Carissimi
Commento le riflessioni di Luigi ma vorrei intervenire, brevemente, anche sulle considerazioni di Ettore e di Giovanni.
La crisi economica è tangibile e, come tutte le altre del passato, nell’ambito sociale si manifesta, da una parte con la sfocalizzazione di alcuni basilari principi morali e, dall’altra con la crescita della solidarietà umana. Condivido totalmente la rappresentazione fatta da Luigi sui giovani e sui valori cristiani che alimentano gran parte del loro vivere sociale ma non so se realmente questo possa essere considerato un periodo aureo. Qui a Milano sostengo un’associazione che si chiama “Pane quotidiano” la quale distribuisce, giornalmente, viveri di prima necessità a tutti coloro che ne fanno richiesta. Sino a cinque anni fa, gli avventori erano immigrati e clochard, ora si incontrano abitualmente anziani pensionati e disoccupati cinquantenni o giovani separati con più famiglie da mantenere.
Questa crisi, che tocca principalmente i paesi ad economia capitalistica, è la logica conseguenza di un trentennio fondato sulla realizzazione di ricchezza virtuale, attraverso prodotti finanziari “innovativi”, a scapito delle attività produttive.
Non dimenticate che, negli anni ottanta, i “capitani di industria” non erano più rappresentati da industriali che lavoravano dodici ore al giorno bensì da giovani rampanti economisti e finanziari che realizzavano ricchezza attraverso movimenti di carta che chiamavano “performance bond” , “swap” etc. etc.
Il fatto poi che continui ad allargarsi la forbice fra i ricchi ed i poveri non è un luogo comune ma una realtà riscontrabile in qualsiasi ambiente e questo contribuisce alla perdita di numerosi valori morali oltre che alla idealizzazioni di vacue icone. Sono tante le persone che, frustrate dal mancato soddisfacimento di alcuni bisogni, elevano ad eroi, da invidiare ed imitare, esempi fulgidi di ignoranza e stupidità.
Nel complesso, comunque, voglio essere ottimista come Luigi invitandomi, continuamente, a non abbassare la guardia con la convinzione, da estendere ai figli, che si può vivere bene anche con qualcosa in meno.
In relazione al “trans” mi sento in serie difficoltà perché, pur ritenendomi liberale e progressista, non comprendo le motivazioni per le quali situazioni di anormalità e di illeceità debbano essere spacciate come logica conseguenza del vivere sociale. Non so se la omosessualità debba essere considerata una devianza patologica dovuta a disfunzioni ormanali od una esternazione di imput recepiti durante la fase formativa psicologica e caratteriale. Sta di fatto che, a mio avviso, merita il massimo rispetto se vissuta con dignità propria e rispetto degli altri. Raccontare, vestiti in maniera carnevalesca, di rapporti squallidi a pagamento non soddisfa né l’uno né l’altro aspetto e squalifica anche chi ne permette l’esternazione. Nella fattispecie, un tema da approfondire potrebbe essere il perché vi è tanta gente attratta da queste manifestazioni.
Il caso Vendola lo considero l’ennesimo scivolone della sinistra ed è inconcepibile sia dal punto di vista tecnico che politico. Vendola non fa parte del partito democratico il quale, per questo, non avrebbe dovuto acconsentire alle primarie che, per la radicalizzazione territoriale del soggetto, sarebbero state prevedibilmente da lui vinte.
Da pugliese sono convinto che il voto degli elettori non è stato dato per il programma presentato o per l’operato svolto nel passato bensì per le conoscenze acquisite negli ultimi cinque anni. Da italiano sono convinto che il partito democratico ha perso l’occasione di staccarsi dagli estremismi radicali e di allearsi con un partito moderato che avrebbe potuto rappresentare una valida alternativa al leghismo berlusconiano. Da democratico rispetto la volontà degli elettori.
