sabato 30 gennaio 2010

IMPLORAZIONE , IMPLORAZIONE, IMPLORAZIONE !!!

Francesco!!!!

se ti sta poco poco a cuore che non mi trasformi in un giacobino (con annessi e connessi) per piacere dammi una spiegazione logica per quanto messo in atto dall' ANM, in quasi tutte le sedi di Corte d'Appello, in occasione dell'apertura dell' Anno Giudiziaro.

Ti ringrazio, Ettore.


18 commenti:

  1. "I an fat ben !!!"

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  2. Io non sono Francesco, e penso che i magistrati non dovrebbero:
    - avere un sindacato ;
    - azzardarsi a scioperare;
    - permettersi di giudicare le leggi , in particolare quelle non ancora promulgate ;
    - organizzare o partecipare a manifestazioni di protesta indegne per la loro categoria;
    -trarre motivo di pubblcita' o fama dal loro lavoro ;
    dovrebbero invece :
    - essere responsabili del loro operato sia in campo penale che civile;
    - essere soggetti ad un controllo formale che accerti il loro impegno quotidiano e gli orari di presenza in ufficio ;
    - essere cancellati definitivamente dai ruoli all'atto dell'ingresso in politica;
    -avere lo stesso metro di giudizio in cause oggettivamente identiche che si concludono in modo diverso a seconda del giudice che le tratta.
    Le motivazioni sono cosi' ovvie che ritengo siano superflue, almeno per chi nel 1968 e' entrato in Accademia.
    Cari saluti
    Giovanni Papi

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  3. Concordo pienamente con il pensiero di Giovann Papi.
    Questi signori che dovrebbero far rispettare la legge e sono i primi a disattenderla. Le leggi le fa il Parlamento. E poi hanno l'ardire di presentarsi con la Costituzione in mano, ma l'hanno mai letta?
    LA MAGISTRATURA TERZO POTERE che sciopera, ma dove siamo arrivati.
    Prima che il giocattolo scoppi occorre una seria riforma del CSM che richiami i Magistrati ai loro doveri di "GIUDICI". Così come sono nominati non a bene: non possono essere nominati secondo il pensiero Politico e su indicazioni dell'ANM (politicizzata a sua volta).
    Ciao Sufoletta

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  4. Cari Amici
    Mi sembra che il dissenso dei Magistrati, fermo restando che purtroppo anche molte ose in casa loro non funzionino a dovere, mi sembra motivato.
    "cloaca", "Deviati mentali" e altra amenità del genere sono in commenti in diretta televisiva che il nostro "premier" ha dedicato loro. Fate Voi...
    La mia domanda rimane sempre la stessa.
    Come ne usciamo?
    Massimo

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  5. Francesco Miredi1 feb 2010, 10:40:00

    Io sono entrato in Accademia nel 1968 e non capisco come possa essere così ovvio pensare che persone fisiche non possano intrepretare in maniera diversa una norma o esprimere il loro parere tecnico su leggi o proposte di legge che alla quasi totalità degli operatori di diritto appaiono fatte per proteggere un solo uomo o costituire una associazione che curi i loro interessi sindacali.
    Noi abbiamo vinto un concorso per fare i soldati nella cosciente convinzione di obbedire alla patria e alla bandiera in un contesto dove predominavano i doveri rispetto ai diritti ma non è la stessa cosa per tutti coloro che hanno percorso altre strade nella pubblica amministrazione.
    Non lasciamoci prendere dalle roboanti dichiarazioni di chi ha interessi diversi dal miglior funzionamento della giustizia e siegatemi perchè l'attuale maggioranza non si adoperi per emanare norme e regolamenti tendenti ad aumentare le ore di presenza nei tribunali e a regolamentare, in maniera più severa e fattiva, la responsabilità dei magistrati invece di insistere con una legge che renderà ancora più ingiusta questa nostra società.
    Francesco

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  6. Caro Francesco,
    Chi e' entrato come noi in Accademia ha affinato il suo innato senso di rispetto delle Istituzioni dello Stato , del Dovere, dell'Obbedienza e di riservatezza. Cosa che tutti dovrebbero avere , compresi i magistrati. Mi spiace ma in questo caso non ritengo che si debba per forza tirare in ballo Berlusconi per giustificare inqualificabili comportamenti di chi dovrebbe giudicare nelle sedi appropriate e non certamente il Parlamento : non sta ai giudici arrogarsi questa compito.
    Saluti Giovanni Papi

