martedì 12 luglio 2011
L'ultimo compagno
E' morto sabato a Villa Igea, dove era ricoverato dal settembre del 1980, il figlio di Palmiro Togliatti, Aldo.
Avrebbe compiuto 86 anni il prossimo 29 luglio. La famiglia ha diffuso la notizia soltanto oggi a funerali avvenuti. Un gesto di riguardo e di rispetto nei confronti del figlio del Migliore, nel segno di una riservatezza che aveva caratterizzato tutta la sua vita. Nato a Roma nel 1925, figlio del leader del Pci e di Rita Montagnana, una delle fondatrici dell'Unione donne Italiane, Aldo Togliatti aveva trascorso gran parte della sua infanzia e della sua adolescenza in Unione Sovietica, in un collegio del partito comunista. Lì si era diplomato in Ingegneria prima di far ritorno in Italia. I primi segnali della malattia, legata a un disagio di natura psichiatrica – schizofrenia con spunti autistici diranno in seguito i medici – condizioneranno il resto della sua esistenza. Nel dopoguerra aveva raggiunto la madre a Torino e per alcuni anni aveva lavorato alla Sip; nel capoluogo piemontese si era iscritto al Politecnico ma non aveva completato gli studi. La sua ultima apparizione pubblica nel '64 ai funerali del padre. Con la morte della madre, negli anni Ottanta, Aldo Togliatti, arrivò a Modena: i familiari avevano cercato una clinica dove poterlo curare al meglio e Villa Igea era sembrata la scelta più appropriata. Un pietoso segreto quello che ha avvolto il figlio del Migliore, in molti sapevano ma nessuno parlava, anche e soprattutto a Modena. A Villa Igea era per tutti il “signor Aldo”, poi negli anni 90 il mistero era stato svelato, lo scoop sui giornali e i retroscena di una vicenda che, dopo il clamore mediatico, tornò ad essere privata. Fino ad oggi, con lo scarno comunicato stampa che ne ha annunciato la morte. Ogni settimana il figlio di Togliatti riceveva la visita di Onelio Pini, metalmeccanico in pensione, segretario di sezione in Buon Pastore, anche lui ormai scomparso: dal partito il vecchio militante aveva ricevuto l'incarico di occuparsi delle sue piccole necessità e per anni, puntualmente, gli aveva portato le sigarette e la Settimana Enigmistica.
Sabato scorso Aldo Togliatti è andato a raggiungere Onelio, il suo unico, vero , ultimo compagno.
Quanti di voi erano a conoscenza dell’esistenza di questa personaggio ?
(Notizia trasmessa ieri sera da TRC, Tv locale di Modena)
(U.d.B)
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Ok U.d.B., pace all'anima sua, ammesso che il padre, insensibile (quanto meno, ma c'è chi dice peggio) alla morte di centinaia di migliaia di prigionieri italiani in Russia, sia riuscito a trasmetterglierne una! Un caro saluto, Oliviero. Carlo MORI
RispondiEliminaOK, Oliviero, pace all'anima sua, ammesso che il padre, insensibile (ma c'è chi dice molto peggio!)alla sorte di centinaia di migliaia di prigionieri
RispondiEliminaitaliani in Russia (specialmente Alpini), sia riuscito a trasmettergliene una! un caro saluto. Carlo MORI
Sono contento che TRC abbia trasmesso una notizia che, indubbiamente, non può che sconvolgere le animme "sensibili" di tutti coloro che avevano affidato la loro esistenza nelle mani del padre, compresi quelli che poi venivano mandati ad aumentare la popolazione dell'arcipelago gulag.
RispondiEliminaTuttavia ed al di là della cristiana pietà per la morte di un uomo, non vedo cosa ci azzecchi questa notizia con il nostro Blog, sulle cui pagine ci siamo confrontati anche su argomenti politici ma senza assumere mai colorazioni partitiche.
Fare un panegirico, ancorché stile "libro cuore", di una serie di personaggi e di un'ideologia che ricordano solo gli anni bui dell'odio e della morte (sparsi con dovizia e senza pietà in ogni dove) lo ritengo inopportuno e fuori luogo, specie in un blog di persone che, per una vita, hanno indossato con orgoglio le stesse Stellette degli innumeri prigionieri italiani assassinati, come ha giustamente ricordato Carlino.
Sono molto, molto amareggiato.
Ettore.
Se il titolo e' veritiero ( l'ultimo compagno ) credo che sia proprio una bella notizia!
RispondiEliminaGiovanni
P.S. temo pero' che non sia proprio l'ultimo.
Caro Ettore , evidentemente mi sono spiegato male .
RispondiEliminaIo non ho pubblicato il necrologio/panegirico di quel signore , ne tantomeno ho cercato di offendere la maggior parte di “noi” ( come scrivi!) ma ho voluto solo riportare una notizia che reputavo molti non conoscessero.
La cosa che mi interessava di più dell’articolo era che una persona per 30 anni avesse portato a un malato le sigarette e la Settimana Egnimistica, gesti che dimostrano come l’amicizia e la compassione superino ogni ideologia.
Se qualcuno si sentirà ancora offeso, chiedo scusa , mi dispiace , non succederà più . Oliviero
Oliviero, non prendertela per le nostre reazioni. Va bene, è pur sempre una notizia che suscita quanto meno curiosità ed attenzione. Il mio e, credo, i nostri commenti, sono, non tanto contro la notizia stessa, quanto contro il personaggio del "migliore" e, non tanto come appartenente ad una ideologia politica, quanto per il comportamento tenuto nei confronti dei prigionieri italiani. Un caro saluto. Carlo
RispondiEliminaCaro Carlo, il motivo delle mie scuse, lo ripeto, è per essermi evidentemente espresso male.
RispondiEliminaCosa centrano gli Alpini morti in Russia con un buon uomo che, per 30 anni, va a portare le sigarette e l'Egnimistica un demente? Credete che ci sia andato solo perchè gliel'ha ordinato il partito?
Non pensate che possa esistere anche una semplice e perenne amicizia tra due poveri vecchi?
Era questo che volevo intendere quando ho scritto sul blog, volevo fare l'apologia/panegirico dell'"Amicizia" e non certo esaltare il padre del malato.
Di tutta la notizia (peraltro riportata da tutti, ripeto per Ettore, tutti i giornali) era questo l'unica cosa che mi interessava.
Chiuso !!
Caro Oliviero,
RispondiEliminanon dubito che le tue intenzioni fossero quelle che hai detto essere; certo, però, riesce difficile prescindere da un "nome" tanto pesante che, nel bene e nel male (soprattutto nel male), ha condizionato l'esistenza di decine milioni di persone.
Così come non dubito che, con il passare degli anni, quello che era un perentorio ordine di Partito si sia potuto trasformare in un sentimento sincero ed affettuoso tra due vecchi.
Ma se così è (e probabilmente lo è!)perchè non hai narrato la vicenda in forma anonima, quasi un De Amicis del 3° millennio, senza fare nomi che, ti piaccia o no, sono molto ma molto ingombranti ed imbarazzanti.
Anche se potrebbe sembrare ingiusto, le colpe dei padri ricadono sempre sui figli e "quel" padre (che poi non è stato tanto esemplare) di colpe ne ha a josa; e lo testimoniano i milioni di cadeveri (compresi quelli dei NOSTRI Alpini) che l'ideologia feroce, spietata e sanguinaria di cui era uno dei maggiori portavoce ha disseminato per il mondo.
Un abbraccio,
Ettore.