giovedì 3 settembre 2009

La Storia scritta dai vinti.

Lettera aperta di un Terrone trapiantato in “Padania”

Ogni anno ha i suoi tormentoni estivi: questo, la cui estate non è ancora terminata, passerà alla Storia per aver fatto impazzire un povero cristo, che con due Euro se ne è visti recapitare in tasca 147 milioni e, ancor prima, per le innumerevoli esternazioni “leghiste”, fra le quali quelle sulle gabbie salariali, i festeggiamenti per i 150 anni di Unità d’Italia, l’Inno di Mameli piuttosto che il bellissimo “Va Pensiero”, il …..Tricolore,ecc.
Ormai è evidente: da un lato, d’estate i mezzi di informazione devono pur campare, enfatizzando una cosa piuttosto che l'altra; dall’altro, gli ultimi “tormentoni” leghisti hanno lo scopo lapalissiano del gioco “al rialzo”, finalizzato ad ottenere sempre di più da quella Roma ladrona, che paga anche i lauti stipendi dei loro Senatori e Deputati.

Sono campano di origini, padano di residenza da una vita … per “i padani” un invasore… un ladro di stipendi o pensioni del Nord.
La mia opinione, che poi diventa drammatica certezza di fronte alle valutazioni che seguiranno, è che questo movimento politico è iniziato come un fenomeno di folklore, che si è sviluppato negli anni fino a raggiungere numeri discreti …in Parlamento, nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, ma che si basa sull’ignoranza di fondo sia della base che dei suoi capi-popolo……….un’ignoranza arrogante, pretenziosa, egoista e razzista .

Ed è una grave lacuna l’ignoranza per chi fa politica, non foss’altro perché la Storia, quella delle verità oggettive e non di comodo, ha una sua valenza fondamentale nel comprendere l’essenza di un popolo, di una etnia, di intere generazioni.
Quando si approfitta dell’ignoranza della stessa gente, di cui si cavalcano le opinioni vuoi al governo del paese, vuoi all’opposizione, si commette una inadempienza grave, ancor più grave se l’ignoranza proviene addirittura da se stessi.
Quindi per questi Signori, e per quanti non riescono a trovare argomentazioni per contrastarli (se non le “inalberature” del momento messe poi a tacere dalle puntuali smentite e ritrattazioni), vale la seguente Storia, scritta dai vinti … un tabù di cui non si parla mai nei contesti che contano. Un dramma nel dramma !