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  7. Francesco Miredi1 feb 2010, 16:43:00

    Caro Giovanni
    se qualche volta mi permetto di esprimermi negativamente nei confronti di una fazione o di un singolo politico è proprio perchè in Accademia ho maturato qell'innato senso di rispetto nello Stato e nelle sue Istituzioni. Fra le accuse da te avanzate alla magistratura ritengo fondate quelle che riguardano la voglia di protagonismo, di irresponsabilità o di fare politica (perchè quando ci si considera onnipotenti si dimentica la funzione del proprio status) ma non le altre, in parte perchè incostituzionali, quali la contrarietà all'associzionismo o allo sciopero, in parte perchè innaturali, quale il poter credere che ogni singolo giudice possa interpretare allo stesso modo dell'altro.
    Suf parla di una riforma del CSM ma in quale direzione visto che in buona parte è formato da politici!?.
    Io non voglio fare il paladino dei magistrati (mi scontro giornalmente con loro) ma, come ho più volte detto, le disfunzioni della giustizia hanno varie motivazioni e, ritenendomi un uomo libero di pensiero, non voglio farmi abbindolare da coloro che stigmatizzano alcuni elementi fattuali per crocifiggere un'intera categoria senza dire come migliorare quegli elementi.
    E' vero che la media per ottenere una sentenza che accerti l'esistenza e l'esecutorietà di un credito è di cinque anni ma questo non stravolge l'economia nazionale (sono previsti provvedimenti di urgenza che possono bloccare il patrimonio del debitore) quanto alcune aberranti leggi quali l'ultima variazione sulla legge fallimentare. Questo non lo dico perchè sono contrario a Berlusconi (al quale darei ad occhi chiusi il mio voto se fossi convinto che operi per il bene del paese) ma perchè lavoro fra le norme, i cavilli e le procedure proprio con quel senso di rispetto al quale fai riferimento.
    Ti abbraccio
    Francesco

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  8. Caro Francesco,
    mi inserisco, anche se avevo la presunzione che rispondessi al MIO "grido di dolore".
    Noto con piacere che hai corretto leggermente il tiro nelle tue due repliche a Giovanni.
    Tuttavia, consentimi di discordare con te su un principio che ritengo inderogabile per un funzionario pubblico, soprattutto di quel livello e con quelle responsabilità (per non dire, "potere")e, cioè: il dogma del DOVERE, cui è correlato "l'associazionismo" ed il "diritto di sciopero".
    Forse, anzi sicuramente il mio pensiero è condizionato dalle motivazioni che ci spinsero a varcare quel fatidico portone, quaranta e rotti anni fa; però, per quanti sforzi faccia e con la massima buona volontà, non riesco a concepire che coloro cui lo Stato ha demandato l'immane compito di applicare le sue leggi possano comportarsi come una "categoria" qualsiasi di lavoratori che rivendicano i propri diritti.
    Secondo il tuo assioma, sarebbe del tutto lecito che un cittadino vedesse rinviato il procedimento che lo riguarda (che è un suo sacrosanto DIRITTO), solo perché il giudice preposto è "in sciopero"!!!
    Scusami, Francesco, ma è aberrante! è come se un Reparto non potesse essere essere impiegato perché il Comandante è in sciopero!
    E, per piacere, non venirmi a raccontare che, a noi, la Legge vieta sia l'associazionismo sia il diritto di sciopero, perché delle due l'una: o noi siamo dei fessacchiotti che abbiamo accettato (e con orgoglio!) di non godere dell'interezza dei diritti costituzionali o loro sono dei gran paraculi.
    Concordo in pieno con te quando fai riferimento ad un approccio, diciamo così, "personalizzato" ai problemi del sistema giudiziario italiano, come ho apprezzato moltissimo la disponibilità espressa dal PG della Cassazione, Esposito, ed il suo sacrosanto richiamo a potenziarne le risorse; però, sono anche convinto della giustezza del principio che le leggi le fa il Parlamento: qualsiasi ingerenza, di qualsiasi natura e con qualsiasi motivazione è illegittima.
    In un'altra occasione e se lo vorrai, potremo disquisire sui pericoli e sui danni "dell'associazionismo" in talune branche della Pubblica Amministrazione.
    Un abbraccione, Ettore.

