Di seguito il commento di Zuff che per motivi tecnici non si riesce ad inserire nell'elenco.
"Cari amici, la discussione è molto interessante e per rispondere compiutamente non basterebbero relazioni di spessore di alcune ore. Volendo dire la mia faccio alcune considerazioni che comunque riflettono e sintetizzano quanto già detto da tutti voi:
1^ considerazione: penso che la domanda sia pleonastica, senza voler offendere nessuno. Almeno noi Ufficiali Superiori non dovremmo porgercela. Siamo lì per difendere gli INTERESSI NAZIONALI che vuol dire avere voce in capitolo nei vari consessi, procurare commesse per l’industria nazionale (ENI = Petrolio) che in ultima analisi vuol dire dare linfa al Prodotto Interno Lordo, creare posti di lavoro e benessere per i cittadini italiani. Controllare il traffico di droga che affligge la nostra società. Tuttavia, come diceva Totò, “è il saldo che fa la somma” (forse l’espressione non è pienamente fedele ma rende il concetto);
2^ Considerazione: non possiamo dire cosa ce ne importa dell’Afghanistan, un paese lontano e tribale, perché quando si parla di globalizzazione vuol dire che ciò che accade in un paese “lontano, lontano” (riprendendo l’espressione da una fiaba moderna che conosco bene perché costretto dalle nipotine a vederla molte volte) influenza anche noi;
3^ Considerazione: Il mondo è anarchico e quindi va governato dall’ONU se ne è capace o da altre organizzazioni Regionali che vi aderiscono. Ogni nazione si comporta in conseguenza dei propri interessi. Non esiste un’organizzazione internazionale dotata di Forze di Polizia in grado di far rispettare il Diritto Internazionale. Peraltro, le minacce non possono più essere identificate solo sulla base delle capacità militari dell’avversario, che sono spesso irrilevanti, bensì sulla base dell’impatto che esse possono avere sulle percezioni di sicurezza, di benessere o di stabilità dell’opinione pubblica. Il paradosso della situazione è che per evitare una guerra si ricorre ad azioni di guerra: se vuoi la pace prepara la guerra.
4^ Considerazione: l’intervento in Missioni Internazionali è imposto dalla nostra Costituzione all’articolo 11, seconda parte, che tutti omettono di leggere e commentare e che così recita:
- nella prima parte: l’Italia ripudia la guerra ……
- nella seconda parte: consente ………………… ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo;
5^ Considerazione: Oliviero ha introdotto la questione della Sicurezza sulle navi civili italiane che potrebbe essere svolta da nuclei operativi delle nostre FF AA. Io sarei contrario, ma la cosa è legittima ed assume rilievo per via delle norme del Diritto di Navigazioni assai complesse che addirittura vieterebbe alle navi civili l’autodifesa con proprio personale. Ho trattato la questione della pirateria nell’ultimo numero di Vox Militiae che vi invito a leggere sul sito: www.voxmilitae.it cliccando su archivio – luglio 2011. Per restare in argomento introduco un’altra tendenza sempre più diffusa: si va verso il ritorno delle compagnie di ventura: sono sempre più frequenti le costituzioni di società che forniscono servizi di carattere militari legati alla sicurezza, sono un’infinità. A tal fine vi invito a leggere un articolo molto interessante di Informazioni della Difesa n°6/2010 dal titolo: “PRIVATE MILITARY COMPANIES: VERSO LA COMMERCIALIZZAZIONE DEI CONFLITTI?”. Nell’articolo si capisce che sin da ora alcuni stati che non ritengono opportuno/economico/contro l’opinione pubblica/ ecc. intervenire in situazioni di basso conflitto ricorrono a queste “Società” private.
Mi fermo qua.
Saluti Suff"
E' la 40^ vittima italiana a questa operazione di pace. Mi cominciano a venire i dubbi: siamo senza soldi, manca la carta per fare le fotocopie, le Forze Armate sono soggette ad un continuo ridimensionamento...ne vale ancora la pena? Certo queste operazioni sono ancora preferibili alla raccolta dell'immondizia di Napoli. Cosa ne pensate?
RispondiEliminaTutto ciò non deve togliere nulla al sacrificio del cap. magg. MARCHINI, di fronte al quale mi metto sull'attenti.
