Carissimi Francesco, Giggione e Gino,
mi dispiace ma non riesco proprio a condividere il vostro ottimismo circa il futuro del nostro Paese, non tanto e non solo perché non esistono più Valori o sono stati drasticamente ridimensionati, quanto perché il sistema è tanto marcio e la metastasi tanto estesa che è difficile intravedere pertugi di luce alla fine del tunnel.
Questa mia visione da “pessimismo indotto” è confortata da una miriade di avvenimenti -che, ahimé, non saranno certo gli ultimi- e di cui ve ne cito solo alcuni.
Il primo riguarda la “confessione” del 1° Presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, che, spero perché ne prova profonda vergogna, ha affermato che, su 181 Paesi esaminati, la Banca mondiale colloca l’Italia al 150° posto per i tempi lunghi della giustizia, dietro anche all’Angola, al Gabon ed alla Guinea.
Sarà cura di Francesco spiegarci le conseguenti ripercussioni economiche, mentre io mi domando, pur con tutto il rispetto per quei Paesi: ma che fine ha fatto l’Italia patria del diritto? Come è possibile che noi, gli eredi di Cicerone, siamo dietro a coloro che i concittadini dello stesso Cicerone collocavano in una zona inesplorata, liquidata con un anonimo hic sunt leones? Non è che, a forza di addobbarci di passato glorioso, continuiamo a rinnovellare la favola della “riapparizione dell’Impero sui colli fatali di Roma”?
Il secondo è il rapporto dell’ Eurispes che, senza mezzi termini, definisce l’Italia come “un Paese senza progetto”, dove tutti parlano ma nessuno fa, in preda ad un gattopardesco, frenetico immobilismo; inoltre, ci ricorda un altro dei tanti primati nazionali: il 23° posto, su 30 in ambito OCSE, in quanto a salari medi dei cittadini (14700€), la cui metà se ne va in affitti.
Il terzo concerne i fatti di Riano dove onesti cittadini avevano regolarmente acquistato una casa che in seguito, si è rivelata abusiva. Con la solerzia e tempestività che da sempre la contraddistingue, la locale magistratura cosa fa? Invece di disporre la deportazione su uno scoglio sperduto nmiezzo ò mare di sindaci, tecnici comunali, vigili urbani, notai, costruttori e conniventi vari....fa mettere i sigilli alle case!!!
Il quarto è il crollo di Favara, di quella casa che, come tante altre, anche un cieco avrebbe detto che era un miracolo che stesse ancora in piedi, come anche un deficiente si sarebbe chiesto come mai gli alloggi pubblici già esistenti non fossero mai stati assegnati. Sempre con le stesse caratteristiche di quella di sopra, la locale magistratura cosa fa? Non adotta lo stesso procedimento di deportazione ma, invece di cercare “chi” e colpevole, si domanda “se ci sono colpevoli” e....non indaga nessuno.
Il quinto si riferisce alle seicento case abusive di Ischia che, logicamente, sono venute nei decenni senza che nessuno (sempre gli stessi) si accorgesse di nulla; ma se, al posto di un bel terreno, spunta una casa, a qualcuno dovrà pur pungere vaghezza che c’è qualcosa che non va?! E non venitemi a dire che Ischia ha un territorio così vasto che, con“le scarse risorse disponibili”, non si riesce proprio a controllare!!!
Ragazzi, per il momento smetto perché sono assalito da comprensibili conati di vomito; vi chiedo solo una cosa: mi date una buona ragione perché io possa farvi compagnia nel vostro ottimismo?!
Un abbraccione, Ettore
novello Leopardi (questo l'ho aggiunto io per giustificare il titolo.CPI).
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