Morire non è mai una "fortuna".
Non ascoltare le parole senza senso di chi dovrebbe essere il Tuo primo difensore.
Noi che ancora indossiamo nel cuore la Tua stessa uniforme, Ti onoriamo e Ti annoveriamo tra i tanti che sono caduti nell'adempimento del proprio dovere.
venerdì 31 dicembre 2010
giovedì 30 dicembre 2010
“L’antiberlusconismo nasconde la mancanza di progetti”
........... è una frase che si sente spesso sia fra i politici della maggioranza che fra la gente comune e tutto lascia credere che sia così.
Ogni volta che, attraverso il monitor televisivo, vedo Capezzone, Gasparri, Bossi, Bonaiuti, Bondi etc. etc., cambio canale, ma quando sento Di Pietro, D’Alema, Bersani, o qualche rappresentante sindacale, lo sconforto non è da meno perché vorrei sentir parlare di alternative a questa sciagurata inesistente attività politica in campo economico e sociale; invece l’argomento è sempre e solo lui.
Ad ogni buon conto, però, converrete con me che, allo stato attuale, non si può parlare di attività del centro-destra prescindendo dalla personalità del suo leader e a me pare evidente che questa personalità abbia oscurato completamente tutto ciò che la circonda, inglobando ogni altro personaggio in un mosaico dove si muovono, maldestramente, tanti piccoli burattini.
Forse la chiave di lettura del fenomeno pro e anti Berlusconi è proprio questa; il riconoscimento generale non già di un movimento tendente al raggiungimento di obiettivi in linea con propri conclamati principi bensì l’elevazione di una reggenza assoluta e personale priva di qualsiasi sottomissione anche ideologica.
Le ultime esternazioni del premier danno fondamento a questa tesi: “entro breve tempo il problema dei rifiuti di Napoli sarà risolto e lavorerò personalmente per farlo” ...”convincerò i colleghi dissidenti a tornare nella maggioranza così come è stato fatto con alcuni dell’opposizione” e mi riesce difficile credere che ogni sua frase sia condivisa da tutti gli altri esponenti del proprio gruppo.
Se questa analisi è giusta, ancora per molto tempo non sentiremo alcun confronto sulle scelte più adeguate per aumentare il prodotto interno lordo, diminuire l’indebitamento pubblico e privato, risanare un mercato in mano ai soliti noti, dare ai giovani più stabilità lavorativa e migliori principi sociali, perché queste saranno questioni secondarie rispetto all’uomo da osannare o distruggere ad ogni costo.
Nel nostro paese mai abbiamo avuto una situazione conflittuale come questa e anche ai tempi del bieco terrorismo di sinistra e di destra, la maggior parte del popolo si era sentita unita sotto la bandiera dello Stato e accanto alle istituzioni che lo rappresentavano.
Oggi no… il movimento cattolico, quello repubblicano, il socialista, il liberale il comunista etc. etc. hanno perso ogni significato e gli interessi rappresentati dallo scudo crociato, dall’edera, dal sole, dalla falce e dal martello, hanno ceduto il posto all’effige di un uomo che, come nessun altro mai, regge le sorti del nostro paese.
A tante mie esternazioni mi viene sempre posta la stessa domanda “chi abbiamo come alternativa?” e ogni volta penso a tanti politici del passato. Oggi voglio concludere con una frase di uno di questi del quale non ho condiviso molte sue scelte giovanili ma che ho sempre ammirato e rispettato: “gli amici che il 26 dicembre 1946, come segretario del partito scelsero proprio me….non scelsero in me l’uomo politico ma l’uomo libero. Ero tra i più giovani, non avevo vincoli tassativi con un passato personale …. non avevo legami di ambiente, non avevo impegni professionali assorbenti..”
Dite la verità, avete pensato a qualche intellettuale di sinistra, invece no, il politico era Almirante e la frase la trovate nella Autobiografia di un “fucilatore”, p.p.162 – 163.
Buon anno a tutti
Francesco
lunedì 27 dicembre 2010
Generale immondizia.
Ho visto le immagini dei nostri uomini e dei nostri mezzi immondezzati, mentre quelli che sono pagati per farlo stavano a santificare le Feste, all'insegna del ritornello piagnucoloso tengo famiglia!
Non sia mai detto che si neghi a dei guaglioncelli la gioia di trascorre il Santo Natale con papà e mammà!
Mandiamoci quelli che sono pagati per non avere una famiglia ma solo per correre, là, dove la Patria chiama.
Ed all'umiliazione delle immagini, si è aggiunto anche lo sfottò di un “intellettualoide” in erba, apparso oggi sul Corriere.
Non posso né voglio dire niente, però una domanda permettetemi di farla:
......né, ma il Sindaco e le "autorità" di Napoli che caz…. ci stanno a fare ?!
Un ciao con percolato a tutti,
Ettore.
Il commento vignettistico di Giovanni Papi.
domenica 26 dicembre 2010
Dialogare ed ascoltare.....
“...non sarebbe male se i politici, invece di litigare tra di loro e non fare niente, ogni tanto incontrassero i giovani, i lavoratori, i pensionati per sentire cosa ne pensano della politica ma anche per conoscere come la situazione del Paese è percepita dal basso”.
Questo sacrosanto pensiero non è l’estratto di un più vasto discorso fatto nel corso di una delle tante trasmissioni televisive da un politologo o da un sociologo di grido (e, per questo, ben pagati) bensì è una parte di una delle quotidiane e-mail che il buon Oliviero mi invia (verso le 10 e mezza) in risposta alla mia delle 6 e quaranta.
Ad una lettura veloce e superficiale, potrebbe sembrare una delle tante banalità sparate dai tuttologi di cui sopra; però, se con quella frase si volesse incorniciare l’attuale situazione socio-politica italiana, ci si accorgerebbe subito che quella cornice non incornicerebbe proprio un bel niente: semplicemente, perché il dipinto non c’è.
E mi spiego, perché temo di averne sparata una come quelle dei sapientoni sempre di cui sopra.
Secondo me, la frase del buon Oliviero non è una constatazione: è un rimpianto!
E’ il rimpianto di cose lontane; di cose che hanno accompagnato gli anni della nostra giovinezza e della prima maturità; di cose che ci hanno fatto gioire e disperare; di cose che hanno contribuito a darci anche una certa coscienza civica; di cose ahimé irrimediabilmente perdute.
Quello che auspica il buon Oliviero, infatti, non è altro che quello che si faceva nelle tanto vituperate “sezioni di partito”;
era in quei locali che ti facevano vedere il mondo con un occhio solo (quello del Partito): era in quei locali che si preparavano “battaglie” per un’Idea e non per un interesse corporativo, era in quei locali che ci s’incontrava, si discuteva , si litigava ma...si era lo specchio della realtà locale: della realtà “reale”, cioè vera, senza manomissioni di sorta.
Poi era compito dei Segretari di Sezione parlarne con i loro omologhi a livello provinciale; da qui, se ne parlava a livello regionale; da qui.....fino a quando le tante realtà reali non arrivavano nelle stanze dei bottoni e rappresentavano quello che la gente di quel partito pensava, quello che la gente di quel partito vedeva, quello che la gente di quel partito sperava.
Se a questo ci si aggiunge il fatto che i “candidati” dovevano scarpinare (e non poco!) per il loro territorio per guadagnarsi il voto, si ha quel dipinto da incorniciare con la oramai celebre frase, sempre del buon Oliviero.