$i, Carlo Maria, anche io ho dei dubbi. In fondo, questi giovani, che rischiano e perdono la vita, non sono lì tanto per difendere i sacri confini della Patria, quanto per rispondere alle richieste di "superiori" volontà internazionali ("esportazione" di democrazia ? o altro...). Ciao. Carlo MORI
RispondiEliminaIo penso che più che esportazione di democrazia si tratta di importazione di petrolio ma qualunque cosa sia ci troviamo in in intreccio di relazioni internazionali del quale non possiamo farne a meno. Dobbiamo, quindi, rispettare gli impegni con gli alleati ed onorare i nostri caduti.
RispondiEliminaFrancesco
Sono d'accordo con voi, Ragazzi, anche se non vorrei farmi travolgere dall'onda emotiva che, giustamente, accompagna eventi tragici come la morte di un Uomo, per di più, se in uniforme.
RispondiEliminaNon è che chi muore senza indossarne una non susciti analoghi, profondi sentimenti, anzi; il fatto è che il Soldato che perde ("dona" mi sembra un pò enfatico)la vita lontano dalla sua Terra e dai suoi affetti assurge ad una dimensione quasi assurda, dal momento che risulta difficile dare una risposta sensata ai tanti "perché".
Probabilmente ha ragione Francesco, con la sua risposta tanto cinica quanto verissima; ma ha anche ragione Carlino, con la sua risposta che sprizza ironia ed amarezza; anche Carlo Maria ha ragione quando mette in risalto le contraddizioni di una FA che offre, come alternativa alla morte, la monnezza.
Diciamocela tutta, Ragazzi: noi apparteniamo ad una generazione che è stata cancellata, non tanto e non solo dal tempo, quanto dall'evolversi della situazione internazionale e dalla necessità di esserne in qualche modo protagonisti.
Sicuramente, eravamo più provinciali; con gli orizzonti delimitati dalle caserme, dalle aree addestrative e dai poligoni; disconoscevamo il computer, anche perché non esisteva e, quando è comparso, i più arditi di noi lo hanno usato solo come una macchina da scrivere più evoluta; parlavamo a stento la sola lingua italiana ma almeno....non ci è stato mai chiesto di fare gli operatori ecologici!
Un abbraccio,
Ettore.
E’ vero! “Noi apparteniamo ad una generazione. . . .. . . .. .. . . . . . “ e “Sicuramente eravamo più provinciali . . . . . . . “
RispondiEliminaMa noi siamo l’ultima generazione che ha contribuito a mantenere l’equilibrio tra la N.A.T.O. e il Patto di Varsavia, equilibrio che ci ha permesso di vivere nella libertà.
Noi non andavamo fuori area, non usavamo il computer, non parlavamo inglese, ma noi per contro ci addestravamo, andavamo alle Scuole di Tiro e non avevamo limitazione di granate, ci muovevamo con i nostri mezzi ruotati e corazzati senza vincoli d’impiego dei carburanti. Per noi non c’era Strade sicure, non c’era la raccolta dei rifiuti, e non c’era lo straordinario. Entravamo in Caserma alle prime ore del mattino e Dio solo sa a che ora ne uscivamo.
Per noi la difesa della Soglia di Gorizia era lo scopo del nostro addestramento. Avevamo contro Divisioni Ungheresi e il difficile compito di rallentarne l’avanzata.
Partecipavamo ad esercitazioni N.A.T.O. come la Wintex o Able Archer , lavoravamo in stretto contatto con AFSOUTH e con LANDSOUTH per essere pronti un giorno a difendere la nostra libertà.
Abbiamo fatto il nostro dovere e abbiamo sacrificato noi stessi e le nostre famiglie ma, alla fine, abbiamo assolto il nostro compito, mantenere l’equilibrio tra i due grandi partiti contrapposti fino alla caduta del muro di Berlino.
Poi il mondo è cambiato.
Pierluigi
Gran parte della nostra vita militare l’abbiamo trascorsa al comando di soldati di leva. Allora il dettato costituzionale, la “difesa della Patria”, non ammetteva dubbi, era chiaro e comprensibile da tutti. Inviolabilità del territorio nazionale, sacri confini ecc. erano un motivo più che sufficiente per rischiare la vita.
RispondiEliminaOggi la professione militare è tutt’altra cosa. Professionisti preparati sono a disposizione del governo per risolvere situazioni “bollenti” , aderire alle richieste dell’ONU, tutelare gli interessi nazionali o delle lobby al potere. Sta avvenendo quanto da tempo già avviene in molti stati che, talvolta con pochi scrupoli morali, usano la forza per la tutela dei propri interessi.
