lunedì 9 marzo 2009

UN ALTRO CASO DI COSCIENZA.

“L’arcivescovo di Olinda e Recife (Brasile), don José Cardoso Sobrinho, ha annunciato la scomunica per i medici che hanno praticato l’aborto alla bambina di 9 anni che aspettava due gemelli dopo essere stata violentata dal patrigno per oltre tre anni. Anche la madre della piccola è stata colpita da scomunica per aver autorizzato l’intervento. Il prelato ha parlato esplicitamente di “duplice omicidio”.”
Ho letto questo “lancio di agenzia” due giorni fa ma la sconvolgente notizia non ha trovato né eco nei TG né spazio su i maggiori quotidiani. Sicuramente gli incliti direttori non la hanno ritenuta appetibile dal raffinato pubblico di ascoltatori o di lettori italiani, impegnato com’è, il pubblico, a seguire le carnacialesche vicende della “casa” o i preparativi milionari per “la fattoria” o le avventure borgatare dei “cesaroni” o tutte le altre offese alla dignità ed all’intelligenza che ci propinano quotidianamente.
Invece io, povero illuso che ancora crede nella supremazia dell’intelligenza su altri apparati del corpo umano normalmente dislocati nella parte basso-centrale, io ci sono rimasto molto male, oserei dire turbato ma turbato profondamente nell’apprendere che in un lontano Paese (da sempre considerato “cattolicissimo”) ci sia stato un essere di sesso maschile che sarebbe una bestemmia chiamare “uomo” che ha violentato e messo incinta una bambina ed anche un “pastore di anime” che abbia adottato provvedimenti di stampo medievale contro coloro che hanno pensato a salvare, in tutti i sensi, la vita di quella disgraziata creatura.
Premetto, che al tempo votai NO al referendum sull’aborto e sono tuttora convinto di aver fatto la scelta giusta.
Ma, ma dinnanzi ad un caso cosi diabolicamente aberrante, mi chiedo se non sia il caso di rifletterci sopra prima di scagliare anatemi come se fossero bruscolini. Qui non stiamo parlando di un vile e deprecabile tentativo di usare l’aborto a mò di “anticoncezionale” a copertura di un “incidente di percorso”. Qui stiamo parlando, purtroppo, di una bambina che in Italia frequenterebbe la quarta elementare e che una bestia ha messo nelle condizioni di diventare madre quando, almeno psicologicamente, non ha ancora reciso completamente il cordone ombelicale con la sua.
Mi domando se quel presule abbia valutato o qualcuno gli abbia prospettato le devastazioni psico-fisiche che deriverebbero a quella bambina in caso di compimento della gravidanza. Senza svelare nessun segreto, io non sono una donna ma mia moglie mi ha parlato della impossibilità per un corpo femminile ancora acerbo di partorire un bambino, figuriamoci due gemelli! Dubita fortemente, mia moglie, della possibilità di sopravvivenza della puerpera; ed allora mi chiedo se questo non dovremmo chiamarlo omicidio!
E poi non credo che sempre quel corpo femminile non ancora “di donna” sia in grado di nutrire altri due esserini fino a garantire loro un sano sviluppo, premessa di un’esistenza serena; e questo come dovremmo definirlo?!
Inoltre, mi riesce difficile immaginare questa madre-bambina che porta al parco i suoi due gemellini nel passeggino quando le sue coetanee, con il passeggino, portano al parco le loro bambole che però loro possono tranquillamente trascurare per farsi magari un giro sull’altalena; come mi riesce difficile immaginarla a casa mentre si divide tra il dovere di fare i compiti e quello ben più impegnativo di far scaldare i biberon e cambiare i pannolini.
A che futuro sarebbe stata condannata questa vittima innocente? Che traumi irreversibili avrebbe subito la sua psiche appena in formazione, peraltro già compromessa dalle pluriennali violenze del patrigno? A chi avrebbe potuto chiedere conto della sua disgrazia?
Un’ultima domanda. Anche il papà di Eleuana e stato definito “assassino” per aver autorizzato un atto di pietà nei confronti della sua infelice figlia; ma allora gli assassini, quelli veri, come dovremmo chiamarli, come dovremmo trattarli?
Ragazzi, confesso la mia incapacità a darmi delle risposte, forse perché la mia molto risicata “sfera spirituale” è troppo lacunosa per aiutarmi.
Se c’è qualcuno in grado di farlo lo ringrazio fin d’ora!

(Ettore)


Commenta Francesco :

Caro Ettore
dopo alcuni giorni di intenso lavoro ho aperto il blog con la speranza di trovare altri interessati alla nostra chiacchierata e non Ti nascondo la delusione nel leggere zero commenti. Tale delusione è però subito svanita nel leggere le Tue considerazioni sulla scomunica brasiliana.
Se una persona che non Ti conosce dovesse esprimere un giudizio sul Tuo carattere guardando i Tuoi baffoni, il Tuo berretto a fesa alta, il modo con cui hai attaccato la “nuova generazione” nella diatriba generata dalla lettera aperta di Giovanni Bernardi, Ti avrebbe classificato come fanno mia moglie, i miei figli e i miei collaboratori quando le mie decisioni non collimano con i loro desideri. “sei il solito militare ottuso e reazionario”. Al contrario, ogni Tuo intervento dimostra una apertura verso gli altri ed una serenità di giudizio che Ti fanno onore.

Il solito militare .... con baffoni e con il berretto a fesa alta
Penso che le considerazioni, sia di carattere psichico che fisico, sulle conseguenze della mantenuta gravidanza non possano essere confutate e non sono certo frutto di un diverso grado di spiritualità. Anche coloro che frequentano, con costanza e convinzione, la chiesa e i suoi organi sanno che vi è un distinguo fra gli insegnamenti del Cristo e l’attività terrena di coloro che qui lo rappresentano; su questo punto mi piacerebbe sentire i pareri di Antonio Piemontese e Franco Rosa.
Il fatto da analizzare è, quindi, la mancata presa di posizione, da parte del Vaticano e degli organi di informazione, sulla scomunica.
Credo che uno degli attuali aspetti sociali più deleteri sia la paura di essere associati ad un gruppo ( di persone, di idee, di costume etc.) e che questa paura genera, quale effetto, un legamento ad altro gruppo considerato più rispondente ai propri bisogni. In questo caso si crea un sempre maggiore processo di spersonalizzazione per il quale l’ego si identifica con la species sino a rifiutare anche le proprie idee se contrastanti con il gruppo di appartenenza. Nel gruppo dominano le personalità più forti e queste tengono a bada la massa con messaggi sublimali capaci far maturare decisioni senza alcuno sforzo mentale.
Non so per quale fazione politica Tu simpatizzi ma chi legge il Tuo intervento Ti classificherà di sinistra e, se considera la sinistra contraria ai propri interessi, quasi certamente, esprimerà un giudizio negativo o, peggio, rifiuterà ogni considerazione, anche se in cuor suo sa che, al posto della mamma brasiliana, si sarebbe comportato come lei.
Un caro abbraccio
Francesco

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