Ora, invece, i Partiti sono stati sostituiti da milizie mercenarie che si aggregano intorno un “capitano di ventura” (con tutto il rispetto dei Capitani veri!) ma che non hanno nessun legame ideologico che le tenga insieme, nessun valore deontologico cui ispirasi, nessuna spinta a capire, a farsi conoscere, ad ascoltare, a farsi portatori di esigenze, ad essere la cinghia di trasmissione tra la cosiddetta “base” ed il cosiddetto “potere”.
Quando questi designati ma non eletti vanno ad occupare l’agognata poltrona, si trasformano in portatori d’acqua al mulino padronale e non devono nemmeno ricorrere più all’ipocrisia di giustificarsi nei confronti di chi li ha votati, solo perché occupavano un certo posto in una lista redatta con penna autografa da uno solo.
Non dobbiamo meravigliarci più di tanto, quindi, dell’indecoroso spettacolo delle transumanze, delle aule vuote, degli avvisi di garanzia, delle sceneggiate e degli insulti da “vajasse” (maschili e femminili), dei bunga-bunga, delle case avute senza saper perché e da chi, del fatto di fare politica pur occupando una carica “neutra”, delle cazzate cosmiche che ci vengono propinate, della stagnazione pluridecennale che sta atrofizzando il Paese, di tutto quel porcaio che continua a millantarsi come Politica.
Caro il mio e nostro buon Oliviero, non vorrei smorzarti la speranza, però mi sa che, nella fattispecie, ben ti si attaglia l’adagio: chi di speranza vive........Ciao a tutti,
Ettore.
P:S. : Qualcuno è in grado di spiegarmi perché Oliviero è, per antonomasia, buon?!
(U.d.B)
La "Casa del popolo" della "bassa" rivisitata da Giovanni Papi.
giovedì 23 dicembre 2010
Buon Natale ragazzi.
Ieri ho passato in treno buona parte della giornata e il rumore delle rotaie, il distacco dal mondo abituale, lo scorrere veloce dello spazio,mi hanno portato indietro con il tempo.
Ho ricordato la mia prima licenza natalizia quando, dopo circa dieci ore di viaggio, sono sceso nella stazione di Bari, con la divisa e lo spadino che mi riempivano d’orgoglio ed ho abbracciato i miei genitori con un amore e un affetto che non avevo mai sentito prima.
Il giorno dopo, sempre in divisa, ho fatto il giro del paese immaginando l’ammirazione degli amici e delle ragazze che avevo frequentato prima di partire e, vi garantisco, la delusione è stata terribile. Nella realtà mi sono sentito un estraneo, come se la mia scelta di vita avesse comportato il rinnegare il mondo che, sino a quattro mesi prima, mi aveva accolto e formato e, quell’anno, ho passato il capodanno solo con la mia famiglia, abbuffandomi di panzerotti e di paste alle mandorle.
Il ricordo di quei giorni mi ha fatto riflettere sull’essenza dei sentimenti e dei rapporti umani e di come questi possano essere influenzati dalla vicinanza forzata che periodi come quello natalizio provocano.
In contesti come questo, quando succede che, se pur per un breve periodo, si è costretti a convivere con destinatari di rancore, è facile che l’apparente ipocrisia frani e si faccia sopraffare dalla voglia di dire ciò che realmente si pensa; ricordate il film di Monicelli il cui titolo dovrebbe essere “Parenti serpenti”?.
Mi sono sentito, così, un uomo fortunato perché da domani i miei tre figli lasciano le loro rispettive case, gli amici, i fidanzati e, per tre giorni, ritornano a vivere con noi facendo le stesse cose che facevano da ragazzi e sorbendosi i sermoni e le raccomandazioni che da sempre propino loro. In realtà tutti abitano poco distante dalla casa dove vivo con Anna e le frequentazioni sono giornaliere ma ciò rende ancora più vera e magnifica la voglia spontanea che hanno di ritornare a dormire nei letti e nelle stanze dove hanno esternato le intemperanze, le gioie e le delusioni infantile ed adolescenziali.
Anche chi non ha la fortuna di credere in Dio deve convenire che l’uomo vive meglio quando riesce a comprendere il pericolo creato dalla sudditanza verso i peggiori istinti umani e che il Natale rappresenta la voglia di rinascere puri, come lo sono i bambini, e aperti verso un mondo privo di odio e di rancore. Dovremmo, quindi, sforzarci di contrastare tutto ciò che difficilmente controlliamo e circondarci di persone con le quali desideriamo stare senza se e senza ma.
Perdonate la retorica profusa in questo augurio collettivo ma ormai siete ritornati a far parte del mio mondo.
Buon Natale a tutti
Francesco
domenica 19 dicembre 2010
venerdì 17 dicembre 2010
Scambio di Auguri a S. Severa.
giovedì 16 dicembre 2010
Disordini e raccomandazioni.
Cari amici, dopo aver atteso un sufficiente periodo di tempo, sono qui a chiedervi di soddisfare una curiosità che mi attanaglia? Capisco che siamo sotto Natale e che impera il "volemose bene", ma ... è possibile che non ci sia una indignazione, anche piccola piccola, per i fatti di Roma? Certo, non è grave come un intervento telefonico in una trasmissione, ma pure questi hanno fatto un bel casino! E siccome sono curioso vorrei anche che qualcuno che si intende di giurisprudenza mi parlasse un pò dell'uso leggimo delle armi e magari anche quelli che ne sanno di più mi chiarissero se la circolare 400 è stata abrogata o è ancora in vigore. Tutto questo senza alcuna animosità ma solo per capire se la mia sensibilità è particolare o meno.
A proposito, in precedenza mi ero indignato, e anche molto, per quell'altro fatterello di Roma che vede assunti parenti e amici nelle municipalizzate del comune : su questo argomento invio apposita vignetta e mi riservo di produrne un'altra sui disordini a seconda di come si sviluppera' o meno il dibattito ( poi non dite che sono di parte). Un caloroso abbraccio e Buon Natale 2.
Giovanni
Ricordi e riflessioni.
Massimo Garin, assiduo lettore del nostro Blog, ci ha inviato questo ritaglio di giornale, rinvenuto tra le cose di suo padre, mancato oramai da tre anni.
Ognuno se lo legga con attenzione, perché è un piccolo spaccato di una visione
della vita, scomparsa forse per un Militare ma non certo per un Uomo.
(Q.d.B)
domenica 12 dicembre 2010
Le migliori delle peggiori “cantonate” della Storia .
Ricordate Francis Fukuyama, colui che nel 1992 scrisse “La fine della Storia”, in cui affermava che con la sconfitta delle ideologie totalitarie, con l’affermarsi del capitalismo e con la vittoria storica della democrazia liberale l’umanità, a livello ideologico, avesse raggiunto il culmine del suo sviluppo in termini di pensiero politico? L’ipotesi si rivelò errata, dato che la Storia continua e continuerà. Un abbaglio simile era già stato preso nei primi anni del I secolo d.C. dallo scrittore romano Marco Velleio Patercolo, che nella sua “Storia di Roma”, aveva ipotizzato che l’Impero romano costituisse il culmine della storia, il confine ultimo di ogni altra possibile evoluzione. In altre parole, anche secondo lui era “la fine della Storia”, ma questa continuò e ce ne fece vedere di tutti i colori, alla faccia di coloro che tendono ad individuare la fine della Storia nella situazione vissuta da loro stessi, con scarsa considerazione di ciò che faranno le generazioni future. E la storia umana, fra il fu-Patercolo e il Fu-kuyama, ne ha registrate, di cantonate. Eccone alcune.