Tutto ciò è meno romantico, meno accettabile ma è la realtà.
Parlare di ritiro delle forze ogni volta che muore un soldato è assurdo e pericoloso. Pericoloso perché se un governo tentenna è sui suoi soldati che il nemico concentrerà le forze. Come ben sapete oggi le “vulnerabilità” si cercano soprattutto nei governi. E’ come il pugile che insiste a colpire il sopracciglio aperto e sanguinante dell’avversario: è il punto debole.
I soldati si ritireranno quando il governo riterrà che i costi abbiano superato l’interesse nazionale.
Morire per un soldato professionista è una delle ipotesi che accetta quando sceglie di portare le stellette e non deve chiedersi se la sua vita sia servita a qualcosa.
Vergognoso è invece usarli per smaltire monnezza o per far manfrina sulle strade con Carabinieri e Polizia. Non è il loro posto, non servono a questo. Ciò li umilia e li offende. Morire in terre lontane con il tricolore sul braccio fa invece parte della loro scelta di vita che accettano da uomini e professionisti. Non offendiamoli con dubbi e piagnistei.
Giggetto,
RispondiEliminaquasi faccio fatica ad abbinare la tua proverbiale pacatezza alla giusta veemenza che profondi nella "difesa" della nostra generazione: la generazione "della Soglia"!
Non so quante fossero le Divisioni arancione che si diceva fossero pronte ad attaccarci; non so nemmeno se il loro spauracchio fosse tenuto in vita più per mantenerci annerchiati che perché reale e realistico.
Quello che so -e che tu hai tanto efficacemente elencato- che "quei tempi" li ricordo con orgogliosa nostalgia, per il semplice fatto che ho, abbiamo potuto essere e sentirci Militari, prima che Comandanti.
Tu (e non poteva essere altrimenti) parli di Scuole Tiro, al termine delle quali la tua batteria era in grado di pittare sul terreno a distanza di molti chilometri; così io e tutti i Fanti come me quando tornevamo dalla Sardegma con la compagnia "in 3° ciclo", addestrata fino al massimo possibile e, soprattutto, orgogliosa di esserlo.
Non è apologia la mia come non è struggente ricordo di un vecchio sull'orlo del rincoglionimento: non lo è per il semplice fatto che non ricordo che quei soldati abbiano mai "marcato visita" quando c'era da sputare sangue.
Tu -e sempre giustamente- rivendichi la possibilità di partecipare ad esercitazioni di vario livello, anche se quelle che hai citato lo erano di alto; io, più modestamente, cito le "esercitazioni di allarme" dove è vero che si faceva ampio sfoggio di "cartellini" ma è anche vero che il battaglione tirava fuori tutto, caricava tutto, faceva colonne ruotate e corazzate da paura e raggiungeva la "zona di diradamento iniziale" dove scaricava tutto, montava tutto e si accampava; e senza stare a guardare "l'orario di servizio" o l'alternarsi del giorno e della notte.
E'vero, Giggetto: ci addestravamo ed addestravamo per assolvere al meglio il compito che ci era stato assegnato.
Ora non dobbiamo contrastare più nessuno né, all'orizzonte, si celano minacce; però mi e ti chiedo: i nostri discendenti sono "addestrati" e, se sì, a fare cosa?!
Un abbraccio,
Ettore.
Caro Giggione,
RispondiEliminahai ragione, anzi ragionissima al 98%; il 2% è per "dubbi e piagnistei" che, come ben sai, non albergano nei nostri cuori.
Semmai, si potrebbe parlare un pò degli "interessi nazionali", alla luce anche del "ritorno" dei sacrifici dei nostri uomini.
Un abbraccione,
Ettore.
Caro Luigi,
RispondiEliminaanche per me hai ragione al 98%, il 2% è per i dubbi che ho in merito alla partecipazione alle missioni fuori area per " tutelare gli interessi nazionali o delle lobby al potere". Quali sono stati i nostri interessi in Iraq? e in Afganistan quali interssi abbiamo? E poi, con il bombardamento della Libia su esplicita richiesta della Francia e dell'Inghilterra cosa abbiamo ottenuto? Avevamo un accordo commerciale con la Libia che dava eccellenti opportunità all'ENI con un contratto allungato per altri 30 anni, e poi? solo perchè Francia e Inghilterra hanno deciso , per loro interesse, di intervenire, noi per non perdere il posto al tavolo dei "Grandi" siamo, ovviamente, intervenuti. Sono trascorsi mesi senza ottenere il risultato sperato (dalla Francia!) ed ora ci lamentiamo perchè non abbiamo soldi per le bombe. In compenso siamo seduti al tavolo dei "Grandi".