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  9. Luigi Chiavarelli2 feb 2010, 01:44:00

    Ho un grande rispetto per la magistratura. Durante i "Vespri siciliani" abbiamo protetto dei magistrati che da anni , insieme alle loro famiglie, vivevano come reclusi per puro senso del dovere e senso dello Stato. Persone splendide. Li giudico dei veri eroi. Ecco perché mi scandalizzano quei pochi, ripeto quei pochi, che sembrano non capire l'importanza, direi quasi la sacralità del loro ruolo e si comportano come divi, perseguono senza pudore fini politici, fanno propaganda, criticano apertamente il governo, litigano tra loro come comari e così via.
    Mi fa male al cuore vedere così infangata, da pochi, una categoria che dovrebbe suscitare solo rispetto e fiducia.
    Temo che una riforma della giustizia sia improrogabile, proprio per restituire ai magistrati quel decoro che stanno perdendo. Ritengo, tuttavia, che la prima riforma debba giungere dall'interno stesso della Magistratura, grazie alla mobilitazione di quelle forze sane che, sono assolutamente convinto, ne costituiscono la maggioranza.
    Luigi (Giggione)

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  10. Francesco Miredi2 feb 2010, 09:33:00

    Non capisco a quale "aggiustamento di tiro" si riferisca Ettore. Ho sempre detto le stesse cose senza avere la presunzione che siano verità assoluta e, proprio per l'ottimismo che mi è proprio e per l'amore che nutro per il nostro paese, con la speranza che qualcuno mi dimostrasse il contrario. Sul funzionamento della giustizia non parlo per sentito dire e concordo totalmente con quanto afferma Giggione.
    E' auspicabile una riforma della giustizia, che abbia come obiettivo il miglioramento della stessa, così come è auspicabile che vi sia un impulso dall'interno ma è altresì auspicabile che l'attuale maggioranza la smetta di insultare e di delegittimare l'intera categoria riempendo la testa dei propri elettori con dati il cui effetto è diverso da quello prospettato.
    Le leggi possono essere criticate da chiunque ma non ho mai visto un magistrato che si sia rifiutato di applicarle nè ho visto allungarsi un processo per lo sciopero.
    Quanto all'associazionismo la pensiamo in maniera diversa e le parole non faranno cambiare idea a nessune dei due.
    A mio avviso, però, un soldato non può essere paragonato a nessun altro dipendente della pubblica amministrazione se non, forse, alla polizia la quale ha un proprio sindacato.
    Il magistrato deve solo interpretare la legge ed è importate che sia preparato ed onesto, niente altro.
    Non ho risposto alla tua implorazione perchè non me la sento di criticare un gesto di contrarietà fatto civilmente da persone che, contrariamente a quanto affermato da Suf, hanno letto, studiato e conoscono molto bene la nostra costituzione.
    Ragazzi mitighiamo il giovanile fervore con la razionale esperienza.
    Vi abbraccio
    Francesco

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  11. Voglio cominciare innanzitutto rilevando che questa volta la manifestazione di protesta dell'ANM (cioè del sindacato dei magistrati e non della Magistratura) è riuscita solo parzialmente. Infatti non ha incontrato l'unanimità dei giudici ed è stata spesso contraddetta dai discorsi con i quali più d'uno dei Presidenti delle Corti (incluso il Presidente Esposito) ha inaugurato l'anno giudiziario. Abbandonare le aule al momento in cui il rappresentante del governo prendeva la parola equivale a schierarsi sul piano politico e rappresenta un profondo strappo istituzionale. La cerimonia non era una partita di calcio o una festa di compleanno o una rimpatriata goliardica, ma un evento
    ufficiale dello Stato, previsto dalla legge sull'ordinamento giudiziario. Proviamo a immaginare cosa succederebbe se tutti i militari presenti abbandonassero la tribuna durante la celebrazione della Festa della Repubblica del 2 giugno al momento dell'arrivo, che so, del Presidente Scalfaro!! Certamente l'atto sarebbe bollato come "ammutinamento": e come altro deve essere considerato il comportamento di coloro che in quella sede hanno voltato le spalle al rappresentante del loro Ministro? E può esistere una benchè minima giustificazione per un simile gesto? Molti tra gli stessi magistrati pensano di no.
    Francesco, mi dispiace che tu continui a credere che gli elettori della attuale maggioranza siano una specie di "minus habentes" non in grado di sviluppare una autonoma capacità di critica e quindi plagiati da falsi messaggi. Secondo me è il modo meno efficace per convincerli della bontà delle tue argomentazioni.
    Un abbraccio a tutti,
    Gino