(Clicca qui per leggere tutto l'articolo di Marizza).
(Q.d.B)
venerdì 10 dicembre 2010
A proposito di tradimenti !
Carissimi Giggione e Francesco,
non so quanto ve ne cali ma stavolta non sono affatto d’accordo con le vostre prese di posizione in merito ai personaggi di questa italiota tragi-commedia che ci ammorba da quasi sette mesi.
Non sono d’accordo con Giggione quando, in maniera decisamente manichea, appiccica una bella etichetta di traditore all’ex capo di AN e non sono d’accordo con Francesco quando attribuisce a lui ed al suo degno compare del momento l’etichetta delle “verginelle offese” per la presa in giro degli elettori.
E cercherò di spiegarmi meglio.
Il Tradimento è una categoria filosofica che da millenni fa impazzire i filosofi, sempre alla disperata ricerca di darle una spiegazione quantomeno comprensibile; nel contempo, il termine è sempre stato associato ad un significato dispregiativo e senza assoluzione; lo stesso Dante sbatte i “traditori” nel buco più infimo della voragine infernale.
Per tagliare la testa al toro,io direi di accordarci su una delle definizioni che seguono: Il tradimento è rivalsa per le speranze ingannate e tradite dell’altro; Tradisco perché sono arrabbiato con te; Tradisco perché sono stato tradito.
A sembra che quelle definizioni si attaglino tutte molto ma molto bene ai due galletti dello stesso pollaio; bisognerebbe accertare chi ha praticato il “vizietto” per primo:
Certo l’ex AN ha incominciato i suoi giri di valzer a Fiuggi e non ha mai finito di danzare, anche se cambiava lo spartito e, soprattutto, il compagno di danza, fino a quando, con l’ultimo, si è ritrovato a “fare da tappezzeria”; è vero che ci aveva guadagnato una bella carichetta istituzionale mica da poco ma, si sa, i “cavalli di razza” (o presunti tali) scalciano quando devono reggere il moccolo: e così è stato!
In contrapposizione, c’è Lui, l’uomo che “è sceso in campo” per la nostra salvezza, senza stare nemmeno lì a far tanta fatica a “scendere dal monte” come era costume in tempi lontani; con una differenza però: quello che scendeva dal monte portava la “parola di Dio”, lui ci ha dato direttamente la sua!
Da quel momento è stato un diluvio di “parole”, uno tsunami di parole, una tempesta cosmica di parole che ci hanno bombardato, lusingato, rincoglionito ma....sempre e solo parole sono rimaste: sfido chiunque a farmi un elenco di cose da contare su una mano che sono state promesse e realizzate da quindici anni a questa parte.
Ergo, cari i miei “opposti estremismi” nonché insostituibili e cari Amici: ci troviamo di fronte a due perfetti esempi di traditori impenitenti i quali, proprio perché sanno di esserlo, si accusano vicendevolmente per lo stesso crimine.
E poi, scusatemi: ma come dovremmo definire questo umiliante mercato delle vacche (con tutto il rispetto delle vacche, almeno quelle a quattro zampe!) che ha trasformato “l’olimpo politico” in un lupanare per veterani assatanati?! Come dovremmo chiamare quei personaggi che cambiano casacca ad ogni stormir di fronde o, meglio di prebende?! Come dovremmo chiamarli se non traditori?!
Ma allora, in questo troiaio, come si fa ad etichettare uno ed uno solo con quel termine infamante?!
Voi siete giovani, mentre io, dall’alto della mia vetustà proclamo che tutti ma proprio tutti e senza esclusioni hanno tradito l’unico fesso che non sa o non può o non vuole difendersi: il popolo italiano!
E sapete cosa mi dispiace di più? Il fatto che, fra pochi mesi, questa sgarrupata Italia avrà come maestri di cerimonia per il Suo compleanno gente di tal risma:
Vi saluto caramente e....non fatemi più incazzare!
Un abbraccione,
Ettore.
Nota : per i pochi che non lo sanno la foto rappresenta i fiori dell'albero di Giuda che, nonostante il nome, è molto bello.
(Q.d.B)
Chi ci può aiutare ?
domenica 5 dicembre 2010
C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria , anzi d'antico .....
Ragazzi,
ci sono due avvenimenti caldi caldi che, secondo me, meritano qualche commento.
Il primo concerne il fatto che un Governo di sinistra, quello spagnolo, non ha
esitato un secondo a minacciare l'applicazione di una legge franchista,per riportare l'ordine in un settore strategico come è quello del traffico aereo: un magnifico esempio di come uno Stato, fregandose dell' ideologia, voglia dimostrare la propria, legittima autorità per contrastare l'arbitrio di pochi.
Il secondo riguarda la leggina fatta passare in maniera bipartisan, per
annullare quella sentenza di un Tar siciliano che estrometteva dalle funzioni
qualche centinaio di "presidi" che avevano vinto un concorso taroccato: un
pessimo esempio di uno stato che se ne frega della legalità e che favorisce il
sottobosco dei fannullonie dei furbastri.
Ciao a tutti,
Ettore.
venerdì 3 dicembre 2010
Toc, Toc, Toc.
I tre rintocchi della Campana del Dovere che oggi si sono sentiti,solenni, nell’Aula Magna dell’Accademia hanno inaugurato l’Anno Accademico 2010-2011.
Sono intervenuti nell'ordine, oltre al Comandante, Gen. D. Massimiliano DEL CASALE, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Giuseppe VALOTTO e il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Gen. C.A. Leonardo GALLITELLI.
L’Ambasciatore Sergio VENTO ha inoltre effettuato una interessantissima prolusione sull’attuale scenario economico-politico mondiale.
Alla Cerimonia, hanno assistito anche parte degli Allievi (gli altri erano ammucchiati nell'Aula 21, ricordate ?? quella di Analisi o forse di Fisica ? - chi se lo ricorda ce lo comunichi-) e, guardandoli, mi sono tornate alla mente quelle interminabili ore ad ascoltare incomprensibili relazioni: gli sbadigli trattenuti a stento, le smorfie per nasconderli e coloro che (veri professionisti del sonno!!) riuscivano a dormire con gli occhi aperti, mentre altri sollevavano la testa che ogni tanto capitolava.
Quanta invidia !!!
(U.d.B)
giovedì 2 dicembre 2010
4 Dicembre.
Auguri agli Artiglieri e Genieri del 150° Corso "Montello".
Santa Barbara
Non tutti sanno che………….
……nell'antico Codice cartaceo del XIV sec. dell'Archivio Capitolare di Rieti si legge che "in quel tempo Massimiano, che era venerato non soltanto come Augusto in Roma, ma in tutto il mondo, chiamò a se per ragioni di governo Dioscoro, e per la illustre rinomanza di lui sempre di più ed in più modi crescente, non solo lo incaricò di elevatissimi uffici direttivi, ma lo fece immediatamente cittadino romano, lo ricolmò di possedimenti e di grandi ricchezze presso Numanzia, in quella parte di territorio che oggi si chiama Scandriglia" (Prope Numantiam in ea parte, quae nunc Scandriglia dicitur).