40 soldati in questi anni hanno sacrificato la loro vita per i notri interessi? per le lobby?
per...?
E' difficile, molto difficile dare torto a Giggetto, anche se gli "esperti" potrebbero parlare di "qualunquismo": sarà pure così, però è la pura e semplice realtà.
RispondiEliminaSenza sembrare pedante, vorrei ricordare che è dalla guerra di Crimea che andiamo avanti a cercare (o pietire?) un posticino al tavolo; allora ci andò bene, grazie all'acume politico di Cavour ed a quello di altra natura della Contessa de Castiglione.
Ma poi? abbiamo visto come è andata con la "vittoria mutilata" di Versailles o con la "pugnalata alle spalle" alla Francia nel '40!
Ed oggi che non abbiamo né un Cavour né qualcuno da pugnalare (in compenso, abbondiamo in escort!) quale dovrebbe essere il "tavolo" dove si spartiscono i dividendi?
D'accordo che gli impegni si onorano; d'accordo che non possiamo continuare a fare la cenrentola del momdo occidentale; però, almeno, smettiamola di fare i piglian.... ed a piangerci addosso perché siamo in bolletta.
A proposito: il famoso o famigerato Trattato bilaterale con La Libia è ancora in vigore o è stato da noi denunciato?
Ciao a tutti,
Ettore.
Scusate se mi intrometto, so che quello che scrivo non c’entra con quello che state dibattendo, ma forse non vi siete accorti che qualche giorno fa sul Corriere è stata pubblicata questa notizia
RispondiElimina“Via libera all'«affitto» di militari italiani su navi private in funzione antipirateria
La novità nel decreto sul rifinanziamento delle missioni all'estero”.
(http://www.corriere.it/economia/11_luglio_13/militari-italiani-navi-private-contro-pirati_90a40c7a-ad50-11e0-83b2-951b61194bdf.shtml)
Sapete come ho interpretato io questa informazione ???(ma spero ardentemente di sbagliare), che i militari, come scrive dice Chiavarelli, sono oramai solo dei costi che hanno superato l’interesse nazionale, che la Difesa diventerà un Istituto di Vigilanza e che se ne potranno vendere i servizi.
Allora sapete cosa vi dico ?? Molto meglio smaltire monnezza o far manfrina sulle strade con Carabinieri e Polizia piuttosto che dover essere obbligati ad obbedire a chi ha stipulato il contratto e paga il servizio (parola di uno che ha un po’ di esperienza in materia).
Potrei aggiungere a tutte le vostre giuste osservazioni un pensiero che va al periodo trascorso sotto le armi con l'Esercito di leva. Negli ultimi anni, con le regole allora vigenti, i comandanti dovevano misurare l'entità degli sforzi cui sottoporre i propri soldati per evitare le critiche,le manifestazioni ostili, le interrogazioni parlamentari, le campagne di stampa originate da battaglioni di madri, opportunamente inquadrate e sollecitate. La professionalità intervenuta ed oggi ampiamente meritata dei nostri Militari ha zittito quelle ciabatte ed i loro sponsor, provocando molti dubbi sulla convenienza di come mantenere uno strumento costoso al quale la politica, recte, i politici possono chiedere di tutto e di più, sapendo di poter sempre contare sulla loro collaudata fedeltà.
RispondiEliminaEd è cosi che i Governi fanno i conti su cosa sia più conveniente; oggi la partecipazione alla missione internazionale per l'affermazione della pace, e quasi sempre per prenotare un posto al sole, domani un risparmio sulle forze di polizia, alle quali mancano negli organici più di dodicimila unita, poi le operazioni di efficienza militare per la rimozione dei rifiuti alla quale si oppone strenuamente l'impossibilità, per le forze impiegate, di mangiare gli stessi atteso che ancora non è stato sperimentato il soldato onnivoro, che sarebbe molto più economico di non graditi inceneritori. Ma, se a tutto questo si aggiunge che la stessa politica, recte, gli stessi politici si accorgono che i militari che muoiono disturbano non solo economicamente il grande Manovratore, ecco subito pronte occasioni di facciata, la mini naia, e di rientro economico.
