quello riservato agli altri Caduti.
Non appartenevano a nessun corpo di elite, ma erano dei Fanti. Forse questo li ha penalizzati? Forse non era il caso di organizzare un funerale nella Basilica di Santa Maria degli Angeli con autorità, diretta televisiva, onori militari? Anche Loro hanno una mamma che piangerà sulla loro tomba.
E meno male che abbiamo un Ministro tecnico, che più tecnico non si può!
Carlo Maria Magnani
Sì, Pierluigi, ho verificato e hai ragione. Dalle foto di Repubblica (FAI CLICK SUL LINK): nella prima si vede l'ordinario militare monsignor Bagnasco; nella seconda i capi di SMD e SME.
RispondiEliminaPur non presiedendo niente (neanche me stesso) concordo pienamente con quanto affermato da Carlo Maria.
RispondiEliminaRingrazio anche Carlino per il suo pacato commento che, in punto di logica, non fa una grinza.
Ma, certe volte (e, questa, è una di quelle volte) la "logica" deve confrontarsi con le circostanze che hanno causato un determinato evento.
E' vero che la logica vorrebbe che le vittime tutti gli incidenti stradali siano "catalogabili" in un'unica categoria, magari per fare statistica; ma qui non stiamo parlando di un "incidente stradale" tout court: qui, come dice bene Carlo Maria, stiamo parlando di un incidente avvenuto in un luogo sconosciuto e in conseguenza dell'espletamento di una missione ordinata dallo Stato italiano.
Non credo che la massima aspirazione di quei Ragazzi fosse quella di farsi un giretto su un "Lince" in un fiumiciattolo afgano!
Un abbraccio,
Ettore.