Anche in precedenti interventi su questo Blog, ho espresso dubbi sull’esistenza di una vera diversità fra generazioni. Mi è più facile credere che, nel breve periodo, possano cambiare i punti di riferimento, le tendenze, i bisogni secondari dell’essere umano ma che le sostanziali differenze biologiche e spirituali possano subire modifiche apprezzabili solo nel corso dei millenni.
Più passa il tempo, però, e più faccio fatica a comprendere gli atteggiamenti della gente giovane che mi circonda; dagli amici, ai clienti, fino ad arrivare ai figli. E’ come se, in certi momenti della giornata, ti sentissi proiettato in un mondo che non ha niente a che vedere con il tuo.
Vi porto tre esempi di mentalità e storia giovanili che hanno contribuito alla causazione di questo mio senso di disorientamento, specificando che non provengono da alcuna delle sopra menzionate categorie di giovani con le quali sono in contatto ma che rappresentano casi realmente accaduti.
Il primo. Una giovane coppia sposata da cinque anni scopre di non poter avere figli per problemi legati all’uomo (spermatozoi non attivi). Decidono di far fecondare lei con il seme di un altro e cominciano a discutere sulle modalità e opportunità di conoscere il donatore; come saprete il ricorso alla banca semi vieta
categoricamente ogni elemento che possa ricondurre al donatore. Lei conosce le norme legislative e vuole un figlio ma ritiene importante che, anche durante l’infanzia, possa collegare i lineamenti ed il carattere del bambino con quelli del padre. A questo punto, lui ha l’idea geniale: prendiamo il seme del migliore amico comune essendo certi che, proprio perché tale, lui avrà sempre un atteggiamento silente e accondiscendente. Lei, più furba di lui, gli spiega che la cosa non è possibile perché nessuna struttura pubblica o privata accetterebbe di inseminarla con il seme di un altro uomo a conoscenza del fatto. A questo punto il genio di lui si esprime ai massimi livelli: perché usare una struttura per l’inseminazione? Mi è sembrato di capire che tra te e lui c’è una certa attrazione. Fate l’amore per una paio di volte durante il tuo periodo fecondo senza dirgli che io non posso avere figli e, quando nasce, sarà per tutti mio figlio.
Il secondo. Chi conosce il mondo Harley Davidson sa che nei numerosi raduni motociclistici è facile trovare bancarelle che vendono oggetti metallici tanto amati dai cultori del rock duro. Fra le più piccole e sguarnite di queste bancarelle ce n’è una di proprietà di un trentacinquenne pluritatuato, pochi capelli ed una folta barba ormai brizzolata. La tipologia fisica del personaggio non si discosta da quella di tanti altri che popolano quel folkloristico mondo ma di lui
restano impressi due elementi: consegna i suoi monili in pacchetti fatti con fogli de “Il Sole 24 ore” e ha una proprietà di linguaggio ed una cultura generale da far invidia a chiunque. L’anziano ragazzo si è laureato in Economia e Commercio, con il massimo dei voti, quando aveva 24 anni e subito dopo il titolo si è fatto regalare, dai genitori, una “Fat boy” (una fra le più belle moto Harley) incominciando, con questa, la sua vita da vagabondo. E’ figlio unico di una coppia titolare di un avviato studio di commercialisti che non vede da anni il figlio e che mensilmente gli invia un obolo per aiutarlo a vivere decorosamente.
Il terzo. Una giovane diciottenne, appartenente alla buona società, fra le migliori nella sua classe e con un viso pulito e dolcissimo incomincia ad avere atteggiamenti non consoni al suo normale modo di essere: risponde male ai genitori, vomita continuamente, non mostra più la stessa attenzione verso gli studi. I genitori, stupiti e preoccupati, la portano immediatamente da uno psicanalista e dal curato della parrocchia di appartenenza. Entrambi riconducono questo atteggiamento allo stress causato dall’imminente maturità e convincono i
genitori a sottoporre la figlia ad esami medici per somministrarle, poi, integratori alimentari e vitamine. Il medico di base, interpellato per gli esami, durante la visita capisce che la ragazza è incinta ed invita gli attoniti nonché increduli genitori, a parlare serenamente con la ragazza. La ragazza risponde con naturalezza, dicendo che non si aspettava una cosa del genere perché aveva preso tutte le precauzioni possibili e che, in ogni caso, non avrebbe mai potuto sapere chi fosse il padre perché, negli ultimi cinque mesi, aveva avuto mediamente cinque rapporti sessuali al giorno con uomini diversi e sconosciuti.