Santa Barbara nacque a Nicomedia (oggi Ismit o Kocael in Turchia) nel 273 d.C.. La sua vita riservata, intenta allo studio, al lavoro e alla preghiera la definì come ragazza barbara, cioè non romana. Era una denominazione di disprezzo. E' questo il nome a noi pervenuto da quello suo proprio. Tra il 286-287 Santa Barbara si trasferì presso la villa rustica di Scandriglia poiché il padre Dioscoro, fanatico pagano, era un collaboratore dell'imperatore Massimiano Erculeo. Quest'ultimo gli aveva donato ricchi e vasti possedimenti in Sabina. Dioscoro fece costruire una torre per difendere e proteggere Barbara durante le sue assenze. Il progetto originario prevedeva due finestre che diventarono tre (in riferimento alla Croce) secondo il desiderio della ragazza. Fu costruita anche una bellissima vasca a forma di Croce. Sia la finestra che la vasca non erano altro che i simboli del cristianesimo a cui la ragazza si era convertita. La tradizione afferma che proprio nella vasca Barbara ricevette il battesimo per la visione di San Giovanni Battista. La manifestazione di fede di Barbara provocò l'ira di Dioscoro; essa allora per sfuggire a quest'ultimo si nascose nel bosco dopo aver danneggiato gran parte degli dei pagani della sua villa. La tradizione popolare scandrigliese afferma che essa si rifugiava in una nicchia scavata all'interno di una roccia (dicitura indicata come riparo di Santa Barbara in località "Le Scalelle") e fu trovata per la delazione di un pastore lì presente. Dioscoro la consegnò al prefetto Marciano con la denuncia di empietà verso gli dei e di adesione alla religione cristiana. Durante il processo che iniziò il 2 dicembre 290 Barbara difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la Fede Cristiana: fu così torturata e graffiata mentre cantava le lodi al Signore. Il giorno dopo aumentarono i tormenti mentre la Santa sopportava ogni prova col fuoco. Il 4 dicembre letta la sentenza di morte Dioscoro prese la treccia dei capelli e vibrò il colpo di spada per decapitarla. Insieme a Santa Barbara subì il martirio la sua amica Santa Giuliana, questo avvenne nella zona campestre indicata nei codici antichi con una espressione generica "ad aram solis" o "in loco solis" (denominazione della zona Costa del sole oggi denominata Santa Barbara). Il cielo si oscurò e un fulmine colpì Dioscoro. La tradizione scandrigliese invoca la Santa contro i fulmini, il fuoco, la morte improvvisa, il pericolo ecc. Il nobile Valenzano curò la sepoltura del corpo della Santa presso una fonte (sorgente di Santa Barbara) che diventò una meta di pellegrinaggio per l'acqua miracolosa. Quando l'imperatore Costantino nel 313 consentì di rendere un culto esterno ai martiri, i fedeli ornarono il sepolcro e di seguito vi costruirono un oratorio (che si ritiene del VI secolo). Nel secolo IX decadde dal suo primitivo splendore e nel secolo X si poteva considerare abbandonato a seguito dell'invasione saracena. Passata l'invasione attorno all'anno 1000 fu eretta una chiesa completamente rifatta che esiste ancora oggi. Tra il 955 ed il 969 i Reatini organizzarono una spedizione a Scandriglia (che oggi si trova in provincia di Rieti) e dopo varie ricerche trovarono il suo corpo. Fu sottratto ai ricercatori di corpi santi e portato al sicuro nella Cattedrale di Rieti dove ancora oggi riposa sotto l'altare maggiore. Santa Barbara è la patrona di Rieti e di Scandriglia.
Cattedrale di Santa Maria Assunta (Rieti)
Santa Barbara fu onorata fin dai tempi più antichi, presso i Siri, i Moscoviti, i Greci ed i Latini. All’inizio come protettrice delle opere fortificate e delle torri in particolare. E’ opinione degli studiosi che Santa Barbara divenne Patrona delle milizie solo dopo l’ invenzione della polvere da sparo. Essa sarebbe stata la protettrice divina dei soldati addetti ai depositi delle polveri e degli ordigni di guerra, così come per i marinai aventi in custodia gli esplosivi a bordo delle navi. È da ricordare che mentre la polvere nera era conosciuta dai cinesi nei primi secoli dell’era cristiana, ma usata solo per fuochi d’artificio, compare in Europa come polvere da sparo solo nel secolo XIV° e viene usata come mezzo di distruzione. Precisamente nella prima metà del XIV° secolo ha inizio il culto dei militari per la gloriosa S anta Barbara, in corrispondenza dell’intervento delle più antiche bocche da fuoco delle milizie pontificie.
Gli artiglieri scelsero la Santa come patrona a cominciare dal 1529. Quale protettrice contro i fulmini, sin dal 1583 nella fortezza di Castel Nuovo a Napoli, i bombardieri riuniti in una associazione, onoravano ed invocavano la Vergine Nicomediense.
Il Papa Pio XII°, il 4 dicembre 1951 proclamava solennemente Santa Barbara di Nicomedia Celeste Patrona degli Artiglieri, dei Marinai, dei Genieri, e dei Vigili del Fuoco italiani.
P.L. Genta
1° Dicembre
Nominato il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa .
Su proposta del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Consiglio dei Ministri ha nominato il Generale di Corpo d’Armata Biagio Abrate nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa
Il Gen. C.A. Abrate, che subentrerà al Generale Vincenzo Camporini il 16 gennaio del prossimo anno, lascia l’incarico di Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, che aveva assunto lo scorso 14 febbraio.
Il 150° Corso "Montello" è orgoglioso del suo Cappellone e, conoscendone le doti umane e le capacità professionali, gli augura ogni successo e soddisfazione nel nuovo, prestigiosissimo incarico .
(Q.d.B)
martedì 30 novembre 2010
MONUMENTO 1861 - 2011
COMUNICATO
La dislocazione del Monumento (clicca qui per vederlo) commemorativo del 150° Anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano non trova concordi né Carlo Gibellino, né Adriano Santini, né tantomeno i rappresentanti del Corso in seno allo specifico Comitato (Genta e Magliocchetti).
Il motivo del contendere concerne il fatto che si vorrebbe allocare l’opera all’interno dell’Accademia, senza avere peraltro le idee chiare: qualcuno dice nel cortile tra i due “studi” (dove c’è già un monumento a Manfredo Fanti, nonché un parcheggio); qualcun altro propone l' “ ex cortiletto Giulio Cesare” (peraltro oggetto di importanti e lunghi lavori di restauro); altri ancora il cortile/parcheggio esterno intitolato all’Amico Basile che è sempre chiuso con pesanti catene e di proprietà comunale.
Ma quello che ha dato più fastidio è il fatto che alcuni rappresentanti di altri Corsi abbiano dato per scontato o meglio imposto questa soluzione, senza aver messo, preventivamente, in discussione il problema in sede di una riunione comune con tutti i rappresentanti dei Corsi che hanno contribuito alla raccolta dei fondi.
Il 150° “Montello” –che è uno dei maggiori contributori- sostiene, invece, che nessuna delle soluzioni proposte garantirebbe la dovuta visibilità al Monumento –neanche gli Allievi se ne accorgerebbero!- e, in tal senso, si è anche espresso il Comandante dell'Accademia nel corso di un recente incontro con il rappresentate del Corso.
In pratica, la "soluzione Accademia" è antitetica allo scopo stesso dell'iniziativa che consisteva nel realizzare un'opera, offerta da tutti i Corsi, per commemorare degnamente un Anniversario tanto importante per l'Esercito Italiano; l'opera, quindi, deve essere posta all'attenzione di un vasto pubblico e non chiusa entro le austere mura dell'Accademia.
Pertanto, è intendimento del 150° “Montello” RITIRARE la propria adesione all’iniziativa, lasciando liberi i singoli di confermare il proprio contributo ovvero di farlo convergere sul conto corrente bancario del Corso per la realizzazione di qualcos’altro di proprio, estendendo la richiesta di contributo anche a tutti coloro che non hanno aderito.