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  12. Francesco Miredi2 feb 2010, 11:37:00

    Caro Gino
    ribadisco che non ho alcuna pretesa di convincere qualcuno ma solo di esternare il mio pensiero; non ho mai fatto politica in vita mia e non comincerò a farla proprio ora.
    Non ho neanche detto che gli elettori dell'attuale maggioranza non siano in grado di sviluppare autonomamente un proprio pensiero ma che esiste una campagna mediatica tendente a focalizzare determinati elementi in maniera non esatta per un fine che non è il miglioramento della giustizia.
    Purtroppo quando ci si sente fortemente radicati ad una idea politica si tende a recepire ogni imput in maniera condizionata e questo è un dato di fatto generale e forse anche naturale, altrimenti non si spiegherebbe questa nostra diatriba che vede da una parte chi, pur avendo avuto, ritengo, pochi contatti con i magistrati o con le regole processuali, attacca un'intera categoria facendo propri i proclami di un gruppo che ha dimostrato personali interessi all'attacco e chi, come me, vive giornalmente con la loro operatività e, pur con mille motivi di contrasto, li difende per la onesta convinzione, non politica, che nella stragrande maggioranza dei casi fa bene il loro dovere.
    Sul modo di vivere il rispetto delle istituzioni, così come fra i magistrati, anche fra noi ci sono idee diverse ma ben venga la diversità se espressa in maniera civile e rispettosa dell'altrui pensiero. Personalmente, da militare non avrei mai abbandonato un luogo dove fosse presente la bandiera italiana, da magistrato avrei lasciato, in rispettoso silenzio, l'aula per recarmi nelle aule del tribunale ed applicare, correttamente ed onestamente, le leggi emanate da quel ministro che non ho voluto ascoltare.
    Francesco

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  13. Caro Francseco,
    se veramente pensi che io abbia espressso il mio pensiero perché "fortemente radicato ad un'idea politica" o, peggio ancora, "facendo propri i proclami...", fai un grave torto alla mia ONESTA' intellettuale.
    Per tuo conforto, la mia idea politica non dicesi non trova alcuna sponda nell'attuale panorama politico che, con cosciente superiorità, non ritengo degno del mio interesse.
    Io ho detto la mia o, se preferisci "attaccato" quella parte di una categoria che, da che mondo è mondo e ad ogni latitudine, deve essere come la moglie di Cesare e sulla sola base dei comportamenti messi in atto, automamente, da quella stessa parte che so essere senz'altro minoritaria.
    Per quanto concerne l'approccio a certe leggi, la mia opinione negativa l'ho già espressa.
    Per ultimo e giusto per stemperare l'aria, non mi risulta che coloro che hanno abbandonato l'aula si siano recati in tribunale ad applicare.......
    Un abbraccio, Ettore.

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  14. Scusate se aggiungo queste altre righe sempre sullo stesso argomento ma non sono sono sicuro di aver espresso in maniera comprensibile il mio convinicimento. Il 1968 non e' per me, e anche per molti di noi penso, un semplice riferimento cronologico ma il simbolo di una scelta in un periodo in cui tutto avrebbe dovuto convincerci del contrario. Quello era il tempo della cosi' detta "contestazione giovanile " che, per molti onesti e puri di cuore, era il tentativo di migliorare il mondo. Per altri era l'inizio della demolizione dell'ordine su cui si reggeva la societa' con le sue regole , se volete sorpassate, ma pur sempre regole certe .Oggi queste persone continuano in vari campi ad attacare quello che rimane delle regole e parlano ai nuovi giovani predicando la inutilita'di vincoli esterni perche' ciascuno deve trovare i propri limiti in se stesso anche in campo religioso, senza "imposizioni" : e' il deleterio relativismo moderno di cui parla il Pontefice portato avanti da chi , rimpiangendo il tempo della contestazione giovanile, continua nostalgicamente a praticare la "contestazione senile".
    Saluti. Giovanni Papi