Per farlo, per rendere efficiente il saldo degli interventi è stata creata una SPA che saprà far fruttare questo tipo di operazioni, dando lustro( ? ) agli operatori e aggiustando qualche conto malandato. E gli eventuali Caduti?
Non penso che questo modo variegato di interpretare l'esistenza di un importante ed apprezzato strumento militare, formato ieri come oggi da gente meravigliosa e guidato da Comandanti all'altezza delle migliori Espressioni militari del mondo, debba essere utilizzato senza una precisa, univoca guida politica.
Apprezzamento a tutti i Politici che hanno espresso il loro rifiuto di un ripensamento delle nostre missioni mentre esse vivono anche i drammi della morte di Chi ad esse è chiamato a partecipare. Un Esercito che ha fretta di rientrare per evitare altre perdite è una compagine su cui si concentrano gli interessi del nemico. E quella compagine, in area, sul campo è fatta di quegli Uomini meravigliosi- ai quali rendiamo Onore - che spesso, troppo spesso tornano senza vita tra noi.
Non credo che siano quelli i momenti del ripensamento né, al di là della commiserazione per una vita spezzata, quelli del dolore. Noi militari, vecchi o giovani, dobbiamo interpretare con orgoglio di appartenenza queste perdite, certi che sempre, nel nostro lavoro, non abbiamo mai cercato la Morte ma con Essa abbiamo consapevolmente convissuto, sapendo che , per i rischi e tra le ipotesi riservateci, Essa poteva in ogni momento ghermirci . Ed allora, sapendoVi tutti fieri di aver fatto parte di un eccezionale e stimato comparto della nostra Nazione, consentitemi di essere moderatamente fiducioso sulla esatta presa di coscienza, soprattutto da parte nostra, della importanza di avere forze armate in missione che rendono grande e credibile , anche morendo, la nostra Patria.
Per sdrammatizzare, ricordo a me stesso, napoletano, che per aiutare a raccogliere i rifiuti non occorre fare sfoggio di lingue straniere che i nostri impareggiabili soldati, marinai, aviatori e carabinieri ormai tranquillamente utilizzano negli scenari internazionali dove si fanno incondizionatamente onore.
A Loro fiducia e l'invito ad avere coraggio.
Vi abbraccio tutti Carlo Minchiotti
Vorrei rispondere ad Oliviero su quell'articolo riguardante i militari impiegati per dare sicurezza alle navi italiane.
RispondiEliminaNon ho letto l'articolo ma così come lo presenta Oliviero non ci trovo nulla di male e mi meraviglio che non sia stato ancora fatto. Si tratta di difendere interessi e personale italiano all'estero che è precisamente uno dei compiti della Difesa. Come tutti i concorsi, le richieste dovranno essere vagliate dagli Stati Maggiori per non incorrere nel rischio di proteggere dei malfattori, ed è giusto che le spese le paghi chi usufruisce della scorta.
Molto, molto meglio dello spalar monnezza.
“Art. 133 - (art. 134 T.U. 1926)
RispondiEliminaGli enti pubblici, gli altri enti collettivi e i privati possono destinare guardie particolari alla vigilanza o custodia delle loro proprietà mobiliari od immobiliari.”
Caro Chiavarelli, volevi forse diventare un Vigilantes quando hai giurato ???
Pensavi forse che la tua missione fosse quella di essere pagato da un privato così da produrre reddito (guadagno) per lo Stato ??
Sicuramente mi sbaglio , ultimamente ne ho fatti parecchi di errori.
Un abbraccio, Oliviero
Ribadisco. Un soldato, perdonatemi l'accostamento blasfemo, è il "vigilante" del proprio popolo mentre non è né spazzino né poliziotto. Fare da scorta ad una nave italiana rientra nelle capacità e professionalità di un soldato che sono molto, molto superiori a quelle di un vigilante civile che può provocare disastri con il suo comportamento. Se un governo ritiene utile impiegare i soldati in tal modo non ci vedo nulla di pregiudizievole se non copre altri, subdoli interessi di parte, sempre possibili, purtroppo, anche nelle missioni internazionali. Ma questa è un altra storia.
RispondiEliminaNon si può che convenire con Giggione e questa volta al 100%!
RispondiEliminaIl Militare, specie se professionista, non è un dipendente di un'agenzia di vigilanza qualsiasi che può cambiarla quando non si trova più bene con quella attuale; il Militare è (fuori da ogni retorica) un servitore dello Stato ed esplica questa sua, fondamentale ed unica missione in ogni luogo ed in ogni circostanza lo Stato veda lesi o tema che potrebbero esser lesi i propri, superiori interessi.