Potevano succedere queste cose ai nostri tempi?
Francesco
Caro Francesco,
RispondiEliminagli episodi che hai narrato rappresentano l'eterna rincorsa della natura umana al compromesso, all'ipocrisia ed al desiderio di libertà.
Tu ti chiedi se cose simili sarebbero potute succedere ai "nostri tempi"; ma quali erano questi "nostri tempi" se non la continuazione dei precedenti e l'anticipo dei successivi?!
Se non vado errato, addirittura nella Bibbia si narra che un Patriarca, non potendo avere figli dalla moglie, ottenne da questa "l'autorizzazione" a procreare con una serva.
Facendo, forse, una forzatura, anche Ulisse può essere assimilato al "giovane di buona famiglia" che abbandona agi, famiglia e ricchezze per vivere la SUA vita; e non cito S.Francesco, per non sembrare blasfemo.
In merito poi alla ragazzina "acqua e sapone" che, invece, era più vorace di Messalina, non penso che sia e sarà mai una novità!
Tutto questo per dirti che non credo esista nessuna "differenza": è solo una quastione umana, tremendamnete umana.
Un abbraccio,
Ettore.
Caro Francesco,
RispondiEliminagli episodi che hai narrato rappresentano l'eterna rincorsa della natura umana al compromesso, all'ipocrisia ed al desiderio di libertà.
Tu ti chiedi se cose simili sarebbero potute succedere ai "nostri tempi"; ma quali erano questi "nostri tempi" se non la continuazione dei precedenti e l'anticipo dei successivi?!
Se non vado errato, addirittura nella Bibbia si narra che un Patriarca, non potendo avere figli dalla moglie, ottenne da questa "l'autorizzazione" a procreare con una serva.
Facendo, forse, una forzatura, anche Ulisse può essere assimilato al "giovane di buona famiglia" che abbandona agi, famiglia e ricchezze per vivere la SUA vita; e non cito S.Francesco, per non sembrare blasfemo.
In merito poi alla ragazzina "acqua e sapone" che, invece, era più vorace di Messalina, non penso che sia e sarà mai una novità!
Tutto questo per dirti che non credo esista nessuna "differenza": è solo una quastione umana, tremendamnete umana.
Un abbraccio,
Ettore.
Carissimo Ettore, come sempre ti ringrazio per l'intervento che, per renderlo ancora più importante, è stato ripetuto due volte. Ciò che ho voluto rappresentare però non sono gli aspetti tremendamente umani che, proprio perchè tali, non si differenziano nel tempo bensì la diversa importanza che oggi viene data a questi elementi. Il primo caso, ad esempio, non è interpretabile con l'episodio del Patriarca (nel mondo arabo da sempre la donna è in uno stato di soggezione e la continuazione della stirpe rappresenta una necessità di vita) nè con l'amore di gruppo iniziato proprio nel sessantotto con le "comuni". Ciò che qui viene in evidenza è l'ipocrisia del marito che manda la moglie nel letto di un altro uomo per far credere a tutti di avere un figlio suo. Questo episodio, oltre alla citata ipocrisia, pone in evidenza un altro aspetto riscontrabile anche nel terzo episodio: la scarsissima importanza che oggi viene dato al rapporto sessuale. Ai nostri tempi, anche per i più incalliti "latin lover" o "divoratrici di uomini", il rapporto sessuale rappresentava una conquista e un atto di importante donazione verso l'altro sesso, oggi no, si può andare a letto con chiunque sensa sentire alcun senso di colpa o alcun particolare legame con il patner.
RispondiEliminaNel secondo episodio non va considerato il senso di libertà anch'esso nato proprio nel 68 ma l'accettazione di un obolo che permette, al protagonista, di vivere decorosamente senza sentire alcuna riconoscenza verso i genitori e dimostrando una dignità e amor proprio nullo.
Un abbraccio
Francesco
N.B. la rappresentazione dell'amicizia fatta da Oliviero nel racconto di Togliatti, indipendentemente dal personaggio padre al quale non è stata data alcuna importanza, mette in evidenza un modo di rappresentare l'amicizia stessa e sarebbe interessante se qualcuno esprimesse proprie considerazioni su questo argomento.