Verso la fine del 1800, un tal Regio Governo Sabaudo, che si estendeva fino alle pendici del Gran Sasso - per l’esattezza fino alla Rocca di Civitella del Tronto (AP) - pensò di unificare l’Italia che, proprio da Civitella del Tronto fino alla più meridionale delle propaggini siciliane, era governata dai Borboni.
Berlusconi non c’era ancora.
Qual’era la differenza fra questi due Regni?
L’assoluto benessere ed opulenza del Regno delle due Sicilie contro il nulla assoluto del … Nord: una landa desolata di povertà, di indigenza e di fame!
I Borboni detenevano il monopolio assoluto degli scambi commerciali nel Mediterraneo, erano esclusivisti nel know kow e nella produzione di motori marini.
La cosa non era ben vista da Sua Maestà Britannica, che aveva enormi interessi commerciali e non, proprio nello stesso mare … nostrum.
Fu così che i Piemontesi, alleati con i Sardi e finanziati in tutto e per tutto dagli Inglesi … e anche di più, si inventarono la campagna militare che iniziò con un testa di legno (passionale e genuina), di nome Giuseppe Garibaldi, e terminò con la spoliazione dell’intero Centro-Sud di ogni cosa, di ogni risorsa, di ogni ricchezza.
La battaglia di Calatafimi, con i 1.000 di Garibaldi contro le migliaia del potentissimo Esercito Borbonico, terminò con la sconfitta di questi ultimi, non per una sorta di emulazione garibaldina dei 300 Spartani alle Termopili contro i Persiani di Serse, ma semplicemente perché denari inglesi, e tanti anche, finirono nelle tasche di alti Ufficiali, Stati Maggiori e Nobili Borbonici, senza la cui guida i reggimenti di Francesco II di Borbone si sfaldarono come neve al sole.
Accadde questo a Calatafimi, il 15 maggio 1860: nient’altro che questo!
Altra nota storica a margine : tra i famosi "mille", che lo stesso Garibaldi il giorno 5 dicembre 1861 a Torino definí "tutti generalmente di origine pessima e per lo piú ladrona”, sbarcarono in Sicilia, francesi, svizzeri, inglesi, indiani, polacchi, russi e soprattutto ungheresi, tanto che fu costituita una legione ungherese utilizzata per le repressioni piú feroci. Al seguito di questa vera e propria feccia umana, sbarcarono altri 22.000 soldati piemontesi appositamente dichiarati "congedati o disertori".
Garibaldi in ogni caso risalì l’Italia, per entrare da conquistatore in una Napoli indifesa, con Francesco II riparato a Gaeta, e per proseguire a Nord, ma il capo del governo piemontese, tal Camillo Benso di Cavour, conte con barbetta e monocolo, preoccupato di sì tanta intraprendenza, gli mandò incontro Vittorio Emanuele II con l’intero esercito sardo-sabauda.
Da qui lo storico incontro di Teano del 26 ottobre 1861, ove il Re disse un bel “Grazie” a Garibaldi per aver fatto il gioco duro in Sicilia, con la lungimirante valutazione politica di base che se fosse andato tutto bene, il merito se lo sarebbe preso lui, se invece fosse andato male, sarebbe stata solo colpa di quel c…… di Garibaldi !
Questo e niente altro frullò dalla testa del Re con il pizzo, prima e durante la campagna di Sicilia.
Naturalmente, non meno di qualche mese prima, il 20 marzo 1861, dopo un lungo e cruento assedio, cadde anche l’ultimo baluardo del Regno delle due Sicilie, per l’appunto la Rocca di Civitella del Tronto.
Reduci e prigionieri vennero deportati nelle sabaude galere e di loro non si seppe più nulla.
A Garibaldi venne dato il benservito e gli ideatori dell’Unità d’Italia perfezionarono quello che Garibaldi non aveva avuto il tempo di terminare, consolidando il potere acquisito, facendo scempio e strage di migliaia di civili, di oppositori, di intellettuali, ma soprattutto, lo ripeto ancora una volta, portandosi via qualsiasi cosa, fra cui l’anima stessa e l’orgoglio del Centro- Sud della Penisola.

La Storia scritta dai vinti (che è sempre quella vera) quindi ci dice che:
1. paradossalmente, mafia e corruzione furono esportati nel nostro Sud con le ghinee Inglesi e l’avallo politico del Nord;
2. dal 1861 in poi, il Centro-Sud d’Italia fu sfruttato, rannicchiato nell’indigenza, nell’ignoranza e nella povertà, come conseguenza dell’assoluta e primaria scelta politica di comodo della Monarchia, con sede prima a Torino e poi a Roma ... Capitale della riunita Italia, la stessa Roma ladrona che, mi piace ricordarlo ancora, paga stipendi, indennità e trasferte degli Onorevoli leghisti e dei loro portaborse. Sputano da anni nel piatto in cui mangiano e nessuno apre bocca !
3. a guerra finita, infine, nella mancanza ed assenza cronica ed assoluta dello Stato, si crearono gli “antistati” della Mafia, della Camorra, della Ndrangheta e della Sacra Corona Unita : paradossalmente nacquero per proteggere i deboli e le relative famiglie dai briganti e dallo sfruttamento dei latifondisti. Oggi sono holding finanziarie intrecciate a doppia mandata con il sistema politico;
4. da questa terribile e tragica mazzata, il Sud Italia non si è mai più risollevato.

