Sono
arrivato in uno stabilimento balneare di Fregene alle 1205 del giorno
successivo a quello di Ferragosto. Dopo venticinque minuti ho contato ben
trentadue "persone addette alle vendite" di cianfrusaglie di pessimi
qualità e gusto. E la processione continua.
Per coloro che non frequentano le spiagge, immaginate due piste parallele,
battute, senza interruzione, da colonne di povera gente alla disperata ricerca
di acquirenti. Questi si identificano nella " popolazione stanca " di
subire l'aggressivo fastidio rappresentato da derelitti che , ormai, facendo
parte del colore dei luoghi, non vengono presi neppure in considerazione. Ed
alle grida allegre di bimbi che giocano, agli squilli petulanti dei cellulari,
al rumore del vento, si sovrappongono i cori dei " no grazie" che ,
provenienti da entrambe le piste di marcia, connotano di amarezza i tentativi
di vendita dei poveri ambulanti.
E'
questo un fenomeno sociale del quale occorre prendere atto. Li ho "
accolti" ed in questo siamo " campioni", dopo averli "
soccorsi ", e, per questo, costituiamo in Europa e per l'Europa, un "
esempio ", non li abbiamo "regolarizzati" perché per farlo
ciascuno di essi avrebbe dovuto dimostrare ( ?
= come ) di avere adeguati mezzi di sostentamento, li abbiamo "
lasciati" al loro destino, consapevoli, almeno noi che siamo sulla
spiaggia , che in qualche modo pure devono sopravvivere.
E,
i trentadue, mentre scrivevo, sono diventati cinquantaquattro.
Mi
fanno tristezza perché oggi come ieri nessuno, a vista d'occhio , li ferma per
comprare qualcosa della loro mercanzia.
Mettendo
la testa sotto la sabbia, qui ve ne e' tanta, continuo vigliaccamente a
chiedermi come faranno a comprare un panino, sempre che la sera trovino un
pasto caldo presso una benefica organizzazione assistenziale. E non do loro un
centesimo e dico loro, con monotona ripetitività " no grazie". E mi
assolvo, affermando che non sei Tu, non è Lei, non siamo noi, non sono io ,
quelli che possono risolvere questo ormai annoso problema.
Ma
altri, che non sono sulla spiaggia, non camminano per strada, non ascoltano e
non vedono, parlano. E , secondo me, con un effluvio di sciocchezze, pensano di
eliminare le piste, le cianfrusaglie, le voci che si accavallano al rumore del
vento, allo squillo dei cellulari, alle grida allegre dei bambini.
A
proposito, tutto avviene nell'assenza totale dei promessi ( o minacciati )
interventi delle forze di terra e dell'aria di questo nostro apparato di
dissuasione: non una divisa ne' " un elicottero a volo radente", a
modificare lo stato delle cose, come pomposamente annunciato da quel figlio di
quella generosa madre dieci giorni fa.
In
vero , in questa estate pazzerella , in questo paese ridotto allo stremo, il
frutto, anzi i frutti generosi della mamma sempre incinta, ha, hanno, dato il
meglio della loro pochezza, morale, intellettiva e politica.
E,
meno male, che altri "scemi ",
questa volta non istituzionali , si sono sgolati per dire che e' offensivo chiamare gli uomini
della spiaggia, questi poveri derelitti che invitano a comprare le loro povere
cose , con il grido da sempre adoperato: un grido che è solo il cantelinante
accompagnamento ad una speranza sempre più delusa.
E
noi, il nostro paese, ne' Tu, ne' Lei, ne' io, continuiamo ad "
accoglierli ", a " soccorrerli" , ed in questo siamo "
campioni " , ad essere " esempio per l’Europa ed in Europa", a
non " regolarizzarli".
Ma
Noi, Lei, Tu, io, non facciamo politica, ma
ascoltiamo, vediamo, e non parliamo. Ma non ignoriamo che, quando sarà
il momento, e verrà , il popolo delle piste di sabbia, mortificato, affamato,
arrabbiato, opportunamente guidato da gente che ascolta, vede, fa i fatti- si
prepara a farli da tempo- ma non parla, agirà . E ne pagheremo le spese. Ed il
frutto, i frutti della mamma sempre incinta, protetti dalla loro nullità che
paga, assisteranno , complici e finalmente
muti, alla distruzione della
nostra già traballante civiltà .
Un
abbraccio,
Carlo
Minchiotti