Caro Francesco,
RispondiEliminainnanzi tutto, ti rassicuro che la duplicazione del mio commento non ha nessun nesso con la sua importanza: è solo un'ultriore dimostrazione di quanto sia imbranato!
In merito alle tue questioni, poi, credo che siano sempre esistiti i "cornuti soddisfatti", così come le zoccole che hanno ritenuto di fare un uso, diciamo così spregiudicato, dei doni che avevano ricevuto dal buon Dio.
Non mi ricordo se, ai nostri tempi, le femminucce fossero più morigerate, anche perché, in tutta onestà, non mi ponevo il problema.
Certo, sembrava che fossero più attente, meno elargitrici di piaceri; già, sembrava....
Che poi oggi anche il più piccolo pudore sia scomparso, è un dato di fatto; è l'eredità di quella stagione di follia che sommerse l'Europa e l'Italia quando noi varcavamo il fatidico portone.
Tu parli di "senso di colpa"; ma "colpa " di cosa? uno si sente in colpa se percepisce di aver trasgredito o violato una regola, specie se "morale". Ma, in una società, dominata da fratelli più o meno grandi, da aspiranti veline, da olgiatine, da escort....mi dici tu di che cosa dovrebbero sentirsi in colpa?!
Sul secondo episodio, penso che sia un pò cattivello.
Un abbraccio,
Ettore.
Francesco conclude il suo intervento chiedendosi, chiedendoci: Potevano succedere queste cose ai nostri tempi?
RispondiEliminaGli rispondo con una storia.
Lui apparteneva ad una famiglia benestante. Il padre era un alto funzionario dello Stato, la madre una nobildonna. Venne inviato a studiare a Roma. La capitale lo colpì negativamente. Donne dissolute, famiglie sfasciate, omosessualità e corruzione dilaganti, insegnamenti meno che mediocri effettuati da una classe docente mal pagata, sottostimata ed emarginata. Il giovane aveva buone basi morali, seppe reagire alla situazione senza farsi corrompere. Indossò una divisa e lottò per la giustizia e contro il degrado rischiando spesso la vita per opera anche di gente in divisa come lui.
La divisa era quella…da frate e il giovane era San Benedetto da Norcia (480 - 547 d.C.), patrono d’Europa.
Corsi e ricorsi.
Allora finiva una civiltà, quella romana, ora, forse, sta per finire quella europea. L’uomo nella sostanza non è cambiato.
Se certe cose era più difficile che accadessero ai nostri tempi vi erano stati comunque tempi in cui accadevano anche cose peggiori. La domanda quindi dovrebbe essere:come reagire a questo stato di cose ? E’ possibile reagire o è solo un pensiero velleitario ? In pratica, cosa si può fare ?
Io penso che si possa fare molto perché ho l’ottimismo della fede e con il sostegno di LUI nulla è impossibile ma rilancio a voi la palla e attendo pareri.
Un abbraccio.
Giggione
Caro Giggione,
RispondiEliminanon vi è dubbio che l'ottimismo che deriva dalla Fede costituisca un ottimo, insostituibile sotegno per affrontare le cose negative che solo la natura umana sa partorire.
Non tutti hanno/abbiamo la fortuna che hai tu, per cui riesce difficile guardare al futuro (ma anche al presente) con gli occhi dell'ottimista, specie quando si deve constatare che la società in cui viviamo non offre nessun salvagente.
Già tempo fa, ebbi modo di esprimere tutte le mie preoccupazioni sul degrado sociale, morale e culturale in cui sono state gettate le generazioni più giovani; tu mi rispondesti che avevi fiducia nella "sana provincia" e non dubito che, quella che abiti, lo sia.
Purtroppo di "sano" c'è rimasto ben poco e quel poco è decisamente minoritario rispetto alla preponderanza del "marcio".
Tu poni delle domande terrificanti le cui risposte si possono trovare, a mio avviso, solo nella volontà e nella perseveranza individuali, nel senso che sta al singolo reagire, senza avere soverchie speranze di trovare aiuto da ed in ciò che lo circonda.
Guardiamoci un pò intorno, Vecchio mio: ovunque si ponga lo sguardo, si incoccia in malaffare, delitti, estorsioni, privilegi arroganti, fotti-fotti continuo e continuato, apoteosi del fatuo: dimmi tu a chi può aggrapparsi un giovane che voglia essere e mantenersi "giusto".