Cos’ha insegnato a me questa storia?
Qualche anno fa entrai in contatto con dei filo-borbonici napoletani, intellettuali di comodo, da cui mi dissociai quasi subito.
Il movimento filo-borbonico e quindi anti-sabaudo (per quello che può valere oggi, ovviamente) sostiene le stesse cose che ho sostenuto io fin’ora; del resto la storia è storia, tuttavia c’è un “ma”.
I filo-borbonici sono un movimento di intellettuali ideologizzati, quasi tutti di estrema sinistra, che amano in maniera particolare piangersi addosso…..lo adorano letteralmente!
Portano avanti da sempre le stesse mie recriminazioni, con la differenza che loro, proprio per essere di estrema sinistra, sanno solo contestare e basta; mentre io, e presumo tanti altri come me, ritengo che all’uomo, inteso non come singolo ma come società, sia data anche la possibilità di scegliere di alzare la schiena, fare il punto della situazione e ripartire da zero, cioè da se stessi, costi quello che costi.
Ce lo hanno insegnato uomini come Falcone e Borsellino, tanti giudici e magistrati di frontiera, giornalisti (penso per esempio a Gianfranco Siani), Ufficiali delle Forze dell’Ordine (penso per esempio a Emanuele Basile), semplici poliziotti e carabinieri, che non erano di certo brianzoli, bergamaschi o veneziani .
Guarda caso poi, i bravi “terroni” , perché ce ne sono stati e ce ne sono tantissimi, dovunque vadano o siano andati, oltre ad adeguarsi al clima, alle usanze e alle regole, hanno dato sempre esempio di intelligenza, capacità, vivacità interiore e fantasia che altri si sognano.

Dove voglio arrivare?
All’auspicio che questo marciume di cui ho parlato fin’ora emerga, per quanto mai in senso vittimistico.
Ci sono dei tabù nel nostro Paese e ce ne sono tanti: c’è stato per decenni il tabù dei profughi istriani , quello dello stragismo, le BR, un fenomeno molto ben organizzato – parere mio - per essere solo Italiano, Ustica, mandanti mai scoperti, esecutori o presunti tali in libertà…per buona condotta o per termine di pena.
Ma c’è anche questo …di tabù, che per certi versi, è ancor più drammatico, non foss’altro perché il non parlarne per tempo nella maniera corretta, ha permesso che un partito politico cavalcasse e continuasse a cavalcare idee strampalate, egoistiche, razziste e sprezzanti.
E voglio arrivare, sì voglio arrivare al fatto che questa penisola si chiama Italia; l’hanno voluta in primis i signori del Nord, l’hanno voluta ed ottenuta un secolo e rotti fa rubando di tutto e massacrando gente inerme. E questo è un dato di fatto.
Noi “terroni” ce ne siamo comunque fatti una ragione; per quanto con grandi difficoltà a scrollarci di dosso tutti i possibili marchi negativi che ci hanno appioppato in un secolo e passa, magari anche a ragione, questa Italia l’abbiamo comunque accettata ed amata; per questa Italia abbiamo combattuto (quanti di noi sono morti per difendere i nostri confini nella I guerra mondiale? E nella II ? Per chiudere con le 4 giornate di Napoli che misero letteralmente in fuga i tedeschi?).
L’Inno Nazionale? Lo ascoltano tutti con rispetto, compresi i contrabbandieri, i camorristi, i topi d’auto e i ladri d’appartamenti, i borseggiatori e i truffatori; tutti !
Ma certi signori del Nord , non sapendo o facendo finta di non sapere quello che hanno combinato i loro avi, continuano a volere, senza aver messo nella minima considerazione che i danni fatti in passato sono tali e tanti che per livellare civiltà e benessere agli standard del Nord, ci vorranno ….generazioni e tempi inimmaginabili.
Questi signori devono reinvestire nel nostro Sud, supportati dai governi pro tempore, tutto quello che ci hanno rubato, non più per restituirci cose ed averi, ma la dignità, il senso civico, il rispetto delle regole e delle leggi, la legalità come principio indissolubile di un qualsiasi tessuto sociale, e soprattutto la riconversione delle capacità produttive alle possibilità effettive del territorio, che sono in prevalenza agricoltura, turismo e servizi. La criminalità organizzata e non vanno represse molto duramente : mai più dovrebbe accadere che quartieri interi insorgano contro polizia e carabinieri quando arrestano il capoclan di turno, quello che per buona sostanza dà da mangiare – nella totale illegalità - allo stesso quartiere in cui vive lui e la sua gente.
La responsabilità storica, morale e politica che ha il Nord del Paese è immensa; il prezzo da pagare? Quello che sia , va pagato fino alla fine. E la gente questo lo deve sapere.