In questa ottica, mi riesce difficile trovare un nesso tra il T.U. "delle leggi di pubblica sicurezza" e la scorta/protezione di navi mercantili "battenti bandiera italiana" (così recita il DM in questione) che concerne ben altre attività ed in ben altro contesto operativo/ambientale.
Vorrei chiedere ad Oliviero se ritiene che anche le scorte di navi militari a protezione di navi mercantili o a protezione di determinati interesi economci nazionali possano suscitare lo stesso scandalo.
Da che mondo è mondo, gli Stati che potevano permetterselo imbarcavano contingenti militari sulle proprie navi mercantili e, mi sembra, i risultati hanno dato loro ragione; quelli che non potevano permetterselo hanno scoperto di avere torto!
Eppoi, se al Comandante di questi Nuclei militari di Protezione (NMP) ed ai componenti verrà attribuita la qualifica di "Ufficiale e di agente di pubblica sicurezza", non mi sembra propio che si sta parlando di dipindenti di un'agenzia di vigilanza presa piacere.
Certo, come dice giustamente Giggione, il rischio che si vadano a coprire altri interessi che con quello nazionale si azzecano poco o punto esiste ma bisogna metterlo in bilancio; d'altro canto, sfido chiunque a dimostrarmi che una, una sola guerra non sia stata dichiarata e combattuta per scopi che nemmeno lontanamente erano quelli dichiarati e sbandierati!
In conclusione, credo che le missioni ipotizzate siano legittime, consone allo status militare, dimostrazione di volontà politica e servano a mantenere annerchiati i nostri uomini; anche perché (domanda provocatoria): quando, più o meno a breve, non ci saranno più "missioni fuori area" i nostri professionisti che faranno?!
Ciao a tutti,
Ettore.
Carissimi Ettore e Giggione, ho l'impressione che i vostri interventi, assolutamente condivisibili nella sostanza, non siano inerenti il probelema posto, come richiesta interpretativa, da Oliviero. L'articolo richiamato (le cui affermazioni sono tutte da verificare) parlava di "affitto" dei militari e cioè di militari posti a disposizione di enti privati dietro il pagamento di un corrispettivo che avrebbe contribuito alla formazione della finanziaria. Se così fosse, rischieremmo che i nostri soldati, per portare allo Stato un po' di soldi, si mettessero a disposizione di chi può pagare per difendere merci sconosciute esattamente come fanno i vigilantes. Se non erro lo stesso giornalista parlava anche di difesa di scorte nucleari appartenenti ad uno stato estero e trasportate da una nave privata italiana.
RispondiEliminaCiao a tutti
Francesco
Carissimo Francesco,
RispondiEliminae noi, uomini pensanti, prestiamo fede ad un giornatista che usa un termine -"affitto" appunto- per richiamare l'attenzione su quello che ha scritto?!
Purtroppo o per mia incapacità, non sono riuscito a trovare l'Art. 5 del DL n. 107 che tratta la specifica materia ma mi rifiuto di solo pensare che sia stato usato quel termine od un altro che solo lontanamente lo possa richiamare o far intendere.
Purtroppo e tu, da impareggiabile leguleio, mi devi dar atto che, quando si vuole sucitare o provocare un sentimento o una reazione, le parole hanno un peso determinante e dirompente, soprattutto su coloro che non aspettano altro per....
Probabilmente e come ho già detto, qualche porcheria si tenterà di farla; ma da questo, ad attribuire l'intenzionalità (per di più normativa) di farla, ne passa, eccome se ne passa!!!
Se poi, in ogni provvedimento vogliamo vedere SOLO il secondo, recondito e malefico fine, allora smettiamo di legiferare, aboliamo i Tribunali (e pure gli Avvocati), torniamo alla legge della jungla e.....
Un abbraccio,
Ettore.
Le misure per la difesa attiva delle navi contro gli atti di pirateria, da tempo sollecitate dalla Confederazione Italiana Armatori (Confitarma),sono state inserite nel decreto legge n. 107 del 12 luglio 2011, approvato lo scorso 7 luglio dal Consiglio dei ministri.