(Q.d.B)
Uffà!!! ... che palle, ancora politica.
Purtroppo non siamo in molti a ritrovarci su questo blog e le mie elucubrazioni socio/economico/politico non hanno la stessa frequenza (parlo da trasmettitore) dei pochi frequentatori. Per questo mi ero ripromesso di ritornarci solo con argomenti di interesse generale (cosa c’è di più generale delle cavolate di chi ci governa, non lo so!...comunque…) e smetterla di pormi, in questo contesto, domande che, ai più, appiano solo propaganda dell’opposizione.
I commenti agli ultimi interventi di Ettore, però, hanno avuto l’effetto delle trombe di Gerico (o delle oche del Campidoglio) e mi hanno svegliato dal lungo ed ingiustificato letargo.
Ettore ha espresso il suo pensiero sull’intervento del premier in una trasmissione televisiva....cosa centrano le aggressioni politiche o i complotti bolscevichi o gli amministratori locali campani o le università pubbliche e private?
Io, che sono contrario al governo Berlusconi, forse per la prima volta da quando è partito il blog, la penso in maniera diversa da Ettore perché rispetto il diritto di replica di Berlusconi e di qualsiasi altro politico che si senta attaccato in una trasmissione televisiva ma se l’argomento è questo perché commentare con argomentazioni generiche che nulla hanno a che fare con il tema?.
Avrei voluto partecipare al dibattito cercando di entrare nel merito di quello che Berlusconi ha detto e non ha detto ma non l’ho fatto perché ormai, in questo come in altri contesti, l’essenza della questione perde ogni importanza e ogni scusa è buona per innescare un attacco indiscriminato alla controparte sfuggendo così dal caso o dal fatto specifico; se volessimo usare delle metafore temporali, potremmo dire che abbiamo lasciato l’era del pensare e del fare per entrare in quella del distruggere.
Ultimamente, alcuni politici moderati, denunciando il malessere generato dall’aberrazione del bipartitismo e ricordando con nostalgia uomini come Fanfani, Almirante, Berlinguer, Moro etc. etc, mi hanno dimostrato che pensieri già da me espressi in tempi non sospetti, hanno un fondamento logico e che prima o poi questo guazzabuglio di menzogne, arrivismo, immoralità, qualunquismo e apparenza, dovrà pur finire. Al contrario, i pochi frequentatori di questo blog, ogni volta che interpretano l’esternazione di un malessere specifico come affronto al premier, tendono a giustificare atteggiamenti che visti con un’ottica libera ed indipendente sarebbero palesemente censurabili.
Non conosco a fondo il problema dell’immondizia e non ne parlo; non conosco a fondo l’ultima riforma scolastica e non ne parlo; non so cosa Berlusconi e i suoi amici facciano in casa propria e non me ne frega niente ma so che Berlusconi è entrato in politica nel 1993, ha governato un anno fra il 1994 e 1995, cinque anni fra il 2001 e 2006, due anni dal 2008 ad oggi; chi può realisticamente affermare che egli non ha retto le sorti dell’Italia negli ultimi diciassette anni?. Egli è stato al governo più di qualsiasi altro nella storia del nostro paese e nessuno come lui ha mai emanato leggi che definire inique sarebbe un eufemismo; volete che ne citi qualcuna?: L. n. 367/2001, rogatorie internazioni; L. 248/02 depenalizzazione del falso in bilancio; L. 248/02 legittimo sospetto sull’imparzialità del giudice; L. 140/03 divieto di sottoposizione al processo delle cinque cariche più alte dello Stato; D.L. 352/03 decreto salva Rete 4; L. 112/04 introduzione del Sistema Integrato delle Comunicazioni; L. 308//04 condono anche nelle zone protette …. e ce ne sono almeno altre dieci che hanno imbavagliato la magistratura, il fisco e arricchito alcune aziende private.
Berlusconi è vittima di attacchi mediatici dall’opposizione!...balle, nessuno come lui ha mai avuto in mano i giornali e la televisione (nella RAI la maggior parte del consiglio di amministrazione è composta da suoi uomini come lo sono il direttore generale e alcuni direttori di testate) e i suoi uomini sono stati i primi a “commercializzare” scandali rivelatisi dei flop o gag ridicolizzanti tipo “mortadella”. Il fatto è che la maggior parte delle cose dette sul premier si sono poi rivelate vere è questo è un fatto che non può essere discusso o giustificato dal “così fan tutte”.
Berlusconi ci ha salvato dal comunismo!...balla ancora più grossa. Il comunismo aberrante, assassino e dittatorio non esiste da decenni e l’economia socialista è stata sepolta da uomini come Berliguer che professava l’interventismo mirato e lo sviluppo libertario; le stesse cose che diceva Moro. In ogni caso la vera opposizione al comunismo e alle teorie marxiste la si fa permettendo la crescita di un mercato libero che diventa tale solo in presenza di una reale concorrenza; secondo voi l’economia può definirsi libera se gli appalti sono truccati o se si emanano provvedimenti che agevolino solo alcuni?
Certo ci sono politici corrotti da una parte e dall’altra; ci sono errori da una parte e dall’altra; ci sono principi e dichiarazioni non comprensibili o non approvabili da una parte e dall’altra, ma sino a quando ci sarà data la possibilità di pensare facciamolo; votate Berlusconi perché siete convinti che è l’uomo migliore per l’Italia non perché è anticomunista o perché professa l’amore o perché è uno di noi; certamente nessuno di noi o delle persone che conosciamo, si è arricchito e si è divertito come lui negli ultimi quindici anni. Una delle più importanti legge emanate nel precedente governo Prodi (su proposta Bersani) fu quella della liberalizzazione di alcune categorie ed aveva le caratteristiche proprie di un provvedimento proprio di una ideologia di destra, non di sinistra. Alcune regioni governate dalla sinistra (il buon Oliviero lo ha confermato) hanno la migliore sanità italiana, il minor indice di disoccupazione e il massimo della libertà d’opinione; ci sarà pure una ragione a questo!.
Il governo Berlusconi garantisce la sicurezza!...voi tutti avete lavorato per lo Stato e sapete bene che certi risultati non sono causa dell’attività del politico di turno bensì dell’organo amministrativo (nella fattispecie polizia e magistratura) che, incurante delle ore lavorative e dell’usura operativa, porta avanti un interesse superiore. In questo caso, comunque, è stata preponderante l’uso delle intercettazione e dei pentiti, vogliamo riparlare delle proposte di legge anti intercettazioni?
Concludo con una preghiera rivolta ad Ettore; non ti far abbattere dalle critiche (non mi è piaciuta la rassegnazione esternata nell’ultimo tuo commento), sei un uomo onesto e libero che giustamente si indigna per tutto ciò che non è in linea con i propri principi, continua a farlo.
Chiedo scusa e abbraccio tutti
Francesco
I commenti agli ultimi interventi di Ettore, però, hanno avuto l’effetto delle trombe di Gerico (o delle oche del Campidoglio) e mi hanno svegliato dal lungo ed ingiustificato letargo.
Ettore ha espresso il suo pensiero sull’intervento del premier in una trasmissione televisiva....cosa centrano le aggressioni politiche o i complotti bolscevichi o gli amministratori locali campani o le università pubbliche e private?
Io, che sono contrario al governo Berlusconi, forse per la prima volta da quando è partito il blog, la penso in maniera diversa da Ettore perché rispetto il diritto di replica di Berlusconi e di qualsiasi altro politico che si senta attaccato in una trasmissione televisiva ma se l’argomento è questo perché commentare con argomentazioni generiche che nulla hanno a che fare con il tema?.