Altro che “gabbie salariali” !
Che la facciano finita, quindi, i sig.ri Leghisti & C.: con il loro modo di dire e di fare non andranno da nessuna parte.
Vogliono tutelare la loro gente? Che lo facciano pure, ma mai senza un Sud Italia “riconvertito” alla pari.
Perché ciò sia, occorre una progettualità politica seria, finalizzazioni, obiettivi sociali ed economici a breve, medio e lungo periodo.
Ci vorrà tutto questo e tanto altro ancora.
Giuseppe Iacono.




Rispondo al commento di Giovanni :


La storia scritta dai Vinti
( del 3 settembre 2009)

Caro Giovanni

Non sono d’accordo con la tua disamina.
Che mi pianga addosso pure io, bhé, sei libero di pensarlo, ma non è così.
Il fatto è che il pesce puzza dalla testa ed è chiaro che se si continuano a mandare denari a "schiovere" nel mezzogiorno, per come stanno le cose ora e soprattutto prima, fra "mamma santissima",Regione, Provincia, Comune e mazzette, se resta qualche briciola è oro colato.
Qui, tanto per non piangersi addosso, occorrono per il Sud Italia statuti e leggi speciali; tutto il SUD Italia va praticamente commissariato e non per poco tempo.
Cosa credevi che pensassi ? di continuare a dare denari a Bassolino e a Rosetta Iervolino ? I Leghisti saranno pure razzisti , ma mica scemi.
Tutti coloro che hanno gestito il potere negli ultimi 20-30 anni, anche se in carica, vanno sospesi e vanno messi sotto inchiesta a fattor comune per il tempo necessario a individuare responsabilità penali, concussioni , connivenze con la criminalità organizzata, corruzione, omissioni di atti di ufficio, falso ideologico, abusi di potere ecc.
Poi ci saranno gli eventuali rinvii a giudizio ; poi i processi e poi le condanne.
Nel frattempo il Sud Italia continuerà a restare commissariato nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni , sotto la supervisione del Ministero degli Interni e, perché no, anche dei Servizi Segreti, con un Super Commissario con carica di Prefetto, che risponde direttamente al Consiglio dei Ministri.
Una dittatura? Per carità, anche se qualcosa andrà certamente corretta per evitare decorrenze dei termini e quant’altro , almeno fino a processo di primo grado concluso. Legge Gozzini? Revocata ! Ci vorrà l’esercito ? E mettiamoci l’esercito, mettiamoci anche i Carabinieri che sono diventati Forza Armata.
Certamente , e qui riconfermo in pieno quello che ho detto nel mio primo intervento , un aiuto spintaneo di quel Nord che ha comunque in passato reso possibile l’attuale situazione ci vuole, sia in termini di risorse e tante, che di impegno effettivo, competenze specifiche comprese.
Che iniziassero per esempio a mandare a Palermo anche magistrati , poliziotti , vigili urbani e finanzieri di Como, Varese, Milano, Bergamo, Brescia, Torino soprattutto, ecc. Idem dicasi per gli Insegnanti,i Presidi, i Dirigenti Sanitari, i Dirigenti dell’Ufficio Imposte Dirette, Ufficio IVA, Catasto, INPDAP, INPS, INAIL, Polizia Tributaria, Prefetture, delle Infrastrutture, della Nettezza Urbana, dei trasporti pubblici…..di qualsiasi cosa.
Che le regole sugli appalti vengano totalmente riviste, ipotizzando per postulato e allo stato attuale, inadempienze e illeciti ad ogni passaggio.
Che le imprese edili siano tutte schedate e certificate e che il fenomeno dei subappalti sparisca completamente. Che gli standard costruttivi siano controllati, seguiti e certificati da professionisti …con la scorta.

Ma qui mi fermo, caro Giovanni.

Era solo per darti un’idea che la storia è una cosa e come risolvere i danni della stessa sono un'altra.
Diversamente hai ragione : ci si piange addosso e basta. Ma non era quello il mio intendimento e mi spiace che tu mi abbia frainteso.