Francesco
Sono completamente d'accordo con Francesco, nel senso che ritengo indispensabile non cedere al pessimismo (come sembra voler fare Ettore) senza però voler vedere solo le cose belle e buone (come sembra voler fare Gigi), che pure ci sono. Come sempre "in medio stat virtus", e il nostro impegno (nell'interesse dei nostri figli...e nipoti) credo debba essere quello di coltivare una operosa speranza in una società migliore e, soprattutto, più giusta. Anche nell'analisi politica questa volta concordo in pieno con Francesco (anche se poi ne scaturiscono comportamenti diversi): come me, credo che in molti votino Berlusconi non per affinità ideologica ma come il male minore (ed è tutto dire!), perchè non trovano a sinistra di Berlusconi una formazione credibile e alternativa che prescinda dai vari radicalismi catto-comunisti e dipietreschi. Io non voglio una formazione che si caratterizza perchè "contro" ma un partito caratterizzato "per" (il bene dell'Italia). A suo tempo stavo valutando il voto per Veltroni, ma poi lui mi ha tolto ogni dubbio alleandosi (e subendo) Di Pietro, che si è dimostrato la causa prima dell'implosione del PD. Ora, dopo la batosta in Puglia e non solo, che fa Bersani: si allea di nuovo con Di Pietro (ma non erano già alleati? Non dovevano fare un gruppo parlamentare unico?)! "Errare Humanum est, perseverare diabolicum".
RispondiEliminaFrancesco, riferendosi ai "diversi", si chiede come mai ci sia tanta gente che sia "attratta da certe manifestazioni".
RispondiEliminaGino, leggendo le mie lamentazioni, tende a collocarmi tra i pessimisti.
Le citazioni riferite a questi due amati e stimati Amici sono strettamente legate tra loro, nel senso che il mio apparente pessimismo deriva proprio dal "perché" tanta gente limita il proprio orizzonte a simili manifestazioni di catttivo gusto.
Il buon Oliviero, nella duplice veste di saggio e di CPI, sostiene che la "gente" è attratta da quello che le viene propinato e non perché ci creda o ne abbia bisogno; solo che, propina oggi e propina domani, si cade in una specie di "dipendenza", per la quale non esistono terapie: ci si rimbambisce e basta.
Il mio, caro Gino, non è un pessimismo leopardiano, sai di quelli che ce l'hai dentro e non se ne va nemmeno se vinci al superenalotto; il mio pessimismo deriva dall'osservazione e dalla constatazione che in questo sciagurato Paese non c'è una cosa che induca all'ottimismo.
Facciamo un piccolo e parziale elenco: classe politica, meglio non parlarne; magistratura , come sopra; sistema fiscale, pure; burocrazia, apoteosi dell'assurdo e dell'inefficienza; sistema sanitario, non esistono aggettivi tanto dispregiativi per qualificarlo; servizi, da incubo; sistema scolastico, ottimo per farci occupare posizioni dal 180° posto in giù su scala mondiale;......
E poi,non mi sento di condividere il vostro speranzoso ottimismo nei confronti dei giovani che, almeneo a me, non appaiono affatto ammantati da spirito cristiano e caritatevole, né tanpoco sorretti da sani principi; fatte salve le dovute eccezioni, logicamente.
Se a questo ci aggiungiamo il diffuso spregio di qualsiasi forma di "Autorità" ed il totale annichilimento del "senso del dovere", abbiamo il quadro completo di un Paese che sta insieme con lo sputo ma che continua a darsi arie di "potenza".
Se questo, Gino, è "pessimismo", allora io sono un pessimista; anzi, un pessimista che soffre nel vedere tanto marciume e tanto sfacelo che non si potranno certo superare armandosi di buopne speranze.
Ora ne abbiamo di carne al fuoco: buttiamoci dentro e incominciamo!
Un abbraccione a tutti, Ettore.
Carissimo Gino
RispondiEliminapenso che la diversità di comportamento alla quale tu ti riferisci si concretizzi in una differente scelta elettorale. Io non voto Berlusconi per lo stesso motivo per cui tu lo voti, scelgo, cioè, il meno peggio e non penso minimamente alla politica del contrasto (tanto che nelle tre legislazioni, in una gli avevo dato il mio voto). Della politica berlusconiana temo la predominante influenza leghista, palesemente secessionista, e la pochezza, anche tecnica, degli interventi economici sociali (oggi pago più tasse rispetto al breve periodo prodiano ed ho un carico sanitario decisamente maggiore). Considero, poi, Berlusconi molto più astuto e furbo dei vari Di Pietro ma, sino ad ora, non ho avuto riscontro che queste doti siano state poste a vantaggio del nostro paese.
Spero, comunque, di sbagliarmi perchè, come te, coltivo quell'operosa speranza in una società migliore.
Francesco