RispondiEliminaIn particolare l’articolo 5:" prevede nell’ambito delle attività internazionali di contrasto alla pirateria, al fine di garantire la libertà di navigazione del naviglio mercantile italiano, su richiesta e a carico degli armatori, la possibilità di imbarcare Nuclei Militari di Protezione (NMP) della Marina Militare, la quale può avvalersi anche di personale delle altre Forze Armate, e del relativo armamento previsto per la difesa delle navi e dei loro equipaggi. A tal fine il ministero della Difesa può stipulare con l’armamento privato italiano convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera nazionale in transito negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria individuati con decreto del ministro della Difesa, sentiti il ministro degli Affari Esteri e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, tenuto conto dei rapporti periodici dell’International Maritime Organization (IMO). In caso di indisponibilità delle forze armate è prevista la possibilità di imbarcare contractor privati".
Non si parla nè di affitto nè di contributi per la finanziaria.
Ben venga quindi questa decisione necessaria per salvaguardare gli interessi economici nazionali.
Ragazzi non voglio fare il leguleio o il bastian contrario ma se vogliamo intrpretare una norma legislativa, due sono gli aspetti da considerare: il significato letterale delle parole ed il contesto nel quale è stata emessa. "Il personale miltare può essere impiegato su richiesta e a carico degli armatori"; ciò significa che il privato che può permetterselo paga il personale militare per difenderlo.
RispondiElimina"In caso di indisponibilità delle forze armate è prevista la possibilità di imbarcare contractor privati".
In sostanza l'uso delle Forze Armate viene richiesto e pagato da privati (per affitto si intende uso di una unità produttiva dietro pagamento di un corrispettivo) e se le Forze Armate non hanno disponibilità, per lo stesso lavoro si possono usare i contractor privati (i vigilantes). Il giornalista e, successivamente, Oliviero hanno, quindi, dato una interpretazione letterale alla norma in questione.
Personalmente, da cinico razionale, se tutto questo serve a salvaguardare gli interessi economici nazionali e a far entrare proventi nelle casse dello Stato, ben venga.
Poi, come dice Ettore, in ogni provvedimento ciscuno vede solo quello che vuole vedere.
Vi abbraccio
Francesco
non capisco la difficoltà ad accettare l'impiego di personale militare a bordo delle navi in navigazione in acque infestate dai pirati. Le Forze Armate offrono a pagamento un servizio con l’esplicito ed unico scopo di “deterrenza e difesa legittima del punto”, come ha precisato l’Amm. Fabio Caffio, Ispettore Stato Maggiore Marina Militare.
RispondiEliminaGli Armatori sono disposti a pagare questo servizio decisamente più qualificante di quello della raccolta dei rifiuti.
Oggi qualsiasi prestazione fornita dalla Forza Armata in ambito non militare è soggetta ad un costo ben preciso. Anche per le Associazioni d'Arma vige la stessa regola; tutto ciò che viene concesso per un Raduno ha un costo; banda, picchetto armato, tende, automezzi, etc...
L'impiego di nuclei militari di protezione sulle navi della marina mercantile ha destato l'indubbio interesse del popolo del Blog, spostandolo dalla originaria impostazione della discussione sulle missioni militari e della ricaduta che esse hanno in termini politici, economici, morali di un mondo ormai globalizzato, in cui ogni nazione deve dare il proprio contributo se vuole poi interagire nei compositi e non astratti scenari internazionali.
RispondiEliminaAccettando di buon grado tutte le valide precisazioni da Voi effettuate sulla partecipazione delle nostre Forze Armate, Reparti speciali della Marina in primo luogo, alle operazioni di scorta armata su navi militari, sono dell' avviso che nessuna di esse possa avere la caratteristica di una missione,come invece è quella del controllo in mare davanti alle coste somale dei traffici marittimi, indipendentemente dal valore che anche in queste difficili operazioni i nostri militari sapranno evidenziare.
Non vorrei essere frainteso quando affermo di aver avuto la percezione che la nostra quarantesima e ravvicinata Vittima, a Lui ed a Tutti i Caduti Onore, possa aver costituito, anche tra noi, la linea di demarcazione tra dolore e minore interesse, tra commiserazione e dovere di cronaca, tra partecipazione convinta ed affievolito sentimento.
Avere da Voi la conferma che la mia sensazione sia sbagliata e che tutti noi guarderemo con attenzione, rispetto ed affetto, ad ogni novità che possa riguardare i nostri soldati in terra straniera per la grandezza dell'Italia, lascerà in me una tranquillità che la piega assunta dalla discussione aveva in qualche modo fatto diminuire.
