domenica 17 ottobre 2010
A proposito di osservatori e di vasetti .
Ettore, la tua descrizione della Scuola di Tiro è bellissima!!!
Me ne hai voluto far dono il giorno del mio compleanno ed io l’ho subito inserita tra le cose più care della mia vita militare.
Racconti con sapiente dovizia di particolari la vita vissuta presso un Osservatorio dove l’elevata capacità artiglieresca del quadro permanente dell’Unità ha permesso il conseguimento di eccellenti risultati sia nel tiro sia nella meno importante vita di pubbliche relazioni.
I “vasetti” ai nostri tempi erano molto frequenti in tutte le Unità, in particolare, in occasione delle visite delle SS.AA.
La solita telefonata dal Comando superiore che preannunciava la visita del Sig. Generale, metteva in agitazione l’intera Unità che, in una corsa frenetica contro il tempo, cercava di porre rimedio alle carenze che avrebbero scatenato l’ira del Superiore.
Si costituivano squadre di soldati che avviavano la raccolta delle foglie ingiallite che la natura, inconsapevole del danno che causava alla carriera del Comandante dell’Unità, lasciava cadere improvvisamente e per lungo tempo dagli alberi.
Si correva a sturare quei servizi igienici che da tempo non rendevano più il servizio per cui erano stati creati.
E come dimenticare il “povero” Sottufficiale addetto al minuto mantenimento che si precipitava a sostituire il vetro di quella finestra che da tempo consentiva nella camerata il ricambio d’aria continuo anche se chiusa?
I vasetti sono sempre esistiti.
Per noi Artiglieri il vasetto è stato sempre una specie di incubo perché, essendo bravi e capaci quando dirigevamo il tiro, ottenevamo eccellenti risultati che molto spesso venivano considerati frutto di vasetti specie da certi “profani” (peggio se mortaisti!!), che….. invidiavano, per loro incomprensibili, le capacità degli Artiglieri.
Le Capacità ( con la C maiuscola!!!) erano parte integrante di molti di noi.
A tal proposito ti presento questo scritto che ho trovato su Facebook,
“Maggio 1979, una splendida giornata di sole, io ero con l'M113 capo squadra all'osservatorio con il Cap. Genta, il Generale (il nome non lo ricordo) un tipo molto alto con i capelli bianchissimi e il suo bel cappello alpino, ci assegna il bersaglio: un M57 (se non ricordo male) nel bel mezzo del poligono.
Il Capitano sale sul 113, io sono alla radio che aspetto, prende la tavoletta ... rapidi calcoli ...scrive velocemente ... mi passa il foglio e dice "Trasmetti" e io trasmetto e comincio (azz... ancora ricordo!!): <<>>.
Passa poco tempo e la radio dice PEZZO PRONTO, io guardo il Nostro Comandante e lui mi fa FUOCO ed io PEZZO PRONTO PEZZO FUOCO .. Aspettiamo in silenzio ed ecco che da lontano arriva il brontolio della granata ... tutti a guardare ... esplosione .... polverone e poi?
Ma l'M57 che fine ha fatto? colpito in pieno dal primo colpo, altro che aggiustamento ....
Il Generale si alza in piedi e rivolto al nostro Comandante di batteria:
<<>>- e, il Capitano per nulla intimorito ma garbatamente e scherzosamente fa notare che la fortuna poco centra e chiede un altro bersaglio ......
Viene accontentato: una grande lettera A e, se la memoria non mi tradisce, viene anche messa in palio una cena: se l'impresa sarà ripetuta pagherà il Generale altrimenti toccherà al Capitano Genta.... andata!!.
Il Comandante la 3^ batteria si rimette all'opera, io lo guardo incredulo e, lui, mi fulmina con la coda dell'occhio .... mi da il foglio e mi dice trasmetti e stai a vedere .... ed io trasmetto .... PEZZO PRONTO ... dai il fuoco ed io PEZZO FUOCO. Secondo voi come andò a finire? eh già la lettera fece la stessa fine dell'M57...
eh he he......
non so se il Generale pagò la cena, ma qualche sera dopo io ero alla radio e il nostro Comandante a passarmi gli ordini per il tiro notturno (compreso lancio illuminante e fuoco di gruppo.. che libidine) con parecchi civili a godersi lo spettacolo.