Avrei voluto partecipare al dibattito cercando di entrare nel merito di quello che Berlusconi ha detto e non ha detto ma non l’ho fatto perché ormai, in questo come in altri contesti, l’essenza della questione perde ogni importanza e ogni scusa è buona per innescare un attacco indiscriminato alla controparte sfuggendo così dal caso o dal fatto specifico; se volessimo usare delle metafore temporali, potremmo dire che abbiamo lasciato l’era del pensare e del fare per entrare in quella del distruggere.
Ultimamente, alcuni politici moderati, denunciando il malessere generato dall’aberrazione del bipartitismo e ricordando con nostalgia uomini come Fanfani, Almirante, Berlinguer, Moro etc. etc, mi hanno dimostrato che pensieri già da me espressi in tempi non sospetti, hanno un fondamento logico e che prima o poi questo guazzabuglio di menzogne, arrivismo, immoralità, qualunquismo e apparenza, dovrà pur finire. Al contrario, i pochi frequentatori di questo blog, ogni volta che interpretano l’esternazione di un malessere specifico come affronto al premier, tendono a giustificare atteggiamenti che visti con un’ottica libera ed indipendente sarebbero palesemente censurabili.
Non conosco a fondo il problema dell’immondizia e non ne parlo; non conosco a fondo l’ultima riforma scolastica e non ne parlo; non so cosa Berlusconi e i suoi amici facciano in casa propria e non me ne frega niente ma so che Berlusconi è entrato in politica nel 1993, ha governato un anno fra il 1994 e 1995, cinque anni fra il 2001 e 2006, due anni dal 2008 ad oggi; chi può realisticamente affermare che egli non ha retto le sorti dell’Italia negli ultimi diciassette anni?. Egli è stato al governo più di qualsiasi altro nella storia del nostro paese e nessuno come lui ha mai emanato leggi che definire inique sarebbe un eufemismo; volete che ne citi qualcuna?: L. n. 367/2001, rogatorie internazioni; L. 248/02 depenalizzazione del falso in bilancio; L. 248/02 legittimo sospetto sull’imparzialità del giudice; L. 140/03 divieto di sottoposizione al processo delle cinque cariche più alte dello Stato; D.L. 352/03 decreto salva Rete 4; L. 112/04 introduzione del Sistema Integrato delle Comunicazioni; L. 308//04 condono anche nelle zone protette …. e ce ne sono almeno altre dieci che hanno imbavagliato la magistratura, il fisco e arricchito alcune aziende private.
Berlusconi è vittima di attacchi mediatici dall’opposizione!...balle, nessuno come lui ha mai avuto in mano i giornali e la televisione (nella RAI la maggior parte del consiglio di amministrazione è composta da suoi uomini come lo sono il direttore generale e alcuni direttori di testate) e i suoi uomini sono stati i primi a “commercializzare” scandali rivelatisi dei flop o gag ridicolizzanti tipo “mortadella”. Il fatto è che la maggior parte delle cose dette sul premier si sono poi rivelate vere è questo è un fatto che non può essere discusso o giustificato dal “così fan tutte”.
Berlusconi ci ha salvato dal comunismo!...balla ancora più grossa. Il comunismo aberrante, assassino e dittatorio non esiste da decenni e l’economia socialista è stata sepolta da uomini come Berliguer che professava l’interventismo mirato e lo sviluppo libertario; le stesse cose che diceva Moro. In ogni caso la vera opposizione al comunismo e alle teorie marxiste la si fa permettendo la crescita di un mercato libero che diventa tale solo in presenza di una reale concorrenza; secondo voi l’economia può definirsi libera se gli appalti sono truccati o se si emanano provvedimenti che agevolino solo alcuni?
Certo ci sono politici corrotti da una parte e dall’altra; ci sono errori da una parte e dall’altra; ci sono principi e dichiarazioni non comprensibili o non approvabili da una parte e dall’altra, ma sino a quando ci sarà data la possibilità di pensare facciamolo; votate Berlusconi perché siete convinti che è l’uomo migliore per l’Italia non perché è anticomunista o perché professa l’amore o perché è uno di noi; certamente nessuno di noi o delle persone che conosciamo, si è arricchito e si è divertito come lui negli ultimi quindici anni. Una delle più importanti legge emanate nel precedente governo Prodi (su proposta Bersani) fu quella della liberalizzazione di alcune categorie ed aveva le caratteristiche proprie di un provvedimento proprio di una ideologia di destra, non di sinistra. Alcune regioni governate dalla sinistra (il buon Oliviero lo ha confermato) hanno la migliore sanità italiana, il minor indice di disoccupazione e il massimo della libertà d’opinione; ci sarà pure una ragione a questo!.
Il governo Berlusconi garantisce la sicurezza!...voi tutti avete lavorato per lo Stato e sapete bene che certi risultati non sono causa dell’attività del politico di turno bensì dell’organo amministrativo (nella fattispecie polizia e magistratura) che, incurante delle ore lavorative e dell’usura operativa, porta avanti un interesse superiore. In questo caso, comunque, è stata preponderante l’uso delle intercettazione e dei pentiti, vogliamo riparlare delle proposte di legge anti intercettazioni?
Concludo con una preghiera rivolta ad Ettore; non ti far abbattere dalle critiche (non mi è piaciuta la rassegnazione esternata nell’ultimo tuo commento), sei un uomo onesto e libero che giustamente si indigna per tutto ciò che non è in linea con i propri principi, continua a farlo.
Chiedo scusa e abbraccio tutti
Francesco
sabato 27 novembre 2010
Cui prodest ???
L' Italia è al centro di pericolose convergenze che ne vorrebbero minare la
credibilità internazionale; non siamo ancora al "complotto" ma poco ci manca.
Se si parla della tragedia pluridecennale dei rifiuti napoletani, la colpa non
è di chi non riesce a venirne a capo ma di chi ne parla: compresa la commissione
europea che ha appena fatto un sopralluogo?
Se si parla del crollo della "domus" a Pompei, la colpa non è di chi, per decenni, se ne è altamente sbattuto ma di chi ne parla.
Se si mette sotto inchiesta la gestione, a dir poco, disinvolta dell'unica azienda italiana a valenza strategica per la sicurezza nazionale, la colpa non è dei "disinvolti" ma di chi apre l'inchiesta.
Per me, siamo pericolosamente vicini alla paranoia.
Eppoi, quelle precisazioni successive che tentano disperatamente di smentire persino un testo scritto mi ricordano tanto una "excusatio non
petita....."
Ciao a tutti,
Ettore.
mercoledì 24 novembre 2010
Così non mi va più !!!
In tutti i Paesi cosiddetti civili, le entrate a gamba tesa comportano, inevitabilmente, il cartellino rosso; se poi l’autore è recidivo specifico, i turni di squalifica aumentano; se poi sempre lo stesso autore è pure il Capitano, si aggiungono le aggravanti ed i turni aumentano.
La metafora che, solo apparentemente, potrebbe sembrare riduttiva , mi serve da cornice per alcune mie, personalissime, considerazioni su la qualità della cosiddetta “politica” italiana che, sempre secondo me, del termine ha mantenuto solo l’espressione, riducendosi ad un vuoto simulacro di quello che dovrebbe essere.