Vi abbraccio Tutti
Carlo Minchiotti
Caro Francesco,
RispondiEliminanon c'entra, o se preferisci non ci azzecca niente con il tuo ultimo, pregevole commento (di cui ti ringrazio per la maestria forense), però ti chiedo di verificare questa notizia che è apparsa su un organo di informazione:
"Trenta militari dell'8° rgt. g. gua. di Legnago si sono rivolti ad un noto Studio legale milanese (ometto volutamente il nome che ti darò se me lo chiederai)per denunciare la "miseria operativa" -più altre chicche di antico sapore- che deriva dal loro impiego nell'operazione strade sicure".
Ora la palla è nel tuo campo: datte da fà e facce sapé!!!
Un abbraccio,
Ettore.
Caro Carletto,
RispondiEliminail "dolore", la "commiserazione" e la "partecipazione convinta" per i quaranta Caduti nel Teatro afghano (come per tutti gli Altri) resteranno immutabili e si rafforzeranno nella sgiagurata -ma non improbabile- eventualità futura.
Per quanto riguarda la "piega" assunta dalla discussione che tanto ti ha turbato, ritengo che sia la logica conseguenza tra persone "del mestiere" che guardano con occhio critico ed esperto e con affettuosa attenzione all'evolversi operativo di quel mondo che, fino a pochi anni fa, era stato il loro.
La notizia che ho appena pubblicato è sintomatica di un disagio (eufemismo) che non può non interessare persone che hanno scelto di indossare l'Uniforme con ben altre finalità o, magari, ideali; aspetto con terrore un'analoga iniziativa legata allo smaltimento dei rifiuti!
Il fatto che la massa degli interventi su queste pagine sia unanime nel condannare simili, impropri impieghi dovrebbe esserti di conforto e rasserenarti l'animo.
Un abbraccio,
Ettore.
Voglio prima di tutto tranquilizzare Carlo (Minchiotti) in merito all'immutato profondo rincrescimento per la morte del nostro soldato e per il rispetto che meritano tutti coloro che sono inviati in missione.
RispondiEliminaConfermo la notizia di Ettore e devo dire che anch'io sono stato contattato (da associazione più che da singoli soldati)per fatti simili.
In questo caso più che valutazioni giuridiche o forense preferisco esprimere pareri e sentimenti personali.
Ho sempre rifiutato pratiche contro il Ministero della Difesa che presentavano un "sapore politico" o che fossero inerenti a mobbing accettando solo quelle di carattere amministrativo (trasferimenti, pensioni etc. etc.) o penale militare.
Nel caso di militari usati sulle strade, già in un mio precedente intervento sul Blog avevo espresso la mia contrarietà non per la lesione dell'onore dei militari stessi ma per la sicurezza dei cittadini in quanto i militari non hanno la preparazione che hanno i carabinieri e la polizia.
Mi risulta che lo Studio legale in questione non abbia ancora presentato alcun ricorso e, se lo farà, leggerò con attenzione le motivazioni e le commenterò nel Blog ma sono convinto che l'impulso non viene dai militari in servizio.
Un abbraccio
Francesco
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RispondiEliminaCaro Zuff,
RispondiEliminacomplimenti, innanzi tutto, per la tua analisi: completa, serena, obiettiva.
Visto, però, che siamo qui per disquisire, permettimi di non essere completamente d'accordo sulla tua "3^ considerazione", specificatamente quando attribuisci all'ONU funzioni che i fatti hanno dimostrato essere velleitarie.
Se esaminiamo tutti gli "interventi" in tutti i campi di cui si impiccia e si è impicciato, si può dedurre che è un Organismo tanto costoso quanto inutile (guarda la FAO che ce l'abbiamo pure in casa!): degno erede della fallimentare ed utopistica "Società delle Nazioni".
In tale contesto, colgo inoltre una contraddizione in termini quando tu affermi (giustamente) che ogni singola Nazione cura e ritiene prioritari i propri interessi; se così è, come lo è, mi spieghi che scopo ha allora l'ONU?
Non dovrebbe essere il foro in cui si dipanano le controversie internazionali e per di più a base di chiacchiere?
Credi a me, Amico mio; quando sono in gioco potenti interessi nazionali ( o millantati per tali) non c'è "fame", non c'è "sete", non c'è "carestia" che tenga e, soprattutto, non c'è nessuno "sopra le parti" che abbia la forza e l'autorità per risolverli: tanto meno, l'ONU!
Un abbraccio,
Ettore.