Quindi, hai ragione : non si risolvono problemi di questa portata mandando soldi ( in tal modo lavandosi solo la coscienza) in un ambiente corrotto ed incapace a gestirli.

Come pure , Giovanni, non si mandano cibo o denari in Africa.
Lì non è nemmeno sufficiente insegnare alle popolazioni locali coltivare un campo a mais piuttosto che a cocomeri. Il cibo regalato finisce, i denari mandati se li cuccano i dittatori neri, e contro il know how basta la prima pulizia etnica che qualche bastardo si inventa e addio a manodopera ed attrezzature.
Perché l'Africa e il terzo mondo in genere versano in queste condizioni ?
Perché i signori colonizzatori (Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo ecc.) hanno sfruttato per secoli la gente locale e le loro risorse, facendoli star bene anche, per carità, ma schiavizzando le persone e rendendole incapaci di provvedere a se stesse. I colonizzatori si sono arricchiti e ai primi movimenti indipendentisti se ne sono andati, lasciando tutti in un mare di m.......
Ora questi disgraziati, al netto di delinquenti e terroristi, che vengono da noi perché sanno che in galera oggi entrano e domani escono, ce li ritroviamo tutti a Lampedusa, prima in Puglia , contemporaneamente al confine con la Slovenia ecc.
Ce li mandano le organizzazioni criminali, straguadagnandoci e reinvestendo in droga ed armi ?
Ma perché queste persone vogliono andarsene comunque via dalla loro terra ?
Quale destino li attende se restano nel loro paese ?
Chi sono i loro governanti ?
Sono degli statisti di rango, illuministi nel pensiero , nell’etica e nella politica ?
Forniscono loro gli strumenti, la cultura , il supporto e l’assistenza per farli progredire e farli divenire persone civili?

Non trovi, caro Giovanni, una sorta di equipollenza fra quello che sta accadendo in tutti i sud del mondo , Italia compresa ?

Vogliamo andare avanti ? Attenzione però : qui andiamo nel profondo veramente !

Te la ricordi la parabola del Buon Samaritano ?
Quel samaritano (che era considerato peggio di un levita o di un giudeo) lungo la strada che conduceva a Gerico, un giorno, incontrò un viandante derubato, spogliato e massacrato di botte
L’uomo, dice il Vangelo di Luca, lo soccorse, lo ripulì, lo portò in una locanda , lo fece rifocillare , curare e riposare , pagò il conto e se ne andò.
Bene! Un tal Giovanni Franzoni, che non c’entra nulla con la madre del deceduto Samuele Franzoni, negli anni ‘70 era Abate della Basilica di San Paolo in Roma, ed era una delle persone più rappresentative del Cristianesimo subito dopo il Concilio Vaticano II. Scrisse un libro (ne scrisse uno solo) : “La solitudine del Samaritano- una parabola per l’oggi”.
Questo libro non è più in commercio da decenni : la casa editrice è fallita. Sono quindi il fortunato raro possessore di una fotocopia di questo piccolo , ma grande libro. Quindi non potrai verificare quello che sto per dirti : ti devi fidare.
Franzoni fu uno dei pochissimi sacerdoti che negli anni 70 portarono in chiave critica il messaggio evangelico fuori dalle stanze del potere ecclesiastico, rileggendo in controluce quella semplice parabola per cercarvi i principi concreti di una nuova etica della solidarietà, al di fuori e al di sopra dalla carità “codificata” dalla Chiesa.
Provocatoriamente scrive ( te lo sintetizzo a parole mie ) : supponiamo che il Buon Samaritano, il giorno dopo, facendo la stessa strada per Gerico, incontrasse di nuovo un altro viandante derubato e massacrato di botte. Poteva succedere, no? Sicuramente, lo avrebbe soccorso e sostenuto come aveva fatto con l’altro il giorno prima.
E se gli fosse capitata la stessa cosa anche il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, ogni giorno, sempre ?
“Oh, cacchio, avrebbe pensato, ma io non posso andare avanti così, qua prima o poi al posto del viandante ci finisco io !”
Fu allora, prosegue Franzoni nella “provocazione”, che il buon Samaritano pensò di istituire “ La Pia Opera per il soccorso dei rapinati sulla strada di Gerico”, istituzione che potesse sopperire a questo tipo di emergenza ricorrente, senza che il peso ne ricadesse sui pochi malcapitati di buona volontà.
Lui stesso, però, pensò anche un’altra cosa : ma non è che così facendo, io stesso creo un meccanismo perverso, che mentre pone in opera un aiuto per i violentati, simultaneamente incoraggia anche i rapinatori ?
Da una parte essi feriscono e derubano, dall’altra qualcuno pensa a rimuovere gli esiti più repellenti del loro agire, edulcorando la piaga che hanno creato!
Addirittura, non sarebbe stato conveniente per gli stessi ladri, devolvere parte del frutto delle rapine a “finanziare” la “Pia Opera”, integrandola opportunamente con la loro attività?
Che dilemmi, eh ?
Allora, non basta rispondere ai ladroni ( che oggi si chiamano mafia, imprenditori e politici corrotti ecc. ) solo con delle istituzioni di beneficenza, tipo : “Ma si, io ,Stato Italiano, sapete che vi dico ? Che a voi terroni vi ammollo ¼ di finanziaria all’anno, la Lega è contro ma va bene o stesso ; quindi vedete di non rompere e fateci quello che vi pare. Tanto, la mia coscienza è a posto !”