Eh già Mauro mi sa proprio che hai ragione, siamo stati i migliori a Monteromano nel Maggio 1979.
Li avete visti i nuovi PZH2000? Quanto mi piacerebbe farci una corsa ... e magari due tiri con il Generale Genta che dà le coordinate .... con un po' di addestramento secondo me faremo ancora bella figura ....
AVISIO!!!
Ps : scusa se mi sono dilungato ma avevo voglia di condividere questo ricordo, non volermene.
Forse in qualche particolare la memoria può avermi tradito, ma ti garantisco che la sostanza fu questa.”
Come hai potuto constatare dalle parole di questo ex Artigliere del 10° gr.a.cam. smv.”AVISIO”
Caro Ettore, so bene che con il tuo scritto hai voluto…..prendere in giro noi Artiglieri e, nello stesso tempo, farci capire ancora una volta che il tuo desiderio di diventare Artigliere è sempre vivo in Te oggi come allora.
Pierluigi Genta
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Caro Giggetto,
RispondiEliminahai ragione: da Allievo aspiravo ad andare in Artiglieria ma, fortunatamente, la Misericordia divina e la graduatoria hdemica me lo hanno risparmiato.
Ti posso assicurare che non ho nessun rimpianto, anzi; ed i pellegrinaggi di ringraziamento che ho effettuato nei Santuari di mezza Europa ne sono la testimonianza migliore.
E' vero che ognuno di noi ha dovuto preparare o soggiacere ad un "vasetto" per cercare di ammorbidire le pulsioni clitoridee di tanti superiori (con la minuscola!) che riducevano il loro ruolo e le loro greche alla caccia delle foglie morte in autunno o al polline in primavera.
Ma è altrettanto vero che nel mondo artiglieresco tutto ciò è stato elevato al rango di "stile di vita" e, logicamente, teorizzato in corpose e pallosissime librette.
E non venirmi a dire che passare la cromatina nera sui pneumatici dei pezzi (o sui pattini dei cingoli, per i corazzati) sia la dimostrazione massima di "Capacità" ( con la maiuscola)!!!
Ma veniamo al giorno fatidico dei tiri, quello che giustamente dovrebbe rappresentare l'apoteosi
di interminabili giornate di addestramento ripetitivo e più palloso delle librette.
Non voglio mettere in dubbio le tue doti di "designatore" così come non mi va di mettermi a disquisire sul "colpo giusto", né tanto meno me la sento di offuscare il bellissimo e commovente ricordo del tuo radiofonista, però..... di Monteromano si conoscono le coordinate di ogni pietruzza!!!
Non te la prendere, vecchio e buon Giggetto; consolati con il fatto che, se il buon Dio ha ritenuto necessarie mosche e zanzare, c'è posto anche per voi nel Creato.
Ti voglio bene,
Ettore.
Carissimi Pierluigi ed Ettore avete toccato un nervo scoperto parlando di “vasetti”. Chi è senza vasetto scagli la prima pietra ! Ne volerebbero poche di pietre, temo.
RispondiEliminaAnche senza voler togliere il primato vasettaro agli amici Artiglieri, posso dire che noi Fanti abbiamo fatto la nostra parte. Per carità di Patria leghista sfioro appena la verniciatura della neve in una valle alpina ma non posso non ricordare la frase universalmente ricorrente durante gli “attacchi a fuoco”: il nemico è alla DE !
Per non farmi troppo male, perché ricordi vasettari si affollano nella mia mente di vecchio soldato, voglio ricordare soltanto un’interessantissima lezione fisiologisticotattica tenuta nel 1973 dall’Aiutante Maggiore del mio battaglione a tutti i subalterni, in pieno poligono di Monteruzza, avente per oggetto: come fare la buca del cesso del Signor Generale affinché lo stronzo, cadendo nell’acqua, non provocasse uno sgradevole schizzetto verso le auguste chiappe.
Viva l’Italia !
Luigi (Giggione)