Forse, la nostra generazione ha avuto la fortuna di cresere e formarsi in una società che, pur con tutte le sue magagne nascoste, era ancora l'espressione di un sistema di Valori positivi.
Ora, caro il mio Giggione, quei Valori sono stati relegati in fondo in fondo alla scala comportamentale di riferimento, per cui ci vorrebbe un cataclisma morale per raddrizzare la barra e, temo, che neanche la Chiesa sia più in grado di farlo.
A sostegno di questa mia visione non certo ottimistica, ti ricordo l'episodio biblico di Sodoma e Gomorra, quando non fu possibile trovare nemmeno UN "giusto" che potesse evitare lo scatenarsi dell'ira divina.
Un abbraccione,
Ettore.
Pensavo che questo argomento avesse lasciato il posto ad altri che hanno destato più interesse, e, al contrario, ecco gli interventi di Giggione ed Ettore che ho molto apprezzato.
RispondiEliminaE' vero il degrado morale può essere combattuto e vinto con la fede che può essere quella in Dio, esternata magnificamente da Giggione, o quella negli ideali e nella morale, dimostrata anche con la caparbietà e l'assolutismo di Ettore.
Entrambe le strade portano al mantenimento di una specifica condotta che assurge ad esempio per gli altri e chi ha avuto la responsabilità su altri uomini o su figli, conosce l'importanza dell'esempio.
Dobbiamo solo sperare che questa condotta continui ad avere un riconoscimento primario e fondamentale nelle generazioni che verranno.
Un abbraccio
Francesco
Ragazzi,
RispondiEliminaa malincuore, molto a malincuore devo raccontraVi una cosa che, ritengo, darà una dura mazzata al Vosdtro ottimismo.
Sulla versione on-line del "Corriere" di oggi, c'è un video che racchiude i video girati in una classe di un Liceo milanese; ebbene, intuendo le immagini logicamente sfocate e sentendo i commenti dei protagonisti, Vi posso assicurare che non ha niente da invidiare al più spinto dei film porno.
Peccato, però, che quei protagonisti abbiano 14/15 anni e siano esclusivamente di sesso femminile!
Le loro pérformances -degne della migliore Cicciolina- sono finalizzate a vendere quelle immagini su uno dei tanti "social" per potersi comprare le ricarire telefoniche.
Voi potreste dirmi che si tratta di un caso isolato ma sappiamo bene tutti che non è così e se continassimo a sostenerlo diventeremmo tanti struzzi che nascondono la testa sotto la sabbia per non confronatrsi con la realtà.
Tu Giggione invochi e speri, giustamente, nella Fede mentre tu Francesco sei più pragmatico ed invochi l'esempio quali panacee per arginare l'inarrestabile degrado morale della soscietà.
Ma, se alla Fede è stato dato da tempo l'ostracismo e se l'esempio non ha più né padri né madri, pensate ancora che ci possa essere qualcosa o qualcuno in grado di sostituirsi al nichilismo ed all'edonismo, sempre più dilanganti, sempre più amorali, sempre più sporchi?!
Devo ricredermi, Francesco, ma avevi ragione tu almeno per il 3° esempio: i nostri erano tempi infinitamente migliori!
Un abbraccione (perché siete in due),
Ettore.
Caro Ettore, se ci pensi dovrai convenire che anche negli altri casi è riscontrabile una diversità sostanziale. Nella nostra gioventù esistevano due classi distinte: i "normali" ed i "ribelli". Nessuna delle due avrebbe agito come i protagonisti del primo e del secondo episodio. I normali non avrebbero mai mandato la propria moglie a letto con un altro ed i ribelli non cercavano una moglie o figlio ma una comunità dove, apertamente, si dividevono tutto compreso gli spermatozoi.
RispondiEliminaI normali, come noi, avrebbero cercato la propria libertà lavorando o lasciando il proprio paese per una vita di sacrifici mentre i ribelli giravano per il mondo con lunghe zazzere, chitarre e fiori facendo perdere ogni traccia di se stessi e non chiedendo niente ai genitori.
Si, la differenza generazionale esiste anche nel bisogno di protagonismo che trapela dalla lettera del SU.
Francesco