La stura me la fornisce l’ultimo (chissà?) intervento telefonico di ieri sera in una nota trasmissione televisiva che è stato l’archetipo di come non dicesi non dovrebbe comportarsi un Capo che, per di più, non perde occasione per vantare il suo afflato amoroso urbi et orbi.
Facciamo pure la tara del “taglio” politicizzato della trasmissione, mettiamoci pure quella del voler difendere il proprio operato, mettiamoci quello che volete voi, ma resta pur sempre l’atroce crudezza di immagini che dimostrano come parole e fatti viaggino oramai su linee pericolosamente divergenti.
E poi, quell’intromettersi in dibattiti non del proprio livello, quel tono imperioso ed ultimativo, quella ritrosia epidermica a qualsiasi contraddittorio, quel voler dimostrare l’indimostrabile, sapete cosa vi dico: mi hanno dato molto ma molto fastidio!
Mi sono sentito offeso nella mia intelligenza primordiale, quella che non ha bisogno di bagagli culturali per comprendere e giudicare ma solo del buon senso o, meglio ancora, della sola percezione visiva ed auditiva.
Non sono un assiduo lettore della stampa estera, però non mi risulta che in altri Paesi figure di sì alto rango si abbandonino a scene di tal genere; qualche volta si è sentito di risse da stadio in qualche Parlamento di qualche Paese lontano che noi però, con aria di arrogante superiorità, definiamo “terzo mondo”; ahi quanto è attuale la Parabola della “trave e della pagliuzza”!
Ciao a tutti,
Ettore.
(Vedi il video)
domenica 14 novembre 2010
giovedì 11 novembre 2010
....... colà dove si puote ciò che si vuole.
Ieri quando ho letto l’articoletto sul Corriere mi sono imbufalito, pensando che i primi a non rispettare le leggi sono proprio coloro che le fanno.
Poi ho pensato al buon Ettore, rimasto uno degli ultimi fumatori del Corso e bloccato dal divieto, che da tempo non può godersi la sua MS sul divano buono di casa sua mentre si guarda una partita della Juve e ...... mi sono incazzato ancor di più e anche per lui.
Per fortuna oggi, sulla Stampa, ho letto il Buongiorno di Gramellini e mi sono accorto che non ero il solo a risentirsi ( e non poco !!) di essere rappresentato dagli attuali politici (.. e dai futuri - vedi il Trota , prossimo ministro della pesca e della caccia ?!?!).
Aspetto un vostro commento.
Oliviero
lunedì 8 novembre 2010
Che schifo!!!
Ci sono volute ore ed ore di accese discussioni skypiane prima che un buon caro e prezioso Amico facesse prevalere la sua apertura mentale progressista sul mio conservatorismo d’altri tempi (per lui, io ho sbagliato secolo di nascita!).
Un po’ perché gli voglio bene, un po’ perché le sue argomentazioni erano valide, fatto sta che mi sono lasciato convincere a chiamare gli omosessuali gay e non con ben più coloriti ed attagliati epiteti.
Ieri, però, le scene da Barcellona in occasione della visita del Papa e che hanno fatto il giro del mondo hanno dato un duro se non definito colpo a quella mia acquiescenza.
Vedere quei due ricchionacci (scusami amico mio ma non mi viene proprio di chiamarli diversamente) baciarsi con tanta pervertita passione, mi ha fatto ribollire il sangue e mi ha sempre di più convinto che chi non rispetta non merita rispetto.
E’ stata una manifestazione schifosa, ripugnante, innaturale che nulla a che vedere con le cavolate che vanno spargendo in giro per reclamare presunti “diritti”; quei due e tutti gli altri che li circondavano hanno dimostrato solo a che livello di squallore siano precipitatii: altro che “amore”!!!
Ieri non hanno offeso volgarmente solo il Papa: hanno offeso miliardi di esseri umani normali, tra cui anche me.
Ciao a tutti,
Ettore.
Un po’ perché gli voglio bene, un po’ perché le sue argomentazioni erano valide, fatto sta che mi sono lasciato convincere a chiamare gli omosessuali gay e non con ben più coloriti ed attagliati epiteti.
Ieri, però, le scene da Barcellona in occasione della visita del Papa e che hanno fatto il giro del mondo hanno dato un duro se non definito colpo a quella mia acquiescenza.
Vedere quei due ricchionacci (scusami amico mio ma non mi viene proprio di chiamarli diversamente) baciarsi con tanta pervertita passione, mi ha fatto ribollire il sangue e mi ha sempre di più convinto che chi non rispetta non merita rispetto.
E’ stata una manifestazione schifosa, ripugnante, innaturale che nulla a che vedere con le cavolate che vanno spargendo in giro per reclamare presunti “diritti”; quei due e tutti gli altri che li circondavano hanno dimostrato solo a che livello di squallore siano precipitatii: altro che “amore”!!!
Ieri non hanno offeso volgarmente solo il Papa: hanno offeso miliardi di esseri umani normali, tra cui anche me.
Ciao a tutti,
Ettore.
domenica 7 novembre 2010
sabato 6 novembre 2010
venerdì 5 novembre 2010
A proposito di donne.
Carissimi Ettore ed Oliviero, ho letto con attenzione “Donne” e le considerazioni espresse nel merito.
Non so se potrà essere di qualche interesse, ma vi unisco lo stralcio di alcuni miei ricordi che ho trascritto in un volumetto dal titolo “Sulla riva del Tigri”, redatto dopo aver trascorso quasi tredici mesi a Baghdad.
“ … prima di concludere, desidero fare un cenno al personale femminile con cui ho avuto modo di operare.
Donne irachene, libanesi, giordane e di molte altre nazionalità, militari e non, giovani e meno giovani, sposate con prole o nubili, ma tutte caratterizzate dalle medesime qualità: sani principi, spiccata motivazione, forte determinazione, consolidata professionalità, grande autosufficienza, molto coraggio, insospettabili resistenza e vigoria fisica.
Ho avuto la fortuna di avvalermi della loro collaborazione per le più diverse attività afferenti al mio ruolo.
Ho cercato ~ ma mi è stato del tutto naturale e non ha richiesto alcuno sforzo da parte mia ~ di agire nello stesso identico modo con ciascuna di loro, siano esse state mussulmane o cristiane, di bella presenza o meno, di grado elevato o semplici soldati, di consolidata esperienza operativa o alle prime armi, assistenti dei più elevati livelli diplomatico-militari o impiegate in mansioni più umili, esperte in informatica o addette alle pulizie dei locali o alla distribuzione dei pasti.
Ho visto donne ferite nel corpo per essersi trovate coinvolte in qualche evento ostile, trascurare il dolore fisico, preoccupate unicamente di riprendere appieno le proprie attribuzioni.
Ne ho viste altre, profondamente colpite negli affetti per aver perso sul campo un’amica o un commilitone, per aver visto improvvisamente cadere il proprio Comandante per gli effetti di una vile imboscata, ovvero per aver soccorso invano qualcuno dei propri gregari, ne ho percepito la disperazione, eppure, nonostante tutto questo, le ho viste reagire con una forza ed un coraggio inimitabili, meritevoli di ammirazione senza riserve.
Ne ho viste altre ancora, preoccupate per i mariti e per i figli lasciati nel proprio Paese, lasciati ma non abbandonati, perché quelle donne dedicavano proprio a loro il sacrificio che stavano compiendo per migliorarne la vita, senza contare i rischi che giornalmente correvano in una terra tanto tormentata quanto ostile.
Da tutte ho ricevuto, senza alcuna esitazione, il massimo che erano in grado di esprimere, non ho mai incontrato alcun problema anche quando ho dovuto metterle sotto pressione “chiedendo qualcosa per subito, anzi per prima ”, non ho mai sentito un mugugno, un’obiezione, una lagnanza. Mai !.
