Ho letto gli ultimi interventi di Giuseppe ed Ettore : colpiscono a fondo . Ho fatto un personale commento a Iacono ed ora mi accingo a scrivere qualcosa su altri vinti che operarono negli stessi luoghi dove 40 anni fa il 150° Corso effettuava il Campo estivo.
Quello che mi ha spinto a scrivere sono alcune parole contenute nei due interventi: Varazze, in quello di Ettore, e vinti, in quello di Giuseppe.
Tutti noi ricordiamo le località di Giovo Ligure e Sassello . Nei dintorni si trovano luoghi come Dego, Millesimo, Cairo Montenotte che cantano ancora la gloria del giovane Generale Napoleone Bonaparte nella Campagna d’Italia. Gli stessi luoghi, a distanza di tempo, sono stati testimoni di avvenimenti anche profondamente diversi ma sempre sfiorati dall’ala della Storia.
Dal luglio del 1944 all’aprile del 1945 la riviera di Ponente e il suo impervio entroterra costituirono il settore affidato alla 3^ Divisione di Fanteria di Marina “San Marco” della R.S.I. Questa Divisione, insieme ad altre tre, fu costituita ed addestrata in Germania a Grafenwohr in strutture ancora utilizzate per esigenze NATO. La Divisione contava circa 15.000 uomini : di questi circa 3.000 erano volontari provenienti dalla X MAS e dai campi di prigionia tedeschi. Gli altri erano coscritti a seguito dei Bandi Graziani. Nell’estate del 1944 gli Stati Maggiori Germanici prevedevano uno sbarco , che poi effettivamente avvenne in Francia sulle coste della Provenza, e, pertanto, anche se l’addestramento non era terminato, destinarono la San Marco a presidio della Riviera di Ponente . Tutti i componenti della Divisione , anche quelli più tiepidi o addirittura contrari, si aspettavano di essere impiegati contro gli Alleati sulla linea Gotica e per loro fu una tremenda notizia quella di essere destinati a presidiare la costa ligure con tutto quello che avrebbe comportato. Il retroterra montuoso ed accidentato era controllato dalle bande partigiane e davanti c’era il mare. La Grande Unità , che comprendeva due Reggimenti di Fanteria di Marina ( 5° e 6°) ed il 3° Reggimento di Artiglieria , fu schierata su un fronte di oltre 100 Km da Savona a Varazze frazionata in reparti di piccola entità e con linee di comunicazione difficili se non impossibili. Questi reparti isolati da un lato subivano le perdite causate dalle azioni dei partigiani e dall’altro erano oggetto di continue diserzioni, anche di unità organiche al completo. Nei luoghi dove noi effettuavamo il campo in Accademia , era di stanza il 5° Rgt. Fino ad aprile del 1945 si succedettero in una tragica sequenza episodi di ferocia da entrambe le parti. Il forte dove noi custodivamo le armi e l’uniforme storica fu teatro di episodi oscuri. Alla fine della guerra nei pressi del monte Beigua (ve lo ricordate nei nostri inquadramenti topografici?) furono rinvenute fosse comuni contenenti i corpi di giovani uomini e donne uccisi con un colpo alla nuca : da quelle parti, sparì una compagnia di marò di circa 200 unità che era stata di stanza a Sassello e zone limitrofe.
Alla fine di aprile 1945 la Divisione si ritirò dalla costa e per ordine superiore si diresse verso Alessandria per poi attraversare il Po. All’inizio del movimento contava circa 10.000 effettivi che entro il 30 aprile cessarono di essere reparti combattenti.
Da quando ho conosciuto questi tragici avvenimenti mi sono spesso chiesto perché noi allievi andavamo a fare il campo proprio a Sassello ? I nostri Comandanti più anziani conoscevano questa storia? Qualcuno di loro c’era già stato?
Quando andammo a fare il viaggio di istruzione , al termine della Scuola di Applicazione, a Trieste il nostro collega Claudio Magris mi raccontò delle Foibe, di cui allora non avevo mai sentito parlare prima. Anche in quella occasione non mi sembra di ricordare che fosse organizzata una sosta per ricordare ed onorare quei morti, ma forse in questo caso mi sbaglio (spero).
Un saluto.
Giovanni Papi
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