Sai cosa è successo a Giovanni Franzoni , per aver messo solo per iscritto ragionamenti di questo tipo ( ti anticipo solo che il finale del libro è semplicemente “magico” ) ?
Che non ha fatto carriera con porpore e porporine : è stato spretato “a divinis” !

Allora, caro Giovanni, sappi che in questo paese io non ho mai vissuto, ma sopravvissuto.
Le mie emozioni restano confinate solo quando per strada vedo svolazzare un tricolore da qualche balcone, ai funerali dei nostri morti di Nassiriya, all’ascolto del nostro inno nazionale, ad un alza o ammaina bandiera e agli squilli di tromba delle poche caserme che sono rimaste in giro; ai nostri militari impegnati e con grande rischio in Afghanistan, Libano e negli altri teatri internazionali.
Io mi sento orgoglioso di essere Italiano solo grazie a queste sensazioni.
Per il resto mi vergogno di vivere in un paese TRIBALE come questo. Mi fa semplicemente schifo!

Vorrei cambiarlo , vorrei vederlo cambiato, vorrei fare qualcosa per “iniziare” a farlo cambiare. Ma chi sono io , quando nei TG o sui giornali si parla o si legge solo di cronaca nera , e in politica – ogni giorno - si parla o si legge solo di maggioranza e opposizione che si danno addosso, senza che nessuno riesca a capire una mazza su come vanno veramente le cose, sull’economia, su chi strumentalizza e su chi no, su chi apre bocca solo per parlare, su chi ti dice una verità subito smentita o non te la dice per niente , sulle verità di oggi che non sono le stesse di domani : sulla disinformazione martellante , capillare , annichilente , condita dal nulla ?

Un abbraccio, Giovanni , scusami se forse sono andato anche oltre e, in ogni caso, grazie per il riscontro e l’attenzione.

1 commento:

  1. Caro Giuseppe,
    per gran parte delle tue tesi, particolarmente quelle sulla fine del Regno di Napoli, concordo con te. Mi sembra pero' che anche tu ti pianga un pochettino addosso quando pretendi che si investa al sud quanto e' stato tolto : non leggi sui quotidiani il fiume di denaro pubblico che amministratori di ogni colore al sud rubano o sprecano in qualunque modo possibile. E' di questi giorni la polemica dei politici del sud che pretendono una nuova indigestione di finanaziamenti: penso di sapere che fine faranno quei soldi. Io ho vissuto gli anni delle medie e del liceo a Napoli che considero la mia seconda Patria ma prima di lamentarci aiutiamoci da soli, diamo un segnale di riscossa e di orgoglio altrimenti la Lega non fa altro che esprimere sentimenti largamente diffusi e condivisi nel Paese. Con affetto Giovanni Papi
    P.S. L'incontro di Teano e' avvenuto nel 1860 e non 1861.

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