Forse perché non ho mai avuto remore nel dare loro atto di ciò che sapevano fare, né ho mai sottovalutato quelle capacità che, assai spesso, si sono rivelate migliori o più efficaci di quelle messe in campo da molti uomini.
E questo, quando era il caso, non ho mai mancato di riconoscerglielo anche pubblicamente.
Molte di loro mi hanno chiesto se potevano “avere l’onore di essere fotografate con me”, per avere un “ricordo importante ” della loro permanenza in Iraq.
Figuriamoci ! A tutte ho risposto positivamente ma ho aggiunto che l’onore era il mio, perché ammiravo molto e non avrei certo dimenticato lo slancio con cui ciascuna di loro si stava adoperando in un contesto di riferimento inevitabilmente disagiato, certamente difficile e spesso ostile.
Non ricordo il nome di tutte loro, né ho copia di tutte le fotografie che ho condiviso.
Ricordo solo che, per una radicata consuetudine di cui sono stato messo al corrente sul posto, prima di ogni “scatto” ho dovuto abbracciarle, cosa che ho fatto senza alcuna remora perché si trattava di un gesto di spontanea amicizia compiuto alla luce del sole, che non lasciava campo ad alcun fraintendimento né dava adito ad illazioni fuori luogo da parte di chicchessia.
Era semplicemente un segno di stima affettuosa, un ricordo da portare a casa e di cui raccontare.
Un forte abbraccio ad entrambi,
Sandro Pompegnani
giovedì 4 novembre 2010
mercoledì 3 novembre 2010
Anche i santini hanno fatto la guerra.
Celebriamo molto volentieri la Giornata delle F.A con i ricordi più cari di Giovanni Papi.
Avevo già avuto fra le mani il vecchio album degli autografi che mio padre aveva ricevuto forse in dono per la 1^ Comunione in America.
Si, perchè insieme ai miei nonni e i miei zii era emigrato in America nel 1923 sul bastimento Conte Rosso: sono gli ultimi 6 della lista.
Poi era tornato in Italia con le dediche che le brave suore Americane gli avevano scritto. Quel taccuino non lo ha lasciato più e se lo è portato anche in guerra.
Si era iscritto all’Università di Bologna alla Facoltà di Economia ma nel 1940, come risulta dall’archivio storico, interruppe i suoi studi. In quell’anno fu ammesso a frequentare il Corso allievi Ufficiali per studenti Universitari : quel corso si svolgeva ad Arezzo. E cosi i suoi camerati , allora si diceva così, ebbero modo di lasciare le loro dediche su quell’album. Poi la guerra lo portò in Africa e, siccome non solo parlava, ma pensava anche in americano, fu impiegato nel Servizio Informazioni del Regio Esercito. E così ebbe modo di parlare col nemico sia prima che dopo la cattura.
Nella foto a destra , quello al centro con gli occhiali è mio padre tra i prigionieri alleati.
Non era un cattivaccio tanto è vero che anche i prigionieri alleati ebbero voglia di lasciare un loro ricordo sulle pagine che non erano state ancora scritte. Un indiano scrisse una dedica bilingue, come la stele di Rosetta !
Un Sud Africano , Uys Krige ( poi diventerà uno scrittore famoso nel suo paese) , gli dedicò addirittura una poesia : “ To Aldo Papi”:
I casi della vita : questo Uys Krige fu ristretto fino al settembre 1943 nel Campo n.78 che si trova nei pressi di Sulmona, dove io abito dal 1973.
Ha scritto anche un libro sulla sua esperienza di prigioniero e sulla sua fuga verso le linee alleate. Tuttora a Sulmona le scuole in primavera percorrono il “Sentiero della Libertà”, utilizzato anche dal Presidente Ciampi nel 1943 e che presenziò alla prima manifestazione tenutasi nel 2001 , credo.
Se ne volete sapere di più digitate Uys Krige nel motore di ricerca e vedrete anche le sue foto.
Ma torniamo al taccuino : non tutta la famiglia Papi tornò dall’America e una mia zia , Lena, rimase là. E così mio padre si portava in guerra , sempre tra le pagine degli autografi, due santini. Uno lo aveva ricevuto da mia nonna e l’altro dalla sorella Lena che era rimasta in America .
Quello che gli ha regalato sua sorella , mia zia , si riconosce subito :
A quei tempi le mamme non potevano aspettare i figli alla libera uscita e , così mia nonna inviava
cartoline.
Se volete sapere cosa e’ successo dopo l’8 settembre, ve lo dirò un’altra volta.
Giovanni
Cliccate sulle foto per ingrandirle.
Avevo già avuto fra le mani il vecchio album degli autografi che mio padre aveva ricevuto forse in dono per la 1^ Comunione in America.
Si, perchè insieme ai miei nonni e i miei zii era emigrato in America nel 1923 sul bastimento Conte Rosso: sono gli ultimi 6 della lista.
Poi era tornato in Italia con le dediche che le brave suore Americane gli avevano scritto. Quel taccuino non lo ha lasciato più e se lo è portato anche in guerra.
Si era iscritto all’Università di Bologna alla Facoltà di Economia ma nel 1940, come risulta dall’archivio storico, interruppe i suoi studi. In quell’anno fu ammesso a frequentare il Corso allievi Ufficiali per studenti Universitari : quel corso si svolgeva ad Arezzo. E cosi i suoi camerati , allora si diceva così, ebbero modo di lasciare le loro dediche su quell’album. Poi la guerra lo portò in Africa e, siccome non solo parlava, ma pensava anche in americano, fu impiegato nel Servizio Informazioni del Regio Esercito. E così ebbe modo di parlare col nemico sia prima che dopo la cattura.
Nella foto a destra , quello al centro con gli occhiali è mio padre tra i prigionieri alleati.
Non era un cattivaccio tanto è vero che anche i prigionieri alleati ebbero voglia di lasciare un loro ricordo sulle pagine che non erano state ancora scritte. Un indiano scrisse una dedica bilingue, come la stele di Rosetta !
Un Sud Africano , Uys Krige ( poi diventerà uno scrittore famoso nel suo paese) , gli dedicò addirittura una poesia : “ To Aldo Papi”:
I casi della vita : questo Uys Krige fu ristretto fino al settembre 1943 nel Campo n.78 che si trova nei pressi di Sulmona, dove io abito dal 1973.
Ha scritto anche un libro sulla sua esperienza di prigioniero e sulla sua fuga verso le linee alleate. Tuttora a Sulmona le scuole in primavera percorrono il “Sentiero della Libertà”, utilizzato anche dal Presidente Ciampi nel 1943 e che presenziò alla prima manifestazione tenutasi nel 2001 , credo.
Se ne volete sapere di più digitate Uys Krige nel motore di ricerca e vedrete anche le sue foto.
Ma torniamo al taccuino : non tutta la famiglia Papi tornò dall’America e una mia zia , Lena, rimase là. E così mio padre si portava in guerra , sempre tra le pagine degli autografi, due santini. Uno lo aveva ricevuto da mia nonna e l’altro dalla sorella Lena che era rimasta in America .
Quello che gli ha regalato sua sorella , mia zia , si riconosce subito :
A quei tempi le mamme non potevano aspettare i figli alla libera uscita e , così mia nonna inviava
cartoline.
Se volete sapere cosa e’ successo dopo l’8 settembre, ve lo dirò un’altra volta.
Giovanni
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