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  15. Francesco Miredi2 feb 2010, 14:04:00

    Carissimo Ettore
    se avessi il minimo dubbio sulla onesta intellettuale tua e di tutti coloro che qui prospettano le proprie opinioni, rinuncerei, senza indugio, a questo tipo di dialogo.
    Ritengo, però, che, in alcuni casi, le nostre dichiarazioni siano state male interpretate per preconcetti ideologici e questo è un aspetto umano.
    Non ho capito, invece, ciò che vuole dire Giovanni con il suo ultimo intervento e spero lo chiarisca.
    Francesco

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  16. Lo so che a volte sono incomprensibile e quando cerco di chiarire e' peggio. Voglio dire che c'e' una parte di Italiani che dal 1968 fa il contestatore di professione ed "insorge" ad ogni decisione dell'Autorita' gridando all'attentato della Liberta' e della Democrazia. Invoca il libero arbitrio in ogni circostanza e a volte si professa anche credente di una Religione che pero' gli consente di non condividere persino quello che dice il Papa. Questi contestatori "senili" secondo me sono anche quelle toghe a volte nere e a volte rosse che vogliono " resistere , resistere, resistere..." ma a che cosa?
    Piu' di cosi' non riesco ad essere comprensibile. Arisaluti. Giovanni Papi.

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  17. In un mio precedente commento avevo detto che meno di due anni fa stavo valutando l'opportunità di votare per Veltroni perchè apprezzavo la sua determinazione ad "andare da solo". Poi ho abbandonato l'idea perchè la scelta di Uolter di andare con Di Pietro alzava uno steccato invalicabile tra me e quel partito.
    Se quando parli di preconcetti ideologici intendi quelli nei confronti di Di Pietro hai pienamente ragione: il sangue mi ribolle al solo sentirne citare il nome. A parte questo, non ritengo di avere altri pregiudizi e se bollo come anti-istituzionale il comportamento di alcuni magistrati (e questo è quello che ho fatto) è perchè lo ritengo dettato da spirito di faziosità non consono a coloro che per deontologia professionale dovrebbero essere e dimostrarsi super partes.
    Infine, come ha già detto Ettore, non ti sembra piuttosto ingeneroso dire "facendo propri i proclami..."? Non credi che anche chi non è d'accordo con te possa avere proprie e rispettabili opinioni senza necessariamente farsi imbeccare da chicchessia? Se poi queste opinioni coincidono con quelle della maggioranza degli italiani, non deve necessariamente essere considerato un demerito.
    E che giudizio dai dei magistrati che non hanno abbandonato l'aula? Sono dei fannulloni, visto che invece di andare a lavorare (!?!) sono rimasti lì a perdere tempo?
    Alla prossima.

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  18. Francesco Miredi3 feb 2010, 09:29:00

    Fare propri i proclami di altri non significa non ragionare con la propria testa ... io condivido e faccio miei molti concetti espressi da Di Pietro eppure, come te, quando lo vedo cambio canale. Ti ho mai dato l'impressione di offendere chi non è daccordo com me ritenendolo un pappagallo? se ho fatto questo ti assicuro che non è mai stato nelle mie intenzioni. A parte l'esposizione di concetti tecnici, cerco sempre l'opinione degli altri quando esprimo valutazioni anche perchè è evidente che appartengo a quella "minoranza" che rispetta l'autorità e le istituzioni e, sinceramente, vorrei che tante mie considerazioni sull'operato di questa maggioranza fossero o si rivelassero errate.
    Comunque ora stiamo entrando in valutazioni sulla persona piuttosto che sui concetti e questo vorrei evitarlo.
    Vi saluto, quindi, con affetto e amicizia e torno alle mie quotidiane liti con il magistrato di turno.
    Francesco
    Comunque

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